1 ott 2013

Le determinanti direttive internazionali che costringono le regole dell’economia




COL PESANTE DEBITO E SENZA CRESCITA…COSA FARE? 
di vincenzo cacopardo
In un mio precedente post ho fatto riferimento al grande economista e premio Nobel Paul Robin Krugman. Secondo il noto  professore di economia…l’austerità voluta dai grandi imperi economici ha portato ad un autentico fallimento. Egli... in proposito.. ha sempre sottolineato la forte critica verso le relative speculazioni di alcuni fondi e l'importanza di alcuni interventi economici in favore di investimenti: Un pensiero che appartiene  ad una filosofia economica descritta come neo-Keynesiana.
Il premio Nobel si chiede chi potrà trarre vantaggio da questa crescita... e la sua è di sicuro una delle più profonde e sentite domande che pone ed alla quale dovrebbero continuare a portare  riflessione le politiche economiche di tutti i Paesi proiettati verso la speranza di una crescita.

La teoria di John Maynard Keynes, basata sull’aumento degli indispensabili investimenti, potrebbe risultare decisiva per le odierne sorti della nostra economia: Secondo questo pensiero…nasce un'inevitabile necessità di intervento da parte dello Stato per dare forza ad un incremento della domanda globale..e…conseguentemente, aumentando i consumi, poter far crescere investimenti ed occupazione.
Appare però, oggi, imperativa, determinata e determinante la visione di una economia internazionale europea che costringe le regole degli Stati aderenti: Il continuo controllo sul debito e le direttive sulla stabilità dei Paesi della comunità condizionano a prescindere ogni percorso economico ricercato dai singoli paesi. Difficilmente, oggi, un Paese come il nostro, potrebbe dare sfogo ad una economia più brillante in termini di investimenti e di conseguente economia reale!
Un pensiero spontaneo.. quindi.. potrebbe essere quello di non riuscire a capire perché mai ci si deve adeguare ad un simile percorso di sofferenza imposto da un modo di interpretare il modello economico prevalentemente in termini di operazioni per il facile arricchimento dei pochi.. trascurando la vera linfa vitale di una società, la cui sopravvivenza dovrebbe basarsi in un’economia effettiva di sviluppo. 
Un modello che non potrà che generare un allargamento della forbice ricchezza – povertà.
La risposta sembra abbastanza evidente e contempla lo spirito con cui si muovono le potenti lobby che guidano, ormai in modo determinato, gli Istituti di Credito internazionali trasformati in luoghi in cui.. la cui principale occupazione.. pare essere quella di investire su operazioni finanziare sicure, trascurando l’indispensabile sostegno alle aziende che producono.
Comunque la si voglia leggere..da questa evidente ed illogica procedura non è possibile uscire poichè si sono, già da tempo, impegnati i debiti delle Nazioni in un gioco finanziario ad alto rischio. 

Restando fermi nei parametri della rigida visione dell’economia odierna internazionale, si indica come drastico il problema del nostro Paese strangolato da un pesante debito pubblico, senza il quale, potremmo oggi usare gli 85 miliardi, pagati in interessi, per far crescere la nostra economia. Se pagare il debito, in via di principio, è anche necessario..e se dovessimo continuare a dar conto a tale logica…il nostro bel Paese, non potendo crescere, non avrebbe più alcuna speranza di pagare alcun debito! 

Cosa fare dunque?
Oggi le strade sembrano due: O, quella ormai tardiva ed insensata di un Paese che si stacca da questo processo di strangolamento slegandosi dall’euro, con l’intento di operare un piano di sviluppo reale e prolungando al massimo le scadenze del suo pesante debito Pubblico  o, rimane in questa soffocante condizione, venendo.. pian piano..strangolata ed obbligata a cedere gran parte delle proprie ricchezze esistenti nel territorio fino a negare l' occupazione ai propri cittadini.
Ma una terza via forse c'è!..ed è quella di tagliare le spese ed incoraggiare il lavoro attraverso appositi investimenti, una via che appare la scelta migliore, ma che ancora oggi non sembra aver portato risultati positivi.. poiché si continuano a tagliare poche spese e spesso, impropriamente. Questa strada, sebbene possa portare qualche risultato, in considerazione del rapporto  con gli enormi interessi del debito pubblico, riuscirà a stento a mettere in linea un’economia di sviluppo con risultati immediati e sicuri.  

Questa è la realtà che non vuole mai essere una compiaciuta visione catastrofica! Ma bisogna anche considerare in modo pragmatico che ogni speranza verso una crescita non potrà mai inventarsi senza i presupposti essenziali di un’economia reale, né tanto meno, chiudendo le falle che giorno per giorno si fa finta di non vedere.  

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