30 gen 2017

Trump... figura troppo determinata che sembra dividere il suo popolo

di vincenzo cacopardo

L'America..Paese straordinario che affascina per un popolo discordante e le sue contraddizioni.. ma che fa discutere per un nuovo Presidente che si contiene da una visione più aperta oltre i confini del suo territorio.

Trump continua ad imporsi non arretrando sulle sue decisioni di chiudere i confini ai cittadini provenienti dai Paesi mussulmani.. ponendo schieramenti di sicurezza e mettendo in guardia gli stessi americani dal istigare proteste. Usa Twitter per sottolineare il bisogno di tenere i confini sotto i controlli necessari per la sicurezza e ponendo l'Europa come l'esempio scellerato di quello che indica come un'orribile scempio di immigrazione.

Era immaginabile la reazione da parte di tutto il mondo al provvedimento del nuovo Presidente per il divieto temporaneo, ma non come quelle messe più evidenza nello stesso territorio americano che interpretano le misure approvate da Trump come una vera discriminazione contro i diritti di base della stessa Carta costituzionale americana. Al contrario..c'è una gran parte del popolo americano che, seguendo il principio di Trump, ritiene che vi sia uno scopo preciso per proteggere il Paese dai possibili atti di terrorismo straniero. Sembra che in proposito un giudice federale abbia emesso un'ordinanza di emergenza che impedisce temporaneamente agli Stati Uniti di espellere quei rifugiati che provengono dai Paesi a maggioranza islamica.. imponendo di non rimandare nel proprio Paese le persone bloccate negli aeroporti degli Stati Uniti.

Un dispositivo in contrasto con il decreto esecutivo firmato da Trump . I Paesi inclusi nell'ordinanza del neo presidente Trump sono:Iraq, Siria, Iran, Sudan, Libia, Somalia e Yemen.

Più che un “orribile pasticcio" (come sembra essere stata interpretata l'ordinanza di Trump) somiglia ad una presa di posizione assai difficile da sopportare per un mondo ormai globalizzato dove, soprattutto negli Stati Uniti, la maggior parte dei cittadini che ormai vi permangono è fortemente integrata e di origine differenziata oltre che eterogenea, compresa una buona parte di mussulmani che da anni vi si sono stabiliti.

Il problema sollevato da Trump durante tutta la sua campagna elettorale, che comprende anche quello economico relativo alla difesa della propria produzione...distribuzione e commercializzazione interna, può avere nell'immediato un buon risultato per dare forza al mercato americano, ma non può incentrarsi in una soglia di protezionismo ormai superato dall'epoca in cui viviamo!
Per meglio intendersi: Resta impossibile tornare indietro ponendo tali vincoli, quanto..al contrario.. riesce possibile poter pensare di porre delle regole in equilibrio con la realtà che il mondo sta vivendo. E cioè: Promuovere regole appropriate attraverso intese con tutti i Paesi poiché la disgregazione, seppur limitata nella dialettica da posizioni politiche, dopo secoli di integrazione... potrebbe persino esplodere con una reazione ed una forza incontrollabile.

Insomma...E' giusto che un presidente di una grande Nazione possa e debba difendere il proprio Paese dagli evidenti limiti posti da uno sconfinamento delle regole che potrebbero portare instabilità, ma è impossibile pensare che ciò possa farsi in forza di imposizioni che possono generare un effetto domino nel mondo.. tale da espandersi in modo contrario assai più pericoloso.

In questo caso è proprio l'equilibrio di una politica innovativa che pone regole più sensate alla globalizzazione che dovrebbe prendere il sopravvento e Trump in questo momento (tranne forse per la politica estera sulla quale si può ancora sperare in meglio) ha dato l'impressione di troppa determinazione e prestanza per la difesa del suo Paese, ma non esattamente in favore di quella politica più armonica oggi necessaria per scongiurare reazioni molto pericolose tra i popoli.



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