(Tratto da “studio e analisi” argomento: le ragioni della crisi economica)
L’attuale crisi economica è il
risultato di un sistema finanziario e bancario mondiale che non può più
funzionare. Molti hanno sempre dato la colpa di tutto ciò al capitalismo e ad
un certo liberismo guidato da potenti uomini d'affari, i quali, non si sono mai
curati delle possibili ripercussioni sull'economia reale e quindi delle crisi
che si sarebbero riversate nei vari settori produttivi, dimostrando solo di
voler giungere all'accumulazione di ricchezze personali, mediante operazioni
speculative di alta finanza.
Il problema principale sta nel
fatto che la politica non si è mai veramente interessata a regolamentare
questo sistema finanziario e bancario. In teoria si può affermare che una
delle principali cause della povertà sia dovuta alle banche, ma ciò non sempre
rispecchia la realtà, anche perché le motivazioni dei fenomeni come la povertà
sono molteplici e molto più legate a cattive scelte politiche.
Per superare questa situazione si
dovrebbe rilanciare l’economia reale e di questo è proprio la politica che deve
farsene responsabile.
Alla
base della crisi c’è quindi un problema del sistema bancario, finanziario e monetario
che sta ormai giungendo al collasso. Ma anche aiutare l’economia reale
rappresenterebbe un limite se l’azione dei governi non andasse oltre. Per porre
fine in maniera definitiva a tutto ciò e necessario partire dalla radice del
problema, dalla sua causa primaria e cioè da un sistema bancario malato che
deve essere assolutamente riformato.
Una
preoccupazione forte in un’Unione dove diversi Paesi hanno deciso di unire le
loro sorti all’Euro che rappresenta sicuramente una credibile difesa, ma anche
un motivo di ansia, per i Governi e per la Banca Centrale Europea, per gli alti
costi dei continui attacchi speculativi che cercano di trarre profitto dalle
recenti difficoltà contingenti.
La reputazione dei Governi e la loro politica non potranno che
influenzare l’economia: - Un Governo che non è in grado di assumere
impegni vincolanti relativi alla propria politica futura non sarà più
credibile. In presenza di forti deficit fiscali che
potrebbero rendere difficoltoso il rimborso del capitale costringendo a
ricorrere a forti aumenti della tassazione, anche la continua emissione di
titoli governativi potrebbe essere considerata a maggiore rischio di default.
L’Italia, tra i primi emittenti
al mondo di titoli di Stato, ha una pesante posizione debitoria interna
rispetto al PIL che la espone in maniera particolare al rischio di credito.
Ma quando ci si appresta a fare una qualsiasi critica al pragmatico
procedere di ogni percorso dell’economia, si rischia di essere male
interpretati o addirittura essere presi per ignoranti e poco realisti.
L’economia appare come una realtà legata ai
numeri, una realtà della quale non si può non tener conto. Non dovremmo comunque mai dimenticare che essa
è stata studiata dall’uomo, ma anche per l’uomo, per un benessere, ma soprattutto
per il suo benessere.
Vi è quindi il necessario bisogno di una regolamentazione
e la necessità di un ridimensionamento come un vuoto da dover
colmare da parte di una politica internazionale al fine di poter guidare
un processo di evoluzione dell’economia ma, con un’attenzione diretta ad un
controllo generale…per poter proteggere gli interessi del cittadino.”
La politica del nostro
Paese sembra ormai aver preso la strada più breve, comoda e meno impegnativa
dell’esterofilia, agganciandosi ai sistemi finanziari Americani e dei paesi più
ricchi, dimenticando ogni approfondimento della problematica in relazione al
tema sociale e culturale e dimenticando il pericolo imminente di un possibile
default.
L’indirizzo politico degli
istituti bancari del nostro Paese sembra non prendere alcuna strada: Mai una
economia di sviluppo in linea con la realtà, nessun impegno adeguato
verso un intervento a favore dello sviluppo delle aziende!
Vi sono
grandi temi di politica che non possono che essere valutati, controllati e
guidati a livello internazionale, se non mondiale, uno di questi è il tema
dell’economia. La
problematica dell’economia è globale e necessita di un impegno e di una
immedesimazione di tutte le nazioni.
Se il compito di tutte le forze
politiche mondiali rimane fondamentale,
la nostra politica dovrebbe sicuramente avere l’essenziale compito di guidare
con maggior equilibrio un cambiamento del sistema in favore di una crescita del
proprio Paese… per una economia forse un pò meno globalizzata... ma proposta
attraverso l’uso di una indispensabile regolamentazione.
vincenzo Cacopardo