di vincenzo cacopardo
"Sarà
sempre la solita battaglia politica dove il Nord ed il Sud finiranno
col trovarsi in competizione. Un infinito annoso scontro dialettico
che vede un Nord industrializzato non comprendere l'importanza del
territorio meridionale.. ed un Sud cinico, fin troppo rilassato ed
incapace di rimboccarsi le maniche per costruire una forte politica
meridionale a vantaggio della propria ed utile economia."
Oggi...col
governo definito “gialloverde” che vede due forze politiche
diametralmente opposte nel loro pensiero unite da un insolito
contratto... la sostanza politica sembra essere definita
esclusivamente da compromessi che toccano le esigenze di un Paese che
rimane dissimile nella sostanza: Le esigenze del Sud contrastano con
quelle del territorio settentrionale ormai ricco di un tessuto
industriale e geograficamente meglio collocato rispetto all'Europa.
Le vere esigenze per il meridione rimangono..invece ..legate
all'aspetto naturale, al turismo, all'agricoltura, alla pesca,
all'artigianato ed alla necessità di contenere le distanze
geogragiche. Questo ormai è un fatto certo!
Un
Leader di partito vicepremier cresciuto e formatosi nel territorio
del Nord avrà sempre, oltre che una visione politica legata
all'imprenditoria, un chiaro impedimento nella sua visione politica
e sarà sempre spinto a ragionare per logiche di convenienza al fine
di rendere alle sue regioni del Nord i necessari benefici economici
ed infrastrutturali. Diversamente non potrà immedesimarsi alla
stessa maniera in una politica di un Sud che necessiterebbe di uno
studio programmatico più adatto per le proprie esigenze.
L'altro
vicepremier cresciuto al Sud ed a capo del Movimento definito del
cambiamento...sembra spingersi di più verso una politica
meridionalista con espedienti che lasciano ancora pesanti dubbi
(reddito di cittadinanza). La sua visione diretta più verso una
politica di aiuto ad un meridione... lo distoglie naturalmente dalle
esigenze di un Nord ormai formatosi industrialmente e manca comunque
di un vero progetto approfondito e studiato.
La
conseguenza è proprio quella che oggi ricaviamo.. quando temi
importanti come il TAV e l'autonomia in contrasto con una vera mancanza di
infrastrutture al Sud, non trovano una soluzione politica immediata
riducendo il dialogo in una evidente contrapposizione tra chi in
realtà difende gli interessi imprenditoriali del Nord e chi protegge
le esigenze del Sud.
Abbiamo
oggi un Premier nella palese difficoltà di non avere in mano
una forza politica, che in qualche modo cerca di sanare le esigenze di
tutti. Il Premier Conte potrebbe nel futuro acquisire maggiore
rilevanza ed, al di là di ogni possibile avvenimento di questo
governo, divenire a capo di una nuova forza politica più moderata.
Sarà forse più consapevole del fatto che non vi potrà mai essere
un equilibrio per il nostro Paese se non ci si pone di fronte ad una
domanda sulla eterna questione
meridionale.
Cioè,
se ancora oggi nel terzo millennio, si possa parlare di una
“questione meridionale” e se, con l’idea di un federalismo alle
porte, si debba ritenere il Mezzogiorno come una faccenda ancora da
risolvere. Poiché, se così fosse, non si potrebbe azzardare alcun
progetto di vero federalismo che possa coinvolgere insieme la nostra
Nazione.
In
poche parole: non sarà facile costruire un sistema nazionale sano ed
uniforme, se non si equilibra quel divario ancora esistente tra il
Nord ed Sud del nostro Paese: Sarà una storia vecchia, ma rimane una
più che valida ragione!
Ogni
forma di progetto di federalismo potrà rimanere utile se nel
contempo si opera un piano progettuale strategico che possa vedere un
coinvolgimento pieno del Governo centrale e della Comunità Europea
al fine di poter apprestare giuste ed indispensabili infrastrutture
per il Sud.
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