14 feb 2014

Una piccola chiosa all'articolo del Consigliere Cacopardo

Una Ferrari o una 500 truccata
di domenico Cacopardo

Prima di quanto ci aspettassimo siamo arrivati al dunque: il previstoscontroLetta-Renzi si è consumato negli ultimi tre giorni, concludendosi con la più incredibile, paradossale direzione del Pd (vista anche l’allegria di molti oratori), epigono dei riti sacrificali della vecchia Democrazia Cristiana.
Il modo con il quale lo scout giovane sindaco di Firenze ha approcciato il potere ricorda due personaggi del passato: Amintore Fanfani che, negli anni ’50, conquistò il partito rimuovendo il gruppo dirigente della DC a partire da Alcide De Gasperi, e Napoleone Bonaparte, per la fiducia in se stesso e per la capacità di cambiare di continuo, sul campo di battaglia, le tattiche che conducono alla vittoria.
È da vedere se questa trionfale discesa a Roma (con l’annuncio di brevi permanenze settimanali e di una ricandidatura a sindaco della sua città) e il tambureggiante esordio sul proscenio nazionale siano ‘veragloria’ (come si chiese Manzoni sempre a proposito di Napoleone).
Insomma, capiremo presto se si tratta di una Ferrari o di una 500 smarmittata, di quelle che i meccanici di periferia sapevano truccare bene.
Certo, Enrico Letta ci ha messo molto del suo. L’abbiamo sostenuto per molti mesi, sino al grave errore consumato sul caso Cancellieri-Ligresti. Abbiamo apprezzato la gestione del caso Berlusconi, che ha permesso al governo di uscire senza danni evidenti dalla  suaestromissione dal Senato. Ma, non appena entrati nel processo di approvazione della legge di stabilità, i limiti strutturali del governo e la sua incapacità di guidarlo sono emersi in modo netto.
Un’antica consuetudine di lavoro comune, mi aveva portato a ritenere Letta ‘un politico puro’, votato cioè più ai disegni che all’amministrazione. Gran parte dei guai del governo Prodi (2006-2008) derivavano dal fatto che proprio Letta, sottosegretario alla presidenza, rinunciava a studiare a fondo i dossier, a cercare punti di convergenza e definire provvedimenti concordati, salvo qualche nodo politico da consiglio dei ministri.
È facile ricordare i problemi che incontrò il Prodi 2 proprio sul piano dell’azione di governo, sgangherata e contraddittoria. E i guai del governo Letta sembrano una fotocopia del passato prodiano.
Abile di fronte alla politica pura, Letta è caduto sull’azione di governo, anche perché i suoi ministri, primo fra tutti, Saccomanni, si sono dimostrati incapaci.
Matteo Renzi, puntando al 2018, ne prenderà il posto con la benedizione dell’Italia che conta. Non solo i militanti del Pd, carne da cannone per qualche festa dell’Unità e per le votazioni in quella Corrida che sono le primarie, non solo l’opinione pubblica più avvertita, ma la finanza, l’industria, le aziende pubbliche (Renzi ha dichiarato che non è il caso di privatizzare ulteriormente l’Eni), il sindacato stesso, forse quel che resta della chiesa italiana, penso agli eredi di Ruini. Sarà probabilmente sostenuto da Romano Prodi che con lui scorge il Quirinale.
Anche se alcuni dei nomi che circolano per incarichi ministeriali sembrano inadeguati, non c’è niente da gufare.
C’è da compiere un ennesimo atto di fiducia, ben sapendo che se la Ferrari si rivelerà una 500 l’Italia finirà nelle mani rapaci del duo Grillo&Casaleggio.


Sebbene azzeccata e divertente la metafora della Ferrari e della 500 di Domenico aiuta ad una riflessione profonda.. ma può prestarsi a diverse interpretazioni.

Non è certo per voler gufare, poiché mi rendo conto della gravità della situazione quasi al collasso. Ma se volessi far riferimento alla gradevole metafora esposta dal cugino Cacopardo, non potrei esimermi dal ricordare che non può solo essere una questione di un’auto più veloce e potente… in considerazione del fatto che il pericolo sta soprattutto nel percorso che rimane  non curato e pieno di pericoli ..la trazzera sfossata di una vecchia Repubblica.. piena di buche che nessuno prima si è mai occupato di aggiustare ed asfaltare. La vecchia strada di un sistema dove forse un’auto meno potente, più piccola, non truccata e nemmeno rumorosa, potrebbe muoversi con più cautela avendo più facilità nel suo percorso. La cautela come anche l’umiltà non mi sembrano proprio le abituali caratteristiche di Matteo Renzi!

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