23 mag 2016

Costituzione:Un referendum che spacca il Paese



di vincenzo cacopardo

Renzi e Boschi ... scommettono sul loro progetto costituzionale

Un vero statista non avrebbe mai portato il Paese in una divisione così acuta su un tema cosi' delicato.”


"Se il referendum dovesse andare male non continueremmo il nostro progetto politico - avverte il ministro per le Riforme - il nostro piano B è che verranno altri e noi andremo via". 
Questa una frase che politicamente suonerebbe quasi tra il ricattatorio ed il ruffiano e che non dovrebbe appartenere al linguaggio di un ministro della Repubblica.
"Anche io lascio, se Renzi se ne va - annuncia - ci assumiamo insieme la responsabilità. Abbiamo creduto e lavorato insieme ad uno stesso progetto politico". Per questo il Giglio magico è pronto a difendere la riforma coi denti.”.
Sembrano quasi capriccetti infantili che fanno i bambini quando giocano!...La politica con le sue istituzioni...non sono un gioco sul quale puntare..non possono essere una scommessa.! Viene poi da domandarsi quale possa essere mai questa assunzione di responsabilità, quando è di tutta evidenza che una riforma che genera un simile cambiamento in seno alle istituzioni, non è stata portata avanti attraverso una opportuna Costituente, ma imposta per espressa volontà da un governo che non avrebbe mai dovuto averne il titolo.

Intanto l'ala bersaniana rimane infastidita dalle parole della ministra delle riforme sull'Anpi. Bersani replica "Chi crede di essere? Siamo forse già arrivati a un governo che fa la supervisione dell'Anpi? È evidente che siamo a una gestione politica sconsiderata e avventurista". 
Per l'ex segretario.. in nome di una mezza riforma del Senato.. si rischia di creare una frattura insanabile nel mondo democratico e costituzionale. Viene da chiedersi perchè mai Bersani..parla..parla..e non reagisca mai.. rimanendo sempre sottomesso alle politiche di questo governo che lui stesso definisce sconsiderate ed avventuriste.

In tanti pensano ancora che alla ministra Boschi non le si perdoni di essere riuscita a guidare la maggioranza parlamentare per l' approvazione di una riforma della Costituzione che mette fine a 70 anni di "bicameralismo":(Si parla in modo approssimativo di riduzione dei parlamentari, di snellimento delle procedure istituzionali e persino di risparmi)..Si dice anche che non le si perdoni di essere una donna bella..che resiste alle aggressioni dei tanti che vorrebbero intimidirla. Al di là dei finti risparmi ..della riduzione dei parlamentari (nel merito inutile se non dannosa) e di uno snellimento delle procedure che avrebbe potuto trovare strade più efficienti e funzionali, il principio che vi sia una bella donna al comando di un ministero sembra aver creato un vero complesso che grava sempre più sugli stessi che continuano a sottolinearlo con forza ed usarlo quasi come un arma a beneficio della Boschi..Tutto ciò sembra aver stancato!...Se al contrario entriamo meglio nel merito delle riforme e del combinato disposto con la legge elettorale, ci accorgiamo di quante lacune ed anomalie vengano fuori..Ma pare sia più comodo ed utile continuare a sottolineare la bellezza di una ministra che pone invidia ed astio...

Il NO al referendum non può essere un capriccio! Si possono prendere in giro gli ignoranti e coloro che non percepiscono bene il significato della parola democrazia, ma mai chi è a conoscenza di cosa effettivamente ha sempre mosso e dettato una carta costituzionale: La Costituzione non è mai stata perfetta ed andava di sicuro ripresa in qualche articolo... il senato avrebbe potuto essere messo nella capacità di funzionare meglio, ma non con tali procedure e non certamente a scopo di definire una governabilità sicura schiacciando regole e principi di base fondamentali. Vi sarebbero stati altri modi, ma si è preferito mortificare la nostra democrazia: Una via fin troppo comoda oltre che facile! Il SI, al contrario, suona come un' imposizione da parte di un governo che non perde occasione nel dimostrare tutta la sua arroganza con pretese assolute oltre che confuse!

Ancora in tanti pensano che chi va a votare per il NO lo faccia per una antipatia nei confronti della Boschi e di Renzi...ma se un' intolleranza si è generata nel Paese.. è stata proprio voluta da chi si è posto subito saccente e supponente. In realtà è proprio il merito di questa riforma da doversi mettere in discussione: Una riforma che si esplica verso un chiaro indirizzo di comodo in favore di una governabilità non costruita dal basso. Per il resto tutto sembra restare fermo al passato con ulteriori difformità. Quindi coloro che voteranno SI sono proprio coloro i quali resteranno attaccati ad un passato e che votano solo perchè assai poco interessati al concetto di vera innovazione e giusta democrazia.

Non sembra mai essersi visto..nella nostra Repubblica.. un premier che promuove un cambiamento della Costituzione attraverso un social. Il suo doppio ruolo rimane una colossale anomalia ed è soprattutto il punto focale sul quale, al contrario, dovrebbe concentrarsi una vera ed utile riforma. Un premier che, nella doppia veste di segretario di partito di maggioranza.. sponsorizza la sua riforma costituzionale per un referendum.. dopo averla imposta attraverso una votazione parlamentare in forza del suo stesso doppio ruolo e per via di una maggioranza nemmeno legittimata da una Corte costituzionale. Teoricamente.. tutto potrebbe vedersi normale.. soprattutto per il pragmatico e machiavellico politico di turno, ma non lo è affatto!




