La corsa di Renzi...nell'aula semideserta
di vincenzo cacopardo
Il
Premier.. come è d'uso fare..intende correre !
Il
forrest Gump della politica incalza e riprende l'argomento scottante
delle riforme costituzionali in un'Aula.. in cui sono presenti solo una parte dei rappresentanti della maggioranza, con le opposizioni che hanno deciso
di lasciare l'emiciclo. Non è facile valutare l'uscita dalla Camera
durante il discorso del Premier ..certo è uno dei tanti modi per
sottolineare il dissenso verso un governo che in questi ultimi mesi
ha lavorato ai limiti dei conflitti attraverso una politica fin
troppo arrogante.
Il sindaco d'Italia legge i venticinque punti sui quali
intende entrare nel merito delle riforme. Durante l'intervento si
percepisce la consueta abilità nel rigirare a proprio favore punto
per punto.. sottolineando.. persino con una certa aria di
vittimismo.. la mancanza di un'etica politica nell'abbandono di un
Aula Parlamentare da parte delle opposizioni. Il
Premier ha dato sfogo sui punti a suo dire criticati da quelli che ripetutamente definisce i “detrattori del
rinnovamento”: Il suo discorso in Parlamento ha
visto iniziare la sesta e ultima lettura;"Uno
puo' dire che non e' d'accordo su tutto, o su niente, votare a favore
o contro, ma scappare dal dibattito e' indice di poverta' sui
contenuti".
Questo il suo sfogo in tono di rimprovero."Per
la prima volta la classe politica mostra il meglio di se stessa
riformando se stessa. Si è lavorato in modo molto significativo ci
sono state 173 sedute al 7 di aprile”
Matteo Renzi
naturalmente parla senza interlocutori..ma nel suo discorso si
riscontrano evidenti travisamenti..ben nascosti dalla sua
accattivante comunicazione.
E'
vero che la Costituzione prevede che le Camere su proposta del
Presidente della Repubblica possono affidare anche ad un non eletto
il compito di primo ministro, ma è altrettanto vero che per il
delicato compito di riformare una Costituzione occorre una seria
Costituente..
ed
è di sicuro assai imbarazzante che possa farlo un governo che ha
acquisito, in modo discutibile, una maggioranza attraverso una legge
elettorale distorta bocciata dalla Consulta. Non occorre una mente
eccelsa per comprendere quanto delicato possa essere un compito di
tale fatta..soprattutto in un momento in cui le Camere raccolgono
anche alcune figure politiche poco affidabili che saltano da un banco
all'altro per puro opportunismo. Nascono
perciò serie incomprensioni dovute dalle decisioni della stessa Corte sul fatto che
tale anomalia possa non comportare in sé un ostacolo...(come dire: è
tutto sbagliato ma si può proseguire persino dando sfogo in modo
anomalo ad una delicatissima riforma costituzionale)..Qualcosa che
poi nel tempo non può che generare confusione e naturali attriti.Quello che.. in realtà.. ancora oggi rimane difficile da comprendere è il silenzio del Capo dello Stato, nella qualità di garante, sul metodo con il quale si è proseguito.
La
strenua difesa di Renzi in questo argomento la dice lunga sulla
presunzione di poter andare avanti come un treno in barba a principi
che cozzano in modo naturale con qualsiasi altro principio
democratico. Ma come sappiamo il premier quando viene attaccato
contrattacca finendo persino col poter dare insegnamenti sul termine
democrazia. Sentir parlare di democrazia da parte di chi se ne è
sempre preso gioco è difficile da digerire persino all'interno del
suo Partito...E' forse un principio democratico affidare la gran
parte delle norme per le riforme alla fiducia?...Se ne contano una
infinita serie, ma con grande abilità il Premier nel discorso alla
Camera non le enuncia..
"La
riforma e' stata fatta in modo affrettato? Se il referendum andra'
come io auspico, saranno passati esattamente 30 mesi e migliaia di
emendamenti. Non si ricorda nella storia costituzionale un dibattito
cosi' lungo, prolungato, mai tanti relatori e interventi come in
questa discussione”. Non
si ricorda e non si potrà mai ricordare perchè ciò che sta
avvenendo non è per niente consueto. Riformare una Costituzione non
è un gioco! Vi entrano regole che non appartengono alle parti..il
governo è perciò l'ultimo degli organi che ne potrebbe far parte.
Non è quindi soltanto questo spirito di cambiamento approssimativo
quello che oggi colpisce ..ma anche il metodo usato con la pretesa di
poter stravolgere una Camera e l'assetto politico territoriale del
Paese con l'esperienza ed il fallimento di un bipolarismo alle spalle
che ha visto degenerare i fondamenti di una politica parlamentare.
Lo
spirito e la logica vorrebbero che si osservasse e si modificassero
alcune parti della Costituzione in un contesto di visione di insieme
dei suoi principi che pone la democrazia al suo centro come assoluto
valore primario.
Se
quello che conta è correre e riformare tanto per riformare i
risultati si riscontreranno ben presto. Questo appare il vero limite
del Forrest Gump della pseudo politica odierna...Non resta che
attendere la discussione in Aula e soprattutto i risultati del
prossimo referendum.
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