28 gen 2025

POTERI, DIVISIONI E CONFLITTI




(tre poteri o due?)

analisi di vincenzo cacopardo

Nel nostro sistema politico si definiscono funzioni ad un'attività preordinata al comportamento di atti di potere. In questa parola “potere” vi è racchiusa la facoltà ovvero l'autorità di agire
Questi poteri si fondano su un principio di separazione: Il legislativo attribuito al Parlamento, l'esecutivo spettante al Governo, quello Giudiziario, indipendente dall'esecutivo, spettante alla Magistratura. Quindi in sostanza: il potere legislativo consente di discutere e fare le leggi, quello esecutivo si occupa della loro applicazione, mentre quello giudiziario si preoccupa di giudicare condannando o assolvendo chi non le rispetta.
Allora...senza prenderci in giro...quello che riesce difficile da comprendere è il fatto che se i poteri dello Stato sono tre non si spiega allora per quale ragione si riducano a due quando quello parlamentare e governativo lavorano insieme compatti e fortemente compromessi nella casa dei loro Partiti! E così... con questo andazzo... e senza le dovute riforme ci troviamo i premier ed i ministri che, oltre a confliggere, fanno continuamente campagna elettorale quando il loro compito rimane esclusivamente quello di governare.
Tuttavia si insistecontro la magistratura ed il suo intromettersi in compiti politici (Parlamentari-Governativi) anche quando questi conducono ad enormi conflitti grandi come una casa e persino illegalità da perseguire...Se, come rimane evidente, lavorano insieme i due poteri parlamentare e governativo, non vedo per quale ragione, in virtù della divisione dei poteri giudiziari (requirente-giudicante), non debbano essere divisi in egual modo attraverso una regolamentazione per evitare conflitti ben peggiori!

Nessun commento:

Posta un commento