14 dic 2020

Una piccola nota all'articolo dell'amico Paolo Speciale


 Da sempre osservatore discreto ed intelligente.. l'amico Paolo esamina il contesto odierno di una politica dove il riscontro con una vera e funzionale democrazia appare fin troppo precario. Un argomento che questo Blog ha più volte intrapreso e analizzato. Tuttavia il sistema attuale vive su una base proporzionale ancora privo delle necessarie riforme. Un sistema che potrebbe modificare di giorno in giorno qualsiasi maggioranza in un guazzabuglio di incongruenza.. Se si fossero fatte le necessarie riforme (quella sui Partiti e quella dei ruoli) il sistema proporzionale avrebbe potuto funzionare in modo più corretto! Ma sarebbe meglio un sistema bipolare che con una risicata maggioranza metterebbe subito a tacere qualunque minoranza?  Un discorso che merita un approfondimento assai lungo..Per quanto attiene all'ex sindaco d'Italia mi permetto di sottolineare che qualunque mossa lui faccia non è mai priva di un proprio interesse personale che prevarica ogni altro aspetto di deontologia politica democratica a favore del Paese.

          v.cacopardo 

 



       Democrazia e rappresentanza: lavori in corso

Quanto ci mostra lo scenario politico attuale non è senza precedenti ed è ancora una volta conseguenza di un sistema elettorale che di certo ha vissuto il suo tempo, garantendo la necessaria congruenza tra la scelta popolare e la composizione parlamentare.
Il pur alto livello di “perfezione” del testo costituzionale del dopoguerra, sebbene non immodificabile ed anzi sempre dinamicamente ottimizzabile, non poteva prevedere ciò che ciclicamente si è rilevato essere il problema più ricorrente degli ultimi 4 decenni, cioè l’instabilità degli esecutivi, tranne qualche governo di legislatura tuttavia non esente da più rimpasti.
Oggi vediamo due esponenti politici (uno di governo e l’altro di opposizione) illustrare agevolmente le diverse combinazioni di maggioranze realizzabili, diverse l’una dall’altra, subordinando così ad un mero calcolo la sussistenza di un governo.
Qualcuno dirà che la democrazia è fatta di numeri, certo.
Epperò qualcun altro potrà replicargli che le libere elezioni servono ( o dovrebbero servire), proprio con i numeri, ad esprimere con chiarezza una maggioranza di governo, la quale a sua volta di norma fa riferimento ad uno schieramento.
La tradizionale e, sinora, non desueta accezione delle forze in campo fa ancora riferimento ad una ideologia di base comune e condivisa, con una connessa terminologia ancora oggi ampiamente utilizzata: il centro destra ed il centro sinistra.
Abbiamo più volte ricordato le connotazioni basilari e convenzionali dell’offerta posta all’elettore: la cosiddetta “moderazione”, spesso abusata da altre formazioni partitiche, del “centro”, il formale, spesso non sostanziale, conservatorismo della “destra”, infine il “progressismo” , anche qui più figurativamente tradizionale che sostanziale, della “sinistra”.
Tra l’altro, anche se ormai poniamo quasi tutti poca attenzione a questo aspetto, queste localizzazioni sono anche geograficamente riflesse e presenti nelle due aule parlamentari attraverso la corrispondente occupazione degli emicicli visti dalla postazione del presidente dell’assemblea.
Una precisa caratterizzazione, dunque, almeno teorica.
Ora, ci vogliamo chiedere oggi come e perché avviene legittimamente la sostituzione di un governo di centro sinistra, in corso di legislatura, con un governo di centro destra e viceversa. Forse perché non è facilmente intelligibile il responso delle urne? Forse perché ideologie storicamente diverse possono ormai trascendere, in una democrazia matura come la nostra, il vecchio concetto di destra, sinistra e centro? In questo caso, che fine fanno le ideologie costituenti di una forza sociale che diventa partito o movimento? Ed ancora: che ruolo assume in questa situazione il “centro”? Esso diventa la vera maggioranza “gravitazionale” delle altre forze in campo, proprio per la sua proprietà di “moderazione” e dunque di saggio raffreddamento a mezzo meditazione atto a prevenire e contrastare l’insorgenza di movimenti populisti quale possibile e temibile preludio di una crisi della democrazia compiuta?
Infine, sino a che punto è da considerare atto “democratico” benedetto dalla volontà popolare il ritiro dei propri ministri dal governo in carica da parte di un movimento di rilievo elettorale minimale rispetto alle altre forze di governo, sì da determinare una crisi di governo difficile e complessa?
Perché è noto che essere l’ago della bilancia equivale a detenere una forza condizionante alla quale non si ha diritto proprio perché carente della necessaria legittimazione di base.
Renzi , con la sua Italia Viva, sta cercando di tornare alla guida del Paese, e lo fa legittimamente, sebbene sia consapevole di fare uso di sistemi - appunto il sopra citato abuso del ruolo di ago della bilancia - che nelle riforme che a suo tempo aveva proposto non avrebbero potuto trovare alcuno spazio. Egli oggi rivendica l’esercizio ed il rispetto del ruolo del Parlamento e del Governo in nome della necessaria ed imprescindibile trasparenza nel dover amministrare i 209 miliardi di euro assegnati all’Italia; e rivendica anche, non a caso da ex Presidente del Consiglio, una gestione più autorevole ed adeguata dei Servizi Segreti, che per loro natura nulla possono avere istituzionalmente a che fare con una sorta di fondazione chiamata alla loro guida ed al loro coordinamento.
Del resto, si è stufi di Commissioni Bicamerali o di task force.
Ma il problema non è tanto stabilire se l’ex sindaco d’Italia agisca più o meno coerentemente nel perseguire un obiettivo di certo primario oggi per lui, quanto capire se e quanto oggi le maggioranze parlamentari bastino da sé, vivendo di luce propria in regime di intercambiabilità che prescinde da una razionale interpretazione delle risultanze elettorali e tuttavia nel rispetto del dettato costituzionale, oppure debbano essere strettamente dipendenti, secondo un concetto di rappresentanza più stretto e più concreto, dai cittadini.
In fondo, si tratta di ridare forza e prestigio alla base, che non va illusa, ma consultata e coinvolta ogni qualvolta occorra. E non mi riferisco neanche ai sistemi consultivi dei 5 Stelle, a scanso di equivoci.

