di
vincenzo cacopardo
"il tema rimane tuttavia attuale soprattutto quando un capo di Partito con i poteri di Premier sembra in grado di dirigere tutto limitando il ruolo dei due poteri e concentrandoli in uno solo che di fatto finisce con l'assumere una fin troppo restrittiva funzione oligarchica".
OGGI TUTTO SEMBRA PASSARE INOSSERVATO!
La dialettica politica dovrebbe avere lo scopo di far funzionare attraverso la partecipazione di chi sostiene le idee e di chi è veramente capace di metterle in atto, in una collaborazione di rispetto reciproco e non nella distruttiva odierna contrapposizione. Una politica indicata per ruoli e non per contrapposizioni che finiscono col generare confusione e persino spropositate congiure e complotti.
La dialettica politica dovrebbe avere lo scopo di far funzionare attraverso la partecipazione di chi sostiene le idee e di chi è veramente capace di metterle in atto, in una collaborazione di rispetto reciproco e non nella distruttiva odierna contrapposizione. Una politica indicata per ruoli e non per contrapposizioni che finiscono col generare confusione e persino spropositate congiure e complotti.
Negli
ultimi tempi alcuni parlamentari hanno posto il rilievo di
salvaguardare meglio le proprie posizioni politiche in difesa di
un potere che sembra avere invaso fin troppo lo spazio della
politica.
Qualcuno
continua a definire
la magistratura.. fin
troppo invasiva, politicizzata e persino manipolata in favore di
precisi interessi di parte.
Si è parlato da tempo della divisione dei ruoli in seno alla
magistratura rimanendo di sicuro indispensabile una ricerca per il
giusto posizionamento dell’ordine giudiziario in riferimento ai
poteri dello Stato…Ma
sorgono però spontanee alcune domande frutto di una analisi
specifica in riferimento alla importanza che potrebbe avere un
potere esecutivo in perenne compromesso o, persino in conflitto, con
quello parlamentare: Qual'è
oggi la sicura linea di demarcazione tra il potere esecutivo e quello
Parlamentare? Quali sono i confini per limitare i conflitti? Quali..
le regole?
Al
di là del fatto che si tratta di due specifici poteri, diversi
dall’ordine autonomo giudiziario, si potrebbe azzardare che un
conflitto permane costantemente allorquando, gli stessi, eletti in
Parlamento, assurgono alla carica di ministri o sottosegretari,
attribuendosi di fatto un ruolo esecutivo che influenza in modo
definitivo il lavoro dello stesso gruppo parlamentare di loro
riferimento: Anche qui, una certa consociazione trova forza e si
alimenta giacché gli interessi sono estremamente forti ed i ruoli
politici vengono espressi nella comune casa di un Partito.
Nella
fattispecie il politico, in ruolo esecutivo, potrebbe esercitare un
particolare potere agendo in modo dubbio sull’obiettivo pensiero
del singolo parlamentare appartenente al proprio Partito, nella
identica maniera con cui il magistrato requirente potrebbe
influenzare il pensiero del giudice (poichè riconosciuti in uno
stesso ordinamento)
Non
deve, quindi..sfuggire questo importante particolare che da tempo
trascina la nostra politica in uno dei più orrendi teatrini del
compromesso.... Non dovrebbe nemmeno sollevare stupore l'avversa
posizione di alcuni magistrati che, pur in considerazione di un loro
autonomo percorso, potrebbero porsi il dubbio dei pregiudizievoli
infiniti conflitti ormai costruiti tra la politica dei Partiti
rappresentati nel Parlamento ed ogni Esecutivo.
Si
potrebbe..perciò.. azzardare che tale motivo è di per sè
sufficiente ad individuare una ulteriore anomalia anche rispetto ad
una Costituzione che, da un lato vorrebbe identificare due poteri con
ruoli ben diversi (esecutivo e parlamentare) e dall’altro, non pone
sufficienti e chiare limitazioni a questa separazione di compiti destinando, in modo troppo sintetico, la guida e l’indirizzo della
politica dello Stato all’Esecutivo e raccordandosi in modo assai
generico con il Parlamento.. senza tener conto della casa comune di
un Partito che li condiziona. Son passati diversi anni da quando su
questo punto la Costituzione si è espressa, ma lo ha fatto secondo i
tempi ed i principi dapprima esistenti tra politici di alto valore
democratico. Oggi sia quella linea di demarcazione.. che il rispetto dei compiti tra i
ruoli sono decisamente cambiati!
Tuttavia il tema rimane attuale.. soprattutto quando un capo di Partito
con i poteri di Premier sembra in grado di dirigere ogni cosa limitando
il ruolo dei due poteri e concentrandoli in uno solo.. che di fatto
finisce con l'assumere una fin troppo restrittiva funzione
oligarchica.
Viviamo
in uno Stato parlamentare e questo basterebbe per porre l’importante
azione delle Camere come centralità dalla quale dovrebbe dipendere
ogni regola ed ovviamente l’indirizzo culturale ed economico del
nostro Stato democratico. I
ruoli legislativi, quindi, non possono che essere primari e
propedeutici a quelli governativi. Una
giusta governabilità dovrebbe seguire un principio di qualità
poiché, non si tratta solo di diminuire o di aumentare i ministeri o
le poltrone di comando di un esecutivo ma, di determinare un percorso
costruttivo e funzionale attraverso una richiesta che partendo dalla
domanda deve finire col trovare un logico fine di utilità.
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