26 ago 2019

SCOPO E RAGIONI PER RIFORMARE


di vincenzo cacopardo

"Bisogna farsene una ragione...Ormai non esiste più il voto ideologico! Si vota solo in contrapposizione ed in dispetto dell' avversario".

Un consenso espresso in forza di 
un astio per la parte avversa: Ieri
Berlusconi e Renzi..oggi Salvini...domani chissa'?
Il voto viene espresso come una reazione verso la parte opposta... dove i contenuti delle eventuali proposte suggerite...contano poco o niente.
Questa e' una ulteriore prova di come poco utile possa essere la formula ristretta bipolare (destra- sinistra)... che rende la politica nella stessa identica condizione di uno scontro calcistico...con l' aggravante di non essere per nulla uno sport in cui una becera tifoseria primeggia.

Ma quali sono le ragioni per le quali avviene tutto ciò? Quali quelle che hanno contribuito a creare questo clima di astio per l'avversario?

Il nostro percorso costituzionale è stato studiato per un sistema proporzionale puro che nel passato ha visto legare insieme più partiti per il riscontro di una maggioranza...lasciando in tal modo più fluida l'azione parlamentare e costringendo un'attività governativa. In modo da non creare assolutismi concentrando estremo potere nelle decisioni di pochi e per non costringere nell' immobilità lo stesso Parlamento: Questo differenzia una nazione che opera attraverso un sistema parlamentare da quella governata attraverso forme di presidenzialismo.

Oggi ci si ritrova a marciare con un sistema proporzionale e si continua a pensarla attraverso un maggioritario. Sembra essersi costruita un legislatura diversa ragionando con il pensiero di quella appena passata.

Tuttavia è indubbio il fatto che per far funzionare bene un sistema parlamentare occorrono oggi.. a differenza di ieri...una serie di riforme appropriate.. non supportate da metodologie poco conformi allo stesso sistema. Riforme che non contribuiscano a generare contrapposizioni così forti...
Non c'è alcun bisogno di sconvolgere l'assetto costituzionale, né precisamente quello delle Camere attraverso riforme improprie e semplificative come quelle proposte con insistenza da Renzi e come quella che vorrebbe oggi fare il movimento 5 stelle con la cancellazione dei 345 parlamentari.

Stabiliamo i limiti dei ruoli legislativi e quelli governativi... discipliniamo l' art 49 della Costituzione sui Partiti..Mettiamo ordine nelle istituzioni in modo da non creare assurdi conflitti ed inappropriati poteri...mantenendo i giusti pesi e contrappesi..e poi vediamo se una Repubblica parlamentare... come la nostra... non cominci a funzionare meglio! Questo significa voler ricercare un utile cambiamento sul funzionamento della politica..Tutto il resto viene dopo!

20 lug 2019

... IN ATTESA DELLA ROTTURA...



di vincenzo cacopardo

Le ultime informazioni danno il partito della Lega di Salvini in tenuta al 37% seguito da un PD al 22/ 23% e come terzo il Movimento 5Stelle bloccato tra il 17/ 18%.

Se dobbiamo dirla tutta.. un disastro per un Movimento che si era proposto per l'innovazione di un sistema: Il post ideologismo sembra aver lasciato spazio ad un sistemico procedere ed il legame con una Lega che ha voluto farla da padrone... non gli ha di certo giovato. In molti che vi avevano creduto..restano oggi demotivati e confusi di fronte ad un quadro politico poco convincente. Il Movimento non era ancora pronto per una attività di Governo..avendo dovuto maturare principi ed organizzazione! Salvini gli ha tolto la linfa e ogni ambizione di cambiamento e se ne è servito per affrontare l'innovazione a modo suo.. con una forte dose di spregiudicatezza!

Al di là delle critiche sulla loro organizzazione dal sottoscritto rimarcati più volte, possiamo di certo asserire che il fallimento dello loro linea politica...malgrado l'impegno e la forte volontà del loro leader, si è messo in evidenza proprio nel momento in cui lo stesso Movimento ha preteso di poter governare. Con ciò non possiamo nemmeno difendere e sostenere l'operato del passato in mano ad una politica delle contrapposizioni che ha usato il potere politico in un gioco di dare ed avere provocando reazioni e mettendo il Paese in uno stato di iniquità assoluta.. e lasciando il Sud in mano ad una pseudo politica che ha vissuto sul compromesso...
Forse si è perso un treno che difficilmente ritornerà, ma ogni tentato cambiamento.. sbagliato o giusto che sia..malgrado il conto da pagare.. porta sempre rinnovamento nello spirito politico.

