23 dic 2012

un commento di Domenico Cacopardo



 
 
La Costituzione massacrata da Benigni
 di Domentico Cacopardo -consigliere di Stato


La storia della scienza è sempre stata segnata dall’idea divergente. Galileo studiò, rifletté e se ne uscì con la sua idea divergente: la terra gira intorno al sole. Aveva contro la Bibbia,il Vangelo, Tolomeo, Aristotele e, soprattutto, l’Inquisizione. Ogni progresso dell’uomo, anche nelle scienze umanistiche, è segnato dall’emergere e dall’affermarsi delle idee divergenti dalle vulgate
di generale accettazione, dai luoghi comuni, dal conformismo.

Forse, Roberto Benigni un’idea divergente, una sola, nella sua vita l’ha avuta mettendo in piedi quella cinica operazione di successo che si chiama La vita è bella. Il comico, epigono del maestro Totò, ha trattato un argomento tragico, la Shoa in una chiave satirica, in alcuni momenti lieve, in alcuni momenti buffonesca. Tuttavia, in essa hanno avuto spazio la commozione, l’esecrazione, il senso di colpa, insomma tutti i sentimenti che le persecuzioni nazi-fasciste suscitano nelle persone normali.

Diventato una specie di mito, Benigni è stato oggetto (come del resto Saviano e altri) di una sorta di acritica venerazione nazionale: di Benigni non si può parlar male,
né si può dubitare del suo genio artistico.

Ebbene, a questo punto della sua storia professionale, non ho timore di sostenere che la sua interpretazione di Dante è stata una pessima prova di nessun valore culturale.

Ascoltate la Divina Commedia di Sermonti per capire ciò che sostengo.

E così, l’altra sera, avere affidato a Roberto Benigni la Costituzione italiana è stata una follia di pessimo gusto. Lo dimostrano i quarantacinque minuti dedicati dal comico a Silvio Berlusconi, una rimasticatura di vecchie battute, stancamente riproposte. Ma, soprattutto, è stata una specie di respirazione bocca a bocca operata su un defunto: Berlusconi, infatti, appartiene al passato, un passato che va seppellito prima possibile. Si tratta, quindi, di un’ennesima manifestazione di conformismo da parte di Benigni che s’è accodato alla moda del momento, visto che tutti, anche Santoro, vorrebbero tenere in vita (politica) lo sciroccato cavaliere che non merita questo trattamento né quello di Repubblica che gli dedica non meno di quattro-cinque pagine al giorno.

Vedremo se, con la discesa in campo di Monti, il dibattito prenderà la piega giusta, puntando sui veri protagonisti del prossimo futuro.

Poi, Benigni leggendo un po’ di Costituzione ha massacrato la verità storica e quella giuridica. Certo, nessuno poteva pretendere che Benigni sapesse qualcosa della verità storica e di quella giuridica della nostra Carta costituzionale.
Così come non si può pretendere da Benigni l’esecuzione di una qualsiasi operazione chirurgica. E l’errore, consumato a spese degli italiani, trattandosi di servizio pubblico, è stato di chi ha approvato la proposta del comico toscano.

Che non ha mancato l’appuntamento con la piccola demagogia, riproponendo una versione parziale e scorretta del trattamento costituzionale degli stranieri.
Ancora oggi, infatti, il sistema costituzionale è fondato sul principio di nazionalità, al quale si deve porre rimedio costituzionale e con legge ordinaria.

Nel merito poi, ci sono due cose da rilevare e che qualcuno dovrebbe comunicare al grande pubblico.

Primo: la Costituzione italiana non è figlia di un compromesso storico tra Dc e Pci (una specie di preludio all’ermafrodito attuale, il Pd). È il frutto di un ampio dibattito nel quale i socialisti (ch’erano, nella costituente, più numerosi, e di molto, dei comunisti), i liberali, i repubblicani e personaggi sciolti come Ruini, ebbero un ruolo rilevante quanto e più degli altri. Ci fu un solo passaggio che vide l’asse Dc-Pci vincente contro gli altri e fu l’inserimento dei Patti lateranensi nel regime costituzionale. Una decisione ch’è stata la premessa per quarant’anni di democrazia bloccata a prevalenza democristiana, nella quale i comunisti si sono giovati del titolo di unica opposizione (a dire il vero non sempre).

