10 giu 2013

Oggi la Sinistra…domani la Destra…(la danza continua)..




La danza continua...ed il Paese non cresce!...
Sembra che ormai la sinistra abbia conquistato un chiaro consenso in ogni comune in cui si è votato.  Oggi le amministrazioni comunali tornano in mano alla sinistra ed un domani.. in modo scontato.. potranno tornare alla destra…e via dicendo… poiché questo è il naturale percorso di un’alternanza: Naturale, ma..poco funzionale.
Per una utile politica di scopo.. ed a maggior ragione.. per ciò che riguarda la guida amministrativa dei comuni…questa logica dell’alternanza, sembra antiquata e poco pratica. La politica poi..non può più permettersi di giocare con le disperate posizioni che ribaltano da un giorno all’altro progetti e normative in un gioco al massacro del Paese. Così..dopo anni di costruzione di un percorso (giusto o sbagliato che sia) si riapre un nuovo percorso che in modo sbrigativo taglia il precedente.
La dialettica politica deve avere lo scopo di far funzionare attraverso la partecipazione di chi sostiene le idee e di chi è veramente capace di metterle in atto. (in una  collaborazione di rispetto reciproco e non in una disperata distruttiva contrapposizione)
Se per i comuni, appare persino superfluo il peso ed il costo di un consiglio comunale, poiché ciò che si pone in gioco sono i servizi per la città ed un’amministrazione attenta e sicura, per quello che attiene la politica nazionale, ogni logica di opposizione, può solo rendere meno funzionalità al percorso:- Se un confronto deve essere necessario non è detto che possa sostenersi con le poco adatte posizioni contrapposte, ma con una più utile e funzionale differenza dei ruoli.
Fa presto Renzi a sostenere che non assumerà alcun ruolo in prima persona nella politica nazionale..senza che prima si facciano le riforme. Ma il problema che il sindaco di Firenze finge di non vedere.. è proprio quello di come poter realizzare tali riforme, ponendosi così in una comoda posizione di inerzia e di attesa: 
- Per quale ragione, viste le sue declamate capacità, la sua risolutezza nel dialogare..il suo modo di sentenziare, non si propone di lavorare per ricercarle e promuoverle direttamente?
vincenzo Cacopardo

Una cultura politica ormai radicata




Sarebbe abbastanza naturale oggi chiedersi quali vere e funzionali riforme potrà mai mettere in atto una politica che sostiene un governo ponendo insieme due forze politiche contraddistinte da una visione di opposti ideali. Secondo molti, il percorso delle riforme costituzionali che si sta seguendo oggi, è un cammino irto di ostacoli. La nomina dei 35 saggi servirà per formulare il disegno di legge di modifica dell’assetto istituzionale del Paese.
Il governo Letta sembra dunque incamminarsi verso il difficoltoso sentiero della  modernizzazione della macchina dello Stato. Nel rifiutare il presidenzialismo i Partiti sembrano essersi divisi, ma qualcuno afferma che in realtà sono più uniti che mai.
Sembra chiaro che.. in proposito al presidenzialismo.. vi siano resistenze da ambo i lati e ciò potrebbe essere supportato da una ragione culturale che, contrariamente, spingerebbe il nostro Paese e la nostra società verso una netta metamorfosi del pensiero politico:-Tutto ciò che appartiene all’organizzazione delle Istituzioni subirebbe un vero stravolgimento, poiché la nostra politica è sempre stata legata ad un meccanismo moderato che porta ad una logica di dibattimento e di dialogo contrattuale.
Nasce perciò ancora fissa una domanda: potremo ancora trovare un utile scopo da una politica dell’alternanza? In tutti questi anni abbiamo toccato di mano le conseguenze catastrofiche di un bipolarismo che ha preteso di convivere con alcune norme costituzionali non perfettamente in linea con la filosofia politica che si vorrebbe bipolare.
vincenzo Cacopardo

8 giu 2013

Papa Bergoglio... ancora un messaggio utile e sapiente..



Nel dialogo del Santo Padre Francesco  con le scuole gestite dai Gesuiti, egli continua a stupirci sull’approfondimento di un tema scottante come quello della politica:

“La politica è utile a noi stessi e coinvolgersi è quasi un obbligo..dobbiamo occuparcene. La politica è utile..perchè è una delle forme più alte della carità. Non possiamo lavarci le mani e giocare da Pilato non interessandoci a ciò che ormai rappresenta un bene comune”.