Adesso nel governo si aspetta la rottura definitiva e, malgrado la tenace forza di equilibrio dimostrata da un premier spesso imbarazzato, i due partiti della maggioranza aspettano che l'altro si assuma la responsabilità di una definitiva caduta dell'esecutivo in modo da poterne fare il colpevole... una sorta di strategico palleggiamento ! Tuttavia ogni scelta rimane legata al momento che di giorno in giorno determina stati emozionali diversi dove anche gli interessi personali di partito potrebbero prevalere.

Analisi dell'amico Paolo Speciale su Salvini



SALVINI : ISTRUZIONI PER L'USO


Analisi di Paolo Speciale
Non per andare forzatamente contro corrente, ma escludendo aprioristicamente una qualsiasi affinità con Salvini e con il suo pensiero riguardo a molti atti di indirizzo politico teorico e pratico riferibili alla Lega, non è pensabile che vi siano pericoli imminenti per la democrazia.
Termini usati - e purtroppo abusati - come sovranismo, nazionalismo, attengono ad un necessario passaggio storico -critico e fisiologico strettamente connesso alla libertà di espressione; quest'ultima, proprio in quanto comunemente percepita, è dunque manifestamente in essere, con buona pace di tutti.
Il Ministro dell'Interno, di certo, non è interessato a zittire in qualche modo chi gli attribuisca - suo malgrado - un patologico Amor di Patria o, peggio, uno sconfinamento di tale amore in una esasperata svolta autoritaria. E' solo la filosofia - in sede evolutivo/patologica del "meliores sumus".
Paventare legittimamente svolte autoritarie, da parte di una larga parte dell'opinione pubblica, è un modo di praticare la lotta politica, anche nelle aule parlamentari, ma si tratta solo di questo. E' la giusta attenzione. E nient'altro.
Ciò perchè In buona sostanza il leader leghista si è trovato - impreparato ma anche piacevolmente egli stesso sorpreso - a dover gestire al meglio una diffusa attribuzione nei suoi confronti di sentimenti fondati sulla difesa di una identità che pur essendo storica, reale, palpabile, caratterizzante, non può più costituire, dopo l'immunizzante ventennio fascista, il prologo di qualcosa che oggi può e deve essere soltanto astratta ed ingiustificata fobia, di certo non foriera di pericoli per il nostro sistema.
Il momento storico che viviamo, seppur illimitatamente criticabile anche attraverso lo spauracchio della limitazione delle libertà, non dovrebbe generare timori di alcun genere.
E tuttavia la speranza condivisibile è che la manifestazione di tale spauracchio, in un Salvini mero osservatore sprovveduto e sorpreso di ciò che gli sta accadendo, non sia funzionale ad un processo, nello stesso vicepremier, di improprie identificazioni; tuttavia anch'esse improbabili, per la presenza di una confusione ideologica generata da una sorta di improvvisazione figlia di un populismo diffuso che a sua volta genera contraddizioni, in assenza di una strategia pianificata per la cattura dei consensi.
Perchè questo è la Lega.
Come conciliare infatti, ammesso che si tema il ritorno di tempi grigi per la sovranità popolare, il colonialismo fascista con il costante respingimento degli immigrati africani dalle nostre coste? Ed ancora, come conciliare i seppur possibili contatti della Lega con la Russia putiniana con il nazionalismo sovranista italiano tanto decantato negli ultimi mesi?




8 lug 2019

LIBIA: EUROPA E ONU ASSENTI


Nella retorica odierna e di parte sul tema dell'immigrazione..si continua a sottovalutare ciò che sta avvenendo nel continente africano e che rischia di esplodere generando maggior caos.
di vincenzo cacopardo

Tripoli rimane controllata con difficoltà dal governo di accordo nazionale guidato dal primo ministro Fayez al Serraj, appoggiato dall'ONU e sostenuto anche dall'Italia durante il governo Gentiloni. Governo contro il quale si oppongono le milizie del generale Haftar protetto per specifico interesse dalla Francia. Ormai di combatte di continuo da oltre un anno con scontri violenti tra milizie rivali senza raggiungere alcuna tregua.

Ancora oggi i centri di detenzione servono alle autorità libiche per tenere rinchiusi i migranti per lo più provenienti dal Sud Sahara. Nonostante la lunga serie di documentari che dimostrano le terribili condizioni in cui vivono i rinchiusi (soggetti anche a torture) prima di imbarcarsi su qualche malridotto gommone di chi vi specula, l'ONU non pare voler intervenire: L'Organizzazione delle Nazioni Unite, organo che preserva la pace e difende i diritti umani, rimane indifferente continuando a dare colpe al nostro Paese ed in parte all'Europa.

