di vincenzo cacopardo
Qualcuno fondatamente sottolinea i nuovi dati allarmanti sulla povertà!
“Secondo
quanto comunicato dall’Istat, circa il
29% delle persone residenti in Italia sono a rischio povertà o
esclusione sociale,
il 10,1% si trova in condizioni di grave deprivazione e l’11,8%
vive in famiglie in cui nessuno dei componenti ha la possibilità di
lavorare. Questi dati ci confermano quanto sia urgente e fondamentale
una misura come il Reddito di Cittadinanza. Di fronte a questa
drammatica fotografia della realtà mostrata dall’Istat risulta
ancora più squallido chi ha il coraggio,
ancora oggi, ogni giorno in tv e sui giornali, di gettare fango sul
Reddito di Cittadinanza”.
Poi
continua sostenendo che:
“I ciarlatani che,
di fronte a questa triste realtà che è sotto i nostri occhi ogni
giorno, minimizzano o addirittura sbeffeggiano il valore sociale del
Reddito di Cittadinanza, dovrebbero guardarsi allo specchio, tirare
fuori un briciolo di umanità e vergognarsi. I rappresentanti della
vecchia classe politica e tutti i soloni
della carta stampata che
blaterano di assistenzialismo,
hanno
per anni ignorato completamente le condizioni reali in cui versa una
parte così consistente dei nostri concittadini. Non diamo mancette,
diamo una opportunità. Non facciamo assistenzialismo, diamo una mano
a rialzarsi e rimettersi in gioco.”
Con
tutto il rispetto che si deve ad una forza politica di movimento che
cerca in ogni modo di stare al fianco dei cittadini, quello che si
mette in discussione non è il fatto di un sostentamento per le fasce
più deboli, ma l'opportunità di un lavoro (persino stabile) per
quanto attiene la realtà del mezzogiorno.
Al
di là del fatto che vi siano ciarlatani e soloni che per becero
principio politico ed astio contro un Movimento contrastino a priori
questa manovra, il reddito di cittadinanza di incertezze ne pone: Ne
pone specificatamente sulla ricerca del lavoro e non sul fatto che
debbano sostenersi le fasce più disagiate del nostro Paese. Da
un'altra parte vi sono anche gli sfegatati ed assoluti assertori di
questa ricetta che sembrano camminare col paraocchi... sempre pronti
ad aggredire se qualcuno volesse porre qualche dubbio in proposito su questo cavallo di battaglia del Movimento! Dubbi sacrosanti..e non
contrasti di principio politico!
Si
pongono dubbi sul fatto che i centri di collocamento per espletare
bene la loro funzione necessitano di tempo... e non poco (anni)..Pur
tuttavia un centro di collocamento ha bisogno che di proposte ne
arrivino... ed al Sud..per come è ridotto.. non vi è alcuna
certezza che queste possano pervenire..Non ve ne è ora di lavoro..
perchè di colpo dovrebbe esservene domani senza investimenti
precisi?
Se
è giusto e lecito sostenere una parte del popolo in disagio
attraverso un sussidio o una pensione decente...potrebbe apparire non
appropriato chiamare reddito un sostegno fino a che non si abbia una
certezza che questo provenga da un lavoro sicuro. Sarebbe stato più sensato e meno discutibile chiamarlo un “sussidio di cittadinanza”
in attesa di un reddito..programmando un riassetto dei centri ed
infondendo maggiori risorse per investimenti.
Può
darsi che qualcuno come me si sbagli..qualcuno che vive nel Sud.. in
una terra dove giorno per giorno si riscontra con una realtà ben
diversa da quella del Nord. Una realtà dove prevale ancora la
furbizia come mentalità radicalizzata difficile da estirpare e dove
le scappatoie sono all'ordine del giorno.
Quindi
sì alla parte riferita ad un sussidio ..e dubbi su quella di un
reddito da lavoro sicuro! Rimanendo nella fattispecie in attesa di
riscontri che possano capovolgere le incertezze fondate su una realtà
che..purtroppo.. ben si conosce.
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