25 mar 2013

Perché necessita il cambiamento. 1°




(tratto da “Studio e analisi” argomento : le riforme e la ricerca d governabilità)

Viviamo in uno Stato parlamentare e questo basterebbe per porre l’importante azione della Camera come centralità dalla quale dovrebbe dipendere ogni regola ed ovviamente l’indirizzo culturale ed economico del nostro Stato democratico.
 I ruoli legislativi, quindi, non possono che essere primari e propedeutici a quelli amministrativi.
Recita il Diritto costituzionale la mancata attribuzione dei poteri di indirizzo politico al Presidente della Repubblica, fa sì che tali poteri vengano accentrati nel raccordo Parlamento – Governo”.
Un raccordo che oggi sembra essere intaccato e desta serie preoccupazioni per la garanzia dello stesso principio di democrazia costituzionale: i due ruoli non riescono più ad operare in condizioni di indipendenza e, pur nella loro distinzione funzionale, risultano condizionati da un pressante potere partitico che li sottomette al proprio interesse. La tendenza equilibratrice che si voleva tramite il raccordo ed affinché a nessuno dei due poteri potesse essere assegnata una condizionante prevalenza, non sembra oggi possibile. La centralità del Parlamento non determina più la sua vera fondamentale funzione ed ogni azione governativa finisce sempre col prevalere e condizionare pragmaticamente ogni indispensabile percorso politico parlamentare.
La Costituzione, sulla parte riferentesi ai diritti ed i doveri dei cittadini, ci dice ”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”. Ciò risulta fondamentale e dimostra l’importanza di quel verbo che spinge a “regolare” i rapporti tra lo Stato ed i cittadini attribuendo a questi un diritto soggettivo ad un libero pensiero.
Recita ancora la stessa Costituzione sui principi fondamentaliE‘ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica economica e sociale del Paese”. Cosa può voler dire questo? Se non il chiaro messaggio di poter dare a tutti i cittadini le giuste opportunità di una propria partecipazione alle scelte?

Quest’altro rilevante principio, se collegato al precedente, vincola inequivocabilmente le istituzioni a favorire con piena attuazione la strada per la determinazione di una vera funzionalità della politica. -Funzionalità e partecipazione di pensiero e di idee  che sembra oggi non si vogliano ricercare!   
Ecco perché è necessario dare massimo sfogo ad una politica di base e parlamentare, riflettendo attentamente sul perchè si sia perso il sano filo politico costruttivo, sopraffatti da un’unica irragionevole impellenza governativa.
Una politica di ricerca e di pensiero vorrebbe dire induttiva e propedeutica. Una politica amministrativa dovrebbe, invece, essere deduttiva e costruttiva.
Una giusta governabilità deve sicuramente seguire  un principio di qualità poiché, non si tratta solo di diminuire o di aumentare i ministeri o le poltrone di comando di un esecutivo ma, di determinare un percorso costruttivo attraverso una richiesta che partendo dalla domanda deve finire col trovare un logico fine di utilità.
La situazione odierna comincia a manifestare grosse incongruenze: si va ad elezioni, si decide una maggioranza che poi spesso, per questioni di prevalente interesse di potere, viene infranta imponendo di compattarsi in ulteriori maggioranze risicate e contraddittorie. Percorsi che non possono e non devono appartenere a qualsiasi logica politica che si vuole coerente e costruttiva.
Se innovazione vuol dire progresso, le idee nuove ne sono la vera forza attiva, e se, per un giusto progresso, si impone un vero cambiamento, non potranno che risultare essenziali nuove regole. Bisogna quindi avere la forza di chiudere con il passato, per affrontare un futuro che ci impone continua innovazione anche in termini politici.
vincenzo Cacopardo


24 mar 2013

Un nuovo commento di Domenico Cacopardo



REALISMO E RESPONSABILITA’
di Domenico Cacopardo

L’incarico che Giorgio Napolitano ha conferito a Pierluigi Bersani ha dei limiti ben precisi. Essi consistono nella definizione di una maggioranza programmatica precostituita al Senato.
Dobbiamo confidare ora nel senso di responsabilità del segretario del Pd: sarebbe, infatti, un pessimo servizio alla democrazia convincere un certo numero di grillini ad abbandonare il mussolinetto di Bogliasco per confluire in una proposta Pd-Sel. Le altre ipotesi, per la formazione della maggioranza richiesta dal presidente della Repubblica, sono ancora più avventuriste. L’idea di un accordo con la Lega Nord e con uno sparuto gruppo di componenti in libertà del Pdl accentuerebbe le incertezze sul futuro.
Alla fine rimarrà soltanto la rinunzia.
Napolitano, infatti, non accetterà una compagine governativa senza maggioranza precostituita alla mercé delle bizze imprevedibili dei senatori grillini, leghisti e vari cani sciolti: la dimensione drammatica dei problemi economici nazionali non lo permetterebbe.
Una rinunzia del genere ha il significato politico di un sconfitta non di Pierluigi Bersani, ma dell’intero Pd. Valeva la pena insistere in modo così pervicace per ottenere un simile risultato? O non era meglio lasciare alla regia del presidente della Repubblica la ricerca di una soluzione istituzionale che traghettasse il Paese attraverso l’elezione del capo dello Stato e, dopo, verso una nuova legge elettorale (maggioritario in due turni) e nuove elezioni?