Si tratterebbe di un vero oltraggio alla coscienza umana! ...Eppure l'ONU mantiene ancora una sede nella vicina Tunisia e malgrado le ispezioni eseguite nei centri di detenzione, grazie anche alla volontà del nostro Paese, persevera nello scaricare diverse colpe ad altri non muovendosi secondo la dovuta prassi e lo scopo prefisso.
Intanto sessanta innocenti migranti restano uccisi dalle bombe lanciate dal raid messo a segno dagli aerei del generale Haftar protetto dalla Francia per interessi petroliferi.

Francia ed Italia... che faticano persino a trovare intese diplomatiche in una Europa fondata per dover unire... si trovano schierate separatamente nel contesto di una Libia che oggi sembra terra di nessuno abbandonata ad un inesorabile destino. Ma è indiscutibile che la situazione del Paese africano rimane la principale causa di una forte immigrazione sregolata e clandestina.

Tra la Francia e l'Italia vi è un'Europa inefficiente ed una organizzazione internazionale per la pace..che di pace pare non voglia proprio occuparsi. C'è da chiedersi su che cosa è veramente fondata questa Europa e che scopo può più avere una Organizzazione come l'ONU, la quale resta inerte..se non quando guidata ad esclusivo interesse di qualche potente eccellenza.

29 giu 2019

STORIA DI UN CAMBIAMENTO CHE NON SEMBRA AVVENIRE...



di vincenzo cacopardo

In molti hanno sperato in un vero cambiamento, in tanti ne sono rimasti delusi!
Con il possibile fallimento ogni fase di innovazione non potrà più avvenire se non dopo un lungo tempo di anni in cui si tornerà a ragionare con le regole del passato e con il solito sistema delle
contrapposizioni guidate dai partiti tradizionali. Quale rivoluzione politica è quindi avvenuta? Quale cambiamento?”

Quando si ha l'intenzione di cambiare un sistema approfondendo la questione sulle regole in essere, bisognerebbe farlo con una unica e compatta forza, ancor meglio se non ideologizzata, ma ricca di una sua sostanza politica..solida nei principi e nei valori, capace di avere una maggioranza forte e sicura!..A poco vale ogni forma di moralizzazione se non viene accompagnata da risultati che incoraggino l'innovazione in senso culturale. Questa è la ragione per la quale il Movimento... oggi in mano a Di Maio.. avrebbe dovuto attendere ancora un po' ( come del resto in tanti in seno all'organizzazione pensavano) per seguire una fase di tempo necessaria e rendere lo stesso Movimento più forte ed in grado di assorbire una maggioranza in grado di governare.

Al di là delle assurde scelte di una organizzazione che ha finito col condizionare negativamente l'iter di una politica post ideologica  mettendo in campo figure ricavate da illogiche selezioni virtuali...quello che più colpisce è il fatto che la stessa organizzazione appare oggi più che mai piramidale... ne più e ne meno che come quella di altri Partiti dove vi è un solo capo che impartisce ordini come segretario e leader supremo con in mano deleghe ministeriali.

Ciò che è avvenuto col Movimento che si era imposto fin dall'inizio di dare una svolta al complesso istituzionale del nostro Paese, non sembra aver sortito il successo voluto.
Ma c'è di più!..ed è il fatto in sé più grave di cui in pochi in seno allo stesso Movimento non si rendono conto: Con il possibile fallimento ogni fase di innovazione non potrà più avvenire se non dopo un lungo tempo di anni in cui si tornerà a ragionare con le regole del passato e con il solito sistema delle contrapposizioni guidate dai partiti tradizionali. Quale rivoluzione politica è quindi avvenuta? Quale cambiamento?

Come per Renzi... col suo sprezzante ed arrogante metodo di voler far passare una riforma costituzionale singolare e fin troppo rivoluzionaria nei tempi....che avrebbe dovuto seguire un percorso più lungo e per gradi...anche per i 5 Stelle l'azione di cambiamento è stata portata avanti in modo assai eccentrico, farraginoso, persino controproducente e ricco di contraddizioni, che avrebbe di certo avuto bisogno di una antecedente revisione in direzione della sua stessa organizzazione per renderla più capace per una futura governabilità: Sarebbe bastato aspettare seduti in Parlamento scegliendo una classe dirigente attraverso un metodo più adeguato ed appropriato per le intenzioni.

Rimane quindi un doppio errore ed una inevitabile conseguenza: Quello di essere corsi verso una idea di cambiamento senza la base solida di una organizzazione politica..e quella di essersi illusi di poter correre verso una governabilità unendosi con chiunque. Tuttavia il risvolto più grave resta la conseguenza di tutto ciò...e cioè il fatto che dopo questa avventura potremo scordarci ogni possibile cambiamento politico istituzionale in favore dell'innovazione.
La politica non si inventa e di certo non si può inventare un cambiamento! In questo blog lo abbiamo evidenziato parecchie volte...