          Paolo Speciale 


30 nov 2020

OPPOSIZIONE:COLPIRE IL PREMIER AD OGNI COSTO!

 


Il borsone della compagna”


di v.cacopardo

La volontà dell'opposizione di voler colpire ad ogni costo il Premier Conte raggiunge ormai i limiti di ogni paranoia!

Si parla della Procura di Roma già al lavoro per aprire un fascicolo ed indagare su “presunti favoritismi” da parte del Premier sulla famiglia della sua compagna Olivia Paladino, donna schiva che si è sempre voluta sottrarre ai microfoni ed alle telecamere dimostrandosi sobria e riservata.

Se Lega e Fratelli d'Italia (sulla scorta di quanto riportato da una emittente di Italia 1 di Mediaset) hanno presentato le loro interrogazioni trasferendole dai magistrati al Tribunale del consiglio dei ministri ipotizzando un abuso d'ufficio.. non è difficile dare forza alla teoria di una politica resa sempre più ridicola rincorrendo scoop poco chiari al solo fine di abbattere l'avversario!

Se è vero che le procure avrebbero di che indagare su cose ben più importanti inerenti i continui disastri ambientali causati dalla incapacità e dalla corruzione dilagante..o dalle continue violenze che causano morte e sofferenze, di certo anche le emittenti potrebbero fare a meno di occuparsi di una tale storia solo perchè vi è interessata la compagna del Premier. Almeno chè non lo si faccia di proposito e volutamente inseguendo in modo persecutorio e persino poco legittimo.

Pare infatti.. che l'inviato della emittente, non avendo altri argomenti sulla figura del primo ministro, si sia volutamente messo sulle tracce della Paladino con la volontà di voler trovare ogni pretesto per incastrarla: La Paladino, secondo quanto riportato, rifuggiatasi in un Supermercato per evitare incontri con qualche reporter, avrebbe consegnato un borsone ad un presunto uomo di scorta del Premier. Non è detto sapere cosa vi fosse dentro e probabilmente per gentilezza lo stesso uomo di scorta l'avrà favorita assecondandola. Da qui una inchiesta i cui reati invero appaiono inesistenti..ma messa in luce sotto potenti riflettori.

I contorni di questa storia sono ancora poco chiari, potrebbero riscontrarsi novità...il chè ci impone di non trarre conclusioni troppo affrettate, tuttavia da quello che fino adesso si sa.. la vicenda appare oltre che risibile..fortemente strumentalizzata da una opposizione per l'abuso di una scorta al fine di favorire la compagna del Premier.



2 nov 2020

UN VIRUS CHE INIBISCE..E CONDIZIONA

 


SCELTE CHE NECESSITANO DI RECIPROCO RISPETTO

di vincenzo cacopardo


A sentire alcuni commenti per le strade e nei salotti della TV sul tema odierno di un virus che ci tiene in ansia e che ci allontana sempre più dalla fondamentale libertà di socializzare e di lavorare in tranquillità, si resta a volte basiti dall'improvvisazione e l'imprudenza di alcune posizioni.

E' certo che..ancora oggi.. una verità assoluta non può averla nessuno dato che persino gli scienziati mostrano contrapposte posizioni sulla forza di un virus che appare implacabile. Certo è che i morti si moltiplicano nel mondo intero e che i pronto-soccorsi del nostro Paese sono del tutto intasati!

In questa mia disamina non mi permetto di entrare nell'argomento sostenendo una tesi o l'altra, ma è certo che la diffusione è fortemente aumentata malgrado i tanti personaggi(alcuni pubblici) che fin dall'inizio hanno sostenuto con assolute certezze i complotti da parte di forze oscure tendenti alla eliminazione di una buona parte dell'umanità.

Ora ..sembra chiaro che chi gestisce un Paese e lo governa può solo trovarsi in grandissime difficoltà nell'assumere posizioni e scelte poco gradevoli per gli uni o gli altri, tuttavia è certo che proprio le scelte determineranno svolte positive o negative. In un sistema dittatoriale queste scelte si impongono con assolutismo e senza alcuna possibilità di opporsi, mentre in un sistema di democrazia non possono che essere sostenute democraticamente attraverso posizioni di governo condotte da una maggioranza parlamentare.

Mi sento comunque di poter affermare che, per l'eccezionalità della situazione, lo stato di emergenza non pare derogare da taluni diritti fondamentali e divieti voluti dalla stessa Carta costituzionale.

Fermo restando che lo stato di emergenza è una misura adottata da qualsiasi governo in caso di un pericolo imminente di minaccia alla Nazione.. si insorge ancora contro un premier per il suo abusare dei DPCM... Ma questo strumento non può vedersi tanto come quello disposto per risolvere una normale situazione sanitaria... se non come quello per offrire la massima garanzia di uno stato generale che coinvolge i molteplici particolari aspetti fortemente legati alla salute che vi girano attorno.

