DIGNITA'
DEL LAVORO..O PREPOTENZA DEL MERCATO?
di vincenzocacopardo
Non
poteva mancare la solita critica della stampa...tuttavia il “decreto
Dignità”, proprio per il nome che porta, non avrebbe nemmeno
bisogno di essere sostenuto più del dovuto. Soprattutto da una
sinistra che per principio dovrebbe privilegiare la dignità di ogni
lavoratore e che..invece.. si è scagliata contro il provvedimento con critiche
insensate.
A
detta di Di Maio, che si è opportunamente affrettato a dichiarare un prossimo
taglio al costo del lavoro, il decreto è di certo uno degli atti più
consistenti verso il cambiamento..eppure per alcuni rimane come un
tuffo nel passato. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha
sottolineato che con tale provvedimento il Governo non intende per
nulla mettersi in contrasto con il mondo imprenditoriale, ma di
ridare dignità al lavoro.
Il
decreto, ancora oggetto di discussione e di possibili variazioni in Parlamento, sembra voler combattere una precarietà a partire dai
contratti a termine, ma per buona parte della politica di
contestazione, rischia di introdurre vincoli e costi che richiamano ad un certo passato.. Per costoro il pericolo potrebbe essere quello di
un mercato del lavoro bloccato che mal si accompagna all'idea di
innovazione di una società competitiva.
Luigi
Di Maio..al contrario ...esalta il provvedimento voluto soprattutto
dal Movimento 5Stelle..che non ha mancato di destare qualche malumore
in casa delle Lega. Il ministro del lavoro risponde ai giornalisti
con queste decise parole che non esprimono per nulla presunzione..
ma di sicuro un certo naturale entusiasmo:«Non
vengo qui a enfatizzarlo né a celebrarlo, non abbiamo risolto i
problemi della precarietà, ma abbiamo detto che il lavoratore
conta».
Le parole di Di Maio
sembrano esprimere principalmente rispetto assoluto per il lavoro: Se
il lavoratore conta.. il lavoro cresce nella qualità e la società
si arricchisce nel pieno rispetto di ogni attività produttiva.
Ma
contro il decreto si muove persino la Lega Serie A. (organismo di
rappresentanza dei club del massimo campionato) ritenendo tali
misure non esattamente efficaci..comunicando estrema preoccupazione
per l’impatto sul mondo del calcio: Il divieto sulla pubblicazione
delle scommesse potrebbe influire non poco sulla pubblicità...facendo
perdere esose entrate allo Stato.
Naturalmente
i budget destinati alle squadre italiane ne resterebbero svantaggiati
rispetto alla concorrenza. Quindi tutto il sistema
Gioco Italia non può che bocciare i divieti imposti dal decreto.
Confindustria a Confartigianato criticano il provvedimento
ritenendolo poco pratico e non in linea con i bisogni di una società
che si innova ad un sistema globalizzato. Ma per il Movimento 5Stelle
la dignità dell'uomo lavoratore deve tornare al centro e non essere
più rappresentata da un numero.
Bisogna
mettersi d'accordo nella ricerca di un essenziale equilibrio: O
salvaguardiamo veramente il diritto ed il rispetto del lavoratore...o
difendiamo il libero mercato con la prepotenza della finanza..senza
porvi i relativi confini!.. E questo rimane decisamente un tema di
sinistra che dal Pd è stato affrontato in modo decisamente
antitetico rispetto ai suoi stessi principi.