di
vincenzo cacopardo
Dopo
il caso della famiglia Renzi ed il caso Diciotti si ritiene oggi la
magistratura al comando del popolo e la si addita come una potente
corporazione capace di determinare le sorti della politica del Paese.
Se
può sembrare vero sul piano delle procure ..ciò non lo appare alla
stessa maniera nei collegi giudicanti. Tuttavia anche se si
intravvedono storture capaci di far pensare ad una vera
politicizzazione dell'Ordine non è solo questo che deve essere messo
in discussione.. quando nella sostanza.. vi è una politica che
continua a non dettare le norme più utili e meno farraginose per far
sì che tali storture non vengano a galla.
E'
già da tempo che questa discussione viene posta...fin dagli scontri
tra il presidente Cossiga e il Csm..Questioni che con l'andar del
tempo si sono moltiplicate. Oggi qualcuno parla addirittura di un
piano per sottomettere la politica al potere giudiziario e persino
per ostacolare una riforma politica che potrebbe spazzare via la
loro autorità.
Comunque
voglia vedersi questa “potenza” della magistratura altro non è
che il risultato di una politica che non ha mai dimostrato capacità
nel riassettare i poteri e ricomporli nel loro ordine prestabilito.
Il
potere giudiziario è, nella sua struttura, radicalmente diverso
dagli altri poteri..E'
un Ordine che non viene esercitato dal complesso dei giudici, ma da
ciascuno di essi...e
ognuno di essi..(seppur terzo)..come ben sappiamo.. è sempre un
uomo! Creare un potere comporta inevitabilmente il sorgere di molti
desideri per la sua conquista...e se
oggi paiono infrangersi i confini degli uni.. a beneficio o in
disprezzo.. degli altri.. le colpe principali appartengono sempre ai
legislatori che hanno in mano la leva delle direttive al fine di
legittimare e riformarne ogni condotta poco lecita.
La
politica avrebbe dovuto farsene carico da tempo: Quando
oggi alcune procure e qualche Tribunale paiono sforare dal loro
compito molte delle loro colpe ricadono nella mancanza da parte di
una politica che, attraverso un doveroso ed attento compito, ne
dovrebbe equilibrare e delimitare i confini..Ma non solo quelli!
...Anche quelli della politica stessa che legano gli altri due
poteri: Al
di là del fatto che si tratta di specifici poteri, diversi
dall’Ordine autonomo giudiziario, si potrebbe azzardare che un
conflitto permane costantemente allorquando, gli stessi, eletti in
Parlamento, assurgono alla carica di ministri o sottosegretari,
attribuendosi di fatto un ruolo esecutivo che influenza in modo
definitivo il lavoro dello stesso gruppo parlamentare di loro
riferimento...Anche
qui, una certa consociazione trova forza e si alimenta giacché gli
interessi sono estremamente forti ed i ruoli politici vengono
espressi nella comune casa dei Partiti (mai necessariamente
ridisciplinati) .
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