di vincenzo cacopardo
Una delle problematiche odierne sulla quale si pone una forte
attenzione è quella relativa al possibile cambiamento della seconda parte
della nostra Carta Costituzionale.
Oggi i Partiti sembrano schierati in posizioni nettamente contrastanti e questo tema scottante per il
futuro del Paese, pone gli stessi cittadini l’uno di fronte all'altro in una
lotta di posizioni ideologiche che frenano ogni percorso di innovazione della
società. Persino Grillo, che si era sempre dichiarato per combattere ogni illusoria
ideologia, vedrà il proprio Movimento schierato in posizioni ideologiche diverse.
Le posizioni a sfavore di un cambiamento della Carta, però, non sembrano valutare attentamente la ricerca di un possibile funzionamento politico
istituzionale in favore del Paese.
In un mondo in cui l’economia avanza senza una
adeguata regolamentazione e dove il popolo della finanza non conosce
principi, a pagare il conto è sempre il sistema nel suo insieme. L’azione della politica non potrà mai rendersi utile e
funzionale in relazione ad un’economia ed una società resa oggi assai più
libera. La logica conseguenza sarà sempre quella di una politica poco
costruttiva poiché impedita da una carta Costituzionale da rinnovare.
Pur senza intaccare quei principi di base che ne hanno
ispirato la ragione e dando forza a quei contenuti che dovrebbero sempre
proteggere l’alto valore di una vera democrazia, si dovrebbe lavorare per
rimodernarla, rendendola più attuale. Alcuni suoi articoli risultano oggi
obsoleti poiché non tengono conto del cambiamento storico culturale che il
nostro Paese ha avuto in questi sessant’anni.
La nostra Costituzione, che come scopo dovrebbe avere il
compito di guidare e fornire una traccia al complesso di norme per meglio
definire la struttura dello Stato, non sembra avere oggi un giusto
funzionamento che la porti al raggiungimento del suo desiderato fine.
In se, essa potrebbe
apparire perfetta nella rappresentazione dei valori per la determinazione di
una democrazia, ma oggi può solo idealizzarne il raggiungimento.
La passata Assemblea Costituente che ebbe il compito di porre
le norme fondamentali dell’ordinamento dello Stato, determinò le regole
per una concezione politica in opposizione ad una visione di assolutismo,
riconoscendo la validità di uno Stato fondato sulle norme e sui poteri.
Ma qualunque norma o confine di potere, dopo la smisurata e
sregolata crescita economica e sociale di questi sessant’anni, non potrebbe che
essere rivisitata affinché non possano continuare a riscontrarsi ulteriori
anomalie dovute ad un progresso che ha alterato gli stessi valori della
società. Anomalie che non potranno mai dare innovazione al percorso di una
politica che si vorrebbe efficiente e costruttiva.
Una carta costituzionale che, per una sua utile modernizzazione,
non dovrebbe esimersi dall’osservare in lungimiranza un possibile sistema
funzionale basato su principi più moderni in proiezione delle normative e della
suddivisione dei poteri. Un testo utile ed indispensabile, ma sicuramente da
rinnovare, poiché non potrebbe mai esserne richiesto uno stravolgimento.
Considerato che i
problemi della politica si concentrano essenzialmente su una mancanza di
una funzionalità e premesso che le basi per le riforme primarie devono prendere
spunto dal testo della nostra Costituzione, sembra opportuno tenerne conto e
farlo presente a chi oggi demagogicamente grida ad un insensato e vile attacco
contro la libertà. Sarebbe peggio e fuori da ogni logica ricercare riforme
innovative che possano evidenziarsi in qualche modo contrastanti con il testo
della Costituzione.
Questo nostro Paese sembra continuare ad esasperare l’aspetto
già negativo di una dialettica ideologica inasprendola, ancora di più,
attraverso la logica di un deleterio bipolarismo. La degenerazione è sotto gli
occhi di tutti: non vi è più un argomento che non vede schieramenti opposti e
monolitiche posizioni di parte.. rese più estremizzate da una illogica presa di
posizione ormai connaturata come principio. Non si ricerca più un progetto, né l’indispensabile
armonia della dialettica.. che dovrebbe raggiungere un equilibrio, ma si rimane più attenti e predisposti ad improduttive posizioni ideologiche di
parte.
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