2 set 2015

Quel falso trionfalismo che il Paese non merita


di vincenzo cacopardo
Con le parole “il Paese si è rimesso in moto” il sindaco d'Italia persevera nell' impostura. La domanda del giorno dovrebbe essere questa: E' meglio illudere il Paese con la perenne falsa speranza di una crescita..o dire come stanno realmente le cose ed operare con fini più pratici innovativi e funzionali per un vero funzionale sviluppo?.

Secondo i dati trasmessi dall'Istat sembrerebbe calare leggermente il tasso di disoccupazione, che raggiunge il minimo dal 2013. Nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesterebbe infatti al 12,1%(-0,1 punti su base annua). Sempre secondo l'Istat..continuano però ad ampliarsi i divari territoriali: dal 7,9% nelle regioni settentrionali, al 10,7% nel Centro fino ad arrivare al 20,2% nel Mezzogiorno. Questi dati, proprio per il Mezzogiorno, in cui l'opera del governo Renzi è rimasta assente, paventano un divario pauroso. In questo quadro..meno importa la crescita del Pil che nel secondo trimestre, ha raggiunto un misero 0,1% rispetto al primo trimestre.. ed è solo strategico da parte del governo pensare di poter parlare su base annua..visto le continue instabilità in cui il Paese va incontro.

Con le parole "Le riforme servono", il Premier non ha perso occasione per commentare questo scarso successo su Twitter ...come è solito uso fare! " E' chiaro a molti che questo nostro Paese è ormai diviso in due per un divario territoriale persistente che continua ad aumentare. Se dopo mesi di dati negativi oggi Renzi mette in evidenza un leggerissimo dato positivo, in molti tra cui confindustria ritengono che tali dati sono meno trionfalistici di come vorrebbero apparire...Pare aver fatto di più Monti e lo stesso Letta...

Ancora meno positivo rimane il giudizio del Codacons, che trova sì "molto incoraggiante" la diminuzione del numero di disoccupati in Italia, ma ricorda come l'Italia sia ancora "divisa in due sul fronte del lavoro, con un divario territoriale che si allarga sempre di più". Infine..secondo il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: " il merito della crescita del PIL non è nostro ma è dovuto solo al dimezzamento del prezzo del petrolio a rafforzamento del dollaro e al Q.e. voluto da Draghi". Il presidente di Confindustria oggi si domanda come mai la crescita del Paese nonstante il percorso del jobs act sia ancora così bassa.

L'atteggiamento propagandistico del giovane premier fiorentino persiste in un quadro che vede, oltre ad una netta linea di confine tra il nord ed il sud che immobilizza ogni sviluppo, un mercato del lavoro caratterizzato da un aumento impercettibile costruito soprattutto su una trasformazione ..più che ad un suo essenziale aumento. Manca un indirizzo di stimolo dell’economia costruita su idee appropriate più che un metodo sulla gestione stessa del lavoro. Manca un piano serio per il Sud e Renzi sembra non percepire affatto l'importanza di tutto ciò.





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