Come
si può parlare di politica restando incatenati ad alcuni principi..se
questi stessi non hanno più un riscontro con i valori sociali?
di vincenzo cacopardo
di vincenzo cacopardo
Dall'etica dei principi: “Il
principio è qualcosa che deve aver inizio perchè è un bene
iniziale di riferimento e non un fine di verità..non è un dogma”
Capita spesso nelle discussioni politiche che alcuni restino imbrigliati in una concezione giurisprudenziale del diritto non valicando quella linea indispensabile del pensiero che guarda verso la ricerca e l'innovazione (Sono per lo più i professionisti del diritto o alcuni analisti di parte dei quotidiani più in vista)
Capita spesso nelle discussioni politiche che alcuni restino imbrigliati in una concezione giurisprudenziale del diritto non valicando quella linea indispensabile del pensiero che guarda verso la ricerca e l'innovazione (Sono per lo più i professionisti del diritto o alcuni analisti di parte dei quotidiani più in vista)
Questa
linea rimane un vero confine per la via d'accesso verso il
cambiamento... Insomma... è inutile parlare di cambiamento con la
solita retorica.. restando ancorati ai vecchi principi e finendo poi
col mettere pezze o rattoppi ad un sistema che pare far acqua
dappertutto: La predisposizione verso un valido cambiamento non può
che partire da una visione idealista per concretizzarsi poi nella ricerca delle nuove regole che diventeranno i nuovi principi di una
società più innovata. Per far questo servono le teorie e senza
queste e le relative ricerche non potrà mai esservi un riscontro
positivo con una pratica funzionale condizionata dall'evolversi della società...D'altronde sono sempre state la
creatività e l'inventiva il vero motore del mondo!
Creatività
ed inventiva che oggi in politica hanno lasciato il passo ad un realismo forzato.. quasi cinico: Quando si insiste in modo forzato nel
ricercare le possibili soluzioni partendo dalla logica pragmatica del
sistema esistente, non si fa altro che rinviare ed aggravare la
problematica di ogni crescita. Bisognerebbe, invece, domandarsi se
questa stessa logica, costruita su un sistema ormai vecchio, potrà
mai essere predisposta ad accettare possibili idee innovative... Se,
altrimenti, un sistema non dovrebbe potersi rinnovare e di conseguenza anche cambiare le sue logiche.
La
funzione di chi si proietta verso le analisi di un sistema
politico..deve essere quella di ricercare attraverso una visione
lungimirante e non attraverso i principi esistenti: Il fine deve
essere quello di ricercare il riscontro con i valori favorevoli ad
una società e non partendo dai principi esistenti che
sembrano opporsi e limitarne la stessa evoluzione: Un concetto forse, difficile da far percepire a chi esercita la professione
conforme alla giurisprudenza che si impone solo attraverso regole come unici capisaldi di una disciplina.
Di Fatto la politica odierna mette in evidenza questa abnorme lacuna..imponendo di continuo cambiamenti poco utili proprio perchè basati sui vecchi principi. E' quindi logico che chi si pone verso una analisi politica di innovazione ritiene più corretto procedere partendo dal riscontro con i valori per potergli ricamare sopra nuovi principi per la definizione di una politica più avveduta in favore della stessa crescita della società...Se questa per alcuni grandi analisti della politica odierna..o per i tanti praticanti del diritto.. viene ritenuta persino una ingenua illusione..resterò sempre soddisfatto di accomunarmi al gruppo degli illusi.
post correlato: la politica e la sua funzione
Di Fatto la politica odierna mette in evidenza questa abnorme lacuna..imponendo di continuo cambiamenti poco utili proprio perchè basati sui vecchi principi. E' quindi logico che chi si pone verso una analisi politica di innovazione ritiene più corretto procedere partendo dal riscontro con i valori per potergli ricamare sopra nuovi principi per la definizione di una politica più avveduta in favore della stessa crescita della società...Se questa per alcuni grandi analisti della politica odierna..o per i tanti praticanti del diritto.. viene ritenuta persino una ingenua illusione..resterò sempre soddisfatto di accomunarmi al gruppo degli illusi.
