Si continua a parlare di “cambiamento” e si ripercorrono
strade vecchie che non spingono verso una ricerca più costruttiva della
politica. Le stesse riforme, che dall’odierna politica, vengono suggerite come
soluzione a tutti i problemi…dovranno comunque essere attuate da chi oggi siede
in parlamento: una classe politica ancora conflittuale che rischia di ridurre
in spaventoso aborto ogni possibile disegno programmatico riformista.
Nel frattempo un’altra politica potrebbe venire avanti…resa
più forte da un indispensabile bisogno di lavoro, e si imporrà!…Una politica
che metterà in mostra la propria immagine per le soluzioni dei problemi della
nostra difficile società: la cosiddetta “politica d’impresa”. Quella più
risoluta e pragmatica che individuerà nella forza dei capitali, l’unica
soluzione vincente per il futuro; una politica chiaramente più sottomessa ad
ogni logica economica e di mercato.
Se ciò in una visione realistica speculativa, non può che
risultare razionale..da un altro lato potrebbe impedire un’azione che si
vorrebbe a vantaggio di tutti e cioè ..di quella equa “funzione politica” che, per eccellenza, non privilegia ed esalta
alcuna classe sociale: E’ una realtà alla quale siamo ormai tutti abituati e
che non può non farci porre la domanda di quale valore possa avere per la “politica”
il perenne condizionamento del pragmatismo economico.
Un sistema …quello odierno, che mette sempre più alla prova
le capacità di ognuno in una gara estrema dell’uno contro l’altro con la
predominante ossessione di dover dimostrare chi è il migliore..chi il più
potente.
Un sistema che, in una
precedente visione Orwelliana, veniva rappresentato come un catastrofico universo
dell’individuo e che oggi..con il definitivo annullamento delle differenze
ideologiche..con maggiore esasperazione, dovrebbe spingerci a meditare sulla
ricerca di un essenziale equilibrio.
Crisi economica..ma anche..crisi di valori...crisi di idee e di qualità...
vincenzo Cacopardo