19 mag 2016

job's act.. miliardi e tasse

di vincenzo cacopardo
Si sa ormai con quasi certezza  che agli italiani la nuova riforma del lavoro voluta dal governo Renzi sia costata circa 20 miliardi di euro in tasse. Non è di certo una notizia dettata dalla fantasia di un gufo.. né dalla libera interpretazione di chi vuole porsi ostinatamente contro le scelte operate dal presuntuoso premier fiorentino.. poiché.. anche ammesso (ma persino opinabile) che tale cifra abbia potuto contribuire a concludere contratti per almeno 400 mila lavoratori..ognuno di essi ci sarebbe costato 50000 euro. Di certo non un bell'affare per gli italiani già pressati nella morsa di una fiscalità senza limiti!..E per di più non sapremo quanto questi stessi contratti potranno durare! 
La fretta di decidere sulle regole.. invece di rendere più concrete nuove iniziative di lavoro.. ha prevalso, ma si sono imposti anche i termini di una superficiale veduta di una politica per nulla adatta al contesto..dimenticando l'importanza qualitativa stessa che il Paese ha in essere: Quello che occorreva era proprio il lavoro ed il sostegno per le nuove iniziative tramite la nascita di una banca pubblica che le aiutasse e le accompagnasse..Sostenerle anche attraverso aiuti fiscali..Inoltre già da tempo studiare un piano infrastrutturale per il sud per evitare di spaccare in due l'economia nazionale.. dotando il meridione di quella energia che resta essenziale per rendere forza ai suoi immensi valori per la crescita dell'intero Paese.
Le normative sul lavoro del governo Renzi sono state dettate con finalità politiche e senza una precisa sostanza. La trasformazione di contratti da tempo determinato a indeterminato è intervenuta sul lavoro dipendente inteso alla vecchia maniera, lavoro che purtroppo sembra essersi estinto e che nel futuro dovrà intendersi in maniera del tutto diversa. Non v'è dubbio che Renzi si sia preoccupato di combattere una battaglia più sul piano mediatico che lo ha visto subito schierato contro un sindacato..ma sappiamo anche che con la sceneggiata degli 80 euro in busta paga.. ha potuto con scaltrezza superare ogni altra pesante contrattazione sindacale.

Il suo.. forse.. è stato un successo sul piano di una politica che guarda all'immagine ed alla comunicazione... Lo sarà anche per i tanti che guardano alla sua politica spinti da quel suo effimero entusiasmo, ma se andiamo a leggere i numeri, ci accorgiamo che ad oggi i posti di lavoro in più sono in realtà assai meno di ciò che il suo governo comunica. Renzi ha fatto una scommessa che però non è a costo zero...poichè anche a causa dei miliardi di mancate entrate per i contributi che le aziende non versano in forza degli incentivi fissati per legge, con la pesantissima situazione generale che abbiamo, sarà davvero difficile andare a recuperare questi 20 miliardi. 

Se ne va un politico di temperamento



...che ha sempre combattuto in difesa dei diritti e dei valori

Marco Pannella è sempre stato uno dei pochi politici che ha lottato per i valori a cui ha sempre creduto!... Valori e diritti civili importanti come quello che si proponeva di sconfiggere la mortificazione dell’essere umano obbligato a pagare la propria colpa in una minuscola cella da dividere assieme ad altri con azzardate difficoltà ed in situazioni estreme. Una condizione… quella delle nostre carceri.. che ha sempre messo in evidenza l’assoluta mancanza di sensibilità della politica del nostro Paese, poiché… solo quando ci si trova a dover espiare (a torto o a ragione) una pena nel nostro Paese, si può veramente riuscire a percepire lo stato di indecenza nella quale si è obbligati a scontarla…

Pannella ha lottato ogni giorno per far comprendere ciò…ma anche allo scopo di immedesimare i cittadini, in quelle che rappresentano le esigenze più impellenti per il Paese.

Non dimentichiamo la sua battaglia per il divorzio sostenuta negli anni settanta… Non scordiamo nemmeno il suo impegno per la fame nel mondo,… la sua volontà di lanciare iniziative internazionali per la pace,…le proposte di accoglimento di Israele nell'Unione Europea…le campagne di sostengo al Tibet e l'iniziativa per la moratoria contrapposta alla pena di morte.

Ricordiamo anche come, in forza delle sue provocazioni e le ripetute proteste civili, sia dovuto incorrere in diversi processi penali: Prova di un temperamento e di una fierezza non uguale ai tanti politici che raramente sono sottoposti a queste lotte per il raggiungimento dei valori e la dignità dell’uomo.

Se a questo aggiungiamo che Pannella non ha goduto dei vitalizi e del trattamento pensionistico specifico per chi, come lui, è stato deputato della Repubblica e che, per ragioni etiche, si è volontariamente dimesso prima che ciascun suo mandato raggiungesse la metà della legislatura in corso…non possiamo che restare sorpresi ed orgogliosi di avere avuto una simile figura politica in questo nostro Paese.

Cosa si può volere di più da un politico che...per dare più forza a queste iniziative ...si è persino proposto con lo sciopero della fame? Chapeau…dunque.. a questo particolare e quasi irreale politico per quello che ha sempre fatto con la sensibilità e l’ardore che dovrebbe appartenere a chiunque ami la politica, il suo Paese.. e la propria società.

vincenzo Cacopardo



Una replica all' articolo di Domenico Cacopardo su Italia Oggi del 19 /5

In questo articolo di Domenico Cacopardo vi sono alcune verità, ma nella sostanza credo che si possa far notare come alcuni punti non potranno mai essere soggetti ad una giusta critica.. proprio perchè afferenti ad una personale interpretazione di voler stabilire all'interno di una propria organizzazione politica una particolare disciplina autonoma.


Malgrado un certo autoritarismo di certo confutabile.. nel caso del Movimento 5Stelle non credo proprio si possa parlare di fascismo! Alcune condotte potranno anche apparire vincolanti in modo eccessivo, ma comunque appartenenti ad un modo di dirigere l'organizzazione di un Movimento secondo una propria visione e disciplina. Se esiste questo difetto  (se così possiamo chiamarlo) viene a galla in considerazione del fatto che non si è mai voluto mettere mano ad una regolamentazione dei Partiti in modo da poter stabilire dei principi più concreti ed uniformi in riferimento alla disciplina interna di ogni organizzazione politica.


