9 feb 2015

un pensiero sull'analisi di Rosario Neil Vizzini in merito alla questione ucraina

di rosario neil Vizzini

L’Ucraina desidera l’Europa più di quanto l’Europa desideri l’Ucraina. Dietro le aperture e il sostegno di facciata alla nazione ex sovietica le grandi nazioni europee come Francia e Germania la temono. Entrando nell’Unione, infatti, ne sarebbe il principale paese per estensione territoriale, con una potenzialità economica (è il maggior produttore di grano al mondo, a cui si aggiungono le risorse naturali in situ e in transito dalla Russia) capace di spostare verso Est il centro degli equilibri europei.
Ma Francia e Germania sbagliano. Perché l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione è il più grosso affare che l’Europa possa mai concludere nella sua storia millenaria. Neanche Alessandro Magno si spinse a tanto. Nemmeno l’Impero Romano. Né fu permesso a Hitler. Con il plusvalore che la voglia di Europa dell’Ucraina non è indotta da invasioni militari o ricatti economici, ma legata solo e indissolubilmente alla volontà del popolo ucraino, espressa fin dall’inizio della rivolta contro il satrapo Yanukovich affiancando alla bandiera nazionale quella europea, e che guardacaso hanno gli stessi colori.
Una volontà popolare con cui tutti hanno dovuto fare i conti: l’Europa, messa quantomeno in imbarazzo da tanto dichiarato amore sanguigno e i suoi governi e cittadini antiunionisti messi in tragicomico; la Russia, che non ha potuto andare oltre l’annessione della Crimea. L’America e la Cina, che prima nel paese concludevano ottimi affari a prezzi stracciati. E tutti sono rimasti spiazzati dai veri fautori e finanziatori dell’alzata d’orgoglio degli ucraini, i banchieri ebrei.
Quegli stessi banchieri che fino a poco tempo prima si erano resi complici e sodali degli speculatori che aggredivano gli stati sovrani (Grecia, Cipro, la Spagna, il Portogallo, la stessa Italia, vi ricordate?) e che a cominciare proprio dall’Ucraina hanno iniziato a investire sulla sovranità, sulla voglia e la capacità di un popolo di rendersi indipendente, di liberarsi. Per questo l’Ucraina attrae ma fa paura, perché nonostante le difficoltà economiche date da questa transizione, è un paese libero. E che liberamente ha scelto l’Europa. Quando potrebbe benissimo starsene da solo.
L’Ucraina insomma, oltre al denaro sonante, porta in dono all’Europa una delle tradizioni culturali che l’ha costituiscono, quella Yiddish, quella degli ebrei europei. Le prime vittime del fanatismo nazista e comunista. Personalità del calibro di Menachem Mendel Shneerson, l’ultimo Lubavitcher Rebbe, medaglia d’oro del Congresso degli Stati Uniti d’America, dai suoi seguaci considerato il Messia. O di Menachem Mendel Hager, il Caritatevole, fondatore della dinastia chassidica Viznitz. Si chiamava ODESSA l’organizzazione segreta che aiutava i nazisti a fuggire scoperta da Simon Wiesenthal. Un patrimonio di valori di cui l’Europa ha fame ma che i governi sembrano ignorare. Se non osteggiare senza passare per antisemiti. Perché questo legame tra il potere finanziario e il popolo è a dir poco fastidioso per la politica. Addiruttura letale.
Se dunque l’Europa e l’Ucraina hanno solo da guadagnarci chi ha da perderci? L’America. Un’Europa forte con dentro l’Ucraina costituirebbe un grosso problema per gli Stati Uniti, così grosso che neanche la firma del TTIP così com’è risolverebbe.
Ma questo perché continua a campeggiare l’ormai vecchio e arrugginito sistema maschilista nordamericano. Se ci fosse una donna Presidente tutto si risolverebbe. Ella potrebbe ad esempio riaprire il dialogo con le tante leader donne dell’America Latina. Potrebbe parlare con Angela Merkel. E stringere un buon accordo con l’Europa. E fregarsene così di Putin. Che ci rimarrebbe malissimo. L’indifferenza è un’arma micidiale, specie in mano a una donna.