Mi è più che chiaro che un DPCM rispetto ad un decreto legge normale appare politicamente meno garantista. Tuttavia i decreti in genere sono atti amministrativi di contenuto particolare che hanno il merito di essere rapidi e quindi adatti alla condizione di emergenza.Chiaro anche che (non coinvolgendo il Parlamento), questi decreti restano la sola espressione della volontà della maggioranza. A differenza del normale decreto legge che assicura di certo un fondamentale dialogo e la collaborazione con l’opposizione anche attraverso i possibili emendamenti e contro emendamenti, un DPCM tende ad offendere il dialogo di un processo democratico in una Repubblica parlamentare. Ma il presupposto di questi decreti voluti dal governo resta proprio l'urgenza sulla situazione in atto supportata da una evidentissima pandemia di carattere ormai mondiale!

Oggi sono in tanti a vedere in tutto ciò qualcosa di anomalo, troppo ridotto.. e perciò poco democratico rispetto ad un iter che dovrebbe coinvolgere maggiormente il Parlamento. Sicuramente! 

Ma non si può certamente trascurare un fondamentale presupposto in difesa della salute: -Figurarsi poi.. se in un momento delicato come questo, in contrasto ad un normale decreto legge, si potessero opporre emendamenti di ogni sorta, pena anche una possibile decadenza!

Quello che oggi risulta davvero insopportabile è la supponenza e la presunzione di chi oggi, senza avere le redini del governo in mano, si alza in Parlamento con arroganza dichiarando di avere le soluzioni per risolvere questi problemi... di chi ritiene che ogni posizione governativa sia solo strumentale e priva di ogni soluzione a beneficio della società...di chi insiste col ritenere che ogni DPCM... persino quello sui ristori doveva seguire una strada differenziata per categoria e per unità..portando in tal modo un infinito allungamento dello stesso ristoro..per poi lamentarsene ancora... Di chi trova sempre un'occasione per contestare ogni posizione presa con sofferenza e difficoltà!

Di certo questi decreti nella prima fase non sono risultati nemmeno chiari ed esaustivi per via della difficoltà in cui si è improvvisamente trovato il governo. Se c'è qualcosa che si può sicuramente criticare in questo andazzo governativo in grande difficoltà è sicuramente il metodo” sul quale in certi delicati argomenti si è proceduto senza una visione reale della burocrazia insistente nel nostro sistema. In questo il governo ha errato sottovalutando! Vi sono anche evidenti trascuratezze sulla cassa integrazione, sui bonus etc..Ma chi può assicurare che... chi oggi se ne lamenta, data l'urgenza, non avrebbe commesso simili debolezze?

Come tutti dovremmo comprendere l'inesorabile avvento di un virus poco conosciuto, ha creato paure ed incertezze. Sono di certo errori che non possono piacere a chi...avendo chiara la volontà di esercitare il ruolo premier... si trova in evidente imbarazzo nelle stesse scelte da prendere, immedesimandosi principalmente sul sostegno alla sicurezza del paese.

Invece del continuo lamento di una politica litigiosa.. ci si dovrebbe unire per un riscontro alle soluzione predisponendo dei tavoli per il dialogo..e per questo occorre tanto equilibrio e umiltà politica da ambo le parti ..oltre che una predisposizione reciproca al rispetto.



13 ott 2020

FRATELLI TUTTI: LA LETTERA APOSTOLICA PIENA DI UMANITA'

 


di vincenzo cacopardo


Ancora una volta Papa Francesco ci sorprende con la forza delle sue parole espresse in una nuova Enciclica. Nella lettera apostolica “Fratelli tutti” il Papa prende spunto e si sofferma sul Santo dell'amore fraterno...quel Santo che amava la natura e che vestiva e viveva in un'umile semplicità: Francesco D'assisi. Un nome che, non a caso, il Papa assunse nella memoria di chi ha indicato la strada dell'amicizia sociale e la fraternità attraverso un percorso dedicato ai poveri e gli abbandonati.

Oggi...con un mondo in totale balia della globalizzazione.. la sua figura viene messa in luce dal nostro Pontefice nel contesto di un disastro mondiale a tutti evidente: Eventi che hanno finito con lo scaturire in un pericoloso virus che continua a flagellare l'umanità condannando la società vittima di se stessa... e bloccando il suo naturale progresso di crescita.

Per il nostro Pontefice non si tratta di un castigo divino, ma di un naturale evento di ribellione verso un progresso ricco di soprusi e di squilibri...Non dimentichiamo che per Papa Francesco alcune questioni legate alla fraternità sociale sono sempre state viste con attenzione...in quanto come lui ha affermato: “Dio ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignita", e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro»: Affermazioni rivolte più spesso anche verso le comunità orientali.

In questa sua ultima Enciclica il pontefice ha..perciò.. voluto racchiudere in un'unica riflessione gli interventi in proposito: Si potrebbe affermare che il sopraggiunto inatteso Covid gli abbia dato spunto soprattutto per la forza devastante con la quale si è imposto in tutto il globo.

E' difficile per il vescovo di Roma pensare che non vi siano rapporti tra questi eventi ed il modo di vivere e di porsi nella società odierna. Quali sono..infatti.. i grandi ideali e le vie percorribili per far si che si possa costruire una vita di relazioni in un mondo che deve potersi sostenere nel sociale e nella politica? Prendere spunto dal poverello di Assisi significa comunicare l'importanza dell'amore e della fraternità al fine di ottenere più equità e persino maggiore rispetto verso il prossimo.

Il Papa parte quindi dalla comune appartenenza alla famiglia umana e dal riconoscerci tutti come fratelli poiché figli di un unico Creatore.

