Nel libro “Per un’altra politica” di Roberto
Mancini edito nel 2010, l’autore ci informa di come “tutt’ora
molti individui si tengono lontani dalla politica poiché la ritengono una cosa
sporca e finiscono col restare isolati”.
Io ritengo che alcuni di questi individui sarebbero anche possibili prestatori di buone idee e di un pensiero superiore a favore di una migliore politica.
Io ritengo che alcuni di questi individui sarebbero anche possibili prestatori di buone idee e di un pensiero superiore a favore di una migliore politica.
Lo stesso autore scrive: “la democrazia snaturata e ridotta a
procedura elettorale pilotata dalla costruzione manipolativa e dolosa del
consenso, comporta la perversione del potere. Arriva comunque il giorno in cui la
libertà umana si risveglia, si rivolta e cerca qualcosa di meglio che
l’oppressione e la violenza”.
Oltre alla negativa
immagine che questa frase destina alla democrazia, in riferimento al tema, l’autore si spinge ad indicarci un percorso: “si richiede ben presto, non di cambiare
questo o quel tipo di politica, bensì un vero cambiamento della politica e cioè
di arrivare ad un altro modo di concepirla e di viverla”. Per
Mancini.. insomma..”lo sviluppo delle democrazia rappresenta la tendenza essenziale verso
la riconversione del potere e del senso stesso dell’agire politica”.
L’autore ci ricorda che se
non si coglie questo nesso e, se l’attuale sistema di democrazia, viene preso
come se fosse quello compiuto, allora “saranno
molte le delusioni per chi si aspettava da essa libertà, giustizia, sicurezza
economica sociale, pace.”
Io penso che la politica potrà crescere solo con l'impegno di un senso di responsabilità comune che riesca a contenere il controllo di costruzione manipolativo
da parte dei poteri forti. Mai come oggi, chi si approccia alla politica,
potrebbe farlo con la coscienza e la passione necessarie per la costruzione di
una nuova “forma mentis” capace di ostacolare i processi di degradamento di
quella appena passata.
Ci si dovrebbe ormai
immedesimare nel concepire una nuova forma di funzionamento del sistema, un
nuovo percorso che veda, nell’innovazione e nel distacco dai vecchi canoni, il
futuro di una nuova società. Non può solo essere un problema del “politico” ma,
di una “politica” che si è sempre mossa imprigionata in un sistema da dover
riformare facendo sì che, in tal modo, non potessero emergere figure politiche
migliori.
vincenzo
Cacopardo