E invece ci tocca assistere ai tragicomici effetti del vecchio metodo basato sulla costruzione del nemico. Agli psicologi americani che danno dell’autistico a Putin sostenendo che ha la sindrome di Asperger per metterlo in cattiva luce. E poi si scopre che ne soffrono alcune tra le persone più sensibili e genialoidi del genere umano: Albert Einstein, Marilyn Monroe, Abraham Lincoln, per esempio, gli attori Dan Akroyd e Daryll Hannah. La cantante Susan Boyle.

Eppure è stato bravo Vladimir Putin. Ha dato prova di grande apertura e di prontezza, sia riguardo ai diritti umani sia nell’annussare subito l’aria nuova nelle prospettive economiche e nelle relazioni internazionali. Per primo tra i leader mondiali si è presentato in Vaticano per rendere omaggio a Papa Francesco appena eletto. Ha stretto ottime relazioni con l’America Latina.
Subito dopo ha perdonato le Pussy Riot, peraltro scomparse, dato che erano diventate famose non per la loro musica ma perché vittime del regime. E infine ha liberato lo storico nemico Michail Borisovič Chodorkovskij.

Per non parlare del nuovo e amabile corso politico, e religioso anche, di Hassan Rouhani in Iran. Insomma questi due hanno dimostrato di saperci fare. Forse per questo stanno antipatici ai più, specie agli arrugginiti occidentali. Sbaglia invece la comunità internazionale a privarsi di queste intelligenze quando potrebbe guadagnarci. Il cambiamento viene dall’Asia. E noi siamo una penisola dell’Asia, non dell’America. Per questo è assurda una delegazione di pace congiunta Europa-Stati Uniti. Perché hanno interessi in conflitto. Cosa è andato a fare più volte nell’Est Ucraina il capo della CIA John O. Brennan? Chi manovra i ribelli filorussi quando quella gente ha tutto da guagnarci a entrare in Europa e non interessa alla Russia? Che cosa abbiano fatto davvero di male Russia e Iran per meritare quelle sanzioni? E lo spionaggio e le torture della CIA che tuttora vanno impuniti invece?

Vanno tolte le sanzioni alla Russia per sbloccare lo stallo ucraino e fermare la guerriglia. Putin sa bene che non può riavere l’Ucraina. E’ tramontata l’epoca dei governi fantoccio. Anche perché non conveniva più. Dato che i fantocci si erano fatti troppo furbi. Yanukovich infatti rubava tanto agli ucraini quanto ai russi e accumulava ricchezze private in Europa. Questioni di debiti e crediti incrociati che si metterebbe subito a posto se non ci fossero le sanzioni.


La analisi di Vizzini sembra abbastanza esatta poiché è chiaro che, un paese come l' Ucraina identificato e determinato nella sua cultura storica..pare aver subito la supremazia dei paesi occidentali in modo assai particolare. Credo anch'io che vi sia una indissolubile volontà del popolo ucraino, espressa con palese evidenza anche contro una certa tirannia..Un principio che..sottovalutato, non potrebbe aiutare a vedere in un'ottica più lucida. ....E bisogna anche tenere in considerazione alcuni avvenimenti avvenuti in concomitanza e subito dopo l'indipendenza della Crimea che non possono essere sottovalutati. 

Non abbiamo verità certe sui fatti svoltisi nel recente passato in Ucraina..ma una lunga serie di dubbi. Una faccenda apparsa subito ambigua che ha portato conseguenze nello stesso paese ucraino. Sono ormai in tanti ormai a pensare che tutti i guai dell’Ucraina sono nati per mantenere in vita la Nato e tutto il loro apparato militare... a premere sui confini per generare l’ingresso in Europa dei paesi dell’Est come un atto in contrasto alla Russia. Sembra che nella stessa Crimea vi siano stati inni di gioia e qualche disapprovazione, ma il passaggio della Crimea alla Russia rimane comunque un dato di fatto.Mosca ha sempre dichiarato legittima la dichiarazione di indipendenza della Repubblica autonoma di Crimea ed ha evocato in proposito lo statuto dell'ONU.