L'umile Pastore di una Chiesa oggi in piena rivoluzione...ci trasmette quel messaggio cristiano fondato principalmente sull'amore. La sua nuova Enciclica è carica della volontà non comune di un Pontefice che persevera nel suo cammino forte di parole umili e concettualmente profonde...ma è anche un ulteriore auspicio: Il suo non può essere inteso solo come un messaggio cristiano, ma anche umano e sociale... posto con una semplicità non comune da chi non ha mai ostentato verità assolute... Di chi si sforza di comunicare nel cuore e nell'animo umano infondendo una speranza ed un coraggio non comune in nome della fraternità: Un concetto di fraternità indispensabile che potrebbe unire gli animi nel contesto di una modernizzazione tendente a disunirli.

23 set 2020

LA VITTORIA SUL TAGLIO PRIVA DI UN TRAGUARDO SICURO

 







di vincenzo cacopardo

Ha vinto un Si ed in modo ancora più sorprendente... Tuttavia in realtà non ha ancora vinto nessuno!

Fino a quando l'iter non sarà concluso con una legge elettorale e la distribuzione dei collegi nei territori.. il cerchio non sarà chiuso e potrebbero nascere macroscopici scompensi: di certo per le minoranze vi sarà meno spazio e per il Sud non sarà un risultato favorevole!

Il dato della vittoria non sorprende, ma sorprende di certo il risultato numerico al quale bisogna sottomettersi: Un atto significativo dei cittadini contro la politica ed i politici, ma non certo verso la logica ed il metodo!

La mia personale critica contro il Si infatti è sempre stata e rimarrà focalizzata sul metodo ..su un percorso che si sarebbe dovuto attuare per logica e per fasi e non per tagli violenti. Non è mai stata una questione di principio pro o contro...ma una questione che si sarebbe dovuta affrontare non prima di costruire le riforme più adatte. In tal modo potremo vedere solo tra le incognite il risultato effettivo di tale referendum.

Di certo è stata una vittoria delle segreterie dei Partiti sul Parlamento e vi è stata anche una certa politicizzazione governativa su una consultazione popolare relativa in modo specifico al potere legislativo, ma come ormai sappiamo sono i Partiti che comandano e dirigono la politica. Organizzazioni che non vogliono per nulla affrontare una riforma legata al loro disciplinamento.

Il cittadino, dietro la spinta di un Movimento che ha sempre guardato con disprezzo ed in modo parziale la classe politica, ha voluto castigare la rappresentanza continuando a non tenere in considerazione la principale riforma relativa all'articolo 49 della Costituzione diretta verso le organizzazioni partitiche. D'altronde i Partiti stessi non hanno mai avuto nessun interesse a doverlo sottolineare.

7 set 2020

LA RAGGI ..CI PROVA E METTE IN CONFUSIONE IL MOVIMENTO

 



di vincenzo cacopardo


Abbiamo ascoltato la sera scorsa un'intervista alla sindaca Raggi condotta dai due giornalisti di “IN ONDA” sulla Sette. Virginia Raggi ha parlato chiaramente rispondendo con chiarezza a tutte le domande ed ha affermato i suoi propositi di voler provare a rinnovare l'incarico di prima cittadina di Roma malgrado i principi di un Movimento che la sostiene politicamente...In realtà è sembrata assai lontana e per nulla solidale ad alcuni di questi principi, pur non dimenticando di appartenere al Movimento.

Ho spesso sostenuto la sindaca nei tanti post da me scritti e dopo questa intervista continuo a sostenerla ancora di più nel suo difficilissimo impegno: Ha parlato con molta chiarezza di come si sta svolgendo il suo lavoro e con quale determinazione cerca di portarlo avanti malgrado le enormi difficoltà.


Da sempre non si è fatto che maltrattarla per ogni avvenimento riguardante il percorso del Movimento Cinquestelle. La si è condannata per la sua appartenenza al Movimento molto più che per il suo reale impegno..Sia che gli argomenti possano averla lievemente sfiorata o che non l'abbiano riguardata per nulla. Non si è mai tenuto in considerazione alcun suo lavoro a favore per la città di Roma.. anche se questo non ha potuto portare per logica effetti immediati.


Tempo addietro scrissi su di lei che la migliore metafora rimane quella che individua la Raggi come un'autista posta alla guida di un'auto vecchia e malandata abbandonata dai suoi conduttori precedenti..un'auto a cui difficilmente possono apprestarsi opere di aggiustamento poiché le risorse mancano o sono ristrettissime: L'accensione del mezzo e precaria..i freni ancora di più, i fari non si accendono..le marce grattano e la frizione andata..i tergicristalli non funzionano..le gomme fin troppo lisce...e così via...Proviamo dunque a pensare in una condizione simile cosa potrebbe fare un altro conduttore del mezzo.. se non cercare in tutti i modi di rimettere a posto il mezzo senza il quale non potrebbe mai raggiungersi un qualsiasi traguardo. Le alternative rimangono due: o scendere dal mezzo o condurlo nel suo trasporto col sicuro rischio di bloccarsi e di creare incidenti!..Virginia Raggi ha scelto la strada della riparazione! Ma pare che, malgrado lo sforzo fatto per cominciare il suo viaggio verso l'officina.. una lunga fila di addetti al traffico l'abbia già voluta bloccare..mentre altri addetti alla riparazione hanno teso a manipolare o addirittura a sabotare.. ogni tentativo di opera di aggiustamento.

Tuttavia sembra chiaro che se il mezzo non si ripara non sarà mai possibile raggiungere qualunque traguardo! L'alternativa è quella di procedere come nel passato dove si tendeva a rappezzare ogni cosa sistemando nel momento, ma lasciando tutto non finito ed in mano alla speculazione di una Amministrazione incontrollata e di una cittadinanza distratta.