POST CORRELATO
analisi di un cambiamento ancora atteso-2 marzo 2019

27 giu 2019

SEA WATCH: STRATEGIE...SPECULAZIONI... ED OPPORTUNISMI





All' opportunistico soccorso delle opposizioni organizzate per presenziare nel luogo in cui la nave Sea Watch verrà bloccata urlando contro l'insensibilità ed i diritti umani calpestati.. si contrappone una evidente strategia di principio per indurre e sensibilizzare un'Europa su un imbarazzante tema sottovalutato e non studiato con la dovuta lungimiranza”.
di vincenzo cacopardo


Il fenomeno dell'immigrazione non può essere di destra o di sinistra! Non può essere strumentalizzato a fine propagandistico da un lato e dall'altro.... e nemmeno fondarsi sul numero degli stessi!

E' inutile su questo piano illudersi di poter vincere una battaglia contro Salvini che, malgrado i toni e la sua rude comunicazione, esercita da un anno un principio politico discutibile ma, per certi versi, persino comprensibile ai fini di smuovere una comunità Europea assai poco attenta al fenomeno. Un problema di tipo politico che non può essere messo in contrapposizione sul piano umano. Non dovrebbe perchè nella fattispecie non vi sembrano essere omissioni sulla sicurezza degli immigrati imbarcati che hanno sempre goduto di una giusta attenzione medica e di controllo...
Insomma..Non pare essere in discussione il salvataggio, ma il luogo dello sbarco!

Se questo fenomeno vuole essere visto sul piano prettamente umano non dovrebbe riguardare un'unica nazione Europea, ma tutta la Comunità nel suo insieme. Se..al contrario.. la politica deve operare delle scelte pragmatiche..queste dovrebbero essere rispettate secondo le leggi del Paese in cui si opera, ma anche in considerazione di una convenzione di diritto internazionale della navigazione che impone certamente un salvataggio a mare, ma non una meta certa e legittima sul paese dello sbarco qualora i superstiti non si trovino nelle dovute acque territoriali. (Inoltre non pare ancora chiaro se chi opera in questo volontariato della ONG non abbia rapporti ed interessi con i trafficanti)

Malgrado la materia possa anche intendersi confusa e non del tutto chiara, esiste un principio politico che il nostro paese ha deciso per legge al quale sembra si voglia a tutti i costi contravvenire: Una sorta di chiara provocazione quella della capitana della Sea Watch che.. dopo aver vagato per diversi giorni nel canale..ha deciso di irrompere nelle nostre acque verso il porto di Lampedusa, malgrado ogni diniego. Nella fattispecie non pare esservi alcuna giustificazione sulla sicurezza dei migranti (già di per sé assicurata) ma un voluto e provocatorio gesto contro la strategia politica voluta dal nostro Paese... .

Che certi principi possano essere cambiati in favore dei primari valori umani non v'è dubbio, ma è anche vero che per farlo occorre un lavoro politico..ed in politica occorre procedere con rispetto ed equilibrio..senza provocazioni risibili che finiscono col sortire sempre effetti contrari.

Sulla strategia di Salvini si potrebbe parlarne come di una “scelta di metodo” e della necessaria “determinazione” occorrente per affrontare il tema dell'immigrazione. Tuttavia si insiste di continuo abusando del termine “disumanità” quando non si può nascondere l'importanza di risolvere la problematica col tempo..con le necessarie obbligate metodologie..ed in forza di un necessario pragmatismo: Sappiamo che in questa logica la visione umana tende a pesare su ogni scelta..ma è anche vero che una vita in una nave nel mare pesa in egual modo ad un'altra vita priva di libertà che vaga in un continente che non riesce ad accogliere ed integrare.

Al continuo opportunistico soccorso delle opposizioni organizzate per presenziare nel luogo in cui la nave verrà bloccata urlando contro l'insensibilità ed i diritti umani calpestati.. si contrappone una evidente strategia di principio per indurre e sensibilizzare un'Europa su un imbarazzante tema sottovalutato e non studiato con la dovuta lungimiranza.

18 giu 2019

CONFLITTO DI INTERESSI... E INTERESSE NEI CONFLITTI


L'inizio di una riforma che riguardi l'annoso conflitto di interessi non può che trovare ogni incoraggiamento da parte di tutti coloro che osservano e studiano la politica odierna..tuttavia per limitare meglio i conflitti è importante partire dalla distinzione per un funzionamento alla base dei poteri.
di vincenzo cacopardo


Come sappiamo..nel 2016 si diede inizio ad un disegno di legge che.. già da tempo.. sarebbe dovuto essere posto sul tavolo del governo: Era il ddl sul conflitto d!interessi..

