Il precedente
post del cugino Cacopardo, inserito nella bacheca del mio Forum, mi spinge ad
una nuova analisi breve, ma approfondita sul mancato funzionamento dell’asseto
istituzionale della nostra politica. Quali sono le ragioni di un mancato
funzionamento del sistema?..Quali i principali motivi di una sua mancata azione
positiva per la costruzione di un vero cambiamento?
Io credo che il
problema non sia di natura elettoralistica, né di scelta delle figure!
Uno dei problemi è di ordine rappresentativo e tocca da vicino la base essenziale del nostro ordinamento
politico istituzionale, un argomento che riguarda l’assetto della gran parte
delle moderne Costituzioni: La divisione dei poteri.
La tesi di Montescquieu, ancora valida rispetto alle democrazie moderne che operano attraverso “i poteri” dello Stato, nell'odierno bisogno di un percorso di revisione della democrazia, non può più basarsi su una logica in modo così circoscritto e pragmatico. La prima forma che dovrebbe sparire è proprio l’idea di valutare come “poteri” i compiti della politica (legislativo-esecutivo). L’unico potere potrebbe, in realtà, solo legarsi a quello del cittadino ed alla sua rappresentanza in Parlamento.
La tesi di Montescquieu, ancora valida rispetto alle democrazie moderne che operano attraverso “i poteri” dello Stato, nell'odierno bisogno di un percorso di revisione della democrazia, non può più basarsi su una logica in modo così circoscritto e pragmatico. La prima forma che dovrebbe sparire è proprio l’idea di valutare come “poteri” i compiti della politica (legislativo-esecutivo). L’unico potere potrebbe, in realtà, solo legarsi a quello del cittadino ed alla sua rappresentanza in Parlamento.
Vi è poi un secondo motivo di ordine istituzionale strettamente legato a quello precedente… che
riguarda il perenne compromesso che viene a formarsi tra il ruolo delle forze
legislative del parlamento con quelle governative.
Occorre certamente una divisione dei ruoli più netta al fine di tagliare il cordone ombelicale che li lega insieme. Un conflitto che permane costantemente allorquando, gli stessi, eletti in Parlamento, assurgono alla carica di ministri o sottosegretari, assumendo di fatto un ruolo esecutivo che influenza in modo definitivo il lavoro dello stesso gruppo parlamentare di loro riferimento. Anche qui, una certa consociazione trova forza e si alimenta giacché gli interessi sono estremamente forti ed i ruoli politici vengono espressi nella comune casa di un Partito.
Occorre certamente una divisione dei ruoli più netta al fine di tagliare il cordone ombelicale che li lega insieme. Un conflitto che permane costantemente allorquando, gli stessi, eletti in Parlamento, assurgono alla carica di ministri o sottosegretari, assumendo di fatto un ruolo esecutivo che influenza in modo definitivo il lavoro dello stesso gruppo parlamentare di loro riferimento. Anche qui, una certa consociazione trova forza e si alimenta giacché gli interessi sono estremamente forti ed i ruoli politici vengono espressi nella comune casa di un Partito.
Si potrebbe azzardare che tale motivo è
di per sè sufficiente ad individuare una ulteriore anomalia anche rispetto ad
una Costituzione che, da un lato vorrebbe identificare due poteri con ruoli ben
diversi (esecutivo e parlamentare) e dall’altro, non pone sufficienti e chiare
limitazioni a questa separazione di compiti, destinando, in modo troppo
sintetico, la guida e l’indirizzo della politica dello Stato all’esecutivo.
Infine un terzo e fondamentale argomento
di tipo strutturale/organizzativo ed è quello che dovrebbe intuire, con maggior
sapienza, chi oggi opera per un sistema che si vorrebbe ad ampio raggio di
democrazia: La riforma dei Partiti per una definitiva affermazione dei
programmi sulle figure dei leaders. Ogni Partito o movimento sembra succube di
un leader o vive col fine di ricercare una figura predominante che possa in
qualche modo rappresentare la guida o, persino, il nuovo profeta del momento,
quando al contrario, dovrebbe ricercare un programma e seguire questo
attraverso un dialogo diretto con i cittadini. Questa è la vera ragione per la
quale sono proprio i Partiti a dover essere riformati con un fine preciso di
portare avanti le suddette linee di programma senza la deviante figura di
leader che può influenzare il percorso di costruzione che necessita
essenzialmente di un impegno e di una profonda dialettica con la società
civile.
Oggi.. nè Renzi, (malgrado il suo intercalare forbito ricco di espressioni super moderne) ..nè altre forze politiche... riescono a percepire l'importanza di una ricerca verso tali linee di percorso, guardando esclusivamente ad
impadronirsi di un potere che altrimenti risulterà sempre effimero ed instabile.
vincenzo cacopardo
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