Se analizziamo gli eventi accaduti a Kiev il giorno della fuga di Janukovich ( piazze in allarme occupate dai manifestanti europeisti per un appoggio occidentale, la prodiga reazione dell'Europa della Merkel ed in particolar modo.. il sostegno americano), ci accorgiamo come di contro, da parte di Mosca... vi sia stata una evidente scelta democratica degli abitanti attraverso il ricorso ad un referendum che non può lasciare alcuno spazio a pensieri diversi o subdole pretese. Naturalmente il coro dei media occidentali ha imputato alla Russia un atto di aggressione militare invocando sanzioni dichiarando che era insostenibile appoggiare un presidente ucraino che rifiutava di portare il paese in Europa, il tutto in un sostegno più che apprezzabile da parte degli Stati Uniti che a loro volta dichiarano di aver investito miliardi di dollari negli ultimi vent’anni per dare all’Ucraina un futuro memorabile...

Ma cosa è accaduto davvero?...Sembrano volersi volutamente nascondersi alcuni fatti essenziali avvenuti a febbraio quando le forze di destra del partito paranazista Svoboda, hanno militarizzato le difese di Maidan e molti manifestanti si sono armati di armi nuovissime, fucili e pistole. Naturalmente qualcuno vorrebbe anche sapere la verità sulla provenienza di quelle armi dato il fatto che non sia per niente assicurato che siano di provenienza russa. Vi sono stati massacri di manifestanti sempre attribuiti ai russi per indurre ad una indignazione e far sì che i media spingessero a favore dell'Europa e dell'America.

Appare certo che la decisione del destino del paese sia stata concentrata su una serie di avvenimenti poco chiari... non voluti dallo stesso popolo ucraino, avvenimenti che lasciano senza alcuna chiarezza e che portano al sospetto di una ulteriore influenza dell'America nei territori dell'est: - Si parla di una fuga di Janukovich prima della sua destituzione per paura di fare una brutta fine. Chi ha vinto e chi ha perso?
L'america che ancora una volta ha voluto imporre la sua supremazia al di là di ogni altro interesse?...o la Russia.. che in qualche modo ha voluto dichiarare il suo sdegno di fronte alle posizioni territoriali che meno competono agli Stati Uniti e persino alla giovane Europa?

Gli ultimi avvenimenti ci avvisano che.. mentre Hollande spinge per un dialogo illustrando un piano di pace e la Merkel si muove per una cauta risoluzione.. la Nato pare spingere verso un intervento armato. L'Occidente non esclude quindi un'opzione militare in Ucraina..valutando bene prima la fornitura di equipaggiamento e armi all'esercito di Kiev, per fronteggiare i separatisti filorussi. In tutto ciò...Kiev, pare pronta a dichiarare la completa cessazione del fuoco per fermare il crescente numero di vittime tra i civili ed il presidente ucraino ha precisato che..nel merito.. il suo governo abbia avuto il sostegno da parte della Merkel e di Hollande.

Vedremo presto gli sviluppi di questa storia esposta dai media in modo poco convincente ed a volte di parte. Sembra comunque chiaro che le sanzioni verso la Russia operate da un paese come il nostro... con una crisi economica fuori dal normale... appaiono sprovvedute ( e pesanti per le casse dello Stato), malgrado il nostro governo, con la costante ipocrisia che lo accompagna..si sia accodato in tutto e per tutto ad una politica estera dei paesi economicamente più forti. Una politica che potrebbe spingerci in conflitti ed atti di terrorismo ancora più pericolosi.
vincenzo cacopardo




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