23 mar 2013

La retorica allargata di un Cavaliere disarmato




Una manifestazione al suono di una  noiosa retorica quella di Piazza del Popolo…che esprime tutta la rabbia di un Berlusconi ormai prossimo alla conclusione della sua ventennale politica.
Il Cavaliere sembra ormai rivolgere la sua parola alla piazza con la  usuale logica dell’invidia e della rabbia, pur celata dal solito stereotipato sorriso.
Nel suo dialogo, il Cavaliere non fa che  riprendere il solito ritornello della lotta contro il comunismo mettendo ancora enfaticamente in campo la logica delle opposizioni di un passato bipolarismo….con le consuete urla degli osannatori: Silvio…Silvio…Gli slogan sembrano essere sempre gli stessi: Silvio…salvaci tu – tutti con Silvio – siamo l’italia migliore...tu sei la nostra fede, etc... La piazza è gremita di accoliti... corsi ad acclamare il proprio idolo.
La sua pericolosa dialettica per accendere la piazza viene interrotta dalle domande che di continuo pone al popolo per stuzzicare conseguenti risposte che lo esaltano sempre di più…ricordando, nel tono, l’uomo della dittatura del passato novecento.
Offende Monti…Fini…Di Pietro….Bersani…Ingroia e Grillo definendo quest’ultimo come un dittatore….(da quale pulpito..). Corre su un terreno facile ma…ormai stantio dell’attacco a delle offese altrui. Si capisce bene il perchè...quando un personaggio continua ad esprimersi in simile modo…non si può che sperare in un avanzamento ed in una crescita del Movimento di Grillo.
Ma il suo preciso attacco..però.. è sempre quello monotono e stancante contro Bersani…e se...come lui continua ad affermare,…il neo incaricato alla fomazione del nuovo governo, in tanti anni, non ha mai usato la parola "crescita"…appare assai più strano che possa usare tale termine...chi, come il Cavaliere, ha governato per quattro intensi e duraturi mandati, senza aver creato l’ombra di uno sviuppo.
Infine ..Berlusconi persevera sul solito ricatto verbale della Presidenza della Repubblica ed il ritornello della Sinistra pigliatutto…Dopo vent’anni e quattro Presidenze…il suo gregge non riesce a percepire…poiché vive con occhi improsciuttati...abbindolato nell’adorazione celestiale per il divino Silvio.
Bisognerebbe che questo gregge si scuotesse da una visione così monolitica e si accorgesse del bisogno di un vero cambiamento… correndo verso nuovi pascoli.
vincenzo Cacopardo

Il necessario rispetto dei " nuovi arrivati"



A parer mio…quando si fa politica..non esiste solo il fatto di essere onesti e corretti, ma bisognerebbe avere certe capacità di inventiva e di metodo oltre a una certa conoscenza della dottrina. Ma esiste anche una pregiudiziale che è quella di avere una certa dote di sensibilità e di rispetto verso le istituzioni e gli uomini che ne stanno a capo. 
Molte personalità si distinguono per questa capacità poiché portano con se un loro “background”…ossia la storia e l’ambiente in cui hanno vissuto e si sono formati, che li vede decisamente avvantaggiati nei rapporti col prossimo. Questi personaggi non ostenteranno mai …ma evidenzieranno sempre maggiore umiltà nei confronti del prossimo e nell’approccio con qualsiasi disciplina, giacchè..la loro è soprattutto una volontà di apprendere per poter..poi, rendere costruttivamente per il bene comune.

Fatta questa breve premessa, mi pongo il dubbio  (forse abbastanza sensato) se i tanti, oggi, neo eletti in Parlamento, abbiano questa essenziale dote.: Cambiare attraverso uno svecchiamento non deve significare perdere in sensibilità e rispetto!

Le frasi mosse da neo eletti parlamentari ed altrettanti gesti violenti, mettono in luce tutto ciò, evidenziando un certo cattivo gusto sicuramente supportato dalla mancanza di una base formativa ed educativa che dovrebbe sempre essere posta dinanzi a qualunque percorso dialettico. 
La eccessiva celerità che li ha portati ad un simile traguardo (vedi i grillini)...li conduce…in mancanza di una necessaria base didattica e di una naturale sensibilità al rispetto…all’autoesaltazione della personalità. Tanto spinta...la loro esuberanza, scaturisce automaticamente in una sublimazione pericolosa proprio in mancanza di un  “background” che, al contrario, riuscirebbe a contenerne i limiti. - In sostanza…molta di questa giovanile politica, se non supportata da una determinata umiltà e da un rispetto formato dalla presenza di una buona educazione di origine…stenterà sempre nel suo percorso di positiva costruzione.  

