Non
è facile comprendere cosa muove il pensiero di Domenico Cacopardo in
favore del sindaco d'Italia.. e cioè l'alta considerazione su un
premier che, a parere di tanti, non ha offerto nè idee nuove per la
politica, né un impegno reale verso il sud e nemmeno una garanzia
politica democratica verso le riforme costituzionali. Ma quello che
sbalordisce è il non constatare quanta ipocrisia esiste in questo
rampante politico che, proprio perchè intelligente, conosce
perfettamente l'uso della sua simulazione nella dialettica..
ostentando una visione a favore di promesse verso una società della
quale in realtà, non ne percepisce il dramma.
Con
questo articolo Domenico prova a metter in risalto l'azione di
Comunione e Liberazione come visione di un cristianesimo diversa ed
opposta a quella di Papa Francesco: Ogni occasione pare sempre buona
per prendersela con un Pontefice che, in realtà, ha sempre espresso le
sue opinioni in base al contesto di una evangelizzazione che
prende spunto dalla parola di Cristo uomo.
Continuo
a ribadire che l'azione verbale del Papa.. altro non è che un monito
verso una società che, sempre più corrotta, continua a proiettarsi
verso l'iniquità e l'ingiustizia. Se poi la politica si sente
toccata dalle parole del Pontefice vuol dire che una verità sulle
responsabilità vi è da parte di chi oggi alza la cresta gridandovi
contro.
Sociale
e politica hanno un nesso! E' inutile negarlo e mi sembra veramente
assurdo e stravagante parlare di neoperonismo (quasi solo per usare
termini in voga..) nei confronti di un Papa tanto umano che oggi
meriterebbe di sicuro elogi. Il Papa fa il Papa...e a differenza dei
tanti politici comunica senza faziosità ed ipocrisia sui temi che
riguardano la vita comune! Non c'entra nulla l'essere laici nella
visione politica terrena..quando si entra in un tema dove il sociale
acquisisce un'importanza fortemente legata ai valori cristiani!
Questo non significa entrare in un contesto che al Pontefice non riguarda. Sarà poi solo e sempre la politica a dover trovare le soluzioni, ma se essa non le trova... ogni critica
sui valori cristiani può e deve esser fatta.. poiché i valori
comuni sono l'anima stessa della vita nella nostra società.
Per
quanto riguarda Comunione e Liberazione..nessuno si permette di
mettere in dubbio l'impegno che migliaia di giovani mettono in questa
organizzazione..tra cui l’accoglienza dei tanti ospiti provenienti
da tutto il mondo. Ma come giustamente mette in evidenza lo stesso
Domenico, è accaduto che politici di primo piano abbiano fondato la
loro carriera sull’appoggio di C&L e che, successivamente,
siano stati investiti da accuse di cattiva amministrazione o, peggio,
di malversazioni e di corruzione.
Eviteremo
di fare nomi, ma credo che ciò sia molto peggio che continuare ad
investire un Pontefice nella sua azione di basso neoperonismo
..additandolo quasi come l'artefice di una contropolitica che, in
realtà, vede oggi solo in Renzi un autentico autocrate.. molto più
simile a Peron.
Vincenzo
cacopardo
Nato
sulla fine degli anni ’60, Comunione e Liberazione è la
testimonianza di una visione del cristianesimo diversa e opposta al
peronismo di papa Francesco, giacché, invece di porre in discussione
la società politica, interviene nella realtà sociale ed economica
offrendo una «chanche» a tutti gli uomini e le donne di buona
volontà che si vogliano impegnare per se stessi e per gli altri.
Certo,
la posizione di papa Francesco (una sorta di neoperonismo astorico)
punta alla riconquista di un ruolo politico nel mondo contemporaneo,
quel ruolo che fu altrimenti svolto da Giovanni Paolo II, autore (con
il presidente Reagan) della fine dell’impero sovietico e del
cambiamento della storia. Francesco si propone come l’interprete,
invece, di una dottrina confusa e pauperista, l’abbandono del
capitalismo e delle regole della sociologia e dell’economia, per un
solidarismo arrendevole e la cessazione dello sviluppo e delle sue
dure regole.
Comunione
e Liberazione è l’applicazione pratica di una filosofia del «fare»
pensata e realizzata da don Luigi Giussani, fondatore del movimento.
Per
questo, dopo 45 anni di attività concreta, nell’assistenza, nella
solidarietà, nella scuola, nell’economia, il Movimento affronta la
contemporaneità (dopo la gelida ed autolesionistica accoglienza del
papa, l’anno scorso) nella tradizionale kermesse di Rimini,
dedicata a «Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un
tratto ne sei pieno?»
