Le voci
dicono che.. a Palazzo Chigi, Renzi abbia rifinito il suo piano per il
lavoro e l’economia assieme al sottosegretario Delrio e con il ministro Padoan
a Bruxelles tramite telefono. Adesso il governo presenterà i
provvedimenti dal taglio del cuneo fiscale, alla decurtazione dell'Irap fino alla copertura con l'innalzamento della tassazione sulle
rendite" dal 20 al 26%... e dovrà completarlo prima delle elezioni europee.
Renzi spiega che già da Maggio prossimo 10 milioni di lavoratori
si troveranno ottanta euro in più in busta paga". Questo sembra essere l’asso
vincente del giovane premier fiorentino!.. Ma all'ordine del giorno c’è anche
il Jobs Act e le altre riforme che si preannunciano rivoluzionarie..quello che
lui chiama: "un vero shock positivo", la più impressionante operazione
politica mai fatta a sinistra" Nel pacchetto spicca soprattutto il
pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione entro il mese di Luglio,
per l'edilizia scolastica e per il piano casa.
Quello di Renzi è un disegno di legge per la delega al governo al fine di riformare il lavoro. Una riforma senza decreti, ma con un passaggio parlamentare nel quale chiederà una delega per il cambiamento degli ammortizzatori sociali, di un assegno di disoccupazione, e di un reddito minimo e la tutela delle donne in maternità. Ma immediatamente...partire con un decreto legge che fissa a tre anni la durata massima dei contratti di lavoro a tempo determinato, curando che i dipendenti a tempo non superino il 20% dei totali dell'azienda.
Quello di Renzi è un disegno di legge per la delega al governo al fine di riformare il lavoro. Una riforma senza decreti, ma con un passaggio parlamentare nel quale chiederà una delega per il cambiamento degli ammortizzatori sociali, di un assegno di disoccupazione, e di un reddito minimo e la tutela delle donne in maternità. Ma immediatamente...partire con un decreto legge che fissa a tre anni la durata massima dei contratti di lavoro a tempo determinato, curando che i dipendenti a tempo non superino il 20% dei totali dell'azienda.
Il nuovo premier dichiara di avere le coperture e si infastidisce con tutti coloro che gufano dichiarandone l'inesistenza. Il suo punto fermo rimangono i risparmi della spending review: Carlo
Cottarelli ha presentato la sua relazione, e si prevedono risparmi per
circa 5 miliardi dei 10 necessari. Un altro paio di miliardi
dovrebbero arrivare dalla minor spesa per interessi, inoltre per giungere
al parametro del 3% imposto da Bruxelles, rimane ancora circa lo 0,4% che equivarrebbe
a 6/7 miliardi. Ma c’è anche da calcolare l’opportunità del maggior
gettito Iva derivante dai pagamenti P.A. …insomma un buon margine per
poter lavorare afferma il Premier che sottolinea come molti suoi amici politici
non siano riusciti a farlo fuori. Riferendosi al suo Partito, a proposito dell'Italicum,
Renzi mette in evidenza l'atteggiamento di coloro che volevano dimostrare di avergli lasciato il Partito
e la presidenza del Consiglio, ma
non quei numeri necessari che potevano ancora essere determinanti. A tal proposito
insiste, avvertendo il bisogno di dover cambiare registro e ciò che deve effettivamente cambiare.
L’impressione più immediata è quella che Renzi voglia
far presa su quei diecimilioni di lavoratori per aprirsi un largo campo
di consensi. Ma al di là del suo rispettabile lavoro amministrativo relativo
alle finanza, al fisco ed al lavoro, per il quale non si può che sperare di
essere positivi.. e che dovrà sempre fare i conti con coperture più sicure, l’analisi
critica che si muove a Renzi, non può essere quella diretta verso un’attività
amministrativa ed alla ricerca di soluzioni legate ai numeri che essa impone.
Non è di un sindaco d’Italia che si ha bisogno, ma la figura che occorre è quella di uno statista, di un politico che guardi con attenzione alle
istituzioni ed a quelle riforme Costituzionali funzionali alla politica e ad una utile rappresentanza della sua base.
vincenzo cacopardo
vincenzo cacopardo
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