Quello che nella società oggi noi definiamo “il parvenù” altro non è che colui che è riuscito ad imporsi nella società, il quale...pur restando privo di una base educativa e di una essenziale cultura…nel suo percorso di vita, è stato sempre indotto a muoversi imprudentemente con l’unica arma della furbizia edificata sulla presunzione.....Ma arriverà presto (la storia c’è lo insegna) il fatale errore promosso dalla forza di questa esaltazione che lo brucerà definitivamente.

Se l'espressione "parvenù" è valida nella società comune..lo è sicuramente di più quando ci si riferisce alla politica nel senso di una partecipazione qualitativa comune di un percorso. 
Certi comportamenti ostentati con termini offensivi anche in direzione del Capo dello Stato..non fanno che evidenziare una certa cattiva educazione...oggi indispensabile anche per la costruzione di ogni dialogo politico, ma anche in quel loro "vorrei ma non posso" che finisce con lo sfociare nella incontenibile offesa.  

Se lo spirito è quello di volersi imporre e farsi notare…finendo con l’insultare, il  messaggio del nuovo arrivatoche per grazia ricevuta pretende di cambiare il mondo, si manifesterà solo come un apologo simile alle promesse di un Giufà. 
vincenzo Cacopardo  

21 mar 2013

L'improvvida politica dei nuovi arrivati


Comincia a scongelarsi il  surreale isterismo di Beppe Grillo…già espresso con gli improperi e le offese di chi ormai ha ben capito le proprie difficoltà nel rendersi responsabile di un gioco assai più grosso di quel che pensava. 
Nei giorni passati si è messo in evidenza il  classico atteggiamento dei nuovi arrivati in Parlamento simile a quei parvenu che… beneficati all'eccesso da una elezione senza precisi e reali meriti di base...sono entrati nelle stanze delle decisioni.. ritenendosi presuntuosamente, gli unici veri politici riformatori...Lo hanno fatto spesso in modo arrogante…senza rispetto, con tanta presunzione….e senza quella necessaria umiltà che occorrerebbe a chi viene investito di colpo da un compito così importante.



Si è rimproverato a Bersani di aver condotto in modo assai improvvisato e quasi persecutorio una dialettica con i nuovi arrivati del M5stelle, al limite del ridicolo...conducendo il PD verso un'umiliazione eccessiva attraverso la richiesta di una loro partecipazione alle linee di indirizzo di un nuovo governo. 
Se può essere vero che Bersani non ha dimostrato di avere le carte in regola per tali trattative poichè anche condizionato da un'ala vecchia del suo Partito, è altrettanto vero che il segretario sembra essersi immolato a beneficio di una manovra che ha sicuramente aperto il fianco ai grillini, i quali, messi di fronte ad una chiara richiesta...non potranno più avanzare alcun pretesto per la mancata opportunità. 
Il percorso del segretario, doveva essere necessariamente operato, altrimenti si sarebbe data assai più forza alla demagogica battaglia di Grillo. Con la richiesta ufficiale...trasmessa anche in streaming..non si potrà mai dire che, tale Movimento, non abbia avuto opportunità di entrare a far parte (attiva o non) di un nuovo governo...potendo...in tal modo, offrire le sue idee e beneficio del Paese...Non v'è dubbio che una grossa parte di coloro che hanno votato per questo nuovo movimento saranno... perciò, rimasti alquanto sbalorditi di fronte a tale opportunità!
Tutto ciò…suona ancor più irresponsabile nei confronti di un Paese che ha aspettato ancora in angoscia le scelte di una politica fattiva. Un’ansia supportata dalla continua mancanza di lavoro e di sicurezza per tutti i cittadini…che le persistenti esitazioni di Grillo, hanno continuato a sovralimentare.  

I tanti cittadini che hanno votato questo Movimento in nome dell’innovazione e di un cambiamento del malato sistema politico…sono rimasti inaspettatamente appesi alla leggerezza di questo nuovo Messia e dagli atteggiamenti altezzosi d alcuni suoi discepoli.
Dopo le urla irrispettose al nostro Capo dello Stato ed i recenti movimenti di piazza e nella quasi certa possibilità di poter finalmente dare, oggi, corpo ad un qualsiasi governo, sembra che i toni si stiano abbassando, ma la presunzione e l’ignoranza di certi nuovi arrivati...potrebbe ancora portare pericolose novità nelle piazze e nelle assurde posizioni nel Parlamento.

vincenzo cacopardo