28 apr 2015

Osservazioni al nuovo articolo del consigliere Cacopardo sulla nuova legge elettorale

Potrei rispondere a Domenico che la natura del premier si è sempre fondata sul gioco..se poi è anche d'azzardo peggio ancora!
La lettura di questo articolo esposta dal Consigliere Cacopardo centra sicuramente il problema: Credo comunque che il ballottaggio col Movimento 5 stelle consacrerebbe di sicuro la vittoria di Renzi...e questo, in un certo senzo, toglie di torno un altro pericolo..ma il problema rimane alla base.. e cioè sull'impostazione stessa di questa legge elettorale che si presenta come un pasticcio per risolvere “alla buona” il delicato problema di una governabilità sicura..bypassando ogni altro principio di rappresentanza democratica.
Ormai, per chi percepisce l'importanza di una gestione della politica corretta, non vi possono essere dubbi sul fatto che il sindaco d'Italia Premier e segretario di Partito di maggioranza, (praticamente un monarca assoluto in un territorio che ancora ha il coraggio di dichiararsi democratico) vuole mettere fine ad ogni incognita che ostacola il suo percorso semplificativo e pragmatico.
Come già detto ..la sua è una visione limitativa che.. aprioristicamente.. non intende percepire l'importanza di risolvere un problema inerente la governabilità attraverso un più logico percorso di base...secondo un metodo più appropriato legato ai fondamentali principi della nostra cultura: Non vi sono state elezioni..nè sono stati presentati programmi per il voto dei cittadini...i conflitti d'interesse politico sono rimasti..i Partiti restano ancora fondati su una vecchia e deleteria disciplina..un'Aula è in piedi malgrado l'incoerenza di una legge elettorale criticata fortemente dalla Corte...Cosa c'è di nuovo di questa miserevole politica?
Ma la fretta prevale su tutto e nel merito non c'è nemmeno da discutere!
Il sindaco d'Italia deve sicuramente ringraziare l'incoerenza e la mancanza di carattere di tanti esponenti in dissenso con il suo disegno politico che non dimostrano alcuna propria forza se non quella di cedere di fronte alla paura che un governo possa cadere perdendo di conseguenza una comodissima poltrona.
In un sistema presidenziale la governabilità viene definita aliunde...separata da quella parlamentare. Chiaramente noi non siamo in un sistema simile ..ma quello che stupisce è proprio il non sforzarsi apportando idee in direzione di un sistema innovativo che possa meglio appartenerci....Idee tratte da un'esigenza legata alla nostra personale culturale..che possano differenziarci e che imprimino una maggiore funzionalità a tutto il sistema istituzionale.
Mai come in un Parlamento “uno dovrebbe valere uno” (per dirla alla Grillo)... Mai.. in un'Aula dove si discute e ci si scambia attraverso un libero pensiero.. si dovrebbe cedere al compromesso in nome di una governabilità imposta attraverso un'azione ricattatoria di tale evidenza. ..Quello che fa la differenza..dovrebbe essere solo il rispetto per il programma che si deve ai cittadini...Ma nel caso di Renzi, che nemmeno è passato da una elezione politica nazionale..quale sarebbe il programma per il Paese valutato dai cittadini? ..Ma non importa.. poiché Renzi si impone addirittura con una legge elettorale che rappresenta la madre di tutte le regole (condita con un ulteriore stravolgimento della Carta costituzionale) che taglia ogni argomento in discussione..
Si percepiscono pesanti anomalie..o no?
vincenzo cacopardo


Oggi, con il voto sulla costituzionalità, inizia il «rush» finale della nuova legge elettorale, detta «Italicum»: probabilmente dopo alcuni voti di fiducia (del tutto legittimi), la Camera l’approverà in via definitiva. Si concluderà così la madre di tutte le battaglie di Renzi, conferendo a lui, primo nella storia dell’Italia unita, a parte Benito Mussolini, il controllo del Parlamento e, quindi, la possibilità di trasformare rapidamente in legge le decisioni del governo. 
Dopo non ci saranno più alibi o giustificazioni per gli errori né per i ritardi delle riforme, sin qui assai tormentate.Non ci vorrà molto tempo per capire se il nuovo sistema funzionerà, se Renzi continuerà a godere del favore popolare, se l’Italia accetterà un riformismo accelerato che colpirà i gangli di un sistema arretrato e consociativo.

L’«Italicum» prevede un premio di maggioranza alla lista «vincente». Se questa raggiungerà il 40% dei voti espressi, otterrà 340 seggi, cioè la maggioranza della Camera dei deputati. Ipotizzando un astensionismo del 30%, significa che i 340 seggi rappresenteranno il 28% degli elettori.
Nel caso in cui nessuno raggiunga il 40%, si procederà al ballottaggio tra le due liste più votate.
Si è detto che il meccanismo è ripreso dalla legge 18 novembre 1923, n. 2444, detta «legge Acerbo», con la quale il fascismo ottenne la maggioranza necessaria per instaurare la dittatura.
Essa stabiliva un sistema maggioritario per il quale la lista (nazionale) che avesse ottenuto il 25% dei voti espressi, avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi. Il restante terzo sarebbe stato suddiviso in modo proporzionale. Se nessuno avesse raggiunto il 25% il Parlamento sarebbe stato composto con il medesimo criterio.
La legge Acerbo fu approvata con la proposizione della mozione di fiducia con una maggioranza risicata: 178 a favore 157 contro. 54 gli assenti.
Le somiglianze (tuttavia inquietanti) si fermano qui, anche perché l’introduzione del ballottaggio restituisce al sistema un certo tasso di democraticità rappresentativa.
Critica è la scelta dei capi lista bloccati che sottrae agli elettori il diritto di votare il nome dei propri rappresentanti: una scelta questa da non condannare del tutto visti le deviazioni e gli eccessi del voto di scambio.
Non ci sono certe (ancora) tentazioni autoritarie del «premier» Renzi, anche se la vocazione a «comandare da solo» e a contornarsi di personale inadeguato alle necessità di governo, salvo qualche eccezione, non è rassicurante.
Poiché si legifera non per sé, ma per il Paese, occorre chiedersi cosa accadrebbe se, non raggiungendo nessuna lista il 40%, si andasse al ballottaggio, per esempio, tra il Pd renziano e il Movimento 5 Stelle?
Francamente, pensiamo che l’Italia correrebbe un pericolo mortale, vista la natura del Movimento, privo di garanzie reali di partecipazione e di libertà di dissenso interno, con un «leader» padrone anche dello strumento web e un programma di dissoluzione europea.
Oggi, non sembra uno scenario possibile. Non possiamo sapere, però, in quale temperie si svolgerà il voto, magari sulla spinta di eventi che non immaginiamo, né possiamo contare sulla saggezza degli elettori che, la Storia ci insegna, è tutt’altro che assicurata.
La Patria non è un numero da giocare alla «roulette».
Anche se, sin qui, s’è dimostrato buon giocatore d’azzardo, Matteo Renzi lo ricordi bene.
Domenico Cacopardo

Nessun commento:

Posta un commento