Nel Blog ho spesso sottolineato le carenze del Movimento 5Stelle.. spingendo l'organizzazione a rivedere il suo sistema interno per le candidature e quello dell'impostazione delle regole per meglio definire i confini dei loro confusi principi di comportamento..Magari parlando meno di trasparenza..senza alzare vessilli..con pacatezza ed agendo in favore di questa.. solo attraverso fatti che possano far funzionare il sistema!.. Già più volte si è assistito ad una sorta di epurazione per mancanza di trasparenza condotta in modo anomalo con differenze caso per caso..(Il caso Pizzarotti aveva già segnato un passo).

Ma se una figura istituzionale con un compito amministrativo viene eletta in un Movimento o in un Partito, potrà seguire le linee politiche generali del gruppo di appartenenza, tuttavia non dovrà mai essere condizionata sulla scelta del suo ruolo e dei componenti della propria giunta. Questo sia per un rispetto che si deve alla stessa personalità, che in risposta ad un riscontro di eventuali responsabilità.


Dovrebbe essere chiara la differenza tra i due compiti.. poiché è certo che per amministrare un Comune occorre più impegno verso il soddisfacimento delle regole e dei servizi sociali della città...Pensare che i due ruoli possano essere equivalenti e sovrapponibili è un errore che vede tra l'altro una politica amministrativa sempre più bloccata su scelte legate e condizionate da una serie di interessi ..Con questi metodi si rischia quindi di vedere figure poco capaci di operare positivamente o altre..come nel caso della Raggi a Roma, condizionate e sottomesse dalle scelte di un insensato direttorio. La logica dovrebbe veder divisi i ruoli: chi amministra non può essere sottoposto né ad interessi di partito ..nè a obblighi di scelta sulla propria squadra di governo anche per le evidenti responsabilità connesse. Il Partito o il Movimento può solo indirizzare una via politica e discutere su ciò che riguarda determinate scelte particolari di alto contenuto sociale, ma non può per nulla incidere sulle scelte amministrative già di per sé affidate ad una figura che ha ottenuto il consenso cittadino.


Commette un grossolano errore questo Movimento ed anche qualunque Partito quando non separa con metodo e scopo un'attività parlamentare e di Partito da quella prettamente istituzionale ed amministrativa...cioè quando attua lo stesso criterio per la definizione dei candidati disposti per amministrare Comuni, Enti e Regioni.. e persino quando spesso li accomuna con ruoli legislativi. Nel mio Blog è stata diverse volte sottolineata la difficoltà di poter condurre una politica attraverso i vecchi principi. Di ciò si è data abbondantemente colpa ad una vecchia politica incapace di custodire i fondamentali valori di una democrazia e di lottare contro obsoleti concetti che non potranno mai far crescere una politica moderna più utile alla società



4 set 2020

REDDITO DI CITTADINANZA O SEMPLICE SUSSIDIO ?

 


L'assenza di chi percepisce il reddito.. nel lavoro per le Amministrazioni

di vincenzo cacopardo

Di certo un sussidio occorreva per coloro che ne avevano bisogno! Se è giusto e lecito sostenere una parte del popolo in disagio attraverso un sussidio o una pensione decente...potrebbe apparire non appropriato chiamare reddito un sostegno fino a che non si abbia una certezza che questo provenga da un lavoro sicuro. Sarebbe stato più sensato e meno discutibile chiamarlo un “sussidio di cittadinanza” in attesa di un reddito..programmando un riassetto dei centri di ricerca lavoro ed infondendo all'uopo maggiori risorse per investimenti. Ma inventarsi un reddito ancora prima di capire se vi fossero opportunità certe per un lavoro...è sembrato esclusivamente una propaganda costata molto cara al nostro Paese!

Sembra ormai finita nel ridicolo la farsa di un Reddito che in realtà ha sortito solo lo scopo di un sussidio! Ma non basta: Molti profittatori e pochi controlli!

Non poteva che finire così in modo più tragico che ridicolo! Un semplice e continuato sussidio che si intendeva a tempo e che, non avendo trovato più una valida soluzione nella ricerca di lavoro, sarà destinato a proseguire in eterno!

Tuttavia quello che non si può ammettere è vedere tante Amministrazioni comunali in difficoltà nell'espletamento dei loro servizi che stentano a mettere al lavoro chi percepisce questo reddito. Infatti..si era specificato chiaramente che costoro, in attesa di un lavoro stabile, sarebbero stati usati dalle Amministrazioni per operare nei servizi, ciononostante nulla di tutto questo appare.

Molte città del sud appaiono prive dei fondamentali servizi..eppure non si usa chi percepisce questo reddito nemmeno per poche ore al giorno, sia per una mancata capacità organizzativa delle stesse Amministrazioni...che per una inerzia da parte dello Stato che ha mancato nel predisporre le giuste regole.

Tempo addietro scrissi su questo blog un post dove sottolineai il rischio boomerang di una simile operazione:Non v'è dubbio che su questa operazione di riuscita del reddito di cittadinanza Di Maio vi abbia posto il futuro della sua carriera politica. Al di là di ogni malevola insinuazione, sono certo che lo abbia fatto mettendo in primo piano la dignità dei tanti che, soprattutto al Sud, vivono in stato di povertà assoluta..Tuttavia se questo gli potrebbe rendere onore..sembra abbia voluto affrontare il tema con troppa passione e disinvoltura..privo del necessario pragmatismo.”

Sarebbe stato indispensabile doverlo affrontare con maggiore conoscenza riguardo il tessuto sociale del paese e l'aspetto tecnico di una manovra che pone decisamente una moltitudine di problematiche.. sia sul piano preventivo che su quello operativo.

