15 feb 2016

Il tifo, indicatore esistenziale del sistema..

di vincenzo cacopardo

Quello che da più parti viene definito un indicatore esistenziale di grande importanza non è direttamente correlato con la pratica sportiva e con l’amore per lo sport, ma piuttosto appare come una complessa interazione fra la psicologia del singolo ed alcuni aspetti della società.

Per tifo si indica un comportamento sproporzionato, diverso dal semplice parteggiare per una squadra. La parola deriva dal greco e d etimologicamente sta ad indicare la “febbre”, un sostegno fervido e gioioso per una squadra o un personaggio. Tuttavia, nell'odierna visione sociale si mette in evidenza sempre più prorompente un tifo extrasportivo, una vera e propria adorazione per una squadra o una figura sportiva, che eccede oltre i limiti. Insomma..il tifo sportivo è legato all’agonismo dello sport e perciò soggetto anche ad una particolare interpretazione dove si possono riscontrare circostanze negative.. Sono condizioni che purtroppo oggi non si manifestano col dovuto rispetto e che possono persino procurare dolore e morte.

E' inadatto chiamarla passione, fede o amore..quando un tifoso, seduto sugli spalti dello stadio della sua squadra del cuore..può perdere il lume della ragione..e se anche fossero le emozioni quelle che contano e che restano...bisogna soprattutto apprezzare la disciplina sportiva mettendo l'equilibrio e la misura davanti a queste. Ma la verità è che la disciplina calcistica da quando vi è entrata una gran mole di denaro e di interessi personali.. spinta da una mentalità odierna famelica di mitizzazioni, ha assunto connotati diversi che si sono riflessi su una gran parte della società che osserva tale sport da una prospettiva diversa: L'osserva in un contesto reso ormai cieco da ogni vero amore verso la sport e solo piena di odio verso il nemico da abbattere. ..esattamente come lo fu nelle arene del passato dove i gladiatori combattevano ed una certa esaltazione pretendeva il sangue. Certo il paragone nei fatti è lontano dalla violenza che portava morte e dolore, ma nella mentalità pare restare identica: Una passione che da sana..giorno per giorno ..assume le caratteristiche di cieco fanatismo.

Non v'è dubbio che anche qui si pongono le basi per ulteriori considerazioni che assumono una veste sociale e quindi anche politica..poichè questa tifoseria è molto utile ad una sistema che vede in ciò, non soltanto un motivo di distrazione sui temi più importanti della società, ma che ingloba tali motivi di esaltazione a beneficio di quella identica politica di contrapposizione tanto apprezzata da personaggi che oggi siedono nelle istituzioni: un fenomeno ormai talmente diffuso in tutto il mondo..da apparire persino insussistente, ma che in realtà pone problemi logistici.

Il tifoso che eccede nel fanatismo, al contrario di chi apprezza lo sport con equilibrio ed una visione oggettiva, si manifesta quasi sempre come il dominato da un sistema di potere (l'importanza di vincere a tutti i costi)..Ma questa esaltazione spinta dal mito accecante, non potrà mai premiare il percorso di una società che dovrebbe insegnare e diffondere la misura per ogni disciplina. Questa analisi critica non può che essere diretta verso coloro che perdono il lume della ragione e che ritengono che possa essere giusto farlo... e non certamente coloro che si approcciano con rispetto alla visione di una sfida sul piano agonistico.

Si sa bene che per questo argomento non si potrà che essere criticati.. poiché si va a toccare quel tasto delicato delle emozioni... dove persino una certa ipocrisia è presente.. aprendo anche contorni teologici: Se pensiamo che tanti di costoro si professano ferventi cristiani andando in Chiesa con altrettanto trasporto battendosi il petto, ci possiamo accorgere di quanta contraddizione vi è quando.. da un lato pongono la mitizzazione per la loro squadra in modo ostentato e idolatra persino violento.. mentre dall'altro pregano per un Cristo che ha combattuto contro ogni forma sistemica di mito, di esaltazione e di prepotenza.





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