Sappiamo che la Costituzione Italiana riconosce il loro ruolo  quando scrive, all’art. 49, che «tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale». Sappiamo anche che da questo articolo discendono quasi automaticamente alcuni principi, ma non vengono stabilite.. più specificatamente.. precise regole organizzative: La formazione dei partiti rimane libera qualunque ne sia l’ideologia. A loro viene riconosciuta la funzione di determinare la politica nazionale. Dal punto di vista giuridico i Partiti politici in Italia sono comunque organizzazioni private che si configurano come associazioni non riconosciute e godono quindi dell’ampia libertà d’azione che è prevista dal codice civile.

Ognuno che entra a far parte della particolare organizzazione politica dei 5 Stelle si assume una responsabilità..che di certo non gli viene imposta poiché esiste la piena libertà di non sottostare ai loro principi :Basta non farne parte! Se Virginia Raggi..ad esempio..si ritiene interessata all'organizzazione e viene proposta come candidata per le amministrative di Roma..si assume la responsabilità personale di attenersi alle regole (giuste o meno giuste) di questo Movimento... Anche nel caso volesse firmare una lettera di impegno all'interno dell'organizzazione..sarà sempre una sua scelta..una sorta di contratto interno di fatto..e non di diritto!

Non si tratta di capire qualcosa del "diritto" e di fare riferimento a condizioni capestro. Nessuno è costretto dover far parte di un Movimento..se non lo vuole e se non ne condivide le regole..Regole che al contrario possono anche criticarsi...Tutto il resto potrà essere deplorevole quanto si vuole..ma resta nelle linee di ogni organizzazione che rimane libera nel proprio modo di interpretare la trasparenza e l'etica stessa al suo interno. Vi è in proposito un unico modo di poter bloccare tali processi interni un po' assoluti e deformanti di una organizzazione politica.. e cioè quello di riformare l'art 49 attraverso una regolamentazione più precisa che fino a oggi il sistema politico odierno non si è mai curato di fare proprio perchè da ciò trae altri benefici e può costruire diversi conflitti di comodo.

Per quanto riguarda i media ..l'affermazione di Domenico appare incomprensibile in quanto mi sembra che televisioni e giornali sono quasi tutti in mano al sistema politico odierno e non alle opposizioni.. e se nel caso della 7..non possiamo che ringraziare Cairo che apre lo spazio ad una critica più ampia ed equa, rimane il fatto che la stra-maggioranza della stampa offre di sicuro nutrimento a quello che si potrebbe definire il vero popolo bue: Quel popolo che oggi segue il giovane boy scout fiorentino osannandolo per la sue ripetute parlantine e l'inverosimile supponenza con la quale continua a perseverare imponendo riforme costituzionali deformanti con l'uso di sistemi antidemocratici ed assoluti... Fingendo di cambiare per non cambiare nulla..Correndo di fretta e con superficialità.. Di sicuro..il suo.. è il gregge che ignora o non intende vedere oltre!
vincenzo cacopardo



I media perdonano tutto ai cinquestelle

 di Domenico Cacopardo 


Mentre la vicenda Pizzarotti si sta avviando all'inevitabile soluzione (espulsione dal Movimento 5stelle e, in caso di rinvio a giudizio, dimissioni ed elezioni anticipate), a Roma, e in qualsiasi luogo ci sia un candidato del Movimento, la campagna elettorale si sta sviluppando con una inaccettabile rimozione. I media, che non si lasciavano sfuggire una rumorosa soffiata di naso di Berlusconi, soffrono di ontologica distrazione su quanto riguarda i grillini, quando, come nel caso di Lilli Gruber, che si è trasformata, da vestale della sinistra più radicale e giustizialista, a fan di Grillo, Scanzi e Travaglio (un passaggio dai piani nobili agli scantinati della politica) e dei dioscuri dagli ascolti fallimentari Giannini&Floris, dimenticano la montagna di osservazioni che potrebbero essere formulate al Movimento e alle sue escursioni lontano dalla democrazia, verso la teoria e la pratica nazifascista, razzismo compreso.
Virginia Raggi, candidata grillina a sindaco di Roma, ha dovuto firmare un contratto che la impegna a pagare una penale molto alta e a dimettersi in caso arrechi un «danno di immagine» al Movimento e, una volta eletta, a far approvare preventivamente allo staff di Beppe Grillo tutti gli atti amministrativi di una certa importanza. Questi impegni sono illegali e illeciti e delineano un candidato e un sindaco eterodiretto, indipendente dal consiglio comunale e dalla volontà dell'elettore popolo «bue». Chiunque capisce qualcosa di diritto sa che le condizioni-capestro, in quanto illegali e illecite, sono nulle e nessun giudice potrebbe condannare la Raggi a pagare la penale per un qualsiasi «danno di immagine», definito tale dai quei premi Nobel del diritto che rispondono ai nomi di Grillo, Di Maio, Di Battista e Fico.
Insomma, un fatto che testimonia la natura autocratica del Movimento, una sorta di falange a disposizione delle decisioni e dei capricci di un comico-satrapo e di un giovanotto nominato «guru» per diritto ereditario.
Il consenso belante di media e giornali (che evitano di formulare tutte le domande più urgenti e ficcanti), però, è ancora peggio del fatto politico.



17 mag 2016

M5 Stelle..Le distonie di un'organizzazione politica



La politica contro sistemica di Grillo che guarda ai valori.. ma non definisce bene i principi
di vincenzo cacopardo

Adesso forse.. occorrerebbe che il Movimento 5Stelle si desse una seria mossa e cominciasse, anche se in ritardo, a rivedere il suo sistema interno per le candidature e quello dell'impostazione delle regole definendo bene i confini di una morale di comportamento..Magari parlando meno di onestà..senza alzare vessilli..con pacatezza ed agendo solo attraverso i fatti in favore di questa!.. Quello a cui in questi giorni si è assistito sembra una sorta di epurazione per mancanza di trasparenza condotta in modo anomalo e differente per chi amministra le città per preciso mandato di questo Movimento.