Un
verso del poeta Mario Luzi: come il poeta, il Meeting vuole
interpellare il cuore dell’uomo, trovando le ragioni di una
mancanza, dell'incurante superficialità, della confusione senza
speranza e della ripetizione compiacente di «verità» diventate
vuote e trite.
Chi
non è mai stato a Rimini, non può capire quale sia la forza morale
di questo Movimento, prima civile che religiosa, proiettato tutto
nella vita quotidiana, nel soccorso e nella costruzione di una realtà
solidale, anche mediante l’iniziativa economica.
Migliaia
di giovani, la linfa vitale dell’organizzazione, convengono nella
città romagnola e prestano con entusiasmo il loro lavoro gratuito
per permettere la realizzazione del Meeting, dagli aspetti più
materiale a quelli più di relazione come l’accoglienza dei tanti
ospiti provenienti da tutto il mondo.
Siamo
al di là della parrocchia e dello stanco tran-tran ed entriamo in un
mondo nel quale il cristianesimo costituisce la ragione di un
entusiasmo e di una dedizione difficilmente riscontrabili altrove.
Il
rischio che è stato corso e corre, è quello della
strumentalizzazione politica di persone o di altre organizzazioni.
È
accaduto che politici di primo piano fondassero la loro carriera
sull’appoggio di C&L e che, successivamente, fossero investiti
da accuse di cattiva amministrazione e, peggio, di malversazioni e di
corruzione.
Il
Movimento ha di sicuro bisogno di appoggi politici, visto il suo
operare nella realtà quotidiana, con le scuole e con le imprese
della Compagnia delle opere, il braccio operativo costituito da
imprese che operano nel mercato.
Ma
questo non dovrebbe significare il superamento delle leggi e dei
regolamenti per la creazione di una posizione di privilegio.
Invece,
è accaduto.
Ciò,
peraltro, non ha messo in discussione le ragioni fondanti di
Comunione e Liberazione né la dedizione di tanti dirigenti e delle
migliaia di giovani.
Ogni
anno, il Meeting è un’occasione di incontro e di messa a punto
delle linee ideali del Movimento, per approfondire le ragioni, tutte,
quelle profonde e quelle immediate e personali, dello stare insieme.
Quest’anno,
il tema della «mancanza» affonda il bisturi sulla principale
questione della contemporaneità: l’isolamento dell’individuo e
la difficile circolazione dei sentimenti e delle ragioni, in un
egoismo di ritorno, aggravato dalla crisi economica e sociale.
Renzi
ha compreso e c’è andato.
L’ambiente
non gli era costituzionalmente ostile: anzi.
La
narrazione del giovane premier è la più vicina al «sentiment» del
movimento, proiettato sul fare e sul modificare. La più vicina,
forse, di sempre proprio per il disancoraggio dalle vecchie idee che
ancora circolano in Italia e per la rottura dei vecchi privilegi,
delle vecchie rendite di posizione.
E,
occorre sottolinearlo con razionale lucidità, Renzi ha colto
l’occasione per tentare una legittimazione popolare e movimentista
(oltre che ‘cattolica’) sul controverso tema dell’immigrazione
e ha rivendicato la politica del soccorso e dell’accoglienza di cui
l’Italia è protagonista (in diretta e decisa polemica con il
vescovo Galantino). Una scelta coraggiosa e discutibile,
naturalmente, che può non essere condivisa, per l’assenza di
un’idea strategica e per l’incapacità di calcolarne le
conseguenze.
Tuttavia,
nel volgere in positivo gli aspetti più discutibili dell’azione di
governo, il premier dimostra ancora una volta la propria capacità
politica, la vocazione al rapporto diretto con il «popolo» e
un’infaticabile disponibilità che lo condurrà a visitare 100
città per spiegare le riforme approvate, quelle in corso e la nuova
politica fiscale.
Eravamo
del tutto disabituati a un simile modo di fare politica.
Come
lo sono i residuati del passato remoto che costituiscono la minoranza
del Pd.
Penso
che, con questo ritorno dalle ferie e l’immersione nel Paese, Renzi
riuscirà a recuperare consensi e ruolo. Ciò che è necessario in
una stagione in cui si tenta di chiudere la Nazione nel piccolo
recinto dell’aula del Senato nella quale conservatori e reazionari
(con l’interessato supporto di Pietro Grasso) tentano, come
congiurati, di far saltare il banco del governo, è proprio un
rapporto diretto con la pubblica opinione.
L’isolamento del
palazzo di fronte al Paese non ci sarà e la riforma costituzionale,
nonostante tutto, passerà. Per il bene del Paese.
Domenico
Cacopardo
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