post correlato: la politica e la sua funzione
Caro Vincenzo,
RispondiEliminati seguo di tanto in tanto in questo tuo percorso di innovazione della politica, con il desiderio di mettere da parte i vecchi "paradigmi" (direbbe Kuhn). Certamente è così, ma ritengo che la politica, che certamente è un'arte del buon governo possibile, non possa essere "inventata" del tutto, perché corrisponde ad una NATURA umana; cioé ad un qualcosa che non può essere plasmato a piacere, come pensano alcuni post-moderni. La persona umana e il suo perfezionamento nella relazionalità della famiglia, del lavoro e della città mi sembrano punti di partenza per i programmi politici. In altri termini, alla base ci deve essere una concezione di persona umana e di società e da questa ne discendono le idee e i programmi politici. Come di fatto è sempre successo, non solo con le grandi ideologie politiche, ma anche con il pensiero debole, con l'anarchia, il pragmatismo, l'utilitarismo, ecc. Se qualcuno pensasse l'uomo come una pura possibilità indeterminata (per molti è così) allora la politica è totalmente aperta a qualunque "valore", idea, progetto creativo. In sintesi la chiave del problema sta nel riconoscere una VERA antropologia: chi è veramente l'uomo ed il suo spazio sociale ?. Sotto questo profilo ritengo molto ATTUALE il personalismo (cristiano), il bene comune, il principio di sussidiarietà e quello di solidarietà. Ma pensi che siano conosciuti (e testimoniati) adeguatamente ?
Caro Michele..una risposta a tal proposito richiederebbe tempo e sarebbe preferibile un dialogo de visu...posso solo risponderti attraverso questo mio post..
RispondiEliminaTRATTO DAL FORUM:La politica e la sua funzione di vcacopardo.
La politica non può solo avere un sintetico senso del governare, in quanto essa racchiude in se i contenuti di teoria e pratica, di arte e scienza, di idea e funzionamento. La politica rimane arte nel principio consistente la ricerca delle idee, nel confronto con i cittadini, nella mediazione, diventa scienza nell’esercizio della sua funzione amministrativa legata allo sviluppo costruttivo della società.
In base a questo concetto, si pone anche quello che potrebbe oggi apparire come un paradosso e cioè: Chiunque, motivato da una capacità creativa, geniale ed intuitiva, potrebbe essere in grado di saper creare iniziative politiche idonee e funzionali alle esigenze, anche se solo in termini teorici.
Le capacità di chi esercita questo ruolo appaiono essere prevalentemente di inventiva il che comporta sicuramente quell’intuito e quella sensibilità per certi versi vicina alla capacità creativa di un artista in senso lato. Sebbene costoro, devono sempre avere una buona conoscenza dell’aspetto sociale ed istituzionale del paese in cui si vive.
Ben diversa rimane l’attività di chi deve predisporsi per una amministrazione in termini di conoscenza e quindi anche di esperienza per la soluzione di un processo costruttivo e di un buon funzionamento: Chi amministra deve avere un ruolo determinato e diretto verso la conoscenza scientifica di ciò che si deve con efficienza realizzare.
Ecco, perciò, la determinazione dei due ruoli che differentemente potremmo definire “induttivi” e “deduttivi”. Ruoli che, per scopo ed esigenza, definiscono due strade diverse che dovrebbero raggiungere un unico percorso costruttivo in relazione alla definizione di una “politica” che si vorrebbe funzionale.
La speranza che in un politico possano coesistere ambedue le qualità appare molto difficile e, qualora potesse esservi, lascerebbe molti spazi aperti verso naturali compromessi: Generalmente chi ha una mentalità creativa non è portato ad accostarsi a chi si impegna mentalmente in direzione di una scienza e viceversa.
L’odierno sistema vede comunque il politico inserito contemporaneamente nei due ruoli come appartenenti ad un unico lavoro. Questo sistema ha fatto sì che oggi il politico venga considerato colui che crea e nel contempo esegue, nel contesto di un’unica linea politica. Linea politica che, nel tempo, viene condizionata da una vera e propria oligarchia dei Partiti.
Ci capita di vedere sempre più spesso ambedue i poteri, esecutivo e parlamentare, chiedere più spazi a proprio vantaggio per via del differente ruolo a cui appartengono ed alle naturali esigenze : Chi siede in Parlamento reclama di poter legiferare e chi presiede un esecutivo esige di poter governare con procedure più svelte e funzionali.
http://vincenzocacopardo.blogspot.it/2012/09/la-politica-e-la-sua-funzione.html
Le due capacità, di leggere la realtà e di pensare il futuro devono coesistere in un politico, sia nelle funzioni legislative che in quelle amministrative e gestionali. Ma non è possibile "leggere" e "progettare" per gli uomini e per la società senza un'antropologia, un quadro di valori e un'etica. Anche il pragmatismo e l'utilitarismo sono forme (erronee) di etica. Anche solo per leggere la realtà e dire "questo è bene" o "questo è male" hai bisogno di capire cosa sia il BENE, e quindi cosa potrebbe essere MEGLIO, e di conseguenza abbozzare un correttivo, un intervento e un progetto.
RispondiEliminaGRAZIE MICHELE:forse d'accordo col fatto che devono esistere, ma non col fatto che possano essere esercitate contemporaneamente, poichè generano conflitti. Per quanto riguarda il tema antropologico e la capacità di saper distinguere resto concorde col tuo pensiero.. ma è un argomento più profondo che richiede un'altra sede..
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