Ad oggi, lo stesso Di Maio e tutto il suo Movimento, sembrano sottovalutare la fase intermedia non predisponendo alcuna attenzione verso il compito di costoro in relazione al lavoro che dovrebbero svolgere verso le Amministrazioni!



27 ago 2020

L'AMERICA DELLA VIOLENZA E QUELLA DELL'AUTOCRITICA

 



di v.cacopardo


A QUALE DELLE DUE AMERICHE CREDERE?


La polizia del Wisconsin ferisce in modo grave un altro afroamericano e lo fa in modo eclatante e quasi delinquentesco. Nella città di Kenosha alcuni agenti erano stati chiamati sul posto per una lite familiare e dalle immagini che la tv ha mostrato si vede un’uomo, identificato da un testimone come colui che stava cercando di sedare la lite che viene colpito alla schiena.

-Ma dico: quale bisogno c'è di sparare sette colpi alla schiena anche se l'uomo possa essere il peggior delinquente? E non lo era nemmeno ..era un uomo che cercava di calmare gli animi di chi litigava! Chiunque avrà visto le immagini sarà rimasto di certo impressionato! Due agenti pronti ad utilizzare le armi tenendo sempre la mira verso l'uomo che cerca di entrare nell'auto dove vi sono i suoi figlioli. Fuoco a volontà: sette colpi ravvicinati come si trattasse di una bestia feroce. Si ripete la solita storia di un'America che si indigna dopo che il fatto avviene scatenando proteste per le strade, ma nulla sembra mai cambiare in proposito.


Tempo fa scrissi sull'America un post che ne descrive le diverse dicotomie. Scrissi di un'America che dal dopo guerra sembra ancora condizionata nella sua evoluzione democratica. Una Nazione piena di contraddizioni ..si direbbe sempre più controversa nel suo cammino verso la crescita e la propria morale sociale. Un Paese..nel contempo meraviglioso nell'imprimere speranza ed incomprensibile nella sua stessa ricerca! Incline nel dimostrare i suoi principi di uguaglianza, ma meno nel metterli in atto! Un paese che si esprime sulla democrazia, gridando tanto alla libertà ed al benessere.. esaltando in modo alquanto superlativo i suoi valori, ma che continua a condizionare la propria popolazione attraverso altri principi del tutto diversi. Un Paese, però, dichiaratamente autocritico che fa tanto pensare !

Quello che distingue questo Paese è proprio la concezione della democrazia che vorrebbe apparire la migliore, ma non tiene in considerazione i limiti di un liberismo eccessivo che, privo di alcune fondamentali regole..finisce col togliere ogni indispensabile misura e il dovuto equilibrio: Se da un lato si da spazio ad una libertà sociale fondata sul principo dell'uguaglianza che esalta ed incide sulla vita quotidiana imprimendo pericolose esaltazioni che sfociano in una esaperata violenza..da un altro lato si assiste ad episodi che indicano principi intransigenti, grande severità ed una rassicurante vittoria della giustizia.


Sul piano politico governativo..una democrazia che pare distribuirsi bene nel percorso della sua realizzazione..ma che parte da una base non propio corretta che premia una rappresentanza attraverso la forza del denaro.

Questa America, forte di un richiamo di natura patriottica e del suo principio di eguaglianza e libertà, sembra restare inconsapevole: La sua effimera democrazia guidata dalle risorse dei più potenti.. non riesce a rispondere a quei principi legati ad una rappresentanza popolare che sono la base di partenza senza la quale ogni vera partecipazione non può esistere.

I principi civili del continente Americano sono concentrati sulla libertà..sulla sana famiglia, sulla buona condotta civica e su una crescita sociale all'ombra di una morale a volte fin troppo ipocrita e bigotta, mentre la politica appare alquanto espansionista ed imperialista...a volte non priva di contorni non del tutto chiari e limpidi. Tutto ciò la distingue e la pone sotto i riflettori come uno dei Paesi più incoerenti, ma che...al contrario di altri.. nel momento del giudizio.. sembra sempre operare in favore del valore supremo della legge..

E' innegabile infatti...e si evidenzia quel principio che la mette costantemente sotto i riflettori come uno dei pochi Paesi autocritici. Basterebbe visionare la lunga serie di una certa cinematografia da loro prodotta..sicuramente ben trattata e con sceneggiature profonde di ottima fattura...che, al contrario, promuove un costante rimprovero al loro sistema e che mette in mostra la vittoria di una giustizia sul potere corrotto: Qualcosa di strano e quasi incomprensibile!

Dopo questi ultimi violenti episodi che vedono le forza dell'ordine operare con tale violenza...verrebbe spontaneo chiedersi a quale delle due Americhe dar credito!..

17 ago 2020

UN MOVIMENTO COSTRETTO A DIVENTARE PARTITO

 

Senza le necessarie riforme istituzionali.. credere nel cambiamento rimarrà sempre un'illusione!
di v cacopardo

