12 apr 2016

Il Premier in Aula..contrattacca..

La corsa di Renzi...nell'aula semideserta 
di vincenzo cacopardo

Il Premier.. come è d'uso fare..intende correre !
Il forrest Gump della politica incalza e riprende l'argomento scottante delle riforme costituzionali in un'Aula.. in cui sono presenti solo una parte dei rappresentanti della maggioranza, con le opposizioni che hanno deciso di lasciare l'emiciclo. Non è facile valutare l'uscita dalla Camera durante il discorso del Premier ..certo è uno dei tanti modi per sottolineare il dissenso verso un governo che in questi ultimi mesi ha lavorato ai limiti dei conflitti attraverso una politica fin troppo arrogante.

Il sindaco d'Italia legge i venticinque punti sui quali intende entrare nel merito delle riforme. Durante l'intervento si percepisce la consueta abilità nel rigirare a proprio favore punto per punto.. sottolineando.. persino con una certa aria di vittimismo.. la mancanza di un'etica politica nell'abbandono di un Aula Parlamentare da parte delle opposizioni. Il Premier ha dato sfogo sui punti a suo dire criticati da quelli che ripetutamente definisce i “detrattori del rinnovamento”: Il suo discorso in Parlamento ha visto iniziare la sesta e ultima lettura;"Uno puo' dire che non e' d'accordo su tutto, o su niente, votare a favore o contro, ma scappare dal dibattito e' indice di poverta' sui contenuti". Questo il suo sfogo in tono di rimprovero."Per la prima volta la classe politica mostra il meglio di se stessa riformando se stessa. Si è lavorato in modo molto significativo ci sono state 173 sedute al 7 di aprile”

Matteo Renzi naturalmente parla senza interlocutori..ma nel suo discorso si riscontrano evidenti travisamenti..ben nascosti dalla sua accattivante comunicazione. E' vero che la Costituzione prevede che le Camere su proposta del Presidente della Repubblica possono affidare anche ad un non eletto il compito di primo ministro, ma è altrettanto vero che per il delicato compito di riformare una Costituzione occorre una seria Costituente.. ed è di sicuro assai imbarazzante che possa farlo un governo che ha acquisito, in modo discutibile, una maggioranza attraverso una legge elettorale distorta bocciata dalla Consulta. Non occorre una mente eccelsa per comprendere quanto delicato possa essere un compito di tale fatta..soprattutto in un momento in cui le Camere raccolgono anche alcune figure politiche poco affidabili che saltano da un banco all'altro per puro opportunismo. Nascono perciò serie incomprensioni dovute dalle decisioni della stessa Corte sul fatto che tale anomalia possa non comportare in sé un ostacolo...(come dire: è tutto sbagliato ma si può proseguire persino dando sfogo in modo anomalo ad una delicatissima riforma costituzionale)..Qualcosa che poi nel tempo non può che generare confusione e naturali attriti.Quello che.. in realtà.. ancora oggi rimane difficile da comprendere è il silenzio del Capo dello Stato, nella qualità di garante, sul metodo con il quale si è proseguito.

La strenua difesa di Renzi in questo argomento la dice lunga sulla presunzione di poter andare avanti come un treno in barba a principi che cozzano in modo naturale con qualsiasi altro principio democratico. Ma come sappiamo il premier quando viene attaccato contrattacca finendo persino col poter dare insegnamenti sul termine democrazia. Sentir parlare di democrazia da parte di chi se ne è sempre preso gioco è difficile da digerire persino all'interno del suo Partito...E' forse un principio democratico affidare la gran parte delle norme per le riforme alla fiducia?...Se ne contano una infinita serie, ma con grande abilità il Premier nel discorso alla Camera non le enuncia..

"La riforma e' stata fatta in modo affrettato? Se il referendum andra' come io auspico, saranno passati esattamente 30 mesi e migliaia di emendamenti. Non si ricorda nella storia costituzionale un dibattito cosi' lungo, prolungato, mai tanti relatori e interventi come in questa discussione”. Non si ricorda e non si potrà mai ricordare perchè ciò che sta avvenendo non è per niente consueto. Riformare una Costituzione non è un gioco! Vi entrano regole che non appartengono alle parti..il governo è perciò l'ultimo degli organi che ne potrebbe far parte. Non è quindi soltanto questo spirito di cambiamento approssimativo quello che oggi colpisce ..ma anche il metodo usato con la pretesa di poter stravolgere una Camera e l'assetto politico territoriale del Paese con l'esperienza ed il fallimento di un bipolarismo alle spalle che ha visto degenerare i fondamenti di una politica parlamentare.

Lo spirito e la logica vorrebbero che si osservasse e si modificassero alcune parti della Costituzione in un contesto di visione di insieme dei suoi principi che pone la democrazia al suo centro come assoluto valore primario. Se quello che conta è correre e riformare tanto per riformare i risultati si riscontreranno ben presto. Questo appare il vero limite del Forrest Gump della pseudo politica odierna...Non resta che attendere la discussione in Aula e soprattutto i risultati del prossimo referendum.

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