La
recente inchiesta giudiziaria del Parlamento siciliano mette ancora a
rischio , la già precaria credibilità della politica siciliana.
Si
parla di posti di lavoro e di euro distribuiti in previsione di
scambi di preferenze elettorali: i nomi di tre deputati eletti in
ambigue posizioni politiche fa tanto pensare a come ancora in Sicilia
si opera per una politica di comodo e strumentale a propri
interessi. Uno di essi è oggi persino presidente della commissione
Bilancio dell'Ars, un altro pare avere sfiorato la vittoria al Comune
di Palermo.
L'indagine
sembra partita dalla Finanza o meglio dal Nucleo speciale di polizia
valutaria. Ai domiciliari pure un finanziere ed il caso dovrebbe fare
riferimento alle elezioni amministrative dell'anno 2012: In sostanza
sembra che il pacchetto di voti che non bastò ad un aspirante
consigliere comunale sarebbe stato sfruttato dai altri tre candidati
a Palazzo dei Normanni attraverso promesse di denaro e posti di
lavoro in cambio di preferenze.
Al
di là di questo specifico caso sul quale indaga la procura che dovrà
stabilire una verità tra le promesse e lo specifico reato..e
prendendo tuttavia spunto da esso, non si può certo non evidenziarsi
il metodo costante con il quale la politica (soprattutto in paesi
meno sviluppati del territorio del Sud) continui a procedere
attraverso le strade poco chiare di scambi di favori ed agevolazioni
a scopo di interesse per le preferenze...E questo: sia che il reato
sia davvero commesso o se, al contrario, vi siano promesse che
inducano ad impedire un corretto indirizzo sull'espressione del voto.
In
questa sede, quindi, la mia critica non può che fermarsi ad una
valutazione etico politica.. esulando conseguentemente da ogni giudizio giuridico.
La
sola idea che nel nostro Paese vi siano ancora figure disposte a
vendere il voto in cambio di pochi euro o di un posto di lavoro...
non può lasciare indifferenti soprattutto in un mezzogiorno già
povero di per sè ed in un'isola come la nostra dove il vuoto
politico fa si che tali procedure vengano ormai identificate come le
comuni prassi delle quali non si può restare sorpresi: Un sistema
abituale che impedisce ormai ogni crescita e che mette in evidenza la
figura politica come quella di un qualsiasi procacciatore d'affari in
un'attività di intermediazione.
Per quanto riguarda la nostra Sicilia e l'attività politica svolta in un'Assemblea regionale già di per sé assai contestata per i grossi emolumenti ed i vitalizi resi ai deputati, l'attenzione non può che ricadere sul metodo con il quale gli stessi partiti perseverano ad impegnarsi al procacciamento di voti mettendo costantemente poca attenzione alle necessità di una cittadinanza..anzi.. traendo dal singolo bisogno.. l'incentivo per continuare a sottrarre consensi.
Per quanto riguarda la nostra Sicilia e l'attività politica svolta in un'Assemblea regionale già di per sé assai contestata per i grossi emolumenti ed i vitalizi resi ai deputati, l'attenzione non può che ricadere sul metodo con il quale gli stessi partiti perseverano ad impegnarsi al procacciamento di voti mettendo costantemente poca attenzione alle necessità di una cittadinanza..anzi.. traendo dal singolo bisogno.. l'incentivo per continuare a sottrarre consensi.
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