1 dic 2012

la posta di Paolo Speciale





LAVORI IN CORSO
Appare sempre più interminabile il percorso  sostanzialmente involutivo del  “panta rei”  politico-ideologico delle forze in campo, intente alla cattura di un consenso sempre meno passionale, ispirato e viziato, ora da una imbarazzante quanto banale demagogia,  ora da un non sempre esperibile   tentativo di regolamentare, con  metodi  meritoriamente democratici  e tuttavia non contemplati,  nel  sistema istituzionale vigente quali le “primarie”, la opportuna  facoltà attribuibile a ciascun aspirante leader di prevalere su altri in termini di rappresentatività nell’ambito di  una competizione interna  alle formazioni politiche. L’incompiuto bipolarismo è manifestamente e fisiologicamente inconciliabile con la sinora imbattuta frammentazione del voto di cui beneficiano i partiti cosiddetti “minori”, quali scontati costituenti  di maggioranze parlamentari deboli  a loro volta causa di instabilità politico-amministrativa.  Il cagionevole  stato di salute del nostro sistema non è ancora stato terapizzato  da una adeguata normazione che di certo non potrebbe prescindere da una caratterizzazione  costituzionale, con annesso precipuo iter,  nell’irrinunciabile intento di garantire sempre e comunque la più ampia partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica. Il cantiere è aperto ormai da quasi venti anni e il “j’accuse” di questo ritardo può essere indistintamente rivolto a tutti.  Non certo per ultimo ad una Destra moderata che rivendica  continuamente comuni valori con un Centro - oggi divenuto di minore entità perché fin troppo strategico -  con cui ha occupato un rilevante ruolo nella libera e democratica lotta politica degli ultimi anni. Una Destra che non  è riuscita a ben governare forse anche perché non  capace di vivere se non della luce di chi nel 1994 l’ha “ripensata” sotto l’impulso di una Magistratura purtroppo inconsapevole soggetto politico agente. Quella stessa Destra che ora non riesce a  rendere “atti” tutte quelle potenzialità , naturalmente inter pares rispetto ad altre espressioni politiche, perchè paradossalmente e fatalmente soffocata  da un demiurgo che ancora non riconosce la legittimità di alcun erede e che rallenta così  colpevolmente un  processo evolutivo di più ampia accezione di cui il Paese ormai non può fare a meno.
paolo speciale




Le informazioni, la comunicazione e gli obiettivi





Renzi e Bersani sembrano dominare la scena di questi giorni…
L’italia resta incollata al televisore, legge i giornali, ascolta la radio dove, il maggiore spazio  dedicato a questo duello, riesce a distrarre e ad esaltare ancora lo spirito dei cittadini che sembrano dimenticare la tremenda crisi che avanza. Una crisi che in molti ritengono di sottovalutare sperando che tutto passerà: Anche riflettendovi, in tanti, si imporrebbero di non valutare il delicato momento, perché ciò li porterebbe ad una negatività che potrebbe solo peggiorare un loro stato.
Ma questo Paese non può dimenticare i punti fissi sui quali oggi si basa il suo avvenire, e cioè:  di prestare fede ad un avvenuto ingresso in Europa appianando un debito pubblico che impone interessi per un ammontare di circa 160.000 miliardi di vecchie lire l’anno ( una cifra abnorme), un patto di stabilità che sta falcidiando in modo vergognoso ogni attività lavorativa portando un aumento mostruoso della disoccupazione ed un perenne peggioramento del divario nord-sud.  Problemi immensi che nemmeno chi possiede uno smisurato potere potrà risolvere se non attraverso un cambiamento di base tale da sconvolgere l’intero sistema.
Dalla contesa Bersani - Renzi dovrà venire fuori la personalità che successivamente parteciperà alle elezioni politiche con poche possibilità di una sicura governabilità. Si troverà, a quel punto, una strada del compromesso (attraverso governabilità poco trasparenti) o un ulteriore governo Monti affidato ai tecnici. Quale può allora essere l’enfasi di un simile duello costruito con una spropositata comunicazione? Quale l’esaltazione che può ancora accendere gli animi degli italiani?.... se non quella sublimata da una visione di un futuro presuntuosamente risolto da chi, invece, avrà pochissime possibilità di governare in modo efficiente ed efficace… ?
Se così è…(e non può che essere così), questo duello rimane affidato ad una falsa speranza e forzatamente costruito su una comunicazione che spinge prevalentemente sull’immagine dei duellanti (moderato- progressista) al fine di distrarre il cittadino dagli infiniti problemi che incombono sulla nazione.
La classe politica odierna e le importanti istituzioni non possono far finta che si possa continuare ad andare avanti senza le principali riforme che diano funzionalità al complesso politico istituzionale attraverso una seria innovazione ed un cambiamento costruito con una forma mentis innovativa, né potrà più essere questa stessa classe politica a provvedere a tali riforme poiché ha dimostrato in modo evidente e definitivo di aver fallito il fondamentale obiettivo.
vincenzo Cacopardo    

29 nov 2012

Bersani – Renzi: chi penserà al sud?