Alla Camera i voti favorevoli furono 218, i no 94, 8 gli astenuti. Il testo passò poi all'esame del Senato. Nei giorni precedenti il partito di Berlusconi aveva iniziato a fare ostruzionismo rallentando i lavori. Secondo Forza Italia la discussione in commissione aveva portato ad una legge fin troppo restrittiva, mentre secondo i 5 Stelle troppo permissiva. Qualcuno pensava che se la legge fosse passata in questo modo ci saremmo ritrovati di fronte al disconoscimento dei principi fondanti del nostro ordinamento discriminando la categoria degli imprenditori. Venendo posti ostacoli all’esercizio della politica e del governo per chi facesse l’imprenditore, secondo Il movimento 5 Stelle..in condivisione con una parte del PD, si sarebbe fatta una sorta di pulizia etnica.

La nuova legge sul conflitto di interessi, avrebbe voluto introdurre in Italia la formula del blind trust, disciplinandone l'applicazione: L'alienazione dei beni, che sarebbe scattata per partecipazioni di rilevanza nazionale in settori strategici nell'editoria e nei servizi pubblici in concessione o autorizzati, poteva essere parziale e imposta dall'antitrust. Inoltre, secondo il testo, per gli atti adottati dai ministri in conflitto di interesse non sarebbe scattata più la decadenza automatica, ma sarebbe stato il presidente del Consiglio a sottoporre al questione al Consiglio dei ministri.
Il testo stabiliva in particolare che, dopo il termine dell'incarico di governo, l'incompatibilità sussisteva per ulteriori dodici mesi nei confronti di cariche in enti di diritto pubblico e in società con fini di lucro che operavano in settori connessi con la carica ricoperta.
Tuttavia il testo non andò avanti e si arenò al Senato !

Sappiamo che negli anni 90 il centrosinistra aveva le forze per offrire delle regole e determinare delle formule più adatte. Ma in tutti quegli anni si è solo perso tempo!.. Non possiamo nemmeno omettere l'esordio, quasi autolesionista, di Luciano Violante che ammise in Parlamento, senza mezzi termini, le garanzie offerte al Cavaliere. Per opportunità lo spinoso argomento venne ancora una volta accantonato dal giovane rottamatore Renzi, pena la messa in crisi di un patto detto del “Nazareno” che condizionava in modo poco logico ed ambiguo tutta la politica del Paese.. e lo stesso Partito democratico.

Quella sul conflitto di interessi rimane comunque una riforma di primaria importanza che si apre a ventaglio su una moltitudine di principi...che tocca il cuore di ogni percorso politico che si vorrebbe sano e funzionale.. e che invade grossi campi del potere economico e politico...un tema che investe l'attività parlamentare e quella governativa insieme. Insomma.. una vera madre di tutte le riforme. Il problema del conflitto d'interessi dovrebbe trovare oggi una soluzione equilibrata: Una legge che definisca in modo chiaro, semplice ed efficace un quadro normativo per impedire alle principali cariche elettive del nostro Paese, di avere interessi che interferiscono nella loro azione politica.

Oggi dopo i vari fallimenti del passato i 5 Stelle vorrebbero dare inizio ad un lavoro in favore di un ddl che lo stesso  Di Maio ritiene prioritario. Da quel che si sa..il provvedimento dovrebbe prevedere anche un registro dei lobbisti e lo stop a quelle “porte girevoli” tra ex eletti e portatori d’interessi.
L'inizio di una riforma che riguardi il conflitto di interessi non può che trovare ogni incoraggiamento da parte di tutti coloro che osservano e studiano la politica odierna, ma è inutile ribadire ( anche agli stessi pentastellati che lo propongono) che il vero conflitto (quello più macroscopico) permane se i ruoli stessi della politica (quello parlamentare..e quello governativo) non vengono meglio distinti e separati alla base... e questo potrà avvenire solo attraverso la scorta di un'altra riforma che regoli e disciplini i Partiti tagliandoli fuori da ogni operazione riguardante una funzione amministrativa di competenza: L'azione dei Partiti dovrebbe rimanere focalizzata e limitata sulla importante ricerca del dialogo con la cittadinanza ed il riscontro di quelle idee e normative utili a chi successivamente, in ruolo deduttivo, deve porle in atto con ordine e capacità. In tal modo il più evidente conflitto che genera costanti compromessi tra i Partiti ed il potere esecutivo verrebbe.. in qualche modo... limitato senza l'edificazione di interessi e conseguenti anomalie che contrastano e coinvolgono figure.

In quest'ottica rimane sempre più sorprendente pensare che un Premier possa rimanere a capo di un esecutivo e contemporaneamente segretario indiscusso di un partito.
Altro che conflitto!!

