7 nov 2023

SCHIERARSI NON RISOLVE


analisi di vcacopardo 
tutti colpevoli... nessun colpevole
AD ISRAELE NON SI CONDANNA LA CAUSA, MA IL MERITO CON IL QUALE CONTINUA A DISTRUGGERE UNA POPOLAZIONE CIVILE
Bisogna condannare il terrorismo senza di contro ostentare forza e crudeltà verso innocenti, verso quelle piccole inconsapevoli anime che affrontano nella purezza e nell'innocenza la loro vita! Una vergogna mondiale cui l'uomo non sembra capace di porre fine dimostrando solo una rozza forza muscolare!
Mi preme ammettere che sulla questione Palestina ed Israele, pur essendo d'accordo sulla condanna del feroce atto condotto da Hamas il 7 Ottobre, ritengo insopportabile il metodo con cui Israele procede per lenire la ferita e scovare il terrorismo. Si sarebbero di certo potute trovare altre strade meno atroci a danno dei civili, pur ostentando forza attraverso l'uso della tecnologia e dei servizi segreti che a quel paese non mancano! Si sarebbe dovuto andare avanti prima con una seria ed accurata trattativa per gli ostaggi. Per una vendetta verso l'efferato terrorismo c'èra sempre tempo, ci si poteva organizzare, ma questa forza muscolare continua a non tenere conto della morte di tanti innocenti.
Tuttavia bisogna anche comprendere ed avere coscienza di come stanno le cose e di come si siano svolti storicamente i fatti riguardanti questa dannata terra piena di sangue di tanti innocenti, senza questi schieramenti odierni privi della necessaria conoscenza e spinti unicamente dall'ignoranza e da una forte emotività:
Tutti coloro che prendono di petto il popolo ebraico, già da tempo vittima di persecuzioni, difendendo a spada tratta i Palestinesi supponendo che quella terra è sempre stata territorio dei Palestini, dovrebbero conoscere meglio la storia: Dovrebbero sapere che, prima di esservi uno Stato in Palestina, quella terra era sotto un mandato britannico ed ancora prima esisteva l'impero Ottomano. Andando ancora indietro, la storia ci insegna che in quella terra esisteva un sultanato islamico, ancora a ritroso il regno cristiano di Gerusalemme, prima i califfati e l'impero bizantino, per arrivare fino all'impero di Alessandro il macedone e l'impero Babilonese fino a giungere al regno di Israele e della Giudea.
Per essere chiari: Solo dopo il crollo dell'impero ottomano fu creata ad ovest del fiume Giordano, la Palestina sotto mandato britannico. Questa fu poi oggetto di una partizione nel 1947 ad opera dell'ONU che dopo la guerra mondiale ne destinò una parte allo Stato ebraico (che aveva subito la shoah) subito dopo divenuto Stato di israele, mentre un'altra parte ad uno Stato arabo divenuto poi Stato di Palestina. In tutti gli anni a venire lo Stato di Israele ha conquastato parte del territorio e poi riceduto, ma ha anche subito efferati attacchi terroristici.
Per concludere, chiunque di noi può scegliere di schierarsi, tuttavia non è per nulla facile prendere una posizione se si guardano gli interessi degli uni e degli altri, se si scrutano le loro mentalità, le loro religioni, il loro diverso modo di vivere. Vi è soprattutto una guerra di religione non a caso legata anche alla cultura ed al sociale, vi è un fortissimo contrasto tra il modo di vivere dell'occidente con quello orientale che finisce col coinvolgere interessi geopolitici delle nazioni più potenti.
Un dato di fatto è certo: l'Europa, in tutti questi anni, ha chiuso gli occhi sottovalutando il processo patologico medio orientale e tutte le potenze mondiali non hanno mai considerato la pericolosa pentola che bolliva sulla striscia di Gaza tra il terrorismo di Hamas e l'odio accecante che andava costruendosi con l'antisemitismo.




