15 ott 2013

L’inviolabile Costituzione.. di un Paese che sprofonda


di vincenzo cacopardo
Una delle problematiche odierne sulla quale si pone una forte attenzione è quella relativa al possibile cambiamento della seconda parte della nostra Carta Costituzionale.
Oggi i Partiti sembrano schierati in posizioni nettamente  contrastanti e questo tema scottante per il futuro del Paese, pone gli stessi cittadini l’uno di fronte all'altro in una lotta di posizioni ideologiche che frenano ogni percorso di innovazione della società. Persino Grillo, che si era sempre dichiarato per combattere ogni illusoria ideologia, vedrà il proprio Movimento schierato in posizioni ideologiche diverse.
Le posizioni a sfavore di un cambiamento della Carta, però, non sembrano valutare attentamente la ricerca di un possibile funzionamento politico istituzionale in favore  del Paese. 
In un mondo in cui l’economia avanza senza una adeguata regolamentazione  e dove il popolo della finanza non conosce principi, a pagare il conto è sempre il sistema nel suo insieme. L’azione della politica non potrà mai rendersi utile e funzionale in relazione ad un’economia ed una società resa oggi assai più libera. La logica conseguenza sarà sempre quella di una politica poco costruttiva poiché impedita da una carta Costituzionale da rinnovare.
Pur senza intaccare quei principi di base che ne hanno ispirato la ragione e dando forza a quei contenuti che dovrebbero sempre proteggere l’alto valore di una vera democrazia, si dovrebbe lavorare per rimodernarla, rendendola più attuale.  Alcuni suoi articoli risultano oggi obsoleti poiché non tengono conto del cambiamento storico culturale che il nostro Paese ha avuto in questi sessant’anni.
La nostra Costituzione, che come scopo dovrebbe avere il compito di guidare e fornire una traccia al complesso di norme per meglio definire la struttura dello Stato, non sembra avere oggi un giusto funzionamento che la porti al raggiungimento del suo desiderato fine.
In se, essa potrebbe apparire perfetta nella rappresentazione dei valori per la determinazione di una democrazia, ma oggi può solo idealizzarne il raggiungimento.
La passata Assemblea Costituente che ebbe il compito di porre le norme fondamentali dell’ordinamento dello Stato, determinò le regole per una concezione politica in opposizione ad una visione di assolutismo, riconoscendo la validità di uno Stato fondato sulle norme e sui poteri.
Ma qualunque norma o confine di potere, dopo la smisurata e sregolata crescita economica e sociale di questi sessant’anni, non potrebbe che essere rivisitata affinché non possano continuare a riscontrarsi ulteriori anomalie dovute ad un progresso che ha alterato gli stessi valori della società. Anomalie che non potranno mai dare innovazione al percorso di una politica che si vorrebbe efficiente e costruttiva.
Una carta costituzionale che, per una sua utile modernizzazione, non dovrebbe esimersi dall’osservare in lungimiranza un possibile sistema funzionale basato su principi più moderni in proiezione delle normative e della suddivisione dei poteri. Un testo utile ed indispensabile, ma sicuramente da rinnovare, poiché non potrebbe mai esserne richiesto uno stravolgimento.
Considerato che i problemi della politica si concentrano essenzialmente su una  mancanza di una funzionalità e premesso che le basi per le riforme primarie devono prendere spunto dal testo della nostra Costituzione, sembra opportuno tenerne conto e farlo presente a chi oggi demagogicamente grida ad un insensato e vile attacco contro la libertà. Sarebbe peggio e fuori da ogni logica ricercare riforme innovative che possano evidenziarsi in qualche modo contrastanti con il testo della Costituzione.

Questo nostro Paese sembra continuare ad esasperare l’aspetto già negativo di una dialettica ideologica inasprendola, ancora di più, attraverso la logica di un deleterio bipolarismo. La degenerazione è sotto gli occhi di tutti: non vi è più un argomento che non vede schieramenti opposti e monolitiche posizioni di parte.. rese più estremizzate da una illogica presa di posizione ormai connaturata come principio. Non si ricerca più un progetto, né l’indispensabile armonia della dialettica.. che dovrebbe raggiungere un equilibrio, ma si rimane più attenti e predisposti ad improduttive posizioni ideologiche di parte.


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