10 giu 2019

POTERE GIUDIZIARIO E POLITICA DELLA GIURISDIZIONE


Se c'è un caso di attualità che dovrebbe sorprenderci..non sono tanto i risultati delle elezioni ..quanto quello relativo il CSM che coinvolge ordine della magistratura e politica in un preoccupante compromesso
di v cacopardo


(Sembra che il caso coinvolga più direttamente il PD nella sua corrente renziana.)
Tutto nasce con il caso Palamara (nel 2008 nominato Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e poi dal 2014 membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura.) Il magistrato viene indagato per corruzione dalla Procura di Perugia: Palamara, candidato ad un ruolo di aggiunto, sembrerebbe anche avere intralciato la partita della nomina del successore di Giuseppe Pignatone a procuratore capo di Roma, da tempo sul tavolo del Csm.
Non manca molto che all'assemblea del CSM arrivano le conseguenti autosospensioni di 4 consiglieri togati (Antonio Lepre e Corrado Cartoni, entrambi di Magistratura Indipendente), che seppur non indagati, avrebbero partecipato con Palamara ad incontri con l'ex sottosegretario Lotti e Cosimo Ferri in cui pare si discutesse della nomina del procuratore di Roma. Da lì sembra essersi allargata una indagine con coinvolgimento di altri giudici... prima auto sospesosi e subito dopo rientrati...
Oggi questa allarmante faccenda..ha terremotato l’intero Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno della magistratura a cui come sappiamo, in base all’art. 105 della Costituzione, spettano assunzioni, promozioni, assegnazioni e trasferimenti...oltre alle azioni disciplinari nei riguardi dei magistrati.
Malgrado si facesse in modo che nessuno lo sapesse il fatto è venuto fuori implicando la figura di Luca Lotti, amico strettissimo di Matteo Renzi, già indagato per problemi giudiziari..che parrebbe si incontrasse con i giudici del Consiglio per l'assegnazione degli incarichi..tra cui la procura di Roma..Procura in cui tra l'altro si indagava sul suo caso. .Sappiamo che gli incarichi vengono assegnati da maggioranze costituite da magistrati e laici del Csm ed è quindi quasi logico pensare che vi sia una lotta di potere per la distribuzione delle poltrone. Tuttavia nella fattispecie..vi è un aspetto più inquietante ed è quello che coinvolge Cosimo Ferri deputato del Partito democratico, che parrebbe essere stato presente agli incontri intercettati dalla Procura di Perugia nell'inchiesta per corruzione a carico di Luca Palamara, leader di Unicost.
Questo quanto riportato dalla stampa!
Qualunque cittadino ha sempre nutrito sospetti circa le nomine politicizzate della magistratura..tuttavia questo caso emblematico dovrebbe scatenare la dovuta reazione per ristabilire ordine all'interno del CSM.
Dovremmo in proposito ricordare cosa sarebbe voluto essere per i padri costituenti il CSM: Una istituzione indipendente dagli altri poteri dello Stato per far sì che la libertà civile ottenga concreta realizzazione. Questa libertà non è quella politica, poichè non potrà mai essere un giudice ad impedire che si possano travolgere con la forza le istituzioni di uno Stato democratico.
Possiamo però asserire che in questa strada, non si è mai tenuto in giusta considerazione l’assioma politico che, creare un potere comporta... inevitabilmente... il sorgere di molti desideri per la sua conquista: Se questo potere si pone nelle mani degli stessi giudici, la conseguenza inevitabile sarà quella dello scatenarsi di una guerra interiore tra loro per la conquista di detto potere.
Quindi..come possiamo constatare dai fatti odierni.. la lotta delle “correnti” interne al CSM, ha finito col rompere il “vantaggio” che si sarebbe voluto. Ma l’aspetto più grave resta quello che si è creato un organismo che non riesce a trovare una collocazione legittima in un regime politico fondato sulla divisione dei Poteri. Tuttavia si tratta solo di un argomento verbale privo di realtà in quanto, come è ampiamente dimostrato, ogni potere di un’alta amministrazione assume conseguentemente un carattere politico. Quindi, anche in questo caso, l’amministrazione della giustizia ha finito con l'assumere un carattere politico..
La domanda che da tempo avremmo sempre dovuto porci sarebbe dovuta essere: Sarà mai possibile dirigere tutta la parte amministrativa dell’esercizio del Potere giudiziario senza fare politica della giurisdizione?
Questo di oggi rimane un fatto preoccupante che mette ancora una volta in luce i compromettenti atteggiamenti di una politica nei confronti di alcune figure di magistrati creando ulteriori dubbi sulla loro indipendenza.
Ma ancora peggio risulta essere l'atteggiamento di tutto il PD che è sembrato sottovalutare il valore politico di tali comportamenti e che dovrebbe esprimersi.. contro questi coinvolgimenti compromissori che vedono coinvolte figure del suo Partito con l'ordine autonomo...attraverso parole chiare e meno ambigue!                                