4 nov 2023

DALLA IPOCRISIA VIRTUOSA DELLA URBINATI, ALLE TIFOSERIE CONSOLIDATE

 

di v cacopardo- tratto dal blog


Sono stato fortemente interessato all'argomento che Nadia Urbinati descrive nel suo libro “l'ipocrisia virtuosa” descritta da lei nel significato etimologico della parola: ovvero simulazione, sostenere una parte, separare distinguere. La stessa politologa, giornalista, si pone la domanda se questa ipocrisia possa aiutarci a vivere una vita migliore trattando gli altri con maggiore rispetto: Un precetto che, come lei sostiene, appartenendo al saggio, è risultato causa del precipizio delle vite pubbliche e quelle private

In sostanza Urbinati sostiene che una certa ipocrisia possa rendersi utile nella politica e nelle attività sociali in quanto mostra una faccia che, seppure falsa, riesce in qualche modo a far funzionare meglio lo scambio nascondendo anche qualche principio personale o, quanto meno, ammorbidendolo. Ciò che si potrebbe definire come una ipocrisia di mestiere. “Società, amicizia e lo stesso amore non sono possibili senza una dose anche minima di ipocrisia. Nel difficile equilibrismo tra il male fatto a se stessi e quello fatto agli altri, l'ipocrisia allena il pensiero in maniera complessa a stare in relazione. Tutto ciò, ci spiega la Urbinati, a patto che non diventi sistemica e non tracimi in manipolazione.”


Questa breve e particolare premessa cui forse solo in pochi riescono a comprenderne il senso e l'importanza, mi serve per intraprendere un altro tema: quello delle tifoserie ideologiche consolidate che già da tempo perseverano nella vita pubblica rendendola chiusa in una dualità competitiva.


Le analisi storiche bisognerebbe portarle avanti senza pregiudizi, con conoscenza ed equilibrio evitando di radicalizzare oltre il dovuto. E' superfluo sottolineare come tutto ciò oggi non si riscontra e come si preferisce andare avanti con assolutismi e prese di posizione dettate da ideologie che sfociano in un radicalismo senza limiti. Chi prende posizioni di Destra oggi, in un mondo che procede nel bisogno di un essenziale sostentamento sociale, lo fa principalmente perchè legato ad un conservatorismo. Tuttavia ci si domanda come nel procedere di un mondo ormai globalizzato, dove si restringono le distanze, dove internet ha cambiato i rapporti, si possa pensare ancora di restare immobili in questo radicato conservatorismo che non può che contrastare con il bisogno di progresso e di idee.


Al di là di chi conservatore lo è in forma assoluta, e per il rispetto di chi lo interpreta come una forma di cultura di contenimento all'eccesso, si può comunque affermare che tanti di costoro non tendono ad amare il progresso e tanto meno gli essenziali bisogni di una modernizzazione, non muovendosi a beneficio sociale.


Ritornando alle analisi storiche... si riscontrano oggi tante difficoltà di mettere equilibrio alle posizioni (politica interna- geopolitica- guerre). Si è entrati ormai in una mentalità competitiva che non porta risultati, ma solo eterne ed ostinate contrapposizioni. Porta solo un aumento dei contrasti che spingono all'odio...Ancora di più quando in mezzo ci stanno argomenti legati alla religione (islamismo, semitismo, antisemitismo, etc). Fatto stà che tutto ciò che si sente in giro (social e tv) sembra solo far parte di un pessimo radicalismo di posizioni ricco di tifoseria.


Le analisi storiche sono un'altra cosa, sono l'attenta ricerca di un risultato discusso senza partecipazione emotiva. Tendono alla ricerca di una posizione equa e non di parte per un unico beneficio sociale dell'intero mondo.

23 ott 2023

PERCHE' ROMPERE COL PASSATO...

 




