8 gen 2016

Forzature e competenze nel quadro di un sistema che soffre degli indispensabili contrappesi democratici

di vincenzo cacopardo
Il governo incassa il via libera a nuovi articoli cruciali del ddl Boschi, proseguendo nell'incomprensibile percorso di una riforma carica di anomalie. 

Nella mattinata di ieri, a voto segreto, la maggioranza pare aver perso pezzi, 143 a 130 su un emendamento ...con uno scarto di appena 17 voti ( che in realtà potrebbero essere meno in quanto la metà basterebbe a mettere in crisi l'andamento della riforma). Di sicuro un segnale da parte di quell'ala dissidente del PD. Sono avvertimenti che costringono il governo ad una contrattazione su questioni ancora non definite: Si tratterebbe di normative per l'elezione del capo dello Stato e la disposizione transitoria che dovrà regolare il metodo di elezione dei futuri senatori da parte dei Consigli regionali...Sono quindi regole di grande importanza che influiscono sulla riforma in modo determinato..Tuttavia.. successivamente.. sembrerebbe che il Pd abbia votato più compatto.

Quando poi è stato messo ai voti un emendamento «pacifista» della sinistra Pd all'articolo 17, (quello relativo alla disciplina sullo stato di guerra) la stessa maggioranza ha rischiato di non poterlo respingere. Ma   28 voti sono subito arrivati a sostegno da parte di Fi ..in mancanza dei quali.. anche se non decisivi.. avrebbero consentito uno scarto di appena 4 o 5 voti in favore della stessa maggioranza...E' subito successo il finimondo in aula. .insomma un pandemonio che ha visto Lega e Cinque Stelle accusare a tutta ragione Forza Italia di aver protetto il Governo. Si è subito costituito un fronte di minoranze pronto a salire verso il Colle per chiedere al Presidente Mattarella un suo intervento contro quelle che oggi vengono definite "forzature" e che vedono i Partiti disperdere i propri voti da un lato all'altro..senza alcun principio. Tutto ciò non potrà mai essere preso in considerazione da un Presidente della Repubblica a cui non compete di sicuro il compito di inserirsi nei ruoli spettanti esclusivamente ad un Parlamento.

Non possono essere i principi contestuali dell'andamento delle Camere sulle votazioni...quelle competenze spettanti al Presidente Mattarella, tuttavia vi sono dei valori che vanno al di sopra di tali principi e sono proprio quelli che devono preservare la democrazia intesa nello schema costituzionale. Si sta decisamente scardinando un insieme di equilibri che hanno tenuto insieme il sistema democratico della nostra Repubblica... Sappiamo bene che non esiste più quel raccordo a garanzia tra governo e Parlamento: i due ruoli non riescono più ad operare in condizioni di indipendenza e, pur nella loro distinzione funzionale, risultano condizionati da un pressante potere partitico che li sottomette al proprio interesse...Da qui nasce quella deformazione democratica a cui solo pochi fanno attenzione o hanno interesse a non porvela.
Abbiamo già parecchie volte messo in evidenza l'importanza di un intervento del Capo dello Stato nel metodo (poiché non gli spetta nel merito) con il quale si continua a prendere gioco dei principi di una Costituzione che nasce per proteggere i valori di una democrazia. Se i principi (più o meno strampalati) possono appartenere al lavoro di un Parlamento. rimane inverosimile il mancato intervento di un Capo dello Stato a garanzia di quei fondamentali valori. 


Se in questo quadro la ministra appare come la bella addormentata tra i Boschi..il presidente Mattarella sembra appisolarsi all'ombra degli stessi..    

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