Era più che logico che sarebbe finita così!
Nel mio blog già da molto tempo si era posto il problema riguardante il Mov 5 Stelle che pian piano si sarebbe dissolto trasforamandosi. Una trasformazione in realtà non desiderata, ma costretta e persino condizionata dalla presunzione e dalle troppe leggerezze. Tuttavia non è proprio questo mutamento a porre i tanti dubbi sulla opaca identità di un Movimento apparsa fin dall'inizio bizzarra e non precisamente conforme con un percorso di funzione politica di innovazione.
Non vi è mai stata una vera innovazione quando dietro il vestito che ne camuffava la stessa identità si nascondeva una organizzazione verticistica tipica delle strutture assolute e di comando che ha preteso di operare in modo alquanto altezzoso attraverso tagli lineari e un ipermoralismo esasperato. Appresso una buona parte del popolo che vi aveva creduto poiché speranzoso di un cambiamento..ha perso ogni orientamento!
Adesso che il Movimento voluto da Grillo si trasforma in Partito (poichè non ha altre alternative) perdendo quei principi di base che dovevano rappresentare la vera metamorfosi di una vecchia politica, tutto viene rimesso in gioco e lo stesso cittadino..cessato l'entusiasmo.. potrebbe smettere di credervi.
Il M5Stelle lo ha voluto fare lo stesso non curandosi della sua struttura: Ha preteso di governare senza aver costruito nel tempo una forte base organizzativa al suo interno, né ricercando le giuste primarie riforme. Ha pensato di basare fin troppo i suoi principi su quel forzato moralismo senza nemmeno avere la forza numerica necessaria per imporlo. Qualunque tipo di eccesso non paga mai!Pian piano è stato costretto a cambiare una serie di regole al suo interno che, volente o dolente, gli costeranno un mucchio di consensi.
Chi vorrebbe dare un consenso al di fuori delle vecchie forze politiche del passato..rimane ancora alla ricerca di una nuova forza che rispetti i primari bisogni: Un Partito che possa davvero rappresentare l'innovazione...senza compromessi, senza conflitti, senza moralismi esasperati, ma con un vero progetto di innovazione attraverso le riforme istituzionali di cui questa nostra politica avrebbe bisogno: Il successo di un partito politico non si può inventare, non può identificarsi solo nella prepotenza di voler dimostrare la capacità..o l'incapacità di saper governare, ma quello di costruire una base forte di edificazione basata sul principio di funzionamento e quindi sulle primarie riforme istituzionali, poiché mancando queste, nessun altra di queste forze potrebbe essere capace di governare un paese come il nostro. Da troppo tempo in proposito gli interessi personali prevalgono su l'interesse sociale del paese Italia ed i cittadini perseverano nel votare male o distratti.

22 lug 2020

PREMIER E GOVERNO VINCONO IN EUROPA



di v. cacopardo

E' adesso?

Adesso non vi possono più essere pretesti: Aziende, commercianti e cittadini lavoratori non possono più attendere!

Come possiamo biasimare l'impegno del nostro Presidente del Consiglio che, malgrado i problemi inerenti la sua difficile composizione di maggioranza piena di incomprensioni e maldestre prese di posizioni, è riuscito a portare in porto una vera e propria vittoria in seno all'Europa. Si tratterebbe di un traguardo storico che prevede un indebitamento comune per rilanciare una crescita dell'intera comunità.

Hanno vinto l'impegno e la caparbietà di chi vi ha creduto!

La manovra del Recovery Fund sarà di 750 miliardi: 390 di contributi a fondo perduto e 360 di prestiti. Di questi per il nostro paese 80 a fondo perduto e 129 in prestito. Si sono decisamente accorciate le distante tra le posizioni dei paesi dell'Unione. L'Italia ne esce meglio di come si potesse pensare a dispetto di una opposizione perennemente alla ricerca di pretestuose posizioni e disfattiste considerazioni.

Tuttavia adesso il lavoro più difficile rimane quello di saper apprestare un piano certo e sicuro sull'uso di queste risorse nei tempi più veloci..ma anche qualitativamente utile in vantaggio di una alquanto difficile crescita. Malgrado si sia già cominciato... conosciamo bene le problematiche burocratiche che impediscono uno svolgimento più spedito e veloce, ma non possiamo non rendere merito ad un vantaggio recuperato grazie all'impegno di un Presidente del Consiglio tanto amato da alcuni.. quanto detestato da altri che gli attribuiscono con troppo astio ritardi ed incompetenza. 

Certo pensare che dei 750 miliardi in gioco ..quasi il 30% vanno al nostro paese e di questi il 40% rimane a fondo perduto, non può essere di certo un caso, ma il risultato di un lavoro al quale si è creduto e per il quale si è combattuta una dura dialettica con i paesi più ricchi. Ciò nonostante il lavoro più difficile comincia proprio adesso e si definisce in uno scrupoloso impegno a vantaggio della nostra Nazione.. poiché.. proprio in questa fase si combatte una difficilissima lotta contro il tempo. Adesso non vi possono più essere pretesti: Aziende, commercianti e cittadini lavoratori non possono più attendere!

4 lug 2020

LE NUOVE GEOMETRIE POLITICHE

(post del 2013- riproposto)
di vincenzo cacopardo
Quello che oggi non si riesce a scorgere nel nostro Paese, è una profonda ricerca di cambiamento verso un modo di far politica che non può più funzionare. Dalle attuali forze oggi impegnate, si coglie  l’assoluta mancanza di proposte innovative sulle riforme istituzionali, suggerite attraverso una nuova forma mentis, che dovrebbero poter sostituire il percorso di una mentalità ancora incollata a vecchie procedure anticostruttive.
                                                                          

Credo che ciò dipenda prevalentemente da una incapacità di immedesimarsi in una vera costruzione del nuovo in termini di idee, ma anche nel non comprendere che il vecchio modo di ragionare e di muoversi, non potrà più farci crescere. Anche le idee dovono potersi rinnovare spinte dalla logica di una continua innovazione sociale. 
Chi è in grado di poter vedere in un’ottica innovativa la funzione di una politica più attiva per la nostra società, potrebbe meglio accorgersi di quanto importante sia ragionare con un’apertura mentale disposta in favore di un sistema alternativo che possa condurci avanti. Non si deve mai dimenticare un passato storico che ha segnato un percorso, ma farne esperienza.. per mettere in atto una vera trasformazione in termini di efficienza ed utilità e ciò può avvenire solo con la forza di una ricerca su basi teoriche attraverso uno studio di ricostruzione funzionale di quella che potrebbe definirsi come una "NUOVA GEOMETRIA DELLA POLITICA" 


