31 gen 2014

Legge elettorale..democrazia..e funzionamento..

ANALISI E METODO SU UN PRINCIPIO FONDAMENTALE DI DEMOCRAZIA
 di vincenzo cacopardo

(Questa analisi nasce dall'esigenza di mettere in risalto l'importanza di un percorso della politica senza il quale ogni altro principio non potra mai costruirsi correttamente..se non mortificando una vera democrazia. Gli scienziati della politica moderna, forti della loro visione iper pragmatica, potranno considerare teorici e idealistici i contenuti di questa ricerca, ma non riusciranno mai a dare vero corpo, forza e qualità a qualunque governabilità se non fornendogli quelle basi forti necessarie per il suo sostegno.)

L’argomento principe su cui si discute oggi in politica.. è quello della nuova proposta sulla legge elettorale e dei suoi aspetti in relazione al nostro sistema di democrazia. Dovremmo, quindi, chiederci perché.. questa nuova proposta... crea tanto disagio e non definisce esattamente un percorso funzionale.
Non ci si può esimere dal cominciare con una nota un pò accademica sulla parola “democrazia” che.. come tutti sappiamo.. è un termine che deriva dal greco e che in senso etimologico esprime il significato di “governo del popolo”. Essa rappresenta un principio di regolamentazione capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare. Quindi… ogni legge elettorale.. non può che dipendere da questo suo fondamentale principio. Siamo anche consapevoli che nella democrazia diretta il potere è esercitato direttamente dal popolo mentre.. in quella indiretta.. il potere è esercitato da rappresentanti eletti dal popolo (il parlamento).  Quella della nostra Nazione è un’espressione chiara di democrazia indiretta.. proprio per il fatto che non potrebbe esprimersi altrimenti in un Paese con decine di milioni di possibili partecipanti al voto di rappresentanza. 

Ma cosa vuol dire governo del popolo? Vuol dire potere di decidere tutti assieme in base a precisi criteri di maggioranza per tutto ciò che appartiene alla società in cui ci muoviamo. Non v’è dubbio, quindi, che la democrazia tende a dare forza ad una rappresentanza condotta dal basso per far sì che possa salire per dar sostegno ad un governo. Quindi il primo dato di fatto certo è che un consenso deve essere esercitato dal popolo per dare forza e sostanza ad un governo e non al contrario.. costringendo il popolo a doversi mortificare di fronte ad una qualunque progetto di governabilità imposto!

Dato per acquisito questo fatto, passiamo al metodo con il quale, attraverso la nuova proposta di legge elettorale,  si tende a costruire una governabilità limitandone la rappresentanza dal basso.. con l'uso improprio di soglie e premi di maggioranza.  Se è vero che la democrazia esprime il suo potere grazie ai criteri di maggioranza e anche vero che tale maggioranza non può costringere un consenso attraverso formule improprie per la individuazione di una qualsiasi governabilità, poiché in tal modo si potrà aiutare solo in apparenza la Nazione ed il principio democratico sul quale essa si fonda. Il Paese potrà sottrarsi al rischio del momento, ma perdendo i suoi principi.. sarà destinato a rischi ben peggiori successivamente.

Ma passiamo adesso al punto delicato delle preferenze per le quali si può.. in via di principio.. essere d’accordo, ma che oggi… a differenza del passato e con l’incedere di una società che sembra aver perso ogni valore, non offrono più tanta sicurezza: Noi sappiamo che il sistema di votazione ed il voto stesso, come ogni cosa umana, può essere manipolato ed ogni uomo non potrà mai avere la completa conoscenza di un argomento tale da poter prendere una decisione con la giusta coscienza.  Ogni testa ha una sua visione della realtà e, purtroppo, non è sempre possibile avere la visione di tutti. In questa ottica sembra chiaro che l'unico modo per avere una sana ed efficace democrazia, è quella di poter informare i cittadini in maniere approfondita su tutto. Ma in una società come quella attuale, l'uomo avendo mille impegni lavorativi e di responsabilità, è anche costretto a non potersi informare ed a dedicare poca attenzione alla politica. Questo fa si che molti cittadini si alienano totalmente o soggiacciono al voler di chi li condiziona e potrebbe manipolarli nella scelta delle figure da eleggere. Se poi pensiamo anche all'informazione, potremmo persino azzardare come questa venga condizionata da un certo potere.

