6 dic 2014

Due parole sul recente articolo di Domenico Cacopardo


ROMA LADRONA E..CONTORNI di domenico Cacopardo
Lo stupore speso a piene mani dai media per quanto emerge dall’inchiesta «Mafia capitale» mostra ancora una volta -e se ce ne fosse stato bisogno- l’ipocrisia che da decenni governa la democrazia italiana.

Una ipocrisia che ha toccato l’acme con la cosiddetta «Questione morale» di Enrico Berlinguer (mentre Longo, «leader» storico del Pci spiegava a Cervetti, appena nominato amministratore del partito che tutti sapevano tutto sui flussi finanziari russi, giacché il cambia valute era lo stesso per tutti i partiti) e con la vicenda giudiziaria chiamata «Mani pulite», che sceverò con attenzione tra le mani sporche, che risultarono essere quelle degli esponenti di Dc e Psi, di rado di altri. 

Era di comune conoscenza a Napoli (anni ’80) che i lavori di ricostruzione –sindaco Valente, Pci- erano decisi da una comitato di rappresentanti dei partiti del cosiddetto arco costituzionale. E che la ricostruzione aveva ampiamente beneficiato le casse dei partiti e di qualche dirigente politico.

Ora, il marcio che emerge a Roma è tanto grave perché riguarda in modo orizzontale il sistema politico e in modo verticale la cooperazione e l’assistenza all’immigrazione, due settori che non abbiamo mai mancato di segnalare come critici all’attenzione dei lettori di ItaliaOggi.

Poiché un sistema criminale come quello di «Mafia capitale» non si costruisce in un giorno, ma in decenni, tornano alla memoria le parole che Bettino Craxi pronunciò alla Camera il 3 luglio 1992, in piena Tangentopoli. A memoria qualcosa del genere: «Non nascondersi dietro nobili e altisonanti parole di circostanza che molto spesso e in certi casi hanno tutto il sapore della menzogna. Si è diffusa nel Paese, nella vita delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni una rete di corruttele grandi e piccole che segnalano uno stato di crescente degrado della vita pubblica … i partiti sono ricorsi e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema è un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico … che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo …»

Discende quindi dalle deviazioni del sistema dei partiti della Prima repubblica e si aggiorna agli schieramenti della Seconda una schiera di malfattori (con esponenti della criminalità comune storica) che ha governato, sino a ieri, gli appalti romani. Di certo del comune e delle società pubbliche che a esso fanno capo. Forse della provincia e della regione. 

I prossimi giorni ci diranno di più. Quello che è da subito in prima linea è il discusso sindaco di Roma che dallo scandalo trova una limitata e provvisoria legittimazione subordinata alle decisioni che prenderà e alla loro attuazione.

L’altra questione altrettanto grave è che il «racket» e la corruzione hanno riguardato l’ampia area dell’assistenza sociale, il mondo delle cooperative e delle Onlus-Ong che sull’assistenza ha lucrato appalti senza gara, ricavi senza tasse, sperperi senza controlli.

Mentre una persona equilibrata, esperta e serena come il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone continua a dirigere le attività investigative e istruttorie, e i soliti sciacalli, in questo momento impersonati, senza credibilità, dalla compagnia di giro denominata Movimento 5 Stelle, tentano di utilizzare a propri fini lo scandalo, quello che serve è la rimozione totale delle dirigenze dei partiti coinvolti, il riesame di tutte le posizioni dirigenziali nel comune di Roma, nella provincia e nella regione. 

Per la prima volta potrebbe essere utilizzato un metodo quasi infallibile: l’analisi delle variazioni patrimoniali di coloro che assolvono a responsabilità amministrative. Da essa potranno emergere tutte le anomalie derivanti dai ricavi illeciti, cioè dalla corruzione.

La gravità del caso, potrebbe indurre i cauti ispettori del fisco e della Guardia di finanza su questa strada innovativa.

E farebbe bene il governo a introdurre, oltre alle invenzioni inefficaci della Madia, una norma che, a tappeto, faccia emergere le variazioni patrimoniali di politici, di dirigenti dello Stato e di magistrati. Così non solo si potrebbero evidenziare i casi critici, ma si potrebbe introdurre un deterrente idoneo a scoraggiare corrotti e corruttori. 

Il dottor Cantone, commissario anticorruzione, che spesso evochiamo, può sperimentare l’efficacia della proposta.




Chiamarlo “degrado della vita pubblica” sembra persino un eufemismo.. data la portata ed il peso di una corruzione legata all'assistenza sociale..alla immigrazione e ai campi zingari. Profitti usurpati...appalti senza gare... nessuna tassa..ma sul controllo ci sarebbe tanto da dire.

In tanti continuano a domandarsi: ma possibile che nessuno sapesse? Che nessuno sentisse? E mai possibile che uno Stato come il nostro..ne rimane sempre assente? Possibilile che solo grazie alle azioni di una magistratura.. possano venire a galla simili atti indecenti? Tanta di questa gente ha continuato per anni ad agire a viso scoperto in beffa ai cittadini i quali non si sentiranno nemmeno più indotti a pagare tasse per la paura che ormai non pare esservi alcun controllo a loro difesa. 

Scrive bene Domenico: “Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema è un sistema criminale”.

E sembra anche che sia davvero difficile poterne uscire..se non attraverso un cambiamento che non è certo quello guidato dalla linea politica del sindaco d'Italia: Perchè mai Renzi non si è dato inizio ad una riforma sulla corruzione? Come.. nemmeno.. a quella sul conflitto d'interessi? 

Più che le variazioni patrimoniali di coloro che assolvono a responsabilità amministrative..ci vorrebbero leggi e controlli per preventivare il malaffare. Nel nostro Paese non esiste mai una prevenzione... sia che si tratti di disatri naturali e rischi idrogeologici..o che si tratti di corruzione. Forse... sarebbe più utile un dicastero che si occupi di prevenzione pei i rischi di ogni natura.

Quanto alla politica ed all'etica che dovrebbe riguardarla..sappiamo ormai da tempo quante figure vi operino dentro a fini di interessi e lucro personale..Sempre più difficile pensare di non mettere mano ad un rinnovamento disciplinare dei Partiti e di regolarne i giusti finanziamenti pubblici! 

vincenzo cacopardo

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