(Tratto da
“Studio e analisi” argomento : La politica e la sua funzione”)
La politica
non può solo avere un sintetico senso del governare, in quanto essa racchiude
in se i contenuti di teoria e pratica, di arte e scienza, di idea e
funzionamento. La politica rimane arte nel principio consistente la ricerca
delle idee, nel confronto con i cittadini, nella mediazione, diventa scienza
nell’esercizio della sua funzione amministrativa legata allo sviluppo
costruttivo della società.
In base a
questo concetto, si pone anche quello che potrebbe oggi apparire come un
paradosso e cioè: Chiunque, motivato da una capacità creativa, geniale ed
intuitiva, potrebbe essere in grado di saper creare iniziative politiche idonee
e funzionali alle esigenze, anche se solo in termini teorici.
Le capacità
di chi esercita questo ruolo appaiono essere prevalentemente di inventiva
il che comporta sicuramente quell’intuito e quella sensibilità per certi versi
vicina alla capacità creativa di un artista in senso lato. Sebbene costoro, devono sempre avere
una buona conoscenza dell’aspetto sociale ed istituzionale del paese in cui si
vive.
Ben diversa
rimane l’attività di chi deve predisporsi per una amministrazione in termini di
conoscenza e quindi anche di esperienza per la soluzione di un processo
costruttivo e di un buon funzionamento: Chi amministra deve avere un ruolo
determinato e diretto verso la conoscenza scientifica di ciò che si deve con
efficienza realizzare.
Ecco,
perciò, la determinazione dei due ruoli che differentemente potremmo definire
“induttivi” e “deduttivi”. Ruoli che, per scopo ed esigenza, definiscono due
strade diverse che dovrebbero raggiungere un unico percorso costruttivo in
relazione alla definizione di una “politica” che si vorrebbe funzionale.
La speranza
che in un politico possano coesistere ambedue le qualità appare molto difficile
e, qualora potesse esservi, lascerebbe molti spazi aperti verso naturali
compromessi: Generalmente chi ha una mentalità creativa non è portato ad
accostarsi a chi si impegna mentalmente in direzione di una scienza e
viceversa.
L’odierno
sistema vede comunque il politico inserito contemporaneamente nei due ruoli
come se appartenessero ad un’unica carriera. Questo sistema ha fatto sì che
oggi il politico venga considerato colui che crea e nel contempo esegue, nel
contesto di un’unica linea politica. Linea politica che, nel tempo, viene
condizionata da una vera e propria oligarchia dei Partiti.
Le
vecchie ideologie hanno forse contrastato e rallentato la marcia di innovazione
dei grandi contenitori di consensi, ma oggi sembra che nessuno, abbia aperto la
strada alle nuove idee per una vera politica di attualità.
Una
problematica che non può più essere posta sotto forma di una ideologica
battaglia, poiché non si tratta solo di determinare una maggioranza, ma di
lavorare insieme per diminuire quel macroscopico divario tra cultura e non
cultura, tra grandi ricchezze e spaventose povertà, tra conoscenza ed
ignoranza, tra sicurezza ed insicurezza e soprattutto tra il nord ed il sud del
nostro Paese.
La parola
chiave, quindi, sembrerebbe essere “funzionalità”, come sinonimo di efficienza
ed innovazione, ma intesa anche come teoria secondo la quale, nelle varie
culture, la funzione dei singoli elementi culturali, ha un’importanza
predominante sulla evoluzione stessa.
Uno studio
organizzativo che dovrebbe basarsi su un principio di specializzazione e di
suddivisione del lavoro.
vincenzo Cacopardo