E’ impressionante constatare con quanta sufficienza è stato affrontato il problema del mezzogiorno durante la sfida dei due candidati del PD su Rai uno. Ciò può far ben intuire quale potrà essere l’atteggiamento qualora uno dei due candidati dovesse salire alla carica suprema del Governo: per ambedue una identica ed approssimativa risposta sull’importanza dell’utilizzo dei fondi della comunità europea, senza approfondire il tema sulle rilevanti metodologie da studiare  per far sì che, il Sud della nostra Nazione, possa almeno in parte appianare il divario esistente col resto del Paese.
Il primario problema del Mezzogiorno è e rimane essenzialmente infrastrutturale!.. solo uno ingenuo potrebbe non accorgersene…Negli anni passati, la 488 non ha per niente aiutato questo sviluppo, ma ha portato al fallimento le inutili aziende costruite nel territorio proprio perché è venuto a mancare uno studio analitico di merito e le indispensabili metodologie: La ricetta migliore non è quella di una legge che permetta finanziamenti  diretti verso l’illogica nascita di realtà produttive inutili, ma un intervento pubblico studiato al fine di realizzare infrastrutture adatte e più utili.
Occorrono idee… e queste possono restare utili, solo se, nel contempo si opera un piano strategico che veda un coinvolgimento pieno del Governo centrale e della Comunità Europea al fine di poter apprestare giuste ed indispensabili infrastrutture per il sud. Questa strada rende chiaramente necessario il metodo con cui si affronta il problema: “Il territorio è uno dei fattori su cui maggiormente si misura la competitività di un’area, ed il Sud non avendo adeguate infrastrutture, non potrà mai avere opportunità di sviluppo”
Il duello televisivo, estremamente enfatizzato da una echeggiante comunicazione, ha evidenziato la superficialità con la quale la politica si impegna in uno dei più importanti argomenti del Paese. Chi penserà ..dunque..a questo territorio?
Il nostro Mezzogiorno dovrebbe richiamare l’attenzione di tutti ma potrà veramente sensibilizzare le forze politiche solo quando, la stessa politica, riuscirà a liberarsi dal profondo cinismo e dalla staticità nella quale si è assopita. Attraverso la dovuta attenzione ed un senso più etico di una politica libera dai vincoli, ci si potrà impegnare positivamente in un problema che non potrebbe mai esser risolto senza una equilibrata conoscenza delle risorse, della cultura e delle idee.
vincenzo Cacopardo

28 nov 2012

Renzi e le nuove regole





Renzi sembra avere ragione!.. Al di là della sua richiesta di cambiamento per le primarie, sulla quale si potrebbero porre molti dubbi, il sindaco di Firenze dialoga col presupposto che nuove regole devono far parte essenziale di un programma del futuro Governo…
Un problema gigantesco che difficilmente potrà essere risolto da una sola figura politica poiché bisognerebbe ricercare, le suddette regole, attraverso studi adeguati sui quali concordare successivamente in modo unanime….Manca ancora, uno strumento utile per far sì che possa guidarsi una tale metamorfosi!
Credo che senza le regole non si possa modificare un sistema e, senza una modifica di questo, ogni presupposto di buona governabilità affidata agli uomini (qualunque buona volontà possano dimostrare), risulterà inefficace. Sarebbe necessario comprendere che ogni forma di democrazia non può più ammettere sovraesposizioni e incensate comunicazioni, ma dettami e metodologie chiare a vantaggio di una funzionalità del sistema sociale.
Le primarie del PD, non devono vedersi come una compiaciuta gratificazione verso i personaggi che si scontrano, ma con l’attenzione alle idee produttive che essi portano. Umiltà, rispetto, ricerca ed innovazione, sono alcuni principi necessari. In politica, questo essenziale punto di partenza deve essere anteposto a qualunque altro dialogo che guarda gli altri temi e potrà vedere un traguardo solo se le stesse regole possono dare corpo ad un sistema più funzionale.
Se non si definisce il sistema politico col quale si intende camminare, come si riuscirà a parlare dei temi conseguenti?
vincenzo Cacopardo

21 nov 2012

Cosa vuol dire nuova politica



"Il risveglio"

Nel libro “Per un’altra politica” di Roberto Mancini edito nel 2010, l’autore ci informa di come “tutt’ora molti individui si tengono lontani dalla politica poiché la ritengono una cosa sporca e finiscono col restare isolati”. 
Io ritengo che alcuni di questi individui sarebbero anche possibili prestatori di buone idee e di un pensiero superiore a favore di una migliore politica.
Lo stesso autore scrive: “la democrazia snaturata e ridotta a procedura elettorale pilotata dalla costruzione manipolativa e dolosa del consenso, comporta la perversione del potere. Arriva comunque il giorno in cui la libertà umana si risveglia, si rivolta e cerca qualcosa di meglio che l’oppressione e la violenza”.
Oltre alla negativa immagine che questa frase destina alla democrazia, in riferimento al tema, l’autore si spinge ad indicarci un percorso:si richiede ben presto, non di cambiare questo o quel tipo di politica, bensì un vero cambiamento della politica e cioè di arrivare ad un altro modo di concepirla e di viverla”. Per  Mancini.. insomma..”lo sviluppo delle democrazia rappresenta la tendenza essenziale verso la riconversione del potere e del senso stesso dell’agire politica”.
L’autore ci ricorda che se non si coglie questo nesso e, se l’attuale sistema di democrazia, viene preso come se fosse quello compiuto, allora “saranno molte le delusioni per chi si aspettava da essa libertà, giustizia, sicurezza economica sociale, pace.”
Io penso che la politica potrà crescere solo con l'impegno di un senso di responsabilità comune che riesca  a contenere il controllo di costruzione manipolativo da parte dei poteri forti. Mai come oggi, chi si approccia alla politica, potrebbe farlo con la coscienza e la passione necessarie per la costruzione di una nuova “forma mentis” capace di ostacolare i processi di degradamento di quella appena passata.
Ci si dovrebbe ormai immedesimare nel concepire una nuova forma di funzionamento del sistema, un nuovo percorso che veda, nell’innovazione e nel distacco dai vecchi canoni, il futuro di una nuova società. Non può solo essere un problema del “politico” ma, di una “politica” che si è sempre mossa imprigionata in un sistema da dover riformare facendo sì che, in tal modo, non potessero emergere figure politiche migliori.
vincenzo Cacopardo