di vincenzo cacopardo
Finalmente
pare si sia dato inizio ad un disegno di legge che.. già da tempo..
sarebbe dovuto essere posto sul tavolo del governo: il ddl sul
conflitto d!interessi..
Alla
Camera i voti favorevoli sono stati 218, i no 94, 8 gli astenuti. Il
testo passa ora all'esame del Senato.
Nei giorni scorsi il partito di Berlusconi ha iniziato a fare
ostruzionismo rallentando i lavori. Secondo Forza Italia la
discussione in commissione aveva portato ad una legge fin troppo
restrittiva,
mentre secondo i 5 Stelle troppo permissiva. Qualcuno pensa che se la
legge dovesse passare in questo modo ci si ritroverebbe di fronte al
disconoscimento dei principi fondanti del nostro ordinamento
discriminando la categoria degli imprenditori. Venendo posti ostacoli
all’esercizio della politica e del governo per chi fa
l’imprenditore, secondo Il movimento 5 Stelle..in condivisione con
una parte del PD, si farebbe una sorta di pulizia etnica.
La
nuova legge sul conflitto di interessi,
vorrebbe introdurre in Italia la formula del blind
trust,
disciplinandone l'applicazione: L'alienazione dei beni, che scatta
per partecipazioni di rilevanza nazionale in settori strategici,
nell'editoria e nei servizi pubblici in concessione o autorizzati,
potrà essere parziale e imposta dall'antitrust.
Inoltre, secondo il testo,
per
gli atti adottati dai ministri in conflitto di interesse non scatterà
più la decadenza automatica, ma sarà il presidente del Consiglio a
sottoporre al questione al Consiglio dei ministri. Il testo
stabilisce in particolare che, dopo il termine dell'incarico di
governo, l'incompatibilità sussiste per ulteriori dodici mesi nei
confronti di cariche in enti di diritto pubblico e in società con
fini di lucro che operano in settori connessi con la carica
ricoperta.
Malgrado
si sia perso notevole tempo,
non possiamo che auspicare che tale disegno di legge possa riuscire a risolvere i tanti compromessi che oggi perseverano nell'ordinamento
politico istituzionale. Sappiamo
che negli anni 90 il centrosinistra aveva le forze per offrire delle
regole e determinare delle formule più adatte. In questi anni si è
solo perso tempo.. non possiamo nemmeno omettere l'esordio, quasi
autolesionista, di Luciano Violante che ammise in Parlamento, senza
mezzi termini, le garanzie offerte al Cavaliere. Per
opportunità lo spinoso argomento venne ancora una volta accantonato
dal giovane rottamatore, pena la messa in crisi di un patto detto del
“Nazareno” che condizionava in modo poco logico ed ambiguo...
tutta la politica del Paese.. e lo stesso Partito democratico.
Una
riforma di primaria importanza quella
sui conflitti che si apre a ventaglio su una moltitudine di
principi...che tocca il cuore di ogni percorso politico che si
vorrebbe sano e funzionale.. e che invade grossi campi del potere
economico e politico...un tema che investe l'attività parlamentare e
quella governativa insieme. Insomma.. una vera madre di tutte le
riforme. Qualcuno ha persino messo in evidenza come "il problema del
conflitto d'interessi” trova oggi finalmente, una soluzione
equilibrata. La legge, per adesso approvata dalla Camera, definisce
in modo chiaro, semplice ed efficace un quadro normativo che impedirà
alle principali cariche elettive del nostro Paese, di avere interessi
che interferiscono nella loro azione politica.
L'inizio
di una riforma che
riguardi il conflitto di interessi non può che trovare ogni
incoraggiamento da parte di tutti coloro che osservano e studiano la
politica odierna, ma è inutile ribadire che il vero conflitto
(quello più macroscopico) permane se i ruoli stessi della politica
(parlamentare-amministrativo) non vengono meglio distinti e separati alla base... e
questo potrà avvenire solo attraverso la scorta di un'altra riforma
che regoli e disciplini i Partiti tagliandoli fuori da ogni
operazione riguardante la funzione amministrativa: L'azione dei
Partiti dovrebbe rimanere focalizzata e limitata sulla ricerca del
dialogo con la cittadinanza ed il riscontro di quelle normative utili
a chi successivamente, in altro ruolo, deve porle in atto con ordine capacità e
competenza. In tal modo il più evidente conflitto che genera
costanti compromessi tra i Partiti ed il potere esecutivo verrebbe in
qualche modo arginato senza l'edificazione di interessi e conseguenti
anomalie.
In
quest'ottica rimane sempre più sorprendente
che un Premier possa rimanere a capo di un esecutivo e
contemporaneamente segretario indiscusso di un partito (soprattutto
se tale partito è in maggioranza..ottenuta, tra l'altro, con un
ricco premio).
Altro che conflitto!!
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