Acuta
analisi dell'amico Paolo che..con attenzione mette a fuoco il periodo
di emergenza politica che ha determinato la messa in campo del
“tecnico” Draghi ... Forse meglio scongiurare quella conclusione
pessimistica ..quasi nichilista (non me ne vorrà l'amico) che è
difficile accettare allorquando “tanto vale affidarsi” potrebbe
intendersi come una sconfitta di un sistema istituzionale che, al
contrario, dovremmo aspirare a proteggere attraverso un cambiamento
determinato da riforme più appropriate e di funzionamento.
vcacopardo
I DRAGHI DELLA POLITICA
di Paolo Speciale
Interrogarsi
sulla matrice identificativa dell’attuale esecutivo è pratica
ormai diffusa e, ovviamente, fatto prevalente nella piazza delle
opinioni.
Oggi
siamo governati da tecnici, da politici o da entrambi i generi? E,
soprattutto, detto in termini pratici e senza girarci troppo intorno,
chi comanda in questa fase storica particolare nel nostro Paese?
E,
ancora, quanto ha influito l’emergenza sanitaria mondiale in questa
“svolta” che tende ad esaltare, forse su base meramente emotiva,
l’attribuzione di poteri a chi li possa detenere con una superiore
“autorevolezza”?
Sono
dissertazioni ed analisi, oltre che quesiti, ai quali vale la pena di
dare un riscontro tramite qualche opportuno approfondimento.
Il
Governo Draghi, che succede a quello guidato da Giuseppe Conte,
appare a molti come l’espressione di una colpevole ingratitudine di
origine istituzionale nei confronti del neonato leader Cinque Stelle,
che pure aveva sorretto un peso imprevisto ed abnorme, con grande
dignità e valore indiscussi, dimostrati sul campo.
E
tanto infatti ha dovuto lavorare sino ad ora l’ex governatore della
BCE per mantenere, ma anche per accrescere la nostra rilevanza in
ambito europeo, seguendo un percorso in buona parte già tracciato.
Cerchiamo
allora di comprendere come faccia specie la rara peculiarità del
Governo Draghi, che incarna, pur nella sua assoluta legittimità
certificata da una maggioranza parlamentare non già assoluta quanto
qualificata, un forte contrasto in termini di riguardo istituzionale
dovuto al dibattito politico tradizionale, alla lotta tra maggioranza
ed opposizione, linfa vitale della democrazia e della stessa funzione
parlamentare e legislativa.
Accade
così paradossalmente che si sia di fatto azzerato l’esercizio di
quella dialettica costituzionale in cui un Parlamento Politico eletto
svolge la funzione di controllo sull’operato del Governo che, a sua
volta, aggrava l’esautorazione, anche se con buone ed innocenti
intenzioni, di Montecitorio e di Palazzo Madama, quasi riconoscendone
una funzione meramente notarile, grazie anche all’uso reiterato
della decretazione.
E,
precisiamo, nel contempo non vi può essere alcun timore per il
sistema democratico, eccezione fatta per qualche isolato e delirante
procurato allarme da parte di qualcuno affetto da patologiche fobie
da divisa, quale attacco strumentale contro l’efficiente quanto
umile Commissario anti Covid-19 Generale Figliuolo.
Un’altra
curiosa peculiarità dell’esecutivo Draghi, tranne poche presenze
partitiche, tra i ministri, è la sua costituzione prevalentemente
tecnica piuttosto che politica; ma anche in questo contesto è
proprio il Presidente del Consiglio e la sua storia che richiamano la
nostra attenzione, determinando la opportunità di operare una
attenta analisi del suo personaggio; come già rilevato in più sedi
di dibattito, Draghi è primariamente un tecnico, ma figlio legittimo
e naturale della politica e del suo sistema; egli incarna, in sé,
l’alta competenza ed esperienza tecnico/economica e, nel contempo,
la strategia politica, quella dei compromessi, degli accordi, del “do
ut des”; e ciò laddove tali due fondamentali caratteristiche
diventano complementari ed interdipendenti, talvolta giungendosi
persino a considerare più “ferrato” in politica il tecnico
piuttosto che il politico stesso.
Come
ignorare, a tal proposito ed a testimonianza della intima
correlazione tra politico (o carica elettiva) e tecnico (o
burocrate), la metamorfosi che spesso si verifica tra i due generi?
Altri
ed innumerevoli altri spunti di riflessione spero di avere indotto
dibattendo su quello che rimane comunque, dopo tanti secoli, il
misterioso mondo che riguarda la aggregazione degli uomini ed il
sistema/ordinamento che deve assicurare il rispetto della pluralità
e del bene comune, e ciò laddove anche l’adozione fedele delle
norme ed il rispetto dei ruoli può tuttavia determinare ancora oggi
anomalie, più o meno pericolose per la tenuta del sistema stesso,
talora inaspettatamente e aldilà di ogni previsione. Magari a causa
di una epidemia.
Ed
allora tanto vale – forse – affidarsi ai “Draghi della politica