La seconda osservazione, riguarda la Costituzione: essa non è la migliore del mondo e riflette una visione ormai obsoleta. Le parti più avanzate della Costituzione sono quelle a cui non è stata data attuazione e riguardano, per esempio, lo statuto dei partiti e dei sindacati (la cui assenza è concausa dell’attuale corruzione dei costumi), e la stessa magistratura, mai intesa come un corpo
separato dello Stato e dallo Stato.

Insomma, Benigni e la Costituzione un matrimonio non riuscito e che non aveva alcuna possibilità di riuscire.

L’audience non è tutto.E, in questo caso, chi ha ascoltato è stato indotto a ritenere come vere cose ch’erano false, maldette e mal digerite.


20 dic 2012

Senza innovazione… si naviga nel buio


Monti prepara lista moderati e  chiama  riformisti PdPdl

Mario Monti sembra chiedere consigli e raccogliere pareri….se si presenterà candidato premier, lo farà con una lista unica, ma non v’è dubbio che il suo scopo è quello di poter radunare il massimo dei moderati centristi. Berlusconi, che si definisce più centrista ed il più moderato di tutti …aspetta le mosse del Professore, ma sembrerebbe pronto ad entrare in campo rafforzato dagli accordi col Carroccio. Non v’è dubbio che tutta l’area moderata è in fibrillazione ed in attesa delle scelte dei loro leaders.  Bersani, dal lato suo, persevera coerentemente con le primarie in attesa delle decisioni degli altri candidati ma, sembrerebbe essere il più solido e continuativo nel suo percorso, forse, ostacolato solo da chi, al suo interno gli pone dubbi sulle antiche figure che ancore intendono proporsi.  
In attesa di tutto ciò, il Paese stenta nella crescita poiché non ha nessun piano ideativo in tal senso…L’ingresso nella politica governativa nazionale dei tecnici, ci ha reso forse più sicuri agli occhi dei paesi europei, ma non ha di certo raggiunto lo scopo promesso dell’equità né, tantomeno fornito propellente utile per una crescita.
A mio parere il problema nasce dal fatto che, proprio oggi, in un paese ormai reso al collasso, l’unica possibilità di sopravvivenza si può riscontrare sulle idee, idee che possono essere dettate…non da professori o da tecnici, ma paradossalmente da figure creative identificabili più in “artisti” in senso lato. Questa è la ragione per la quale avverto nell’innovazione e negli uomini che la sostengono, il vero valore sul quale poter meglio riscontrare un futuro.
Il Paese sembra imballato ed abbindolato dalle figure politiche in una condizione tanto curiosa, quanto apparente ed illusoria, che trascura l’importanza del vero cambiamento che dovrebbe essere alla base di un sistema politico utile: In questo campo desolato e devastato, dove la terra non riesce più a produrre i frutti necessari per la crescita, tutti si preoccupano di dare spazio e visibilità ad una competizione tra gli stessi coltivatori che poco si preoccupano di detto campo… Questo, in modo metaforico.. sembra essere il quadro!  
Qualunque ricerca per voler fornire una governabilità al Paese, continuerà ad essere stentata e mediocre, poiché costruita su di un archetipo vecchio che non può più offrire innovazione. Monti si o Monti no, poco importa… e’ il modello che dovrebbe cambiare e tanti sprovveduti non ne riusciranno a percepire l’importanza, fino a quando non arriverà la definitiva rottura.  Una politica che sembra oggi imbrigliata in questa mentalità, tanto condizionata da mettere in primo piano solo un nesso con una incancrenita realtà delle cose, sminuendo ogni riferimento verso ideali ed inventiva. ..Mai come oggi…occorre tanta creatività!  
vincenzo Cacopardo

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