Nel mio Forum è stata diverse volte sottolineata la difficoltà di poter condurre una politica attraverso i vecchi principi. Di ciò si è data abbondantemente colpa ad una vecchia politica incapace di custodire i fondamentali valori di una democrazia e di lottare contro obsoleti concetti che non potranno mai far crescere una politica moderna più utile alla società: Negli studi e nelle costanti ricerche ho persino percepito l'importanza di doversi muovere attraverso i valori...ed..in forza di questi.. andare alla ricerca di quei principi validi di sostegno per il riscontro di una giusta crescita sociale!..Non è l'odierno strano modo di intendere la società attraverso la forza di un cinico pragmatismo che potrà farci vedere un futuro migliore, ma sembrano essere proprio i valori del nostro Paese a condurci in una più libera ricerca di nuove idee in proposito.

La singolarità odierna sta nel fatto che questo processo di rinnovamento di difesa dei valori è di certo l'unica carta vincente per una politica che oggi richiede equità sociale e crescita sicura, come non può più esserlo quello seguito da chi limita il pensiero e spacca in due un Paese attraverso incomprensibili contrapposizioni che appartengono ad un passato ormai lontano..e se obiettivamente esiste un movimento che si è messo in moto in questi ultimi tempi per la difesa dei valori..questo è stato il Movimento dei 5Stelle: Invertire il processo mentale partendo dai valori.. sembra essere ciò che ha sempre inteso fare il Movimento di Grillo ..ma per definire i principi e rendere la società politicamente sicura è necessario confrontarsi ..è necessario scambiarsi..e necessario farlo interagendo attraverso il dialogo e le idee! Gli errori commessi da questo Movimento restano per lo più di leggerezza ..ma sostanziali!

La loro cadenza contro sistemica cozza contro i principi posti da uno statuto inconcepibile e non del tutto chiaro che finisce col dirimersi in conseguenti posizioni autoritarie. Il principio della trasparenza è imposto in termini perentori, ma non del tutto chiari..la definizione dei candidati assai approssimativa..il dialogo all'interno quasi interamente escluso..e persino i programmi non si riescono a comprendere in pieno..Sembrano errori gratuiti ed a volte si ha l'idea che il tutto resti a galla solo per inerzia  e solo per schierarsi contro un sistema che non soddisfa più!


Tuttavia al momento questa organizzazione rimane l'unico muro di contenimento per una politica di vecchio sistema ..un blocco assai utile persino per produrre nuova innovazione alla politica dormiente del passato. Si può forse sperare che al loro interno si diano delle regole diverse.. che possano anche incoraggiare i tanti che oggi guardano ad una politica non solo di vera ed utile trasparenza, ma soprattutto di ricerca e idee tali da proteggere i valori ed infondere costante passione.      

16 mag 2016

Integrità morale.. regole e confini

di vincenzo cacopardo

Era inconfutabile che i nodi sarebbero venuti al pettine!


Adesso il Movimento 5Stelle potrebbe temere di frenare la sua avanzata mettendo a rischio la sua opera di rottura verso un sistema che continua a richiamare l'attenzione di tanti cittadini: E' l'esasperazione in tema di integrità morale e di onestà che, insieme con la mancanza di un regolamento certo, crea all'interno squilibri evidenti all'organizzazione! Eppure per personalità acute come Grillo sarebbe stato semplice poter prevedere certi risvolti: La mancanza di un certo equilibrio quando si affrontano i campi della politica che toccano soprattutto l'etica..fanno sì che ci si possa ritrovare a dovere districare in seguito matasse assai più ingarbugliate. Il caso Pizzarotti sindaco di Parma sembra essere la maledetta goccia che potrebbe far traboccare il vaso!

Adesso.. infatti...per il Movimento.. la questione morale e la trasparenza.. che si sarebbero dovute trattare con più attenzione ponendo regole e confini più precisi oltre che di maggior equilibrio, potrebbe generare contraddizioni persino insopportabili per chi ha preteso di sostenere ossessivamente la retorica dell'onestà..Soprattutto per i ruoli amministrativi si sarebbe dovuto provvedere in modo diverso specificando meglio i suddetti confini sui compiti e le scelte sulle figure.

Chiunque affronta la politica odierna alzando questo tipo di vessilli è ancora più sottoposto a critiche per precisi motivi che lo vedranno sempre ergersi come colui che …dall’alto della propria integrità..ai limiti della presunzione, ritiene di poter giudicare l’operato degli altri. Sappiamo bene che l'onestà è un pre-requisito essenziale, ma farsene scudo per affrontare un progetto politico senza nemmeno prevedere confini precisi dentro i quali muoversi, finisce col portare conseguenze peggiori. Inoltre.. un ulteriore motivo è determinato dalla stessa crisi del sistema che, non offrendo più le giuste sicurezze al cittadino (né in campo di giustizia…come in quello di una vera sovranità democratica), lo sottopone di continuo alla ricerca di piccoli atti illeciti a sua difesa difficili da giudicare obiettivamente...Figurarsi poi per chi deve amministrare!

Ma la stranezza sta nel fatto che, oggi, a proporsi di intervenire per cambiare lo stesso sistema politico è proprio il movimento 5Stelle che pretende persino di non separare con metodo e scopo un'attività parlamentare e di Partito.. da quella prettamente amministrativa.. Senza ancora sforzarsi di ricercare regole più precise per i differenti ruoli: Antisistemici che sembrano combattere una lotta contro un sistema facendo uso dei suoi stessi vecchi mezzi...dimenticando di porvi regole più sicure ed appropriate ed affidandosi quasi esclusivamente ad una morale ossessiva!

