L'America..Paese straordinario che affascina per un popolo discordante e le sue contraddizioni.. ma che fa discutere per un nuovo Presidente che si contiene da una visione più aperta oltre
i confini del suo territorio.
Trump
continua ad imporsi non arretrando sulle sue decisioni di chiudere i
confini ai cittadini provenienti dai Paesi mussulmani.. ponendo
schieramenti di sicurezza e mettendo in guardia gli stessi americani
dal istigare proteste. Usa Twitter per sottolineare il bisogno di
tenere i confini sotto i controlli necessari per la sicurezza e
ponendo l'Europa come l'esempio scellerato di quello che indica come
un'orribile scempio di immigrazione.
Era
immaginabile la reazione da parte di tutto il mondo al provvedimento
del nuovo Presidente per il divieto temporaneo, ma non come quelle
messe più evidenza nello stesso territorio americano che
interpretano le misure approvate da Trump come una vera
discriminazione contro i diritti di base della stessa Carta
costituzionale americana. Al contrario..c'è una gran parte del
popolo americano che, seguendo il principio di Trump, ritiene che vi
sia uno scopo preciso per proteggere il Paese dai possibili atti di
terrorismo straniero. Sembra che in proposito un giudice federale
abbia emesso un'ordinanza di emergenza che impedisce temporaneamente
agli Stati Uniti di espellere quei rifugiati che provengono dai Paesi
a maggioranza islamica.. imponendo di non rimandare nel proprio Paese
le persone bloccate negli aeroporti degli Stati Uniti.
Un
dispositivo in contrasto con il decreto esecutivo firmato da Trump .
I Paesi inclusi nell'ordinanza del neo presidente Trump sono:Iraq,
Siria, Iran, Sudan, Libia, Somalia e Yemen.
Più
che un “orribile pasticcio" (come sembra essere stata
interpretata l'ordinanza di Trump) somiglia ad una presa di posizione
assai difficile da sopportare per un mondo ormai globalizzato dove,
soprattutto negli Stati Uniti, la maggior parte dei cittadini che
ormai vi permangono è fortemente integrata e di origine
differenziata oltre che eterogenea, compresa una buona parte di
mussulmani che da anni vi si sono stabiliti.
Il
problema sollevato da Trump durante tutta la sua campagna elettorale,
che comprende anche quello economico relativo alla difesa della
propria produzione...distribuzione e commercializzazione interna, può
avere nell'immediato un buon risultato per dare forza al mercato
americano, ma non può incentrarsi in una soglia di protezionismo
ormai superato dall'epoca in cui viviamo!
Per
meglio intendersi: Resta impossibile tornare indietro ponendo tali
vincoli, quanto..al contrario.. riesce possibile poter pensare di porre delle
regole in equilibrio con la realtà che il mondo sta vivendo. E cioè:
Promuovere regole appropriate attraverso intese con tutti i Paesi
poiché la disgregazione, seppur limitata nella dialettica da
posizioni politiche, dopo secoli di integrazione... potrebbe persino
esplodere con una reazione ed una forza incontrollabile.
Insomma...E'
giusto che un presidente di una grande Nazione possa e debba
difendere il proprio Paese dagli evidenti limiti posti da uno
sconfinamento delle regole che potrebbero portare instabilità, ma è
impossibile pensare che ciò possa farsi in forza di imposizioni che
possono generare un effetto domino nel mondo.. tale da espandersi in modo contrario assai più pericoloso.
In
questo caso è proprio l'equilibrio di una politica innovativa che
pone regole più sensate alla globalizzazione che dovrebbe prendere
il sopravvento e Trump in questo momento (tranne forse per la
politica estera sulla quale si può ancora sperare in meglio) ha dato
l'impressione di troppa determinazione e prestanza per la difesa del
suo Paese, ma non esattamente in favore di quella politica più
armonica oggi necessaria per scongiurare reazioni molto pericolose
tra i popoli.
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