....FACENDOSI FORTI DELLE ESPERIENZE
   di vincenzo cacopardo 

    RIPROPONGO QUESTA MIA ANALISI DEL 2019
Vi è una giustificazione, oltre che una necessità, per appoggiare programmi di “rottura” contro questa odierna politica ormai decomposta e poco funzionale. Hanno cercato di farlo i 5Stelle con scarsi risultati dovuti anche dalla loro improvvisata organizzazione e da un inarrestabile moralismo a volte bigotto e non del tutto costruttivo. Tuttavia quella fase di rottura sembrava esser servita a risvegliare gli animi dei tanti...
Tempo fa scrissi .. “metaforicamente.. potremmo paragonare il sistema politico in cui viviamo e nel quale ci rapportiamo, ad un campo sul quale andrebbero coltivati i semi (nuove regole e principi costituzionali per un nuovo sistema politico più utile). Il frutto dovrebbe essere quello di una compatibile e più conforme “democrazia”. Ma se il campo è malato, arato male, senza un’attenta concimazione, il seme non crescerà mai bene ed il raccolto sarà inevitabilmente il frutto di tutto ciò: ovvero un raccolto guasto (una democrazia non definita), alla quale si aggiungeranno i parassiti (come la burocrazia) che lo divoreranno rendendo il campo una coltre ancora più desolata. Questo “campo” andrebbe ricomposto e preservato in modo da potervi impiantare i nuovi semi per l’attesa e la crescita di un buon raccolto e per evitare l’arrivo di qualsiasi altro parassita.”
Oggi il parassita della “burocrazia” regna sovrano in un Paese che soffre in concorrenza, crescita e funzionalità, la burocrazia sembra essere persino fomentata da chi gestisce potere politico: essa torna utile poiché, il disbrigo della stessa, finisce col rendere ancora più forza a chi il potere lo gestisce.
Ma questo cambiamento non potrà mai avvenire se non passando prima da una fase di "rottura" col vecchio sistema e le figure che vi girano intorno. Nulla potrà mai inventarsi la politica, se non un rivolgimento che possa partire dalla base e cioè dalla ricomposizione e la rifioritura del suddetto “campo”...
Se, a tutto ciò, aggiungiamo l’assoluto e dilagante pragmatismo delle rigide ed immutevoli istituzioni, allora nel nostro Paese continuerà il perdurare di una realtà simile a quella di un basso medioevo. Bisognerebbe, invece, spingersi verso un nuovo rinascimento, ri-arando il suddetto campo per l’attesa di un buon raccolto ed il rifiorire dei valori di una sana democrazia. E' inutile prendersela con un Premier di turno..quando è ormai chiaro che è la base del sistema a dover mutarsi. E' inutile continuare a prendersela con i politici in un ridicolo gioco delle parti.. quando sono proprio le stesse regole della politica a doversi cambiare. Occorre altro!
Un riferimento particolare va fatto in direzione di una riforma di tutto “il sistema”: Occorre un “riordine sociale” che, deve potersi rapportare ai tempi, occorre poter esprimersi con dinamica costruttiva e funzionalità ben diversa!Solo allora, sulle ceneri del vecchio e sulle esperienze raccolte, potrà rinascere una vera e sana innovazione!
La politica odierna necessita principalmente di studio e ricerca...

10 ott 2023

HAMAS E LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

 


tn

continua nei social la visione distorta delle verità che non appaiono.
In questa storia non ha senso parlare di chi ha ragione o no sulla annosa guerra tra palestinesi e israeliani. La loro storia non può mai legarsi ai recenti sanguinosi fatti documentati con atrocità nei confronti di inermi civili sotto l'attacco delle milizie Hamas: In questo caso non si tratta di guerra, ma di strage! Di una carneficina fine a se stessa! Si tratta di selvaggia vigliaccheria!
Una guerra si combatte quando il tuo nemico ha le armi e si può difendere!
Perciò andare a specificare che tutto ciò è stata la conseguenza di fatti storici che sussistono da decenni non ha proprio senso, esula dal contesto, contrasta con la ferocia degli assalitori e col prezzo che inermi civili di varie nazionalità, disarmati ed inconsapevoli, hanno dovuto pagare . Ma anche con quella crudeltà che hanno dovuto subire negli inteminabili momenti di paura nella speranza di salvarsi da feroci assassini...perchè proprio di assassini si tratta... e non di difensori dei propri diritti!
Come nella guerra in Ucraina, anche adesso nei social e persino in TV, si scorgono nuovamente giustificatori incalliti e pseudo intellettuali “quelli della verità che non appare” che, volendo ostentare la loro conoscenza storica, tendono a giustificare questi fatti come una conseguenza quasi legittima di chi combatte una guerra per la libertà e la propria religione, quando nella fattispecie questi fatti con appartengono per nulla ad una guerra, ma ad una efferata strage di innocenti!
vcacopardo

26 set 2023

 