Ora..se dovessimo davvero porre l’aggettivo “onesto” in un contesto relativo all’odierno quotidiano..ponendolo al centro di uno scopo sociale, potremmo restare sorpresi da quanto.. esso.. scaturisca da una strana morale deteriorata dallo stesso sistema che continua ad ostentare principi per poi.. determinare scarsi valori positivi!.. Per evitare che tali motivi e dette ragioni possano mettere in crisi l’evidenza del significato di “onestà”, sarebbe sufficiente comportarsi in modo corretto (senza supponenza e con la forza dell'umiltà).. non usando comunemente in suo termine come un vessillo da sbandierare.

Forse per ritrovare la via giusta dell’onestà in politica, bisognerebbe partire da una strada diversa..Da un percorso che guardi principalmente al rinnovo del sistema e del suo funzionamento. Parlare più di ricerca, di metodo e di equilibrio di una politica.. per far sì che essa non possa più essere sopraffatta da qualsiasi forma o atto di disonestà.


13 mag 2016

L'avviso di garanzia..ed il reato commesso!

Oggi vi è una lunga serie di amministratori coinvolti a cui è stata recapitata una informazione di garanzia..il reato è spesso abuso d'ufficio..un reato facilmente riscontrabile, ed a volte.. difficilmente provabile.. 
di vincenzo cacopardo
L'informazione..o avviso di garanzia.. è un istituto previsto dal codice di procedura penale e prevede come destinatari la persona sottoposta alle indagini preliminari (indagato) e la persona offesa dal reato. L'informazione di garanzia contiene indicazione delle norme di legge che si assumono violate, della data e del luogo del fatto e con invito a esercitare la facoltà di nominare un difensore di fiducia. Il presupposto è il compimento da parte del PM di un atto garantito cioè.. un atto a cui il difensore dell'indagato ha diritto o l'obbligo di assistere. L'informazione, dunque, garantisce la persona cui viene spedita.

È un atto mediante il quale il PM ( un magistrato del Pubblico Ministero ), nel momento in cui occorra compiere un atto cui - secondo il dettato del codice di procedura penale - il difensore dell’indagato abbia diritto di assistere, porta a conoscenza il cittadino che nei suoi confronti si stanno svolgendo indagini in ordine ad un determinato fatto che abbia una rilevanza ai fini della applicazione legge penale

Ora..essendo l’esercizio dell’azione penale - in Italia - obbligatoria ( nel senso che non vi è discrezionalità nella scelta da parte del PM se indagare o meno su di un fatto - reato ) si vengono a creare due distinte fasi, necessarie, all’interno di un procedimento penale allo stadio delle indagini preliminari: quello della iscrizione della notizia di reato e quello dell’invio dell’informazione di garanzia. Ciò proprio per evitare che ogni cittadino possa essere, a sua insaputa, soggetto passivo di indagini da parte di un’Autorità Giudiziaria..(tra l'uno e l'altra però potrebbe passare del tempo)...

In sostanza la comunicazione, viene inviata allo stesso, per metterlo a conoscenza dell’esistenza di un’attività investigativa tendente ad accertare un suo coinvolgimento o meno in fatti di rilevanza penale..ma l'indagine potrebbe partire prima.. Non è detto..inoltre..che successivamente vi si riscontri una totale estraneità da parte del soggetto a cui l'informazione di garanzia viene inviata.

Un atto voluto a difesa del cittadino che oggi viene rigirato a suo danno!
Tutto ciò pare portare oggi la politica in un gran caos..poichè strumentalizzando sempre più tale dispositivo, si porta avanti una inutile lotta che deteriora ancora di più il dibattito ed i rapporti, già di per se precari, dei Partiti. Tutto sembra nascere dal fatto di alzare in modo sconclusionato ed eccessivo un vessillo dell'integrità per farsene scudo in forza di un moralismo inconcludente e per niente costruttivo. Una guerra stupida che non può portare nulla di buono per chiunque voglia che si amministri con equilibrio e serenità.


Altra storia rimane il fatto che i Partiti devono ben conoscere chi.. e come.. andrà ad amministrare con capacità.. senza artifici o interessi personali, ma non può neanche bloccare il suo impegno attraverso il dubbio perseverante su una comunicazione di garanzia che in sé non può esprimere alcun pre-giudizio: Solo se vi è un rinvio a giudizio si può cominciare a parlare di qualcosa.. non prima!..Ancora meglio se vi è un grado di giudizio!

Riforma costituzionale: un pasticcio che si vuole imporre..



Le riforme costituzionali: Chi non le condivide viene etichettato come colui che non intende innovare!.. Ancora peggio quando sentiamo politici ripetere “meglio questo che niente”!
di vincenzo cacopardo

Ci risiamo! La solita canzonetta nello studio di Vespa dove il premier ha potuto parlare ininterrottamente senza alcun interlocutore contrario: “Bisogna capire che oggi stiamo cambiando le regole della politica... stiamo mettendo mano alle riforme per far marciare la politica in modo più snello.. ci stiamo impegnando per abbattere il muro di un bicameralismo paritario che allunga i tempi”..e via dicendo. Nel suo incedere naturalmente manca la parte sostanziale del merito..e cioè di come si sta effettivamente cambiando..se in meglio o in peggio! Inoltre se il metodo stesso rimane nei confini di un ordinamento politico istituzionale conforme alle regole stesse.

Non c'è dubbio che il premier fiorentino abbia voglia di buttarla principalmente su un concetto generico del “cambiare si o cambiare no”..ponendo questa contrapposizione come motivo di una polemica che gli resta utile poiché isolata da ogni contesto sul merito della stessa riforma...La sua politica appare sempre più disgregante e di divisione nei riguardi del Paese: Chi è con lui e chi non lo è. Ma se si analizzano bene e tutte insieme le sue riforme.. il riordino del Senato, del Titolo V ed il combinato con la legge elettorale, ci si potrebbe accorgere di come queste mirino a semplificare l'assetto politico istituzionale solo per rendere forte una governabilità senza stabilire una base solida dove appoggiarla..una base che rimane essenziale poiché legata ad una logica democratica utile ed evidente: E' un concetto riformista che potrebbe apparire persino convincente, ma che è destinato a crollare o a portare diretti verso un percorso autoritario che.. mano a mano..potrebbe indurirsi sfociando in ben altro.

