23 set 2015

Senato, Costituzione e.. pasticci di comodo


di vincenzo cacopardo
Le condizioni per un’intesa con la sinistra del PD ..più pusillanime..che dissidente..sembrano vicine dopo l'apertura di Matteo Renzi. 
L'accordo ancora oggi nasconde una serie di punti non proprio chiari. Al più presto il Senato riprenderà la discussione generale sulla riforma costituzionale. La minoranza dem che conta oggi 28 senatori non sembra comunque ririrare i suoi emendamenti. Come sappiamo tre di questi riguardano l'articolo 2 della riforma, gli altri, invece, riguardano le funzioni del futuro Senato e i poteri di verifica e di controllo.

Sulla tanto discussa ammissibilità dell'emendamento dell'articolo 2 del ddl Boschi il presidente del Senato Pietro Grasso esprimerà la propria decisione in aula in fase di discussione dell'articolo. La discussione intanto prosegue con i tempi contingentati ridotti a 10 minuti e voluti dallo stesso Grasso.

Ciò... per quanto riguarda il cammino della riforma! Ma rimane sempre difficile poter dare un giudizio positivo su questo riordino che sembra mortificare una Camera alta riducendola in una sorta di “pasticcio di comodo” per un principio che risponde unicamente ad evidenti convenienze di governabilità. Se tanti cittadini oggi restano assenti da questo processo di rinnovamento che in sé rinnova assai poco e contrasta un'efficienza che dovrebbe rendersi ad ogni processo istituzionale, non è... come si vuol far credere... per un disinteresse, ma per la caratteristica ignoranza rivolta in direzione di questi temi. Temi che... al contrario... dovrebbero essere di principale interesse dato che.. il formarsi delle normative che regolano la società.. partono tutte dalla qualità e dal metodo espresso dalle stesse istituzioni.

Come si fa a non intuire che il vero problema non è quello del bicameralismo in sé, ma di come esso si potrebbe rendere più funzionale al sistema? Il bicameralismo perfetto, che in realtà non è mai sembrato perfetto...aveva solo bisogno di modifiche funzionali che avrebbero dovuto garantire una migliore efficienza nel suo percorso normativo. Una distinzione dei ruoli più appropriata che, unita alla diminuzione dei compensi e delle presenze...sarebbe bastata a renderla efficace. Ciò che invece si è voluto fare con la fretta ...provocherà danni che nel prossimo futuro avremo modo di constatare. Danni evidenti al percorso di una espressione democratica..e motivi di scoraggiamento per la chiara mancanza di una utile funzionalità istituzionale...

Come si fa a non comprendere che il processo di rinnovamento operato da Renzi per mano della sua incantata ministra Boschi e sposato con enfasi dalla sapientona vicesegretaria Serracchiani, è stato promosso con particolare pressappochismo ed una evidente premura in barba ai principi di una Costituzione che ha come valore primario il rispetto per una democrazia? Non è possibile affrontare riforme costituzionali senza tenere presente lo schema integrale e la natura stessa di una Costituzione che contiene in sé valori e principi sacri... Non è possibile snaturarla solo per dare corpo ad una governabilità che in sé andrebbe ricercata per altre strade. La governabilità è un fine che varicercato attraverso i mezzi necessari..mezzi che non possono definirsi in uno stravolgimento dei valori di base più importanti come quelli del rispetto che si deve ad una democrazia.

Ora..se Renzi e la sua Ministra intendono dare sfogo ad un vero cambiamento costituzionale...attraverso riforme... queste devono seguire una logica di efficienza e non di superficiale semplicismo. Al di là di ogni accusa di autoritarismo ...è proprio il saper fare funzionare in senso democratico un sistema istituzionale il vero scopo che dovrebbero prefiggersi.. e non la premura di chiudere attraverso un combinato di queste che non danno alcun risultato positivo in senso democratico...Troppo comodo, oltre che irresponsabile, condurre le riforme in tal senso!!

Queste dovrebbero anche essere le circostanze più che valide per un intervento da parte del Capo dello Stato che.. invero.. pare essere del tutto assente dal preservare un processo di rinnovamento frettoloso e quanto mai inefficiente. Ma come risulta evidente ..malgrado le sue esternazioni rispetto alle leggi elettorali nel periodo in cui esercitava il ruolo nella Consulta, il ruolo odierno di garanzia a protezione dei principi più importanti di una Costituzione..sembra non competere alla sua figura.


D'altronde cosa ci si può aspettare oggi da una politica che è riuscita ad operare attraverso una legge elettorale chiamata “Porcellum”? ..Un nome che la dice lunga su come ci si sia ridicolizzati agli occhi delle altre Nazioni.     

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