Queste..in breve.. le parole ad una domanda posta da un insegnante di religione che si interroga sul proprio impegno politico nella società.

Un Papa saggio..dunque..oltre che umile..il quale aggiunge: “Lavorare per il bene comune, è un dovere di un cristiano! E tante volte la strada per lavorare è la politica” anche se si è sporcata”

Ma Papa Francesco si domanda il perché si sia fin troppo sporcata e per quale ragione non ci si coinvolge in politica con lo spirito evangelico, anziché continuare a far sembrare colpevoli sempre gli altri.


Le parole del Pontefice nella risposta sembrano un esortazione ed invitano a pensare a quanta importanza egli pone nella politica, intesa naturalmente come dialogo costruttivo oltre che caritatevole ed umano.. in cui tutti dovrebbero essere coinvolti. Non v’è dubbio che.. questo ulteriore appunto, rappresenta un utile sollecitazione verso chi tende ad estraniarsi per comodità o per propri interessi da quella politica vera…quella politica che dovrebbe contribuire a far vivere meglio ogni società civile.
Come non si può dare forza a questo tema quando, la stessa politica...irrompe sulla realtà di tutti giorni modificando la nostra maniera di agire, indirizzando e determinando persino il modo di pensare ed una propria cultura.  Il pensiero del singolo è essenziale ma, se si rimane spettatori senza alimentare...attraverso il dialogo e dei gesti, una propria opinione, il sistema finirà sempre col coinvolgerci passivamente, trasportandoci in un percorso nel quale, poi, si avrà poco da lamentarsi.

Ancora un messaggio carico di intuito e sapienza promosso da chi non manca mai di stupirci esprimendo altruismo, amore e rispetto per la collettività.!  
vincenzo Cacopardo

Un commento di Domenico Cacopardo




STRETTI NELLA TAGLIOLA
di domenico Cacopardo


Accecati dalla buona notizia della chiusura del procedimento d’infrazione per eccesso di deficit, i media non si sono soffermati sul resto del documento che ci riguarda.
L’Unione europea, prima di tutto, ricorda, a proposito dell’Imu, che, in caso di mancata adozione entro Agosto di una riforma a tutti gli effetti neutrale sui saldi di bilancio, la rata sospesa dovrà essere pagata entro il 16 settembre. Poi, ci rifila il colpo più duro: dato che il rapporto debito pubblico/Pil viaggia verso il 131,4%  nel 2013 e verso il 132,2% nel 2014, dovremo compiere significativi progressi sulla strada della riduzione del rapporto e avviarci verso il raggiungimento dell’obiettivo del 60% entro la data stabilita del 2033 (un ventennio al ritmo di almeno il 5% annuo: una cosa impossibile e suicida e a Bruxelles lo sanno).
L’Europa dimentica che l’aumento del rapporto è derivato da due fattori: le ingenti risorse fornite dall’Italia come contributo al risanamento finanziario dei paesi in sofferenza; la caduta del Pil che ha spinto verso l’alto il dato complessivo.
Emerge oggi, in tutta la sua gravità, l’errore politico (e tecnico) commesso dal governo del leggiadro Mario Monti, teso ad accontentare da primo ministro italiano quella burocrazia comunitaria che aveva già pienamente accontentato da commissario europeo.
Di fondo, c’è che in Nord-Europa vivono e prosperano una quarantina di grandi famiglie (e di grandi imprese) –nei cui confronti la burocrazia di Bruxelles è totalmente prona- che determinano la politica degli stati nazionali e che dall’Unione europea traggono tutto l’utile speculativo possibile.
Per il Sud-Europa non c’è partita, attualmente. Il medesimo Fiscal compact è prima di tutto strumento politico di soggezione dei paesi deboli o in difficoltà. Proprio riguardo al Fiscal compact, su questo giornale avevo espresso profonde riserve, ancora prima della firma.
Oggi, siamo, puntualmente, nella tagliola: del resto, a suo tempo, Pd e Pdl subirono senza reazioni il diktat e accettarono supinamente il trattato, fonte di ulteriori e inutili disagi e sacrifici.
Non c’è, infatti, nessuna concreta possibilità di abbattere il rapporto debito pubblico/Pil senza che il meccanismo di sviluppo si rimetta in piedi; senza che l’ineffabile Bce imponga ai beneficiari dei suoi regali (le banche ricevono quattrini all’1%) di non comprare titoli di Stato al 5/6% e di irrorare di liquidità il sistema produttivo; senza che il nostro governo chieda un intervento di sostegno di almeno 50 miliardi di euro, proprio per affrontare il tempo che ci resta prima che l’economia riparta; senza che l’Italia effettui una manovra straordinaria su almeno un terzo del debito (è tutto scritto: il progetto migliore porta la firma di Andrea Monorchio, un grande ragioniere generale dello Stato).
Questa la partita che il governo Letta deve giocare e affrontare con i nervi saldi. Certo il movimentismo di Matteo Renzi non aiuta e ripropone la fragilità di un sistema politico, il nostro, in perenne fibrillazione per le ambizioni di questo o quell’esponente politico: invece, abbiamo, più che mai, necessità di uno stabile governo che, con passo sicuro, percorra l’amaro e difficile sentiero che abbiamo davanti.
Il giovane sindaco di Firenze, compreso che il successo di Enrico Letta può rappresentare la propria rottamazione, tenta quotidianamente di destabilizzarlo nella speranza che un naufragio governativo gli apra le porte del potere.
A mio modo di vedere –e con questo revoco le precedenti simpatie- questa tattica ha già condotto Renzi sulla via infausta percorsa da Mario Segni e, quindi, verso una malinconica archiviazione.