SANTANCHE' : IMBARAZZANTE SILENZIO SUL MACROSCOPICO CONFLITTO


Non si sente più parlare del grande conflitto di interessi della neo ministra del turismo!. Tutto assopito come fosse un problema di poco conto, tenuto in scarsa considerazione da un governo pieno di tanti problemi da risolvere! E così pian piano il conflitto sembra non appartenere alle problamatiche di un governo che oggi deve fare i conti con una manovra assai difficile! Tuttavia il conflitto permane di grande evidenza e lei è sempre lì nel suo dicastero...come anche le indagini a suo carico (da lei stessa vergognosamente omesse)...ossia il metodo usato per saldare il debito Visibilia con le Agenzie delle Entrate.
C'è una infinità di gente che combatte le sue lotte per saldare i debiti con l'Agenzia delle Entrate, gente che non ha un minimo di possibilità in considerazione dello stato attuale di una società i cui costi sono enormemente aumentati, ma la ministra non cede con la sua arroganza guarda quasi con indifferenza un popolo che stenta per la propria sopravvivenza e non si degna nemmeno di considerarlo, rispettarlo, e tanto meno di dimettersi. Il conflitto sembra permanere ed al di là delle inchieste a suo carico, sul piano politico tutto ciò rimane un imbarazzante disagio sul quale si cerca vergognosamente di soprassedere. Assai poco può contare il fatto che sia stata salvata nella mozione di sfiducia dalle forze di maggioranza per puro spirito di parte! UN CONFLITTO CHE E' PIU' CHE EVIDENTE!
 vcacopardo 

22 set 2023


 


ripropongo ai miei lettori questo post del 2020 ancora attuale


DESTRA E SINISTRA NEL QUADRO DI UNA MODERNA SOCIETA'
Quando si dice che Destra e Sinistra non esistono più si commette un errore banale! In realtà questi concetti guidati da ideologie vecchie... esistono.. eccome! Anzi sono spesso posizioni sfruttate da qualcuno per formarsi una carriera politica in modo persino fittizio..
Il problema è che oggi, nel rinnovato bisogno di una politica di funzionamento, queste contrapposizioni tendono ad estremizzare fin troppo il dialogo generando contrasti e caos. Insomma, pur restando sempre vive le differenti posizioni (sarebbe sciocco non ammetterlo), queste non possono pretendere di dividere il pensiero politico di una società in modo netto come fossero le due parti separate di una mela: vi sono concetti di una destra liberale buoni ed altri pessimi... poiché contrastanti con ogni criterio di equità, come a sinistra vi possono essere posizioni sociali migliori o anche fortemente restrittive non adatte ad una moderna crescita in libertà.
La posizione politica di oggi dovrebbe essere quella di raggiungere un equilibrio e non propriamente di ricercarlo in un ambiguo, comodo centrismo carico di compromessi: Piu' che partire dalle ideologie, sarebbe necessario dedicarsi ai “valori” di una società moderna occorrenti per determinare quei “principi” necessari attraverso le idee... poiché solo le buone idee in proposito potranno aiutare il percorso di una nuova politica di funzionamento.
Essere contro un vecchio sistema non vuol dire essere estremisti ed eversivi! Ogni ideologica cognizione a riguardo nel percorso della politica si e ormai formata in ognuno di noi, tuttavia quello che conta oggi sono soprattutto le idee ed il metodo con cui si dovrebbero mettere in atto.
Nel mio percorso di vita come designer, per rendere valido ogni progetto, ho colto l'importanza che può assumere la separazione delle differenti problematiche, accorgendomi di quanto necessario può essere il metodo: Un costante lavoro di ricerca di divisione che mi ha indotto a scorporare le varie esigenze ed i diversi compiti, per poter meglio raggiungere un risultato costruttivo: Un criterio di ricerca per rendere maggior efficacia ed innovazione ad ogni progetto, ma anche un metodo alla base del quale, la separazione dei singoli elementi del problema, potrebbe portare ad un riscontro positivo del risultato.
In base a ciò, credo che uno schema Istituzionale moderno per funzionare in modo corretto in politica, potrebbe esistere se solo lo si volesse ricercare senza restare chiusi nel ristretto campo o nel solco già scavato dal vecchio sistema e dalle vecchie ideologie: -Nuove concezioni che potrebbero ottenere l'attenzione ed il consenso di tanti ed in cui pochi avrebbero da ridire se nella ricerca si potessero riscontrare meno compromessi ed inciuci in relazione ai ruoli istituzionali.
Per quanto riguarda la politica ed i suoi sistemi elettorali, sono sempre stato propenso in direzione dei sistemi proporzionali e cioè quelli che riescono ad offrire una maggiore partecipazione e più voce ai cittadini e non può che meravigliarmi la grande percentuale di forze politiche portata verso sistemi maggioritari e collegi chiusi che, di norma, tendono a restringere i contorni e porre un argine al consenso...costringendolo.
Se il desiderio di chi la pensa così è quello di voler ingabbiare una libera democrazia in un sistema ristretto, la reazione sarà, sempre la crescita di altri Movimenti: Movimenti supportati da un popolo che ha già dato una secca risposta a questi improvvisati sistemi costruiti senza una base ed alle figure dei leader che li guidano: Nei casi già avvenuti, proprio le contrapposizioni (Destra-Sinistra), non hanno mai tenuto in considerazione alcune logiche culturali ormai da tempo innovate.
Al di là dell'esistenza di queste vecchie ideologie che oggi ci condizionano e che spesso ci penalizzano nella ricerca di un percorso più equilibrato, esistono delle esigenze precise che non si possono sottacere in riferimento ai metodi con i quali si continua a procedere. Per un vero politico la voce dei cittadini dovrebbe rendersi libera potendo sostenere le posizioni più varie e disparate, tuttavia ciò pone oggettivamente la conseguenza di una difficoltà nella costruzione di una governabilità sicura.
Possiamo essere tutti d'accordo che una governabilità debba essere utile al fine di rendere sicurezza e stabilità al Paese, ma non possiamo non esserlo anche nella visione di una interpretazione della politica che si vorrebbe più libera e dinamica: -Purtroppo qualunque sistema odierno che pretendesse di assumere in sé il pluralismo di una politica di base e di dialogo ed una governabilità stabile, non potrà che trovare enormi difficoltà per il contrastante aspetto derivante dalla diversa funzione di queste due azioni che, al contrario, potrebbero favorire i soliti compromessi. Ed ecco la ragione più che evidente delle dovute esigenze che necessitano per poter lavorare in modo costruttivo senza porre ostacoli :- I due poteri (parlamentare e governativo..che in realtà rappresentano due compiti e due esigenze) non riescono più a lavorare in sinergia. La logica dovrebbe quindi richiamarci ad una attenta riflessione verso un'ottica diversa ed una ricerca più consona in direzione di un percorso innovativo di maggior funzionamento sui ruoli.
vcacopardo

