A
che vale avere dei rappresentanti del popolo in un'Aula o in una
commissione parlamentare, quando questi prendono solo ordini da un
potere esecutivo o da un Partito che impone di votare in un
determinato modo pena l'espulsione? E' una via troppo comoda che non
ha alcun legame con i sani principi democratici.!
di vincenzo cacopardo
Ciò
che è avvenuto in questi giorni nella commissione Ambiente di
Palazzo Madama per via di un emendamento di Forza Italia al decreto
di Urgenza (emendamento passato per
via dei voti dell'ex capitano De Falco e la Nugnes), secondo la
prassi ed i principi del Movimento pentastellato, potrebbe avere
pesanti conseguenze con la esplusione dei due rappresentanti dal
gruppo del Senato. Secondo le ultime notizie la Nugnes verrà sospesa
e DeFalco espulso.
Ma
il dissenso entra quasi naturalmente in una logica di democrazia
parlamentare. Se lo vuoi arginare devi discutere con la stessa base
elettorale preventivamente...evitando di offrire seggi a chi non sai
bene come la pensi . Inoltre è più che chiaro che si può essere
d'accordo con un programma di massima e poi apportare modifiche
successivamente in fase di definizione..senza per questo stravolgere
l'essenza vera delle riforme. E' proprio questo il lavoro di un
parlamentare..altrimenti resterebbe un pupo manovrato che non offre
alcuna idea per lo sviluppo positivo ed il possibile miglioramento
delle stesse regole e di cui se ne potrebbe fare a meno.
Una
cosa è certa: Se i rappresentanti nel parlamento del Movimento si
scambiassero nel dialogo conoscendosi prima in profondità e con
maggior chiarezza.. questi equivoci si potrebbero in parte
oltrepassare. O meglio: se si intendessero bene ancora prima di
essere eletti, si potrebbe maggiormente comprendere il loro pensiero
politico.
Quest'ultima vicenda è la prova provata di come quei principi della democrazia diretta
del Movimento, pur rispettabili come fine, non si potranno mai
raccordare, né conciliare con i principi sostanziali di una
democrazia parlamentare. A che vale..infatti.. avere dei
rappresentanti del popolo in un'Aula o in una commissione
parlamentare, quando questi prendono solo ordini da un potere
esecutivo o da un Partito che impone di votare in un determinato modo
pena l'esplusione? E' una via troppo comoda che non ha alcun legame
con i sani principi democratici.!
Qualcuno
come Casaleggio afferma persino che il Parlamento non dovrebbe
esistere, dando così ragione a chi definisce questa sua logica come
autoritaria e destabilizzante contro i principi di qualunque
democrazia rappresentativa.
In
certi casi.. come questo appena avvenuto... il Movimento si sarebbe
dovuto chiarire con i suoi rappresentanti attraverso uno scambio
verbale ante voto della commissione. Invece pare che tutto arrivi
dall'alto come ordine .. come sembra sia avvenuto nel passato
persino con altri governi.
Dov'è
allora questo cambiamento? Dov'è questa metamorfosi tanto declamata
che mette il popolo ed il suo consenso proveniente dal basso in prima
linea?. Può mai diventare il parlamentare una marionetta da
manovrare a beneficio di un Partito al governo senza che questi abbia
un minimo di personale riflessione sugli argomenti da trattare? Dov'è
finito il principio fondamentale che divide in modo accurato e
funzionale i poteri dello Stato?
E
qui ritorniamo all'articolo 67 della Costituzione che oggi sembra
essere di grande attualità poichè... comunque la si pensi..pare
essere stato introdotto con grande lungimiranza dai padri costituenti.
Sappiamo
bene che in un sistema proporzionale come quello esistente, (a
differenza di quello maggioritario tendente a determinare due
contrapposte forze bipolari), vi sono ovvi motivi perchè si possano
definire spostamenti di pensiero di un parlamentare per lo più
attento al proprio pensiero ed alle esigenze del proprio elettorato
territoriale, il quale lungo il percorso del dibattito
parlamentare... potrebbe trovarsi meno d'accordo su determinati temi
pur perseguendo un'azione globale di cambiamento politico voluta dal
suo stesso Partito.
Rimane
evidente che in un sistema proporzionale si è obbligati a dare
maggior forza all'art 67 senza costringere un'azione di pensiero dei
parlamentari, a differenza di come si suole fare quando si impone un
sistema bipolare. Eludendo i principi dell'art 67 si costringono il
pensiero e le idee dei Parlamentari soprattutto quando un Parlamento
ed i suoi gruppi nell'Aula sono già definiti...anche rispetto alla
formazione delle dovute normative in itinere. Il difetto sta nel
fatto che ogni azione Parlamentare non può mai essere simile a
quella governativa predisposta per amministrare.
Ciononostante il Movimento 5 Stelle continua perseverare su questo argomento
dimostrando al contrario poca lungimiranza in proposito e
dimenticando che l'articolo della Costituzione sul quale ci si
dovrebbe maggiormente applicare per dipanarlo in senso funzionale è
l'articolo 49 sui Partiti.