Fatta questa premessa, possiamo affermare che attuare un sistema democratico efficiente che vede i Partiti responsabili di una politica e quindi di un progetto.. lasciando libero il voto del proprio rappresentante, resta  decisamente difficile. Le differenze sulle posizioni o la dilagante corruzione, fanno sì che la figura politica o il Partito stesso.. ne restino condizionati. Insomma …se anche la Corte costituzionale ci parla di preferenze e se.. le stesse.. devono camminare in relazione ad un percorso espresso attraverso il programma di un Partito, si potrebbero riscontrare certe incompatibilità. E’ difficile, in un ambito democratico, chiedere contemporaneamente una libertà di voto e pretendere di sposare un programma di massima… perché è logico che questo possa cambiare nel tempo della sua definizione: In questi ultimi anni si è  visto come, malgrado le preferenze, tanti parlamentari hanno abbandonato e persino tradito l’idea del proprio Partito…Come è certo che.. altri, pur non d’accordo sul programma, hanno finito col seguire lo stesso il Partito al puro scopo di un interesse personale.

A questo punto la domanda da porsi dovrebbe essere un’altra: E’ meglio andare per figure o per programmi? Io credo che se si riuscisse a responsabilizzare i Partiti attraverso una seria disciplina, si potrebbero anche lasciare le liste bloccate..corte o non corte che siano, mentre sarebbe più logico concentrarsi verso la natura di un programma...che è sicuramente più indispensabile... cercando di dettarlo attraverso contenuti chiari, seri e costruttivi.. molto più utili per il fine che deve avere una politica di funzionamento.

Ed ecco come potrebbe leggersi con maggior chiarezza l’importanza di lasciare libera al massimo l’azione politica di studio e di ricerca di un programma anche nel caso paradossale di avere 600 teste pensanti libere di esprimersi in seno al Parlamento. Una Camera politica dovrebbe solo occuparsi di politica programmatica senza sostenere alcuna governabilità, la quale potrebbe esprimersi in altro modo.. attraverso l’uso di votazioni separate. Avremmo, allora, una dinamica politica libera nel suo percorso di ideazione ed una azione governativa concreta nel suo ruolo ordinario, ma sempre sotto la guida legislativa di un programma in continuo crescendo e costruendo.. dettato da una Camera politica che favorisce innovazione politica: Una Camera potrebbe esprimere politica attraverso un processo di induzione... ed un’altra operando in modo deduttivo…ne controlla l'iter amministrativo, mettendola in atto e guidandola verso un governo che esegue.

Una visione teorica..sicuramente.. da non escludersi in toto e da studiare con attenzione.. poiché il problema odierno sembra essere quello di determinare una sicurezza attraverso un governo solido ..ma anche quello di una politica che non può prescindere da un’azione dinamica più libera nel suo percorso di creatività. Quindi.. può risultare utile e necessario operare per dividere i ruoli senza l’uso comune dei compromessi:- Cosa potrà importare di avere anche duecento o trecento Partiti liberi, quando le logiche cambierebbero totalmente?- Quando un ruolo governativo potrà essere espresso separatamente da quello della ricerca e della dialettica ideativa?- Quando un governo sarà espressione di pura ed efficiente amministrazione e.. la guida politica, libera nel suo percorso, non potrà compromettersi con esso, ma guidare il progetto votato insieme con i cittadini?..Tutto da studiare.. naturalmente..poichè le soluzioni sono complesse e devono potersi analizzare con l'attenzione dovuta... 

Con la divisione di questi due ruoli, divisione voluta e richiesta per logica dallo stesso fine funzionale di una politica che tende a distinguersi fra arte e scienza, idee e pragmatismo....qualunque legge elettorale potrebbe non andare incontro alle assurde contraddizioni odierne. Mentre la Camera politica seguendo il suo percorso potrebbe anche seguire le politiche territoriali regionali, la Camera amministrativa potrebbe controllare l'iter amministrativo delle città.

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