8 nov 2016

Parità di genere..o per merito?

Una delle tante sciocchezze della riforma costituzionale è quella che fissa il principio di parità di genere.
di vincenzo cacopardo

Si usa dire che Paese è più equo e più stabile, dove i cittadini sono trattati allo stesso modo indipendentemente dalla regione in cui vivono, dal loro sesso o dalla loro età, ma non si evidenzia che nello svolgimento di un lavoro ciò che conta prima di ogni cosa, al di là del genere, è proprio la capacità di saper operare!

Per non essere fraintesi.. occorre una breve premessa:
Quando si parla di politica si parla di società e quando si parla di società non si può certo trascurare la forte presenza femminile che la rappresenta. L’impegno femminile in politica risulta logico ed essenziale, un ruolo determinante giacché la stessa presenza della donna nella società è enormemente cresciuta. Molti problemi che coinvolgono la nostra moderna società, in un’ottica femminile, potrebbero essere affrontati con un impegno più profondo. Il ruolo femminile è ormai affermato per logica perché la stessa società lo ha richiesto avendo la donna raggiunto la totale parità e quel rispetto necessario. 
Negli ultimi anni, la donna ha dato al mondo politico un contributo significativo anche se nel suo cammino, è stata impedita da pregiudizi sfavorevoli. Il suo significativo contributo nel futuro non potrà più essere messo in discussione, nè potrà essere identificato come un semplice riscatto nei confronti di una società ormai meno maschilista, ma come il fondamentale impegno per una costruzione di pensieri che un distinto mondo femminile può orgogliosamente apportare

Detto questo..se è chiaro che la donna ha vinto già da tempo questa battaglia avendo oggi potuto dare prova delle sue capacità nello stesso modo in cui da tempo lo fa l'uomo, è anche estremamente facile comprendere che non ha più alcun bisogno di essere raccomandata nel suo genere.

La nuova riforma costituzionale vorrebbe eliminare l'ormai inesistente gap di genere, attraverso l’introduzione in Costituzione dell’equilibrio “tra donne e uomini nella rappresentanza”. Qualcosa che non si percepisce proprio in favore del mondo femminile, ma..al contrario, contro una potenziale loro capacità che.. in tal modo.. potrebbe essere messa in dubbio. Insomma..ormai quel mondo che separa il maschile dal femminile in favore del maschio non esiste ed il volerne sottolineare ancora la differenza come fosse un handicap per la donna..non può che portarle svantaggi alla stessa figura femminile: Si rischierebbe di affermare che una donna, per il sol fatto dell'esistenza di una norma che le assegna le quote(anche se capace) verrebbe posta volutamente in una posizione di favore...immaginiamoci poi..se la stessa fosse incapace!

Questa riforma sulla parità di genere, come altre, facenti parte di tutto l'insieme del complesso di rinnovamento della nostra Carta voluto da Renzi, è una ulteriore dimostrazione della inadeguatezza di saper portare avanti innovazione a beneficio della qualità e del funzionamento..guardando solo ad aspetti esteriori ormai sorpassati.

Il bisogno di “quote rosa” risulterebbe persino pleonastico poiché, trattandosi di capacità e meriti, non mancherà allo spirito femminile ogni possibilità di affermarsi a prescindere da una qualsiasi “quota”: la necessità di una “quota” può persino risultare  penalizzante poiché finisce col collocare la sua figura su un piano inferiore, con un bisogno di aiuto del quale non necessita. Credo che chiunque entri in politica con la passione necessaria, uomini o donne che siano, possa essere in grado di farlo esprimendo idee e pensieri facendosi valere. Saranno..poi.. gli essenziali valori aggiunti la vera affermazione sul campo!

Con questo principio, dovremmo quindi, accettare qualunque figura femminile o maschile per una legge che stabilisce una parità, anche se tali non risulteranno capaci e preparate! 


Cosa può quindi mai significare dividere equamente i seggi politici tra il maschile ed il femminile, se ciò che veramente conta dovrebbe essere la qualità e la capacità di saper lavorare? Una riforma che in un certo senso dovrebbe offendere tutto quel mondo femminile che ormai non ha alcun bisogno di protezione per imporsi..e che può dimostrare e se stessa ed a tutto il mondo maschile le proprie capacità lavorative.  

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