Ma le alternative in proposito ci sarebbero state e decisamente migliori se non si fosse corso con eccessiva presunzione e con l'ambizione evidente di chi pensa di poter procedere in forza di una supponenza senza limiti. Innanzi tutto si sarebbero potute dimezzare le figure ed.. ai fini dell'ambito risparmio... anche i loro compensi...poi le Camere avrebbero potuto avere due ruoli diversi..ruoli diversi e separati quindi anche tra il legislativo e l'esecutivo, si sarebbe potuto mettere mano all'importante rinnovo dei Partiti, ad una possibile elezione diretta del capo dello Stato, riformare le regioni secondo criteri ponderati, una legge elettorale che non tagliasse di netto ogni beneficio di una minoranza..etc etc..

Invece si e creato il solito pasticcio all'italiana provocato da fretta e superficialità..dove ne è uscito un guazzabuglio dai fattezze tipiche di chi rimane legato nei limiti del la propria megalomania.. Come quando un cuoco..preso dalla premura.. prepara un dolce prendendo tutto ciò che trova e mischiandolo insieme con salse di tutte le specie..Inoltre..non sembra nemmeno sia stata usata una cucina conforme dove sussistono i mezzi necessari ed utili per poter procedere.. Un dolce che oggi ci si impone :prendere o lasciare..o questo o niente altro!

Una metafora triste oltre che amara che mette in evidenza la mediocrità di una politica non capace di operare secondo una propria cultura storica e che, per effetto di una dilagante esterofilia, si affida esclusivamente al misero mestiere di scopiazzare dagli altri Paesi...Una politica che, con assoluta fermezza, pretende far subire ai cittadini una sorta di ricatto: o questo o nulla!..Ma c'è dell'altro: Chi non condivide tali riforme viene etichettato come colui che non intende innovare!..e forse ancora peggio quando sentiamo politici ripetere “meglio questo che niente”!


12 mag 2016

Una nota sull'articolo di Cacopardo sulla nuova generazione di governanti

Domenico Cacopardo su Italia Oggi scrive:

Il cuore dello scontro in corso in Italia è piuttosto semplice: da un lato c'è il progetto politico di una nuova generazione di governanti, capeggiata da Matteo Renzi, di innovare profondamente il sistema repubblicano, rendendo i processi decisionali analoghi a quelli in essere nelle altre grandi democrazie occidentali.
Dall'altro, il complesso di interessi avvinghiati a un'organizzazione statuale nella quale anche le più sparute minoranze, le più scarne corporazioni hanno diritto di veto e, quindi, potere di ricatto.
Una concezione ben interpretata da Enrico Berlinguer (peraltro contrario al bicameralismo), quando sosteneva che il Paese non si può governare con il 51%, in una visione della democrazia italiana che riproponeva il modello del Cnl, il Comitato di Liberazione Nazionale che comprendeva tutte le forze antifasciste.
La Storia si è incaricata di sconfiggere l'idea di una democrazia consociativa, causa ed effetto del degrado della prima e della seconda Repubblica, le cui evoluzioni sono accomunate dal diffondersi dalla corruzione e, in modo particolare la seconda, di quella particolare forma di corruzione che si chiama trasformismo, il continuo passaggio di esponenti politici da uno schieramento all'altro. In definitiva, le forze in campo si confrontano sul cambiare (sul serio, non perché tutto rimanga come prima) e sul rimanere com'eravamo e come siamo.In questa ottica, i termini di quello che viene presentato come il conflitto tra politica e magistratura si ridimensionano e rientrano nella fisiologia del confronto istituzionale.


Ecco!... è proprio su parole come "innovare" che non si può mai essere d'accordo con Domenico, poiché innovare deve voler significare guardare al futuro in termini di efficienza e funzionamento..vuol dire modificare in meglio e nel caso specifico della Costituzione di una repubblica democratica.. oltre a cercare di condurre una società verso una giustizia sociale..occorre rendere ragione al termine democrazia. ..Altrimenti è troppo facile abbindolare i cittadini con i monotoni annunci sui finti risparmi e le veloci risolutive semplificazioni...come lo è ergersi a falso innovatore!


Se come afferma il Consigliere Cacopardo può essere vero che il complesso di interessi avvinghiati a un'organizzazione statuale nella quale anche le più sparute minoranze, le più scarne corporazioni hanno diritto di veto e, quindi, potere di ricatto”...è altrettanto vero che è assolutamente insostenibile ogni principio di democrazia che pensi di poter affermare una qualsiasi governabilità dall'alto..ed ancora peggio è il fatto che un governo hic et nunc decida di cambiare un Carta costituzionale a suo piacimento (anche attraverso fiducie). 

E' vero che nella democrazia esistono maggioranze e minoranze, ma queste non restano mai fissate in eterno poiché mutano col tempo ed in base alle circostanze. Il concetto maggioranza- minoranza è uno di quei criteri che non rende più ragione all'andamento della politica! Oggi la politica deve muoversi in un contesto diverso ..più dinamico.. senza costruire muri tra maggioranza e minoranza, ma nella ricerca continua delle idee e delle soluzioni...La cosiddetta maggioranza deve determinarsi in base al momento..altra cosa deve essere governare! I sistemi maggioritari purtroppo hanno arrecato un detrimento e contrastano con i valori di una democrazia i cui principi..pur rimanendo quelli legati alla volontà dei popoli, devono restare accesi in uno svolgimento persistente aperto e mutevole nel tempo. Ma questi forse sono pensieri assai lontani dalla realtà odierna di una politica che non sembra voler leggere oltre il proprio naso...Tanti politici oggi non riuscirebbero nemmeno a percepirli tanto sono avanzati!

