4 apr 2016

Conflitto d'interessi ..un ddl da affrontare integralmente


di vincenzo cacopardo

Finalmente pare si sia dato inizio ad un disegno di legge che.. già da tempo.. sarebbe dovuto essere posto sul tavolo del governo: il ddl sul conflitto d!interessi..
Alla Camera i voti favorevoli sono stati 218, i no 94, 8 gli astenuti. Il testo passa ora all'esame del Senato. Nei giorni scorsi il partito di Berlusconi ha iniziato a fare ostruzionismo rallentando i lavori. Secondo Forza Italia la discussione in commissione aveva portato ad una legge fin troppo restrittiva, mentre secondo i 5 Stelle troppo permissiva. Qualcuno pensa che se la legge dovesse passare in questo modo ci si ritroverebbe di fronte al disconoscimento dei principi fondanti del nostro ordinamento discriminando la categoria degli imprenditori. Venendo posti ostacoli all’esercizio della politica e del governo per chi fa l’imprenditore, secondo Il movimento 5 Stelle..in condivisione con una parte del PD, si farebbe una sorta di pulizia etnica.

La nuova legge sul conflitto di interessi, vorrebbe introdurre in Italia la formula del blind trust, disciplinandone l'applicazione: L'alienazione dei beni, che scatta per partecipazioni di rilevanza nazionale in settori strategici, nell'editoria e nei servizi pubblici in concessione o autorizzati, potrà essere parziale e imposta dall'antitrust. Inoltre, secondo il testo, per gli atti adottati dai ministri in conflitto di interesse non scatterà più la decadenza automatica, ma sarà il presidente del Consiglio a sottoporre al questione al Consiglio dei ministri. Il testo stabilisce in particolare che, dopo il termine dell'incarico di governo, l'incompatibilità sussiste per ulteriori dodici mesi nei confronti di cariche in enti di diritto pubblico e in società con fini di lucro che operano in settori connessi con la carica ricoperta.

Malgrado si sia perso notevole tempo, non possiamo che auspicare che tale disegno di legge possa riuscire a risolvere i tanti compromessi che oggi perseverano nell'ordinamento politico istituzionale. Sappiamo che negli anni 90 il centrosinistra aveva le forze per offrire delle regole e determinare delle formule più adatte. In questi anni si è solo perso tempo.. non possiamo nemmeno omettere l'esordio, quasi autolesionista, di Luciano Violante che ammise in Parlamento, senza mezzi termini, le garanzie offerte al Cavaliere. Per opportunità lo spinoso argomento venne ancora una volta accantonato dal giovane rottamatore, pena la messa in crisi di un patto detto del “Nazareno” che condizionava in modo poco logico ed ambiguo... tutta la politica del Paese.. e lo stesso Partito democratico.

Una riforma di primaria importanza quella sui conflitti che si apre a ventaglio su una moltitudine di principi...che tocca il cuore di ogni percorso politico che si vorrebbe sano e funzionale.. e che invade grossi campi del potere economico e politico...un tema che investe l'attività parlamentare e quella governativa insieme. Insomma.. una vera madre di tutte le riforme. Qualcuno ha persino messo in evidenza come "il problema del conflitto d'interessi” trova oggi finalmente, una soluzione equilibrata. La legge, per adesso approvata dalla Camera, definisce in modo chiaro, semplice ed efficace un quadro normativo che impedirà alle principali cariche elettive del nostro Paese, di avere interessi che interferiscono nella loro azione politica.

L'inizio di una riforma che riguardi il conflitto di interessi non può che trovare ogni incoraggiamento da parte di tutti coloro che osservano e studiano la politica odierna, ma è inutile ribadire che il vero conflitto (quello più macroscopico) permane se i ruoli stessi della politica (parlamentare-amministrativo) non vengono meglio distinti e separati alla base... e questo potrà avvenire solo attraverso la scorta di un'altra riforma che regoli e disciplini i Partiti tagliandoli fuori da ogni operazione riguardante la funzione amministrativa: L'azione dei Partiti dovrebbe rimanere focalizzata e limitata sulla ricerca del dialogo con la cittadinanza ed il riscontro di quelle normative utili a chi successivamente, in altro ruolo, deve porle in atto con ordine capacità e competenza. In tal modo il più evidente conflitto che genera costanti compromessi tra i Partiti ed il potere esecutivo verrebbe in qualche modo arginato senza l'edificazione di interessi e conseguenti anomalie.

In quest'ottica rimane sempre più sorprendente che un Premier possa rimanere a capo di un esecutivo e contemporaneamente segretario indiscusso di un partito (soprattutto se tale partito è in maggioranza..ottenuta, tra l'altro, con un ricco premio).
Altro che conflitto!!


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