“posizionamento dei poteri”

Nel 700 un brillante magistrato di nome Charles de Montescquieu con “lo spirito delle leggi”, attribuì alla separazione dei poteri il concetto di libertà, precisando l’importanza del loro reciproco equilibrio. Questo importante personaggio scrisse che il potere legislativo e quello esecutivo non potranno mai essere accomunati sotto un’unica persona o corpo di magistratura,  e  neanche quello giudiziario potrà essere unito agli altri due poteri: i magistrati non possono essere contemporaneamente legislatori e coloro che applicano le leggi. Così, ovviamente i legislatori non possono essere contemporaneamente giudici. 
Per Monteacquieu l'arte di creare una società e di organizzarla compiutamente, era l’arte più alta e difficile, in quanto da essa dipendeva il benessere necessario allo sviluppo di tutte le altre arti. Indubbiamente egli pose le fondamenta per le regole di una politica che ebbe grande influenza sulla costituzione francese e americana e sulla quale si sono via via costruite le basi delle democrazie moderne, tra cui la nostra. Ciò che manca in questi suoi studi è il rapporto tra il parlamentare ed il legislativo (oggi fusi insieme in modo alquanto conflittuale) relativo alle moderne democrazie.

La logica di Montescquieu è ancora valida rispetto alle democrazie moderne che operano attraverso “i poteri” dello Stato, ma oggi, nel disperato bisogno di un percorso di revisione della democrazia moderna, non ci si può basare su questo modello in modo circoscritto e pragmatico senza apportarvi innovazione: se si vuole costruire qualcosa di più funzionale, la prima forma che deve sparire è proprio l’idea di “potere” che..forse, potrebbe legarsi soltanto a quella che ogni cittadino esprime attraverso un proprio voto di rappresentanza  in Parlamento.

Il “potere” esecutivo, che oggi rappresenta il complesso delle attività volte a dare attuazione alle leggi dello Stato e che ha anche funzioni distinte in attività politiche e in quelle amministrative, non dovrebbe rappresentare una forma di “POTERE”, ma essere classificato come un “organo”. Così come il potere giudiziario, che di per sé è già un “ORDINE”, secondo la dicitura espressa dai padri costituenti nella Carta costituzionale..ma che, per una serie di circostanze, ha finito con lo sfociare in un potere.  

Credo che molti cittadini si domandino oggi, se possano ancora esistere concetti fondati su una divisione Destra-Sinistra, e se la vita politica, malgrado sia sempre stata segnata da un percorso ideologico costruito attraverso questa dialettica, possa continuare a contribuire positivamente in favore di un funzionamento sociale. Politici e politologi di tutto il pianeta fanno ancora credere che possano esistere questi percorsi anche perchè, questa suddivisione, continua a dar loro la possibilità di esprimersi in una vecchia logica al fine di poter restare incollati agli interessi che un sistema può offrire. 

Di certo oggi, non si dovrebbe più discutere in termini di destra e sinistra, ma solo di bisogni per la società... e questo conduce automaticamente alla ricerca di un nuovo sistema: -Che possano esistere ideologie diverse nel nostro pensiero, è più che legittimo sebbene, in un contesto di moderna politica, si dovrebbe lavorare per un processo di crescita e di benessere in favore di una società con maggiore sinergia, seppure nel contesto di idee diverse.


Una nuova politica dovrebbe spingersi a vedere la sua capacità funzionale non più nella classica visione di una linea di divisione che contrapponga una Destra e una Sinistra, ma in quella più moderna di una linea che divida, in modo equilibrato ed efficace, la funzione Governativa da quella Parlamentare.
                                                                                  

La visione futura di una politica moderna potrebbe vedere la determinazione di un unico vero "POTERE" al centro con ai lati un ordine giudiziario ed un organo governativo operanti in parallelo per competenza. 

      ORGANO GOVERNATIVO---POTERE PARLAMENTARE—ORDINE GIUDIZIARIO

Naturalmente il vero ed unico potere rimane quello parlamentare che dovrebbe dirigere e guidare l’indirizzo politico: Costruito con la forza del pensiero dei cittadini e con l’apporto di chi deve operare da tramite per costruire in modo fattivo questo legame attraverso un programma: cioè i Partiti (solo se opportunamente revisionati e regolamentati da chiare normative)

Il posizionamento del potere Parlamentare include di per sè anche il bisogno di un’aula sulla quale dibattere in termini di normative, formando maggioranze e minoranze solo in relazione a scelte di metodo: Bisognerebbe lavorare perchè il programma discusso e voluto dai cittadini..riesca ad essere anteposto a qualunque scelta e rappresentare il presupposto ideativo essenziale del percorso politico del Paese. Tutto ciò anche in considerazione delle regole economiche imposte dall'Europa, dove può ricercarsi e trovare spazio un percorso di metodo più adatto.   

Oggi occorre essere funzionali per far sì che un sistema trovi una corrispondenza verso l’utilità di un servizio che si deve alla società che si amministra. La parola “funzionalità”, è sinonimo di efficienza ed innovazione e la ricerca di un giusto posizionamento dei compiti dovrebbe essere affrontato in una ottica più moderna e costruttiva poiché, la funzione dei singoli elementi, ha un’importanza predominante sulla evoluzione stessa della società.


Bisognerebbe guardare oltre e lavorare… in direzione di uno studio organizzativo che possa basarsi su un principio di specializzazione e di suddivisione del lavoro e dei relativi ruoli.