La risposta di chi la politica la interpreta come Renzi sembra restare rinchiusa in questo ristretto concetto:  "non mi fanno governare..quindi sono costretto a limitare gli spazi ed i principi di una democrazia"..quando invece dovrebbe essere:"Osservo i principi di una democrazia al fine di governare bene per tutti" Quello che tuttavia è importante sottolineare è la mancanza totale di uno sguardo verso la ricerca di nuove formule dell'ordinamento politico che guardino davvero all'innovazione attraverso la forza di una nuova forma mentis e non le solite posizioni  contrapposte destra-sinistra che poi riconducono tutti verso un centro moderato..generando le consuete anomalie dovute dai molteplici conflitti.   

Virginia Raggi“ La nostra città, è la nostra casa!.”

Le proposte più importanti della giovane candidata Raggi
di vincenzo cacopardo
La candidata del Movimento 5Stelle per il comune di Roma si muove più nell'ombra rispetto agli altri candidati, intervenendo meno nelle tv e restando più a contatto con la cittadinanza. Il suo progetto pare ampliandosi di giorno in giorno in base alle sue continue visite per la città.
Questi oggi alcuni dei punti più salienti delle sue proposte programmatiche:

Rifiuti, risorse e risparmio.
Ridurre i rifiuti, riusare e riciclare significa far risparmiare soldi ai cittadini e creare posti di lavoro. Si ha in mente un futuro differenziato, con un servizio di raccolta intensificato e domiciliare, nuovi veicoli AMA, isole ecologiche in ogni quartiere e tariffe puntuali. Spazzare via il malgoverno nella gestione dei rifiuti. Multe più salate per chi tratta Roma come una pattumiera.

Il verde.
Avere parchi e spiagge al livello d’eccellenza delle capitali europee è la vocazione di Roma a 5 stelle: 16.000 ettari di natura protetta, biodiversità, reperti, monumenti, ville e casali. Regole chiare sulle aree verdi e sulle modalità di gestione coinvolgendo la cittadinanza.

Riparo dalla microcriminalità,
Un Corpo di Polizia Locale ben riorganizzato e sicurezza stradale incentivata. Andare verso il superamento dei campi rom, come richiede l’Europa, e verso un censimento patrimoniale approfondito per ogni insediamento, affinché nessuno a Roma possa più vivere alle spalle dell’altro.

Politiche sociali che offrono lavoro
attenzione a persone da tutelare con un nuovo Piano Regolatore Sociale, più progetti per gli anziani, servizi H24. Diritto ad abitare in un alloggio proporzionato al nucleo famigliare, ad un affitto che non superi una percentuale sul reddito. Rendere pubblica la mappa e completando il censimento del patrimonio immobiliare del Comune, bloccare la sua vendita e riportare gli abitanti nella città. Azzerare gli affitti passivi, manutenzione per le case pubbliche inagibili e favorire l’auto-recupero degli immobili coinvolgendo la cittadinanza attiva. Migliaia di cantieri aperti alle piccole imprese per il recupero degli alloggi perduti.

Asili e scuole
offrire ai genitori e ai loro bambini asili pubblici
e scuole messe in sicurezza, a cui ci si possa iscrivere in modo semplice, e in cui ci siano mense sostenibili, orti scolastici e nuovi percorsi educativi.

Cultura e turismo e servizi
Trasparenza e meritocrazia nei fondi per la cultura, spazi culturali e artistici anche nelle periferie, sostegno all’artigianato. Impianti sportivi messi in regola ed efficienti, aggiornamento delle tariffe, parchi e ville trasformate in palestre all’aperto. Maggior decoro urbano, trasporti efficienti, più sicurezza e coordinamento nella promozione, riportando Roma ad essere anche città del mondo, valorizzando in primo luogo l'immenso patrimonio artistico e culturale.

Per la Raggi è indispensabile il blocco dell’ espansione urbana e lo studio di nuove regole per recuperare gli abitanti perduti. Sembra indispensabile un nuovo Piano che permetta a Roma di avere una rete diffusa di servizi dando agli abitanti la possibilità di sentirsi al “centro” in ogni parte del territorio urbano.

Secondo la candidata dei 5Stelle l’emarginazione sociale rimane un problema di primissima importanza che non può combattersi attraverso le forze di polizia, ma con il recupero della dignità civile in una città che va capovolta: dal centro alle periferie...Una visione culturale moderna di difficile realizzazione alla quale la Raggi crede e che intende portare avanti con l'impegno e la collaborazione di chi crede al suo progetto.
Ove venisse eletta..non si può che augurarle di riuscire a portare a termine queste sue idee..tuttavia credo che in proposito troverà una serie di ostacoli che si porranno contro per via del fatto che vi saranno tante figure politiche che cercheranno in tutti i modi di ostacolarla nella volontà di seguire il programma: Molta di quella politica vecchia ed ancora inserita nei gangli dell'amministrazione capitolina.. porrà una lunga miriade di impedimenti per il fatto stesso di non poter permettere alcun successo ad una giovane nuova arrivata appartenente ad un Movimento poco sistemico e di rottura verso il passato.


10 mag 2016

L'impegno per la capitale...


...in attesa del riscontro elettorale
di vincenzo cacopardo

"Saranno la squadra ed il progetto a definirne il successo"

Non c'è nulla contro Marchini che possa mettere in dubbio la sua voglia di voler gestire il comune di Roma, ma c'è di sicuro un forte dubbio sul possibile coacervo di interessi portati dai Partiti che lo appoggiano. Partiti che potrebbero indirizzarlo verso compromessi portandolo lontano dal suo naturale progetto e dalla sua voglia di intervenire in favore delle idee con l'impegno di una differente lista civica. Di sicuro la Meloni, sullo stesso fronte, dimostra di avere più convinzioni e meno ostacoli..inoltre..per il suo temperamento.. appare più determinata ed assai apprezzata dall'ambiente femminile romano.