6 giu 2013

Renzi… ambizioso arrivista o vero innovatore?



Il tenace “rottamatore” sembra, alquanto perplesso circa un suo incisivo inserimento nella scena politica. Il suo atteggiamento sembra spesso di attesa oltre che di paura. Un panico che nasce da una chiara possibilità di bruciarsi nel gioco di una politica che vive ancora il profondo affanno del cambiamento.
Ma siamo certi che egli voglia davvero innovare la politica in favore della società civile? Potremmo diversamente pensare che la sua...possa essere una forte ambizione legata ad una voglia di popolarità che mira solo ad un preciso ruolo di capo dell’esecutivo?

Renzi è sempre stato un critico per eccellenza in seno al PD....ed ha iniziato a farlo parlando di rottamazione,  facendo  nascere  accese polemiche all'interno del Partito Democratico. Si è sempre dichiarato favorevole al ricambio generazionale, con battaglie per ridurre il costo della politica e le abolizioni dei vitalizi. Ha sempre parlato di nuove proposte e di idee.


Le sue posizioni politiche considerate da alcuni osservatori  "non  proprio di sinistra" hanno fatto persino esprimere a Berlusconi una riflessione che lo identifica come “il portatore di idee di destra, sotto le insegne di una sinistra».



Comunque sia.. non si comprendono bene le perplessità di un simile politico ubicato in seno al Partito della Sinistra che non ha mai preteso di ostacolare il verdetto espresso dalle primarie e che non ha mai rotto lo strano silenzio  imposto dagli errori politici del passato che sembrano aver ingessato il suo Partito.

Ma perché.. una figura come Renzi.. non riesce a rendersi autonoma, creando una propria forza politica che possa, in un certo senso, distinguersi? Perchè non si impegna con più vigore  nel rigenerare il vecchio Partito?

Se è vero che il delicato momento del trapasso della politica verso il cambiamento, non ispira ad una sicura presa del potere esecutivo..è anche vero che ogni buon politico dovrebbe, oggi, sforzarsi in una posizione di ricerca attraverso un più decisivo ruolo di Partito.

Io credo che la estrema popolarità di Renzi sia anche connessa all’incapacità innovativa del suo Partito: Renzi appare ancor più un innovatore.. proprio perché all’interno del suo Partito, non vi è stato..da tempo..un vero mutamento delle figure e delle idee.

Ma il “rottamatore” sembra pensare poco ad un suo ruolo nel Partito.. finendo con l'apparire fin troppo un “divo”.

Di sicuro…il suo modo di porsi in avanti.. risoluto con le parole e non altrettanto con i fatti, pare condannarlo ad una figura sospesa, quasi dubbia ed incerta... Un personaggio che sembra amare più una carica governativa…che ogni importante ruolo in un Partito...compiti prestigiosi ed appariscenti sulle decisioni…ad incarichi più utili nella ricerca.

Ma chi è oggi un vero politico assennato? - chi pretende di governare senza le giuste riforme...o chi si incarica di ricercare per offrire le basi di una più sicura governabilità?

E chi è oggi Renzi: Un vero innovatore..o un ambizioso arrivista attratto dal potere?
vincenzo Cacopardo