27 ott 2013

Nuovo commento all’editoriale di Antonio Polito sul Corriere della sera



Scrive Antonio Polito nel suo editoriale illustrando le problematiche del nostro sistema politico istituzionale e paragonandolo ad una sorta di “maionese impazzita”:



ll nostro sistema politico-parlamentare è letteralmente esploso. E la cosa incredibile è che il massimo della frammentazione convive con il massimo del leaderismo nei partiti. Il Pd, che pure è il più democratico, è una monarchia elettiva (quattro capi in cinque anni, l’unico partito al mondo che incorona il segretario con una consultazione del corpo elettorale). Il Pdl è una monarchia ereditaria. La terza forza, il M5S, è una diarchia orientale, con un profeta e un califfo.
In queste condizioni il semplice fatto che esista un governo è già un miracolo, figurarsi l’operatività. Se andiamo a votare può anche peggiorare. E non è solo colpa del Porcellum . Con i partiti come sono oggi, e con i sondaggi che circolano oggi, nessun sistema elettorale, nemmeno il più maggioritario, può garantire una maggioranza solida. Se anche questa si producesse nelle urne, si spaccherebbe in Parlamento un attimo dopo, come è miseramente accaduto alla più formidabile maggioranza della storia, quella uscita dal voto del 2008 e guidata da Berlusconi. Da tre anni il governo della Repubblica non è più espressione del risultato elettorale. Nessuna delle coalizioni che abbiamo trovato sulla scheda appena otto mesi fa esiste più.
Qualsiasi terapia del male italiano deve passare da qui: come rendere il Paese governabile. Come aprirsi un sentiero praticabile tra due Camere, venti Regioni, più di cento Province, più di ottomila Comuni. Come ridurre il numero dei partiti, ridurne il potere, ridurne l’ingerenza. È infatti nel sistema politico-istituzionale che si è incistata nella sua forma più perniciosa quella crisi di cultura e di valori di cui hanno scritto sul Corriere Galli della Loggia e Ostellino.


C’è poco da meravigliarsi!..La crisi attuale è di primaria origine istituzionale e cioè partorita da un sistema ormai vecchio che non sembra più in grado di offrire una funzione costruttiva alla politica sul piano delle riforme, generando tra l’altro, ulteriori burocratici processi che ne arrestano l’innovazione.
Quando parliamo delle istituzioni.. il riferimento  è a quelle convenzionali su cui si è costruita la nostra Repubblica: sono organi e poteri che dovrebbero essere rivisti e ristudiati con attenzione da chi ne ha le capacità con una visione più lungimirante verso il futuro della politica.
In questo ventennio.. il bipolarismo ha decisamente peggiorato il dialogo politico non aiutando un’intesa verso le indispensabili riforme e se oggi si è arrivati a questo triste traguardo… la colpa è anche di un affrettato e poco funzionale sistema bipolare che ne ha estremizzato le contrapposizioni.
non deve è non può lasciar stupiti il fatto che i partiti crescono, anzi cresce l’interesse alla politica..e questo dovrebbe dare più forza alla base di una politica più libera poiché potrebbero aumentare le idee. Deve al contrario far pensare l’aumento di un leaderismo che contrasta nettamente con una visione democratica più libera ed aperta ai cittadini. I successivi problemi, assai seri, di una governabilità sicura potranno meglio risolversi se alla base non si ponesse più questo conflittuale legame con i consensi forniti ai partiti. Un corpo governativo deve poter operare attraverso un programma proposto e votato dai cittadini.
I Partiti dovrebbero fare i partiti e quindi suggerire la politica collaborando con i cittadini, senza assumere alcun legame con le forze governative. Potranno essere cento od anche di più..ma questo poco importa, se opereranno solo per costruire e dare forza ai diversi progetti..per assurdo.. il loro contributo potrà essere superiore, se maggiore sarà il loro numero.

L’analisi critica di Polito colpisce ancora nel segno: i veri e fondamentali problemi del Paese sono proprio quelli Istituzionali dai quali dipendono in successione tutti gli altri! 
vincenzo Cacopardo

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