Si parla meno della Raggi che piano piano riesce ad impadronirsi di consensi anche per la innata volontà di voler apparire meno e restare meno sotto i riflettori che giorno per giorno puntano sui candidati attraverso le tv: Il fatto di restare meno impegnata sulle discussioni e la visibilità fornite dal mezzo televisivo e più a contatto con i cittadini dà un certo affidamento a buona parte dell'elettorato romano..anche se in tanti la definiscono non proprio preparata per gestire la difficile politica amministrativa della capitale.

In realtà la gestione del comune di Roma pare essere di difficile soluzione per tutti.. non tanto per la volontà ed i meriti degli stessi candidati, ma per via delle notevoli difficoltà del controllo di un vasto territorio e dei servizi occorrenti oggi ridotti in grandi difficoltà e privi di sufficienti risorse. Il problema rimane identico per tutti i candidati! Sia essi preparati o meno esperti.. sarà proprio la capacità e l'intuito di definire una squadra atta e adeguata al difficile compito a determinare il successo ...saranno proprio le figure ed il loro impegno a dimostrare se ancora esiste una possibilità di recupero per la città che gode di un ampissimo centro storico che rappresenta il richiamo per una miriade di turisti.


Raggi..Marchini..Giachetti o Meloni...Il problema di Roma rimane immenso e saranno le idee...il programma e l'impegno di una squadra capace e volenterosa a definire la sorte della nostra capitale.       

9 mag 2016

L'incoerenza del finanziamento privato ai Partiti


Il Paese delle anomalie”
di vincenzo cacopardo

Più aumenta il peso del denaro nel sistema ..più si svilisce il valore della politica nella società..

Riesce davvero difficile poter comprendere come si possa pensare di togliere un finanziamento pubblico ai Partiti che operano nel campo della politica: Che sia certo che si debba porre un limite stabilito attraverso delle regole sicure..... ma che si pretenda di poter ottenere un risultato migliore attraverso l'abolizione di un finanziamento pubblico.. è pura illusione! Un finanziamento privato, opera in dispregio delle logiche più appropriate... imponendo un criterio di natura privatistica che premia solo gli interessi di chi finanzia!

Ricordiamo che qualche anno fa la Camera ha definitivamente approvato la conversione del decreto legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. L’abolizione sarebbe avvenuta nell’arco di tre anni, e il finanziamento pubblico sostituito da un un sistema di finanziamento basato sulle detrazioni fiscali delle donazioni private e sulla destinazione volontaria del due per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Il finanziamento pubblico – che formalmente, oggi, è un “rimborso elettorale”, viene quindi del tutto abolito: Nel 2014 i fondi erogati ai partiti sono stati tagliati del 25 per cento, nel 2015 del 50 per cento e nel 2016 del 75 per cento. Dal 2017 questo finanziamento dello Stato, in forma di rimborsi, sarà completamente abolito.

Cosa potrà mai comportare una netta abolizione di un finanziamento pubblico da parte dello Stato?..
Se si vuole interpretare a puro scopo propagandistico che ogni finanziamento pubblico equivale a mantenere una politica spendacciona ed inoperosa..la risposta potrebbe essere quella di provvedervi attraverso regole più precise e rendicontazioni controllate..senza alcun bisogno di abolire in toto i finanziamenti, ma contenendoli... Se invece si pensa che in tal modo la politica possa diventare più corretta e funzionale, si commette il solito peccato demagogico affermando logiche qualunquiste...ma si fa anche di peggio!

Desta meraviglia che in tal modo possa pensarla il Movimento 5 Stelle che oggi cavalca l'onda del cambiamento attraverso l'uso di processi che comprendono maggiore partecipazione democratica. Ma come si pensa che in tal modo si possa operare più democraticamente? Come si fa a non comprendere che sarà proprio il finanziamento privato a rendere sempre più forza alle diseguaglianze...smantellando conseguentemente ogni logica che si vorrebbe democratica e di equa partecipazione?

Questa contraddizione che tocca da vicino anche il Movimento Pentastellato rimane un altro dei motivi tendente a frenare la loro marcia verso il successo, poiché..è una chiara contraddizione in essere! Se ancora oggi..nella percezione popolare.. abbattere ogni pubblico finanziamento potrà dare l'illusione di maggiore ordine e integrità..successivamente..alla prova dei fatti.. metterà in evidenza la forza delle risorse private (società finanziarie e lobbies ) che riusciranno a gestire e controllare meglio ed a proprio vantaggio la politica del Paese...Fa quasi rabbia pensare che l'unico Movimento in grado di interrompere l'escalation di una politica vecchia e sistemica (che affida ancora il suo potere nella forza del denaro), non sia in grado di percepire che questa è una chiara contraddizione nel cammino del loro percorso.

La politica ha i suoi costi!.. e se anche questi devono essere controllati e contenuti ..sarebbe molto meglio farlo attraverso una mano pubblica! Quando oggi, attraverso le nuove normative che si pensano essere innovative, si offre ai privati di foraggiare una politica (che in sé dovrebbe rappresentare espressione del pensiero e delle idee) non si fa altro che favorire interessi personali e successivo malcostume: Si favoriscono interessi per poi urlarvi contro!

Al di là di chi decide o no... di versare il due per mille ai partiti..nel momento in cui si accettano le donazioni.. tutto cambia e tende a modificarsi in base ad interessi precisi: I privati che potranno dare fino a 100 mila euro l’anno (cifra che nel corso di questi anni potrebbe anche cambiare in eccesso) usufruiranno di una serie di detrazioni fiscali sulle cifre donate..come anche le persone giuridiche, cioè le società e gli enti...Ma potranno controllare anche i propri interessi..Una inspiegabile ed insopportabile contraddizione alla quale bisognerebbe mettere ordine!