L'inesauribile immoralità della politica
Ancora
una volta la cronaca giudiziaria domina l'attenzione della pubblica
opinione, ponendo in secondo piano la pur sconvolgente ed orribile
attuale cronaca nera.
Quando
la realtà supera ogni immaginazione, perfino quella dei “nequissimi
homines” dell'impero romano, si fondono tra loro - in un miscuglio
– sozzura presente anche in molte altre realtà locali - politici,
faccendieri,estorsori e delinquenti comuni, ognuno con un ruolo ben
definito, in uno dei settori più vulnerabili ad opera del malaffare:
quello dell'assistenza ai più deboli (le ruberie sui finanziamenti
ai centri per gli immigrati) e, purtroppo, non solo. Il danno morale
è abnorme e sconvolgente, perché di fatto distrugge – anche e
soprattutto a livello internazionale, dove sino ad oggi la Merkel ci
punta il dito contro – l'unica connotazione che sinora ci ha
nobilmente distinto e che ha fatto di noi la componente europea che
si ispira alla filosofia del “poveri ma belli e buoni”. Sono
riusciti a macchiare anche la nobile virtù della caritatevole
accoglienza.
Abbiamo detto macchiare, non togliere di mezzo, grazie a Dio. Ed anche questo scandalo diventa fonte dell'insopportabile,prevedibile, ennesima appropriazione indebita sia del concetto che dello status di esclusiva invocata detenzione della pubblica moralità, in un risibile quanto tragico tentativo di ciascun ex leader in astinenza di popolarità di riprendere qualche voto. Attribuire adesso un provvidenziale ruolo catartico a nuove anticipate elezioni rende ancora più in-credibile la dignità-perduta – di una classe politica in cui diventa sempre più difficile trovare i non affetti dalla corruttela.
Abbiamo detto macchiare, non togliere di mezzo, grazie a Dio. Ed anche questo scandalo diventa fonte dell'insopportabile,prevedibile, ennesima appropriazione indebita sia del concetto che dello status di esclusiva invocata detenzione della pubblica moralità, in un risibile quanto tragico tentativo di ciascun ex leader in astinenza di popolarità di riprendere qualche voto. Attribuire adesso un provvidenziale ruolo catartico a nuove anticipate elezioni rende ancora più in-credibile la dignità-perduta – di una classe politica in cui diventa sempre più difficile trovare i non affetti dalla corruttela.
Roma
caput mundi: anche se in fondo constatiamo che, nel bene e nel male,
non siamo unici o primi nel mondo. Almeno in questo.
Orbene
allora, perché non pensare aduna riedizione della politica come ad
una atipica “professione passionale” a tempo determinato – e
quindi in regime di assoluta precarietà - riservata soltanto a
coloro che ottengano il necessario consenso elettorale previa
adeguata formazione con tanto di verifiche docenziali? Non è pura
teoria od illusorio idealismo: quello della pubblica rappresentanza è
una delle attività più antiche del mondo perché nasce dalla
necessità dell'uomo di relazionarsi con i propri simili. Ed essere
destinatario di più o meno plebiscitari consensi risponde pienamente
ai princìpi fondanti di ogni sistema democratico evoluto. Tuttavia
perché confinare ad attività prettamente convegnistica o di mero
approfondimento teorico-filosofico la cosiddetta “formazione
politica”? Prescindendo, ovviamente, dai ben noti percorsi
universitari, riteniamo utile la – pubblica -statalizzazione di un
percorso di studi mirato a correttamente configurare il ruolo di chi
è chiamato a rappresentare –pro-tempore – il rappresentato
(cittadino), rendendolo adeguatamente edotto in via preventiva sui
rischi – di umana,fallibile, storica natura – che attengono
all'esercizio di tale compito circa le potenziali e diffuse
deviazioni dal giusto operare in favore della collettività.
Una sorta di vaccino, insomma, prevenendo così, anziché cercando di curare, un cancro che disonora la pura scienza politica non banalizzata od impropriamente disprezzata come da troppo tempo avviene.
Una sorta di vaccino, insomma, prevenendo così, anziché cercando di curare, un cancro che disonora la pura scienza politica non banalizzata od impropriamente disprezzata come da troppo tempo avviene.
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