28 mag 2019

IL MOVIMENTO CHE DIMEZZA I CONSENSI


MALCONTENTO ED ASTENSIONISMO PENALIZZANO I 5 STELLE

di vincenzo cacopardo

Il M5stelle crolla..oltre ogni previsione!.La sorte del Movimento era legata al sud. Un sud verso il quale si e' trascurata una decisa attenzione e che ha reagito non andando a votare e spostando una parte dei consensi sull' alleato di governo.

I pentastellati non possono lamentarsene in considerazione del fatto che, trascurando la dovuta attenzione verso meridione.. che li aveva premiati alle politiche..hanno raccolto tanto malcontento ed astensione. Persino il complesso sistema del reddito di cittadinanza non e' mai riuscito a convincere. Occorreva una maggiore attenzione ed un lavoro più profondo e convincente per rilanciare il sud.

Adesso.. al di la' della intensa delusione..pare che Di Maio debba decidere: se restare a capo di Movimento o continuare nell'incarico di governo. Dovrà scegliere per smorzare le critiche all'interno dell'organizzazione, ma anche perchè.. in questo contesto.. il doppio ruolo potrebbe continuare a castigarlo nella comunicazione ed investirlo nei compromessi!
Il leader del Movimento è di certo una persona di carattere ed ha dimostrato molta volontà e tanto coraggio nell'affrontare i suoi ruoli in un contesto in cui la stampa ed i partiti di opposizione lo hanno criticato in una continua retorica dell'incompetenza. Tuttavia.. proprio il suo doppio incarico.. non potrà essergli di aiuto nel futuro.

Da quello che da tempo si scorge..vi sono problemi notevoli di organizzazione all'interno di questo Movimento che partono dalla mancanza di una adeguata comunicazione.. sia interna che esterna..Manca una identità precisa che possa fare presa sull'elettorato..manca un riscontro diretto con il territorio ed una precisa volontà progettuale a supporto dei temi di un meridione che lo ha sostenuto. Insomma.. oggi il grande astensionismo che ha penalizzato il Movimento.. prende spunto da una scarsa attenzione verso il mezzogiorno che nelle elezioni del 2018 gli aveva portato una enormità di consenso.
Adesso non mancherà al vittorioso leader della Lega..alleato di governo.. sollevare richieste precise ( flat tax, autonomia e Tav.) con perentorie forzature in forza dei risultati ottenuti.
Il futuro di questo Movimento non è incerto, ma di sicuro pieno di tanto lavoro per costruire la base forte per una identità capace di carpire ancora l'attenzione dei tanti rimasti delusi che credevano ad un vero cambiamento. Occorrerà tempo.. e forse.. abbandonare il campo governativo per immedesimarsi con maggiore attenzione in quello organizzativo della struttura!..Le difficoltà si intuivano già da tempo all'interno di una organizzazione che ha sempre preteso di creare una classe dirigente ed una democrazia diretta ..attraverso metodi poco convincenti e sostenuti con forza da una dose di emotività.




27 mag 2019

FROTTOLE E COMUNICAZIONE POLITICA



Frottole...balle...bugie..pansane..menzogne..le possiamo chiamare come vogliamo..ma il senso non cambia!

Gran parte dei politici di oggi.. basa la propria campagna elettorale essenzialmente sulle frottole.. per poi entrare in fase governativa e modificare e persino trasformare in senso diametralmente opposto ostentati programmi.

Prima Berlusconi..successivamente Renzi..ed oggi ancora Salvini..(e lo ha fatto persino e malauguratamente il leader di un Movimento proclamatosi per il cambiamento) adoperano la loro comunicazione con l'elettorato in un edulcorato elenco di prospettive a favore della società e di un benessere comune...per poi mutare atteggiamento di fronte ad un costringente quadro istituzionale (nazionale ed internazionale) che implica necessari vincoli.

E' fin troppo chiaro che tali personaggi guardano più alla loro popolarità ed usano la comunicazione politica per un ritorno di consenso facendo forza su una gran parte del popolo che, ignorando, non si proietta mai sulle possibili conseguenze opposte. In questo quadro.. si finisce sempre con osannare i più furbi o più capaci nel comunicare...come si volesse dimostrare che solo la prepotenza e la determinazione assoluta siano la carta vincente contro chi, al contrario, ha la pretesa di una speranza verso il buon senso, un essenziale equilibrio e la coerenza: Un' auspicio verso un futuro politico migliore che non potrà mai arrivare se non si pongono i giusti limiti ed il dovuto rispetto..ma soprattutto la percezione di chi li ascolta nel valutare la loro comunicazione con la misura necessaria.