8 lug 2023

GLI IDEALI DI CHI NON SI RITIENE UN UTOPISTA

 


Nel mio blog scrivo abbondantemente di politica e sociale ed a volte qualcuno che mi legge mi taccia come "utopista"...Mi vede come un fantasticatore, un sognatore che non guarda in faccia la realtà! Mi accusa di non guardare in modo razionale quella realtà mondiale dove tutto ormai appare precostituito!
In proposito credo di aver già scritto sulla odierna realtà ponendomi alcune domande: “Quando si dice, in tono alquanto assoluto, che bisogna essere realisti, mi domando secondo quale realtà? Forse quella costruita dall'uomo su un sistema che ormai pare far acqua da ogni parte e non funziona come dovrebbe?”...e poi ancora...“La ricerca di un cambiamento di unsistema attraverso un libero pensiero, non vuol dire cambiare in toto questa realtà che ci penalizza, non significa abbandonare alcune logiche, ma modellarne altre secondo funzionali ed utili esigenze.. senza speculazioni che permettano di influire su fattori di interesse pubblico determinanti per la crescita stessa dei paesi che devonoprincipalmente.difendere:qualità,cultura,apprendimento,innovazione,salute , welfare...etc.”
Se proporsi per un rinnovamento del sistema significa essere indicati come utopisti e sognatori, vuol dire che non vi può essere più spazio per il proprio pensiero e che la società non lascia speranza ad ogni altro sguardo. Nessuno come me potrebbe mai avere la presunzione di trasformare una società e renderla più equa e sicura, tuttavia ciò non può impedire di proporre un proprio pensiero attraverso un ideale. L'utopia è un'altra cosa, qualcosa che non lascia strade aperte...un sogno irrealizzabile!
Non mi ritengo per nulla un ideologo, ma sicuramente un idealista che si informa, pensa, scrive e si propone con teorie ed, attraverso esse, induce a far pensare i propri lettori. Lettori che, avendo un loro pensiero, possano ricontrare nelle mie teorie, ulteriore linfa per altre loro elaborazioni.
Quindi, per quale ragione non ci si dovrebbe spingersi verso un pensiero più lungimirante attraverso le teorie?
Senza teorie non si giunge mai ad una pratica e senza di essa nulla si muove! Chi propone teorie, come faccio io, seppur in senso ideale, non può essere identificato come un sognatore, ma come colui che alimenta il pensiero suo e quello degli altri. Un idealista si propone con alcune teorie e non può essere paragonato ad un utopista, ma più coerentemente ad un ricercatore con lo scopo di aprire il pensiero altrui!
Oggi proprio il realismo moderno viene sostenuto da un eccessivo pragmatismo che soffoca le idee, venendo in tal modo ad ostacolare le necessarie riforme e mettendo quasi in ridicolo ogni ideale!...Ma sono proprio le idee che muovono il mondo e senza gli ideali nessuna di questa potrebbe essere sostenuta al di là di ogni possibile risultato!
Non vi è dubbio che la politica determina lo stato sociale, in quanto su di essa si riflette l'andamento di una società: il suo benessere, la serenità, l'armonia di una collettività che marcia unita verso un futuro. Politica e sociale restano sempre unite nel riscontro di un progresso..e quando la politica non funziona, qualunque società rimane impedita nel suo cammino. In questa logica lo scopo di chi avanza ideali attraverso teorie, non può mai essere considerato come azione utopistica, ma di ricerca per il riscontro migliore dell'andamento sociale: Il necessario aiuto per una società nel suo cammino ed una realtà che deve elaborarsi!
vcacopardo

