10 gen 2020

PRESCRIZIONE: divergenze e reazioni governative




"Con la nuova riforma sulla prescrizione si vorrebbe mettere fine al principio che il cittadino debba rimanere in balìa della giustizia penale, sia come imputato che come persona offesa del reato, fino a quando e se lo Stato avrà modo di definire la sua posizione processuale."

di vincenzo cacopardo

In sostanza la norma entrata in vigore il 1° gennaio 2020, (approvata da M5s e Lega nel dicembre 2018), prevede l’abolizione di fatto della prescrizione dopo una sentenza di primo grado, in egual modo: sia essa di condanna o di assoluzione..a differenza di prima. 
Ovvero.. dopo il primo grado di giudizio... i processi non avranno mai una fine decisa dalla prescrizione e potranno durare all'infinito: Lo stop alla prescrizione non si intende più porre in base all'esito di una sentenza di primo grado...ma si mantiene ugualmente.. sia che essa sia di condanna o di assoluzione.

A tal proposito lo stesso ministro della giustizia Bonafede, promotore della stessa riforma, tiene a precisare che i veri effetti della stessa si potranno vedere nel futuro di qualche anno poiché nel frattempo si riuscirà a provvedere ad un'altra riforma diretta a velocizzare i processi. Tuttavia non è difficile pensare per chi si oppone alla riforma... che questa seconda parte rimane poco chiara e definita... restando nei contorni delle ipotesi.
Ciononostante per il ministro il principio fondamentale rimane il fatto che questa riforma permetterebbe l’accorciamento dei processi e la riduzione del rischio di impunibilità a causa della scadenza delle tempistiche.

Eppure.. alcune forze politiche di maggioranza sono ancora in disaccordo e ne discutono con calore..rimanendo critiche su alcuni aspetti.

Per buona parte del PD non si è del tutto convinti: I dem mettono sul piatto due proposte che dimostrano una chiara differenza di pensiero in proposito
-La prima è l’allungamento della sospensione della prescrizione dopo il processo di primo grado, portando l’attuale sospensione di 18 mesi prevista dalla riforma Orlando a tre anni. -La seconda è una prescrizione processuale, ossia che scatti per i diversi gradi di giudizio. Quindi ogni fase del procedimento dovrebbe avere una durata: indagini preliminari, primo grado, appello e infine Cassazione.
-, I dem propongono... che dopo la sentenza di condanna in appello... il termine resti sospeso fino alla pronuncia della sentenza definitiva e comunque per un tempo non superiore a 1 anno e 6 mesi...Ed in caso di assoluzione dell’imputato in secondo grado, ovvero di annullamento della sentenza di condanna, vengano ricomputati ai fini del calcolo del termine di prescrizione.

Insomma..una discussione ancora in corso che pone evidenti differenze di valutazione!..E' inutile ripetere che nella stessa maggioranza persistono in materia visioni assai diverse che da un lato tendono a proteggere fin troppo l'imputato e dall'altro dargli fin troppa opportunità di cavarsela con l'allungamento dei tempi giudiziari. Quando in realtà il primo provvedimento dovrebbe essere quello di far funzionare in modo ineccepibile la macchina della giustizia ed il lavoro di magistrati e giudici.
Vi sono rospi da digerire nella stessa maggioranza di un Governo che in tutti i modi cerca di restare a galla..le cui componenti politiche.. rischiano di svendere principi in una materia davvero delicata che dovrebbe in tutti i modi trovare una strada comune per la sicurezza della giustizia e quella della vita sociale dei cittadini.






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