Come
prima Minniti...adesso anche Salvini
... ed ormai una buona parte del mondo della politica italiana.. intenderebbe muoversi sul
tema dell'immigrazione arrestando la marcia verso il nostro paese
sullo stesso territorio africano grazie agli iniziati accordi con la Libia e la Tunisia.
di vincenzocacopardo
E' chiaro che questa è sempre apparsa (sebbene non
affrontata in tempo) la soluzione più conforme ed efficace per frenare l'esodo. Tuttavia quello che non è del tutto chiaro è se
il governo di Tripoli potrà essere sempre sicuro e stabile per
continuare sulla strada della cooperazione. Se cioè.. possiamo avere
una sicurezza per la creazione futura in loco degli hotspot
occorrenti. Se oltre la Libia anche la Tunisia possa essere
definitivamente d'accordo e provvedervi per un soccorso in favore
dell'occidente...E se vi possano aderire altri Paesi africani...
Fino
a pochi giorni fa in Libia vi furono violenti scontri tra due milizie
all’aeroporto di Tripoli. Con bilanci pesantissimi di decine di
morti e feriti. Tra le vittime ci sarebbero anche civili. Lo scalo è stato bloccato. A fronteggiarsi sarebbero state due milizie
legate al governo di Accordo nazionale libico: la milizia Zamrina di
Bashir Al Buqra e le forze di deterrenza speciali - Rada - di Tripoli
di Hathem al Tajouri.
Per
la Libia,
Paese centrale nella crisi migratoria potrebbe essere un anno di
difficili soluzioni. Dopo la disgregazione avvenuta con la caduta del
regime di Gheddafi, le elezioni del 2012 e quelle successive del 2014
non hanno fornito un Governo organico al Paese che è precipitato in
una serie di guerre civili in cui si combattono milizie locali di
parte. Il paese non è ancora stabile e si attendono nuove elezione
per quest'anno. Qualcuno ancora oggi dichiara che
la Libia non è ancora pronta ad una vita democratica...ponendo un
concreto rischio di fallimento anche sull'opera di contenimento della
migrazione verso il continente europeo.
Per
quanto riguarda la Tunisia, malgrado la differenza sostanziale con la
Libia, la situazione rimane un po' diversa, ma sempre di continuo
allarme che pare offrire sempre meno speranze di solida stabilità
democratica. C'è una nuova mutazione nelle dinamiche migratorie
verso l'Italia. Da un po' di tempo sembra essersi riaperta la rotta
tra le coste della Tunisia e Lampedusa a fronte di una diminuzione
dei flussi dalla Libia.
Vi è una grande disponibilità da parte del
nostro Paese in una collaborazione con la Tunisia per la soluzione
della migrazione. Tuttavia una certa corruzione nel paese e' in aumento molto
più di quanto non accadesse durante il regime di Ben Alì. Ciò ha
spinto ad esasperare certe disuguaglianze sociali. Per questa
ragione negli ultimi due anni essendo stata delusa l’aspettativa
di riscatto... è riesploso anche lo svolgimento dell’immigrazione
clandestina. E se i
meccanismi di mobilità
sociale sono pressoché completamente bloccati, i percorsi di
istruzione non sembrano garantire una collocazione appropriata nel mondo
del lavoro. Inoltre le denunce della società civile restano non
esaurite o represse con violente forme di autoritarismo. La sicurezza
del paese non pare dissimile a quella condotta da un regime
totalitario lesivo della dignità delle classi meno
agiate...Insomma..si parla sempre di più di soprusi ed impunità che
non aiutano ad un approccio positivo verso le soluzione delle
problematiche dell'immigrazione.
In questo quadro che vede i due Paesi posti davanti alle nostre coste da dove
partono immigrati e clandestini insieme...ci si domanda se non
occorra un piano più approfondito ed un controllo sul territorio
costante a salvaguardia dei necessari hotspot.. Comprendere se i rischi non
possano essere valutati con maggior approfondimento senza
sottovalutare le problematiche che questi Paesi hanno al loro
interno.
Una
nostra presenza in quei territori..ma sicuramente quella di una
organizzazione come l'ONU potrebbe offrire maggiore sicurezza ed
affidabilità al progetto degli hotspot africani per il necessario primo smistamento