29 giu 2023

ARRETRAMENTO DEI VALORI E CRESCITA SOCIALE

 


di v.cacopardo

Quello smodato eccessivo benessere sembra oggi portarci ad un arretramento dei valori. Non può certamente essere messo in dubbio il bisogno generale di un benessere sociale, ma il mezzo per arrivarvi e certi limiti che ne compromettono lo scopo!
L'argomento è delicato, ma essenziale per una analisi che coinvolge l'attuale processo sociale: In teoria, anche se questa può apparire una visione fin troppo cinica, è in parte resa evidente da alcuni processi verso i quali deve prestarsi attenzione.
Tuttavia ciò che oggi appare incomprensibile è il fatto che maggiore è l'attenzione per una sfrenata crescita e sempre minore sembra essere l'interesse per i valori umani! Una sensazione? Può essere! Ma ampiamente motivata dai continui fatti all'ordine del giorno che accadono a dimostrazione di quanto poco conti il rispetto per la propria vita e quella altrui: Influisce di certo l'educazione, tuttavia anche una smodata crescita ed un certo accomodamento che limita certe responsabilità. Uno di questi è certamente il compromesso di una società che offre quasi il massimo dei servizi risparmiando tempo e fatica, e che, in un certo senso, finisce col viziarci: Una realtà che tende ad assopirci e renderci schiavi di un sistema, offrendoci grandi comodità e benessere, trascurando, o meglio sottovalutando, contemporaneamente certi valori per mantenerli.
Una società che sembra trasformarsi in meglio, ma dove spesso se ne traggono una lunga serie di reazioni negative: Dove il rispetto per il lavoro sembra essersi perso, dove i ragazzi pensano che, conquistandosi alcuni like nei social, possano rendersi realizzati, dove il clima, è quasi inutile ripeterlo, reagisce ad un inquinamento senza fine per mano dell'uomo, dove la popolazione aumenta, ma non si riesce a contenerla nei propri confini senza pericolo, dove ancora le guerre incalzano per la conquista dei territori lasciando l'incognita di una possibile grande guerra mondiale. Tutti argomenti che coinvolgono la sfera del rispetto dei valori!
Nel nostro continente, tranne che per alcune alcune zone, vi è stato un lungo periodo di pace durato otto decenni. Non è difficile comprendere come subito dopo la guerra i valori si siano rafforzati nei primi decenni e cioè, in quel periodo post bellico, dove ciò che contava di più era l'essere sopravvissuti ad una catastrofe di quella portata: Quasi una rinascita in cui ciò che contava era la vita ed il rispetto per quella altrui. Man mano in questi ultimi decenni tutto appare cambiato! E' brutto doverlo affermare, ma la nostra generazione cresciuta subito dopo il grande conflitto mondiale, ha vissuto un lungo periodo di bellezza, sulle ceneri del catastrofico evento che spazzò via città e popolazioni!
Nessuno potrebbe mai augurarsi una guerra mondiale, né tantomeno nucleare, tuttavia bisognerebbe trarre esperienza dal passato e meditare seriamente quanto il disprezzo per la propria vita e per quella altrui non sia in realtà anche spinto da una inarrestabile società tendente a crescere prevalentemente nei profitti e negli interessi basati su stupide competizioni ed incomprensibili, se non assurde, conquiste territoriali.
Quando, paradossalmente, si pensa che solo una cruenta guerra piena di sangue, possa davvero portare maggiore riguardo per i valori, si è perso ogni senso di vita comune! Cruda ed amara realtà di un mondo dove l'uomo finisce col perdere la consapevolezza del valore stesso della propria vita!

