Con
le parole “il Paese si è rimesso in moto” il sindaco d'Italia
persevera nell' impostura. La domanda del giorno dovrebbe essere
questa: E' meglio illudere il Paese con la perenne falsa speranza di
una crescita..o dire come stanno realmente le cose ed operare con
fini più pratici innovativi e funzionali per un vero funzionale
sviluppo?.
Secondo
i dati trasmessi dall'Istat sembrerebbe calare leggermente il tasso
di disoccupazione,
che raggiunge il minimo dal 2013. Nel secondo trimestre il tasso di
disoccupazione si attesterebbe infatti al
12,1%(-0,1
punti su base annua). Sempre secondo l'Istat..continuano però ad
ampliarsi i divari territoriali: dal 7,9% nelle regioni
settentrionali, al 10,7% nel Centro fino ad arrivare al 20,2%
nel Mezzogiorno.
Questi dati, proprio per il Mezzogiorno, in cui l'opera del governo
Renzi è rimasta assente, paventano un divario pauroso. In
questo quadro..meno importa la crescita
del Pil che nel
secondo trimestre, ha raggiunto un misero 0,1% rispetto al primo
trimestre.. ed è solo strategico da parte del governo pensare di
poter parlare su base annua..visto le continue instabilità in cui il
Paese va incontro.
Con
le parole "Le riforme servono", il Premier non ha perso
occasione per commentare questo scarso successo su Twitter ...come è solito uso fare! " E' chiaro a molti che questo nostro Paese è ormai
diviso in due per un divario territoriale persistente che continua ad
aumentare. Se dopo mesi di dati negativi oggi Renzi mette in evidenza
un leggerissimo dato positivo, in molti tra cui confindustria
ritengono che tali dati sono meno trionfalistici di come vorrebbero
apparire...Pare aver fatto di più Monti e lo stesso Letta...
Ancora meno
positivo rimane il giudizio del Codacons, che trova sì "molto
incoraggiante" la diminuzione del numero di disoccupati in
Italia, ma ricorda come l'Italia sia ancora "divisa in due sul
fronte del lavoro, con un divario territoriale che si allarga sempre
di più". Infine..secondo
il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi:
" il merito della crescita del PIL non è nostro ma è dovuto
solo al dimezzamento del prezzo del petrolio a rafforzamento del
dollaro e al Q.e. voluto da Draghi". Il presidente
di Confindustria oggi si domanda come mai la crescita del
Paese nonstante il percorso del jobs act sia ancora così bassa.
L'atteggiamento
propagandistico del giovane premier fiorentino persiste in un quadro che vede, oltre ad una netta linea di confine tra il nord ed il sud che
immobilizza ogni sviluppo, un mercato del lavoro caratterizzato da un
aumento impercettibile costruito soprattutto su una trasformazione
..più che ad un suo essenziale aumento. Manca un
indirizzo di stimolo dell’economia costruita su idee appropriate
più che un metodo sulla gestione stessa del lavoro. Manca un piano serio
per il Sud e Renzi sembra non percepire affatto l'importanza di tutto ciò.
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