Queste figure ..osannate come miti dell'innovazione, in realtà rimangono legati ai soliti schemi di una vecchia politica di potere. Risulta del tutto assiomatico come essi stessi continuino ad operare nella anomalia di un vero conflitto attraverso un doppio ruolo che, seppur ormai accettato da una politica cieca e compromessa, gli consente di governare e nominare sottomettendo di continuo un Parlamento..facendo altresì gioco su perentorie e continue richieste di fiducia.
vincenzo cacopardo

23 mag 2019

LE BEGHE VERGOGNOSE SULLA COMMEMORAZIONE

LE CONTRAPPOSIZIONI CHE ALIMENTANO LE OSTILITA'

di vincenzo cacopardo

Ci mancava pure questa! In un clima già di per sé caldo …

Una cerimonia in onore di Falcone dopo 27 anni dal vile agguato che lo ha portato alla morte..pregiudicata dalle beghe costruite sulle orme delle incomprensibili contrapposizioni politiche destra- sinistra che ancora persistono nel nostro Paese.. causando astio, basso pettegolezzo..e vergogna, persino in occasioni come queste che dovrebbero vederlo unito.

Questa storia si infiamma anche sulle scelte di un sindaco che pare non voler stringere la mano al ministro degli interni..un presidente della Regione che diserta alcuni luoghi.. ed un assessore al comune che invita Salvini a non presentarsi alla commemorazione. La condotta non può più essere definita ridicola ma vergognosa ...offrendo in tal modo ancora una volta il fianco al leader della Lega il quale non mancherà di farne uso di propaganda a proprio favore.
Bisticci infantili ed inopportuni per l'occasione..che in realtà toccano con evidenza le istituzioni ed il loro incoerente rapporto con uno Stato che in una commemorazione di questa portata dovrebbe quantomeno vedersi unito.

Un ignobile teatro costruito sui veleni e sul cadavere di un uomo che ha combattuto per lo Stato..Un uomo..un magistrato.. che lo stesso Stato ieri non ha saputo proteggere e che ancora oggi non riesce a commemorare in modo univoco e compatto: Si può dunque immaginare quanto questo clima.. anche nel passato.. non abbia potuto aiutare, anzi sia stato deleterio, per il magistrato nella sua opera di indagine ai fini di una lotta contro il potere mafioso.

Fino a quando questa politica continuerà ad essere costruita sullo spirito delle vecchie contrapposizioni ideologiche..(come due squadre che si scontrano in uno stadio..o due pugili in un ring) commemorazioni e manifestazioni come queste non potranno che infiammare ed alimentare l'umore di un popolo non esattamente in grado di percepire il senso di uno Stato unito.

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22 mag 2019

LE OPPOSIZIONI E LA RETORICA DELL'INCAPACITA'



di vincenzo cacopardo

Quando parla Calenda pare conoscere tutto sul Paese ed essere l'uomo della soluzione a tutti i problemi della politica, quando invece parla Zingaretti i discorsi cadono esclusivamente sulla decadenza della politica a causa di un governo inadatto ma mai si propone su possibili soluzioni..Poi parla Berlusconi e secondo il cavaliere tutta la colpa rimane concentrata sulla incapacità dei nuovi arrivati.

Il PD e FI hanno governato per qualche decennio ..eppure la colpa è sempre dei nuovi arrivati, ma soprattutto dei 5 Stelle poiché Salvini con la sua Lega non conviene attaccarlo con la stessa energia... dato che la Lega stessa ha governato anche nel passato. Senti parlare persino la Moretti (che nel PD continua ad imboccare una lunga serie di elezioni..non concentrandosi mai su una specifica carica) esprimendo un curioso tipo di oratoria sul fatto che non si debba fare più riferimento al passato.
Insomma: Come la giri ...è fin troppo comodo parlare dell'incompetenza dei nuovi arrivati al fine di giustificare i molteplici errori commessi nel passato da forze politiche che in verità non hanno dimostrato alcuna capacità e lungimiranza!

Calenda pare esprimersi come il nuovo censore politico col suo modo di esprimersi con forte dose di sicumera su ogni argomento che tocca, ma presuntuosi lo sono ormai un po' tutti coloro che oggi rimangono in opposizione ad un governo fortemente compromesso da due forze che lo sostengono attraverso una sorta di contratto che non genera alcuna sintesi politica, un governo che è di certo il risultato di una scelta su una legge elettorale voluta da chi oggi in parlamento siede in opposizione. 

Umiltà poca o niente..riconoscimento degli errori mai...persistono presunzione ed arroganza e persino voler insegnare strade che nel passato non hanno mai saputo affrontare! 
Queste opposizioni non sembrano mai lavorare in favore di un vero progetto alternativo soffermandosi invece con maggior impegno verso la retorica dell'incapacità o su argomenti del più basso pettegolezzo ed inseguendo ancora personaggi del passato.