il ministro per la giustizia Orlando
di vincenzo cacopardo
Non si può dar torto a chi vuole mettere in ordine la giustizia attraverso una riforma che possa renderle maggior funzionamento, ma non si può nemmeno criticare un ordine giudiziario da tempo privo delle risorse occorrenti perchè tale funzionamento diventi realtà. Piercamillo Davigo, oggi consigliere di Cassazione, in un dibattito, ha sentenziato che la riforma messa in cantiere dal ministro di Giustizia Andrea Orlando «si occupa di cose sostanzialmente inutili». Dal canto suo il ministro ritiene invece utile la sua riforma del processo civile, per il sovraffollamento di ben cinquemilioni di cause ferme e una media di 940 giorni per una prima definizione.
Non si può dar torto a chi vuole mettere in ordine la giustizia attraverso una riforma che possa renderle maggior funzionamento, ma non si può nemmeno criticare un ordine giudiziario da tempo privo delle risorse occorrenti perchè tale funzionamento diventi realtà. Piercamillo Davigo, oggi consigliere di Cassazione, in un dibattito, ha sentenziato che la riforma messa in cantiere dal ministro di Giustizia Andrea Orlando «si occupa di cose sostanzialmente inutili». Dal canto suo il ministro ritiene invece utile la sua riforma del processo civile, per il sovraffollamento di ben cinquemilioni di cause ferme e una media di 940 giorni per una prima definizione.
A chi dare ragione? Pur restando
critico per certi aspetti nei riguardi di alcuni magistrati, credo
sia da ritenersi valida l'attenuante da parte degli stessi per la
gran mole di cause impossibili da esaminare senza le dovute risorse
che possano offrire maggior organico alla stessa organizzazione
giurisdizionale. In base a ciò è anche da ritenersi difficile poter
affrontare con serietà il tema della responsabilità civile dei
magistrati che, con cognizione di causa.. si rifugiano sul numero
sproporzionato di processi proposti quasi volutamente da una
autentica lobby di avvocati, e che, sempre secondo l'alto magistrato, pare vivere irresponsabilmente di
nuove cause pretestuose.
Per questo motivo lo stesso Davigo
afferma che il governo sta cercando in tutti i modi di fissare una
durata massima dei processi invece di cercarne di ridurre il numero
al fine di snellire l'attività ed il difficile lavoro della
magistratura. Secondo il magistrato quindi, occorre disincentivare il
ricorso alle cause, civili e penali.
Non
c'è alcuna certezza che una riforma sulla responsabilità dei
giudici possa assicurare tempi più rapidi ai processi e migliore
qualità della giustizia, inoltre credo che bisogna stare attenti a
valutare meglio il differente operato del giudicante da quello del requirente, il quale
potrebbe con maggior facilità operare in modo scorretto venendone
sempre fuori adducendo futili motivi di opportunità. Una seria
riforma della giustizia, oggi, dovrebbe sottolineare di più la
differenza tra questi due ruoli, ponendo responsabilità diverse
sull'attività del requirente, ma offrendo a tutta la struttura
quelle risorse necessarie senza le quali, nessuna vera riforma potrà
mai risultare utile: Il magistrato non ha nulla che assomigli ad una
squadra di aiuti e assistenti che lo possano assistere come nel caso
di un primario.
Ricordiamoci
del lavoro complesso che svolge un magistrato che deve fare tutto da
solo per il compito assegnatogli: deve assumere le prove, esaminare i
documenti, ricercare i precedenti, scrivere le sentenze oltre
naturalmente tutti i vari provvedimenti. Costringere un magistrato
ormai esperto a scrivere fatti puramente storici o una
motivazione che qualunque uditore potrebbe benissimo scrivere al suo
posto, rappresenta un chiarissimo spreco delle risorse umane di
quella che dovrebbe considerarsi “azienda giustizia”.Il suo
lavoro potrebbe essere messo a confronto con quello che potrebbe svolgere un primario ospedaliero qualora gli si imponesse di far
lui le analisi cliniche o le radiografie e persino praticare le
iniezioni prescritte. Tutto ciò è un chiaro spreco di intollerabili
proporzioni al quale bisognerebbe porre rimedio circondando il
magistrato esperto, di un gruppo di ausiliari, magistrati come lui,
anche se con minore esperienza, ai quali possa essere affidata la
assunzione delle prove,la ricerca dei precedenti, lo studio giuridico
pertinente ed in fine, la stesura delle sentenze. In questo caso, il
vantaggio che ne deriverebbe sarebbe principalmente di qualità, ma
anche di una riforma che guardi con maggiore attenzione alla velocità
per la soluzione dei casi e con un incremento notevole della
produzione complessiva.
Come siamo ormai abituati a constatare, questo governo si muove per il suo percorso senza alcuna logica di funzionamento, ma con l'esclusivo
principio della fretta e della semplificazione ..per poter stabilire
riforme che mirino al risparmio, persino quando l'argomento, come in
questo caso, risulta essere strettamente legato alla libertà e la
dignità dell'essere umano.
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