13 apr 2014

Breve commento alla nuova posta di Paolo Speciale su Papa Bergoglio

L'Illuminismo di Papa Francesco
 di paolo Speciale
Traggo spunto da un articolo di Piero Ostellino sul Corriere della Sera di oggi per indurre chi l'ha già letto e chi lo leggerà ad un approfondimento speculativo – a proposito di Illuminismo – sui contenuti in esso presenti anche in chiave filosofico-kantiana, essendovi un preciso richiamo alle dissertazioni del celebre pensatore tedesco.
Ostellino esordisce con un noto e prevedibile “savoir faire” giornalistico che sembra non poter prescindere dal paventare la perdita di un diffuso consenso, invero più affine alla politica e che poco si addice alla sua vena tendenzialmente controcorrente, attribuendo a Papa Bergoglio l'esercizio di una “demagogia pre-moderna” che costituirebbe, a suo dire, sostanzialmente l'immagine di una Chiesa che “pensa di moralizzare la politica con i “pater noster”.
Di qui la contrapposizione tra chi professa il -rispolverato - moderno liberalismo dell'ex direttore del Corriere ed il Pastore di una Chiesa che, dopo la lunga fase woitiliana da più parti ritenuta conservatrice sul piano spirituale- dottrinale, manterrebbe comunque la propria linea diretta e di corrispondenza d'amorosi sensi con le classi sociali meno abbienti, in una banalissima quanto inconsistente analogia con le teorie di origine marxista su cui il Papa si è già espresso chiaramente qualche giorno fa.
Peccato però che tentare di politicizzare Bergoglio è impresa non facile. Ed ancor meno facile è porlo nella storica e sempre più desueta antitesi tra fede e ragione: negare la concreta ed indiscutibile sintonia tra esse sussistente sarebbe infatti come negare la valenza concettuale dei numerosi trattati del suo sinottico predecessore Benedetto XVI.
Ecco perchè oggi possiamo finalmente constatare la provvidenziale esistenza di un popolo che razionalmente crede, privando opportunamente così lo storico Illuminismo di quell'elemento - sino a poco tempo fa caratterizzante – di tipo materialista, meramente contingente.
E' proprio lo stesso Kant, infatti, suo malgrado, nel suo trattato sull'uso della ragione, che ci fa comprendere meglio quale sia oggi il ministero – messaggio trasmesso da Papa Francesco; esso è rivoluzionario e, tuttavia, parimenti ispirato alla più semplice interpretazione delle Sacre Scritture.
La nuova figura ecclesiastica incarnata da Bergoglio infatti, supera la dicotomia kantiana tra l'uso privato e non libero della ragione da parte del catechista e l'uso pubblico e libero della stessa facoltà dello studioso che parla al mondo, laddove constatiamo in lui il catechista libero, che trasmette agli altri uomini, servendosi di una ragione “illuminata” dalla fede, la consapevolezza di poter scegliere, proprio grazie a questa stessa “ragione”, quale strada seguire.



Condivido e aggiungo con maggior semplicità:
Al di là di ogni ragione illuminata, la figura del Papa odierno Francesco è sicuramente il risultato di un cambiamento voluto dalla stessa Chiesa.. che sembra aver percepito l’importanza di una guida simile alla figura di Cristo, giusto per il difficile momento storico che attraversa il mondo intero. Ma come mai questa figura così umile e caritatevole tocca i cuori e la sensibilità di tanti uomini?... Se non perché si volge alla gente esprimendo l’importante sentimento dell’amore come ugualmente fece Cristo? Io credo che Papa Francesco tocca l’animo umano... parlando anche di speranza, esponendosi meno ad una funzione di venerazione nei confronti del Creatore….Ed ecco che il mondo, raggiunto da una prevalente sensibilità umana, si risveglia in una speranza…e nel desiderio di costruire un futuro attraverso l’amore verso il prossimo.


Con particolare umiltà, il Pastore tocca spesso  temi che coinvolgono l’essere umano inserito nel contesto di una società succube di un sistema tendente a costringerne la stessa natura. Un sistema che incide sulla condotta sociale rendendo l’uomo ipocrita e dissimulatore quasi naturalmente.   
Ma l’accento di Papa Bergoglio è preciso e tende a distinguere la stessa natura umana, deprecando il modello di quegli uomini che con una mano offrono denaro alla Chiesa e con l’altra rubano allo Stato. La sua “esortazione apostolica”, è spesso diretta ad una cultura politica che oggi pone la società in uno stato di difficile crescita. Il pericolo costante della doppiezza e della falsità è per lui ben più gravoso e difficile da superare rispetto a quello di un singolo peccato…Un Papa che, attraverso quella "ragione" (illuminata o no) apostrofata dall'amico Paolo, sembra comunque guidare la speranza di un nuova politica.
vincenzo cacopardo

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