A volte
guardando il giovane sindaco d'italia Renzi viene voglia di
rimpiangere Berlusconi. Il che è tutto dire..ed equivale ad affermare che in fondo il
cavaliere, con tutti i suoi eccessi e gli errori macroscopici, nel
suo avanzare determinato, aveva comunque un senso più discreto nel
processo di guida governativa...Se Berlusconi si contornava di figure
politiche poco stimabili..Renzi, nel suo incedere, si circonda di una
comunicazione ingannevole e di un determinismo ai limiti... ed a
volta al di sopra delle regole... che supera ogni rispetto per i
cittadini e le istituzioni.
Da questo
punto di vista Renzi risulta anche più dannoso poichè azzarda oltre
ogni limite nel campo dei suoi compromessi e conflitti.. come fossero
ormai naturali anomalie di un sistema che lui stesso vorrebbe
combattere.. fingendo di rottamare. Lui usa il sistema anomalo e
distorto..per creare un cambiamento che donerà il bastone del
comando ad una governabilità più forte... e lo fa con la decisa
spinta dei poteri economici più forti.
Ad esempio:
Se in suo jobs Act si è voluto..si è voluto anche e soprattutto per
la volontà dei forti poteri europei che hanno reclamato tale riforma
al fine di poter dare un accesso più ampio ad investimenti nel
nostro Paese. In tal modo potremmo anche vedere crescere il nostro
Paese sul piano economico (e questa potrebbe essere già una buona
cosa), ma con gli interessi prevalenti di una economia che da fuori
investe nel nostro territorio e che potrebbe frenare.. nel futuro...lo sviluppo di aziende prettamente nostre e con capitali nostri.... Molto facile che
diversi marchi spariranno e si modificheranno per volontà di nuove
padronanze. Si potrà obiettare affermando che entrerà più lavoro
nel Paese...e questa potrà essere una realtà positiva, ma con questa
eventualità.. si aprirà anche un mercato che offrirà opportunità ad un numero elevato di aziende estere di investire in
Italia..Il rischio è quello di restare definitivamente dipendenti e condizionati da chi potrà sfruttare questa occasione per dominarci. Ecco una ragione plausibile del forte
incoraggiamento sulla riforma da parte dell'Europa!
Ma questa ormai è la dura realtà di una strana globalizzazione che guida il mercato moderno e che,
oltre a togliere di mezzo l'importanza della qualità di ogni
prodotto (da sempre sicuramente un nostro valore), continuerà a premiare solo la
forza delle realtà industriali più ricche esistenti in Europa. Una
probabilità..non inconfutabile, ma se vista in lungimiranza potrebbe
dar vita a dubbi sulla attività di un Paese.. come il nostro, in
prevalenza manifatturiero...che avrebbe bisogno di spingere nuove attività in nome della qualità e dell'innovazione. L'energia lavorativa potrebbe essere
svenduta a grosse potenziali aziende estere e queste potrebbero anche
mantenere sedi fiscali all'estero...Vedremo..
Questi
motivi portano, comunque, altri dubbi ed incertezze sulla costruzione
di una società internazionale come la nostra... che pare
orientarsi sempre più verso l'apertura di quella forbice tra
ricchezza e povertà. Questo perchè... trionfando sempre più, con autorità..un'economia finanziaria..si tenderà a togliere più spazio all'inventiva che rappresenta il vero valore per
la ricerca di una qualità. Si mirerà ad offrire meno possibilità e
speranze verso chi si propone attraverso le idee per proprie nuove
iniziative. Iniziative..le quali.. oggi non sembrano essere
accompagnate da una guida politica economica attraverso un jobs-Act che pare, invece, indirizzarsi più sulle regole di un lavoro... che
alla ricerca di un riscontro dello stesso.
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