A parer mio…quando si fa
politica..non esiste solo il fatto di essere onesti e corretti, ma bisognerebbe
avere certe capacità di inventiva e di metodo oltre a una certa conoscenza della
dottrina. Ma esiste anche una pregiudiziale che è quella di avere una certa
dote di sensibilità e di rispetto verso le istituzioni e gli uomini che ne
stanno a capo.
Molte personalità si distinguono per questa capacità poiché portano
con se un loro “background”…ossia la storia e
l’ambiente in cui hanno vissuto e si sono formati, che li vede decisamente avvantaggiati
nei rapporti col prossimo. Questi personaggi non ostenteranno mai …ma
evidenzieranno sempre maggiore umiltà nei confronti del prossimo e nell’approccio
con qualsiasi disciplina, giacchè..la loro è soprattutto una volontà di apprendere
per poter..poi, rendere costruttivamente per il bene comune.
Fatta questa breve premessa, mi
pongo il dubbio (forse abbastanza
sensato) se i tanti, oggi, neo eletti in Parlamento, abbiano questa essenziale
dote.: Cambiare attraverso uno svecchiamento non deve significare perdere in
sensibilità e rispetto!
Le frasi mosse da neo eletti parlamentari ed altrettanti gesti violenti, mettono in luce tutto ciò, evidenziando un certo
cattivo gusto sicuramente supportato dalla mancanza di una base formativa ed
educativa che dovrebbe sempre essere posta dinanzi a qualunque percorso
dialettico.
La eccessiva celerità che li ha portati ad un simile traguardo (vedi i grillini)...li conduce…in mancanza di una necessaria base didattica e di una naturale sensibilità al rispetto…all’autoesaltazione della personalità. Tanto spinta...la loro esuberanza, scaturisce automaticamente in una sublimazione pericolosa proprio in mancanza di un “background” che, al contrario, riuscirebbe a contenerne i
limiti. - In sostanza…molta di questa giovanile politica, se non supportata da una
determinata umiltà e da un rispetto formato dalla presenza di una buona educazione di origine…stenterà
sempre nel suo percorso di positiva costruzione.
Quello che nella società oggi noi
definiamo “il parvenù” altro non è che colui che è riuscito ad imporsi nella società, il quale...pur restando privo di una base educativa e di una essenziale cultura…nel suo percorso di vita, è stato sempre indotto a muoversi imprudentemente con l’unica
arma della furbizia edificata sulla presunzione.....Ma arriverà presto (la storia c’è lo insegna)
il fatale errore promosso dalla forza di questa esaltazione che lo brucerà
definitivamente.
Se l'espressione "parvenù" è valida nella società comune..lo è sicuramente di più quando ci
si riferisce alla politica nel senso di una partecipazione qualitativa comune di un percorso.
Certi comportamenti ostentati con termini offensivi anche in direzione del Capo dello Stato..non fanno che evidenziare una certa cattiva educazione...oggi indispensabile anche per la costruzione di ogni dialogo politico, ma anche in quel loro "vorrei ma non posso" che finisce con lo sfociare nella incontenibile offesa.
Certi comportamenti ostentati con termini offensivi anche in direzione del Capo dello Stato..non fanno che evidenziare una certa cattiva educazione...oggi indispensabile anche per la costruzione di ogni dialogo politico, ma anche in quel loro "vorrei ma non posso" che finisce con lo sfociare nella incontenibile offesa.
Se lo spirito è quello di volersi
imporre e farsi notare…finendo con l’insultare, il messaggio del nuovo arrivato, che per grazia ricevuta pretende di cambiare il mondo, si manifesterà solo come un apologo
simile alle promesse di un Giufà.
vincenzo Cacopardo