23 giu 2023

UN PARADIGMA CHE CREA FORTI IDENTITA'

 



                                                             

Siamo ormai arrivati a ciò che si temeva: Con l'estremizzazione dialettica costruita sulla bipolarizzazione Destra- Sinistra, nel nostro Paese si è arrivati ormai ad offese e provocazioni fuori da ogni etica politica! Persino sui finanziamenti dovuti ai disastri climatici che hanno coinvolto una regione, si scalda la lotta su chi deve amministrarli: Immaginiamoci se nell'era della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista con in piedi I pentapartiti, affrontandosi tali problematiche, si operava per questioni di potere!

Tutto ciò che oggi si scorge, a causa di una scatenata lotta identitaria e di estremizzazione delle parti, ha reso il sistema assai poco democratico! Sono più che mai consapevole che il mio pensiero critico in proposito sul sistema ristretto della concezione bipolare della politica, non potrà mai riuscire ad essere compreso e condiviso dalla moltitudine di cittadini che guardano alla politica solo in termini di pura e ristretta governabilità. Tuttavia questa politica identitaria moderna sembra superare ogni visione equilibrata di una democrazia, non scorgendosi alcun vantaggio a favore del sociale. Non ci si può che rassegnare nel constatare di non poter mai riuscire a convincere nessuno sul bisogno di dover procedere per strade diverse che possano incidere sul sistema, poiché proprio la politica odierna sopravvive con tale sistema per comodità e desiderio di potere: (Ormai paragonabile ad un grande parassita che si nutre del sangue di un corpo malato)

Ci si limita quindi a sottolineare, come è sempre stato lo scopo di questo Blog, un libero pensiero in proposito!

La questione odierna vede oggi il riscontro con una politica dedita alla ricerca delle figure e dei leaders, nella oscura visione di una ricercata innovazione. Si rimane sempre più succubi di un paradigma che non promette alcun miglioramento! Ma ciò che dovrebbe preoccupare di più è la mancanza evidente di un proprio pensiero da parte di molti cittadini in favore di una vera politica di innovazione- Il non avvedersi di ciò che accade- L'accorgersi dei tanti che si scostano dalla politica resi ormai cinici ed indifferenti- Dei tanti che non percepiscono l'entità di un vero cambiamento e che poi guardano alla politica solo con disprezzo- Di quelli che odiano i politici, ma che poi non fanno nulla per infondere una buona politica- Di coloro che speculano nel caos odierno e profittano del sistema malato..

La mancanza di un piccolo contributo tramite il proprio libero pensiero è quello che ci ha reso al punto in cui siamo. L'accorgersi dei tanti che hanno perso ogni speranza verso un cambiamento più sano in favore della società in cui si vive. E' la prova di una sconfitta in favore della prepotenza e del malcostume.

Se si vuole cambiare, si deve farlo rompendo col passato e non saranno mai i sistemi ristretti (presidenzialismi e semipresidenzialismi) a migliorare una democrazia! Nel recente passato sembrava muoversi in proposito un Movimento e non vi riuscì per nulla! Avrebbe dovuto rompere, ma si adeguò al sistema anche per la mancata capacità di chi ne faceva parte, rendendo ancora più difficile un possibile cambiamento futuro !

Se a tutto ciò aggiungiamo che vi sono colti cinici osservatori analisti che affermano che la morale non appartiene alla politica, di speranze anche da parte del mondo della cultura sembrano non esservene più: La politica senza una morale affonda le sue radici sull'ingiustizia e l'iniquità! In mano ad una simile politica la società diventa solo terra di conquista e l'uomo finisce col perdere ogni valore. In una società civile uno Stato laico non può essere confuso con uno Stato privo di una morale comune!

v.cacopardo