15 dic 2016

Il futuro di un giovane segretario

di vincenzo cacopardo
O si vota a giugno o si vota a fine legislatura, febbraio 2018. L'ostacolo del possibile referendum sul jobs act potrebbe spingere lo stesso Premier uscente.. segretario del Partito, ad anticipare entro Giugno per evitare un altro pericolo devastante per la sua figura politica. La Corte Costituzionale, infatti, deciderà sull'ammissibilità l'11 Gennaio 2017 e, se la consultazione sarà ammessa, entro Giugno si dovrebbe poter votare. Questo potrebbe accelerare il lavoro per la nuova riforma elettorale da parte del PD in seno al governo Gentiloni
Ma in mezzo ci sta un congresso e Renzi cercherà in tutti i modi di farsi rieleggere segretario a larga maggioranza e andare alla sfida per il voto anticipato. Naturalmente la reazione al No si è subito fatta sentire.. poiché sembra che siano affluite nuove richieste di iscrizione al Partito in favore del segretario: Per molti il consenso a Renzi, da solo, vale praticamente oltre il 20%, mentre il Pd senza di lui franerebbe a poco più del 12%. Per l'ex premier è dunque il momento di accumulare consenso, ma gli occorre anche un Congresso per potersi ricandidare o riaffermare in modo deciso.
Al momento non sembra esservi alcuna intenzione di scissione all'interno del Partito. Ma quello che pare disturbare l'assetto organizzativo.. è il fatto che Renzi abbia un pò troppo esagerato imponendo con forza il suo determinismo e le sue categoriche scelte.. sottovalutando un essenziale dialogo e manovrando i suoi adepti come fosse all'interno di una società per azioni..Il suo procedere con troppa sicurezza e presunzione ha disturbato una discussione che all'interno del partito è sempre stata prediletta e garantita.
Al di là della vittoria o sconfitta all'interno del partito..il problema del PD sta nel fatto di poter pensare che la carica di segretario e di Premier possano e debbano convivere in un unico figura..è un quesito che coinvolge un certo modo di operare in politica che danneggia e non favorisce un giusto percorso : Più un leader prende forza nell'azione di governo, meno ne ricava all'interno del suo Partito..inoltre i problemi del Partito restano ben diversi da quelli di una guida dell'esecutivo.. dove si devono ricercare mediazioni e scelte non sempre condivisibili con le ideologie ormai passate di questi vecchi contenitori di consensi.
Viviamo in un mondo che corre e dove la politica sembra più inseguire che dettare..Renzi appare una figura nuova, ma forse resta inserito in un Partito rimasto indietro.. e se ha dimostrato sicuramente quella presunzione un po' provinciale di chi vuole emergere a tutti i costi.. è anche vero che ha provato a smuovere qualcosa in un contesto che non gli è del tutto congeniale..Ecco la ragione per la quale non è per nulla impensabile che fuori da quel Partito egli potrebbe avere migliori possibilità di esprimere i suoi obiettivi.. dimostrando in meglio le sue vere capacità 

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