18 ott 2014

Breve appunto sulla analisi di Domenico Cacopardo


BERLUSCONI ASSOLTO di domenico cacopardo
La telefonata aveva messo in moto il funzionario, sino a fargli raggiungere l’obiettivo desiderato dal premier, l’affidamento cioè a Nicole Minetti. 

Per chi conosce i meccanismi dell’Amministrazione nessun dubbio che la telefonata, anche cortese, del primo ministro dovesse avere un’interpretazione ordinatoria. Infatti, il capo di gabinetto della questura è funzionario subordinato al questore che è elemento provinciale di una catena gerarchica che arriva al capo della Polizia, al ministro dell’interno sino al presidente del consiglio, «primus inter pares» sovraordinato comunque al medesimo ministro di settore.

Invece no. La procura di Milano, dedusse soltanto la fragile concussione per induzione, in questi giorni spazzata via dalla Corte di appello. Perché? Perché se si fosse trattato di concussione tout-court o di concussione per costrizione si sarebbe trattato di reato ministeriale di competenza del tribunale dei ministri e non del tribunale di Milano. Il processo sarebbe così sfuggito dalle mani di chi l’aveva in mano.

Ora la sentenza della Corte d’appello, scontata la difficoltà di provare la prostituzione minorile, si presta ad alcune osservazioni.

La prima: se non fosse stata minore, a quale titolo Karima sarebbe stata affidata alla Minetti e sottoposta alla provvisoria giurisdizione del giudice dei minori? Se Berlusconi ​non ​​f​osse stato consapevole della minore età, avrebbe dovuto chiamare uno dei suoi tanti avvocati di fiducia, spedirlo in questura in modo da definire il contenzioso con la presunta vittima di un presunto furto e consentire a Karima di tornare a spasso. Il timore di rivelazione compromettenti, se la ragazza era ritenuta maggiorenne, sarebbe stato scongiurato dagli avvocati immediatamente accorsi. La loro tempestività e gli strumenti di cui disponevano avrebbero determinato il silenzio, che poi, nel processo celebratosi in primo grado è stato, da parte di Karima, totale o comunque tale da impedire il formarsi della prova sulla prostituzione e sulla minore età.

L’altro punto critico della sentenza di appello riguarda proprio la concussione: la separatezza dell’ordine giudiziario dai fatti normali della vita civile e amministrativa ha impedito di comprendere il valore non di mera moral suasion della telefonata di un primo ministro a un funzionario di modesto grado di un ufficio periferico. Lo vediamo già saltare in piedi, il dottor Ostuni, al solo sentire la parola Berlusconi, e provvedere immediatamente, consapevole non solo del valore della richiesta, ma anche degli effetti ​negativi per sé e per la propria carriera di una ​mancata soluzione.

Insomma, se ci sarà Cassazione, ci sarà un’altra puntata di un legal dai contorni sfuggenti che forse non doveva nascere nei modi in cui è nato.




Insomma... potremmo affermare che il reato per costrizione lo si intuisce senza nemmeno dover rifletterci troppo!! 

Per come Domenico, da valente scrittore di gialli, ci ha puntualmente descritto, non si dovrebbero avere dubbi sul reale andamento dei fatti avvenuti ed analizzati. 

La storia con il suo percorso giudiziario credo ormai la si possa intuire perfettamente, ma... al di là di ogni assoluzione o condanna..andrebbe anche considerata con maggior interesse sul piano etico comportamentale: Un presidente del consiglio non dovrebbe mai potersi trovare in una situazione ..in cui...come afferma il consigliere Cacopardo.... rimane costretto a telefonare, .. ad un qualsiasi funzionario di modesto grado di un ufficio periferico...Ogni Capo di governo risulta chiaramente ricattabile!

Se vogliamo metterla solo sul piano giudiziario, omettendo le enormi responsabilità etiche morali di un capo del governo, non credo possano esservi dubbi ed incertezze malgrado le varie interpretazioni. La lettura analitica di Domenico Cacopardo sugli episodi rimane precisa ed impeccabile, ma il problema delle responsabilità politiche istituzionali che toccano la sicurezza del Paese per via di una evidente ricattabilità di un premier, sembrano passare sempre in secondo piano ed interessare assai meno l'opinione pubblica.
vincenzo cacopardo

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